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Cofferati scende in campo
"Farò la mia parte per l'Ulivo"
Subito un ufficio per il programma elettorale
L'ex leader della Cgil: "Berlusconi? Se lo condannano
avrebbe il dovere morale di dimettersi"
ROMA 03 Feb - Berlusconi è sempre più in difficoltà. E come sempre, quando è
in difficoltà accentua l'arroganza, gli strappi al sistema delle regole e
all'assetto delle istituzioni. Per l'opposizione è giunto il momento di una
svolta. Il Nuovo Ulivo deve lanciare con forza il suo progetto politico. Deve
presentare agli elettori il suo programma, alternativo a quello della destra.
Ora o mai più: io sono pronto a fare la mia parte". Dopo mesi di polemica con
l'establishment del centrosinistra, Sergio Cofferati esce allo scoperto
proprio nel giorno della direzione dei Ds. E alla luce dell'offensiva del
Cavaliere sulla giustizia, sulle riforme e sulla guerra, l'ex segretario
della Cgil lancia agli alleati dell'Ulivo la sua proposta: via libera, subito,
ad un ufficio" incaricato di elaborare il programma della coalizione. Vi
partecipino tutti: i rappresentanti dei partiti, ma non i leader che devono
fare un altro mestiere", gli amministratori locali, i rappresentanti dei
movimenti, le associazioni, gli intellettuali e le più alte personalità.
In questo schema, Cofferati è disponibile a far parte subito del nuovo
organismo, e anche a presiederlo se glielo proporranno. Chiede solo all'Ulivo
di far presto.
Cofferati, Berlusconi contrattacca a tutto campo, e
denuncia la sinistra
che prepara spallate giudiziarie e manovre di piazza. Ce l'ha anche con
lei, evidentemente?
Cofferati, Berlusconi contrattacca a tutto campo, e denuncia la
sinistra
che prepara spallate giudiziarie e manovre di piazza. Ce l'ha anche con
lei, evidentemente? Parlare di manovre di piazza' è insensato. La piazza
è di tutti, ed è uno dei tanti luoghi nei quali si sviluppa l'iniziativa
politica, e nei quali si rende visibile la volontà dei cittadini. Il fatto
che in questi mesi sia stata occupata in modo sereno e composto dai girotondi,
dai movimenti, dai pacifisti, dai no global e dai di lavoratori, è solo la
conferma che la piazza è un luogo di grande democrazia. Altro che manovre' per
sovvertire la democrazia... La verità è che dopo la decisione della Cassazione
sui processi Imi-Sir e Sme, che non è una sentenza sul merito, il presidente
del Consiglio ha sfoderato un'arroganza che non ha precedenti, accreditando
l'idea che la pronuncia della Suprema Corte equivalga già alla conclusione del
processo. E' una volgare strumentalizzazione, che serve a Berlusconi per
drammatizzare la situazione politica, e tenere sotto costante minaccia la
magistratura. L'attacco ai giudici è un fatto gravissimo. L'attività
giudiziaria non compete né alla destra né alla sinistra: la magistratura è
potere autonomo e tale deve restare. E invece il governo attenta continuamente
a questa autonomia, mettendo in pericolo gli equilibri istituzionali".
Il fatto è che il Cavaliere si considera un perseguitato".
Il Cavaliere non può considerarsi diverso dagli altri cittadini. Questo
sistematico tentativo di descrivere un esercito di toghe schierate contro
di lui rientra in una precisa, destabilizzante strategia dell'intimidazione,
che il premier usa contro i giudici e contro l'opposizione. Stavolta, in
più, ci ha aggiunto anche l'ipotesi delle elezioni anticipate".
Ma lei ci crede o la considera solo una minaccia?
Viverla come una minaccia sarebbe come dire che l'opposizione ha paura
del voto, e questo è sbagliato. No, io considero la sortita sulle elezioni
anticipate come l'ennesimo tentativo di condizionare gli equilibri politici e
istituzionali, arrogandosi il diritto di sciogliere le Camere che, fino a
prova contraria,
spetta solo al Capo dello Stato. Evidentemente Berlusconi pensa di aver
già realizzato il presidenzialismo".
Se il Tribunale di Milano lo condanna davvero,
Berlusconi si dovrebbe dimettere?
Obblighi formali non ce ne sono. Ma di fronte a una condanna, sia pure
non definitiva, io credo che chi rivesta incarichi di governo dovrebbe
avvertire
il dovere morale e la sensibilità istituzionale di dimettersi. Lo trovo
del tutto ovvio".
Quindi l'opposizione deve scaldare i motori?
L'opposizione deve mostrare nervi saldi, grande determinazione e
soprattutto immediata capacità di produrre svolte positive. Nervi saldi
servono perché io vedo un quadro politico ed economico in ulteriore
peggioramento, e quindi temo nuovi strappi da parte del premier. Su tutti i
fronti. Per questo dobbiamo procedere con grande determinazione, su due fronti
che giudico assolutamente prioritari. Il primo è la guerra. Berlusconi sta
compiendo atti politici molto gravi. Ha aggirato il Parlamento. Ha impedito il
vertice europeo, mentre nel frattempo lavorava al di fuori per fornire un
sostegno acritico e subalterno verso gli Stati Uniti".
Obiezione: e se il vero strappo non fosse stato quello
di Berlusconi, ma
di Francia e Germania che hanno fatto blocco da sole al vertice di Versailles?
Proprio il fatto che Chirac e Schroeder si sono mossi da soli era una
ragione in più per fare il vertice europeo, non per sabotarlo. In realtà è
chiaro
che la sola preoccupazione di Berlusconi era che la Ue potesse virare su
una posizione non consona agli interessi americani. Solo per questo ha
impedito il vertice".
A questo punto che succede?
A questo punto il governo non deve limitarsi a venire in Parlamento, a
riferire. Serve un dibattito parlamentare vero, che si deve concludere con un
voto. E io propongo che l'opposizione presenti un suo ordine del giorno,
unitario, per dire un no forte, chiaro e incondizionato alla guerra all'Iraq.
La stragrande maggioranza delle opinioni pubbliche, e non solo in Italia, non
vuole il conflitto. E l'eventuale pronunciamento dell'Onu non è più una
garanzia sufficiente: le pressioni americane sugli ispettori sono
inaccettabili e rendono ormai poco credibili le Nazioni Unite".
Il secondo fronte prioritario per l'opposizione qual è?
La politica economica. Ci sono problemi enormi, che la guerra potrebbe
aggravare facendo esplodere i prezzi e le materie prime. L'inflazione è già
alta, il nostro differenziale rispetto ai partner europei è risalito, e questo
peggiora l'export e la competitività. Il governo non fa nulla. Semplicemente,
non vede il problema. A questo si aggiunge il fatto che ci sono almeno 10
milioni di lavoratori senza contratto: oltre a generare conflitti, questo
determina un ulteriore calo della domanda interna. Il Parlamento ha votato una
Finanziaria che contiene valori del tutto privi di fondamento: si parla di una
crescita del 2,3% del Pil, mentre tutti gli istituti di ricerca, compresa
Confindustria, ormai prevedono al massimo l'1,3%. Chi colmerà questa
differenza? Non si sa. Anche qui, il governo non vede il problema. Come non si
occupa della Fiat: tiene banco solo la questione dei futuri assetti
proprietari, mentre nessuno parla della futura strategia industriale del
gruppo".
E l'opposizione che dovrebbe fare, secondo lei?
Deve rilanciare con convinzione la sua idea alternativa sullo sviluppo
economico, che si basa su scuola, ricerca e formazione. Su queste questioni
serve un'iniziativa politica grandissima, per oggi e per domani".
Prima ancora ci sarebbe da concordare una linea sul referendum di Bertinotti
sull'articolo 18. O preferite glissare perché siete spaccati?
Io penso che quel referendum sia un grave errore, che produce solo divisioni
vistose. Resto convinto che la risposta migliore sia quella di attivare
la più presto due iniziative di legge, sul modello di quelle proposte dalla
Cgil, per riformare gli ammortizzatori sociali ed estendere le tutele a
quei milioni di lavoratori parasubordinati che oggi ne sono privi".
Ma intanto si organizzano i comitati per il no?
Io ho una mia opinione, su questo. Ma non voglio renderla esplicita
adesso.
Non è reticenza. Dobbiamo discutere, nel centrosinistra: di questa e di
molte altre questioni. Per questo, oggi più che mai, dico che è il momento
che l'alleanza si dimostri capace di produrre svolte positive".
A cosa allude?
Alludo al programma. E' giunto il momento di avviare subito la
discussione
sulla proposta politica del Nuovo Ulivo. Occorre creare subito l'organismo
adatto. Dobbiamo mettere insieme tanti soggetti diversi. Io propongo un
raggruppamento molto largo e rappresentativo, che comprenda innanzitutto i
rappresentanti politici".
Cioè i segretari dei partiti.
No, secondo me è meglio che nella nuova struttura non vi siano i segretari,
che hanno un altro ruolo e devono continuare a svolgerlo nel fuoco della
battaglia politica quotidiana. E' meglio che partecipino altri rappresentanti
dei partiti. Poi immagino che nell'ufficio di programma debbano esserci
gli amministratori locali e i rappresentanti delle associazioni: alcune
in forma diretta, altre come il sindacato in forma mediata, poiché in casi
del genere è necessario rispettare i limiti della reciproca autonomia. Poi
dovrebbero partecipare le alte personalità del centrosinistra, personaggi
di spicco del mondo della cultura e dell'economia. E infine, dovrebbero
partecipare soprattutto i rappresentanti dei movimenti: i partiti non devono
averne paura, sono portatori di sensibilità specifiche e di grandi energie,
che possono rinnovare la politica, non metterla in discussione.
Ma ci sono le condizioni politiche, dentro un Ulivo
ancora così confuso
e spaccato, per una svolta del genere?
Io ritengo di sì. E c'è più di un motivo per fare in fretta. Di fronte
a
un governo in affanno e sempre più tentato dalle torsioni populiste e
plebiscitarie, è necessario riportare l'attenzione del Paese sui problemi
concreti, offrendo un'alternativa credibile. E poi si avvicinano le elezioni.
Prima le amministrative, che sarebbero l'occasione per testare a livello
locale gruppi di lavoro sul programma, costituiti sul modello dell'ufficio per
il programma nazionale, all'insegna del principio un Ulivo in ogni casa'. Poi
le europee, dove si voterà col proporzionale e crescerà la tentazione alle
divisioni. E' fondamentale arrivare a questi appuntamenti con una rinnovata
identità del centrosinistra, comune e condivisa. Anche per avviare, nella
prospettiva delle elezioni politiche del 2006, temi utili a un confronto con
Bertinotti".
Questo voleva dire, quando ha detto se c'è la volontà
politica si possono
spostare anche le montagne"?
Esattamente. Dobbiamo fare questo sforzo positivo. Tutti insieme".
Tutti insieme" vuol dire che anche lei è finalmente disposto a fare la sua
parte? A entrare in questo benedetto ufficio di programma del Nuovo Ulivo?
Io voglio proseguire la mia attività in Pirelli e continuare a fare politica
in forme diverse come ho fatto finora. Ma certo, in un consesso largo come
quello che ho descritto, se i promotori vorranno, io sono pronto a
partecipare. Purché si faccia in fretta. Gli elettori del centrosinistra non
ci chiedono altro".
Intervista a Cofferati pubblicata su Repubblica
(Aggiornato il 03 Febbraio 2003 ore 11:00)
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Ultimo aggiornamento:
03-02-03.