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Sparatoria sul treno

TERRORISMO: PERQUISIZIONI IN CORSO A MODENA

Indagini concentrate su uffici Universita'

MODENA 07 MAR - Alcune perquisizioni sono in corso a Modena nell' ambito di indagini sul terrorismo. Sarebbero state disposte dalla Procura della Repubblica di Firenze. L'attivita' sarebbe concentrata su uffici dell' Universita',dopo il rinvenimento nella borsa di Nadia Desdemona Lioce di un numero di telefono riconducibile a un'impiegata dell' ateneo modenese dove insegnava il prof. Marco Biagi ucciso dalle Br a Bologna il 19 marzo 2002.

(Aggiornato il 07 Marzo 2003 ore 11:15)

 

Firenze 06 mar - La Procura di Firenze chiede il silenzio stampa sull'inchiesta. Svolti Funerali di Stato per Emanuele Petri ucciso dalle Br.
Medaglia al valore civile alla moglie dell'agente. Si studia, intanto, il documento consegnato ai magistrati da Desdemona Lioce: nel mirino delle Br anche la Confindustria.

E’ stato il silenzio fuori ordinanza a chiudere la cerimonia funebre celebrata nel Duomo di Arezzo per l’agente della Polfer Emanuele Petri, rimasto ucciso domenica scorsa sul treno interregionale 2304 Roma-Firenze nello scontro a fuoco con il brigatista Mario Galesi. Migliaia i cittadini che gli hanno reso omaggio nella camera ardente allestita in prefettura, altrettanto numerose le persone che questa mattina, già un’ora prima dell’inizio della cerimonia, affollavano la cattedrale.

In prima fila, i familiari dell’agente- la moglie di Petri, Alma, con una medaglia d’oro al valore civile sul petto, ricevuta da Carlo Azeglio Ciampi poco prima della funzione religiosa- il capo dello Stato assieme alla moglie Franca, i presidenti di Camera e Senato. E ancora, il vicepremier Gianfranco Fini, il ministro dell’Interno Pisanu, il capo della Polizia De Gennaro e il vicepresidente del consiglio superiore della Magistratura Rognoni.

“Ciao Lele, sarai sempre con noi”, si leggeva in uno striscione affisso sul sagrato della cattedrale. E’ stato il saluto degli amici. Poi, le parole del vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti, sono risuonate nel silenzio del duomo. "In momenti drastici come questo il paese chiede non un'unita' di facciata, ne' soltanto una comunione di intenti ma che ogni forza politica, ogni movimento, ogni associazione riscopra la forza unificante e vivisitante dei valori democratici condivisi, veri pilastri della convivenza civile".

"La logica del terrore e delle armi- ha ammonito - non porta frutti, ma conduce alla schiavitu' e alla morte. Col sangue non si superano le contraddizioni e le ingiustizie della nostra societa', ne' e' lecito pensare che dall'eversione e dalla violenza possa nascere una rinnovata civilta' della pace e della giustizia. Pensando a questi terroristi, vogliamo pregare perche' i loro cuori di pietra siano trasformati dalla grazia in cuori di carne".  Un lungo e commosso applauso ha poi salutato il feretro di Emanuele Petri.

La procura di Firenze ha chiesto il "silenzio stampa" sull'inchiesta. Il provvedimento è stato annunciato dal procuratore aggiunto del Tribunale di Firenze Francesco Fleury: "Abbiamo registrato questo appello con le telecamere della Rai e verrà trasmesso nella prossima edizione del tg1". Il giudice ha precisato di avere fatto questa richiesta dopo la pubblicazione di alcune notizie riservate e per evitare il rischio di altre fughe di notizie che potrebbero mettere a rischio gli esiti delle indagini.

Sono state numerose, intanto, le telefonate ricevute e le persone che ieri si sono presentate nella procura di Firenze per fornire informazioni su Mario Galesi e Desdemona Lioce. Ma tra i tanti cittadini che hanno reso una testimonianza, la più importante, e anche la più inquietante, resa nota oggi dal quotidiano Repubblica, potrebbe essere quella di uno degli agenti di scorta di Giudalberto Guidi, attuale vicepresidente di Confindustria.

L’agente ha detto di aver riconosciuto in Galesi l’uomo notato più volte nei pressi dell’abitazione romana di Guidi, tanto da aver insospettito gli uomini della scorta, secondo i quali il brigatista stava pedinando in numero due di Confindustria registrandone movimenti e orari. Guidi è stato messo sotto scorta nei giorni successivi all’omicidio di Marco Biagi, il giuslavorista bolognese consulente del ministro Maroni assassinato sotto casa sua il 19 marzo dello scorso anno. E proprio ieri, nel documento che la Lioce ha letto e consegnato ai magistrati, Confindustria è stata indicata come uno dei principali bersagli del nuovo gruppo armato.

(Aggiornato il 06 Marzo 2003 ore 20:00)

 

 

BR, LA LIOCE: "UN FATTO ACCIDENTALE" PRESENTA UN DOCUMENTO

Roma 05 Mar - La brigatista ha letto un documento davanti ai giudici, che lo hanno poi sequestrato. Gli inquirenti pensano che la donna abbia un ruolo di primo piano nelle Nuove Br.
"L'obiettivo della lotta armata - scrive - è l'attacco al progetto di rimodernizzazione economico-sociale del paese. Le masse islamiche naturale alleato del proletariato metropolitano".

"Quanto accaduto domenica è stato un fatto accidentale; l'obiettivo della lotta armata è l'attacco al progetto di rimodernizzazione economico-sociale e istituzionale del paese in cui rientra anche l'attentato a Biagi". Questo il contenuto di un documento, riferito alla sparatoria del treno, letto da Nadia Desdemona Lioce, davanti ai giudizio romani che si sono recati al carcere di Sollicciano per l'interrogatorio. Ne ha dato notizia il legale della brigatista Attilio Baccioli, che ha precisato come si sia trattato di una "presa di posizione politica" della Lioce e non di "una rivendicazioni dei delitti D'Antona e Biagi".

Il documento della brigatista - 5/6 pagine di quaderno - è stato "sequestrato" dai giudici. "Conseguentemente a questa impostazione generale - ha detto l'avvocato Baccioli - le forze rivoluzionarie evitano lo scontro col nemico se non ha questo obiettivo". Nel documento ha aggiunto l'avvocato, la Lioce afferma anche che "le masse arabe e islamiche espropriate e umiliate sono il naturale alleato del proletariato metropolitano".

Nel documento consegnato ai magistrati romani, Nadia Desdemona Lioce rende onore al compagno Mario Galesi. "Il compagno Galesi - scrive la brigatista - ha messo a disposizione della rivoluzione le proprie energie senza limiti". Un comportamento che viene letto dagli inquirenti esperti di terrorismo come una autodefinizione della Lioce del suo ruolo all'interno del movimento. Non solo: la complessità strutturale e ideologica delle pagine consegnate dalla brigatista, fanno anche ritenere che la Lioce abbia un ruolo di primo piano all'interno delle nuove brigate rosse. Se la Lioce non è un capo, sostengono gli inquirenti, ricopre tuttavia nell'organizzazione terroristica un ruolo gerarchico molto alto.

Nelle prossime ore i magistrati titolari dell'inchiesta sul delitto di massimo D'Antona, avvenuto a Roma il 20 maggio 1999, valuteranno anche - dati i nuovi elementi acquisiti - se la Lioce debba essere iscritta sul registro degli indagati di Roma per l'attentato in via Salaria. L'avvocato Baccioli ha dato notizia che il gip di Arezzo ha convalidato l'arresto della donna per i fatti di domenica scorsa.

(Aggiornato il 05 Marzo 2003 ore 16:40)

 

TERRORISMO: PISANU, DOPO ARRESTI BR POTREBBERO REAGIRE

ROMA 05 Mar - ''Anche dopo il duro colpo inferto alle Br domenica scorsa la minaccia terroristica continua ad incombere sul nostro Paese''. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu spiegando che dopo la ''sconfitta'' di Arezzo le Br-Pcc potrebbero ''ripiegare su posizioni piu' strettamente difensive, anche in attesa di capire fin dove potranno arrivare e fin dove potranno colpire le indagini appena avviate. E' pero' probabile che reagiscano, per confermare la loro presenza e la loro vitalita'''. ''In ogni caso - ha concluso Pisanu - sarebbe stolto considerare ridimenzionata la minaccia in Italia''.
Il ministro dell'Interno ha poi aggiunto: ''Su queste indagini invoco estrema riservatezza e silenzio. Abbiamo bisogno di tutelare il segreto investigativo in ogni sede e in ogni circostanza, perche' anche la piu' parziale delle violazioni puo' vanificare il lavoro difficile e oneroso degli investigatori e, peggio ancora, compromettere gli esiti finali delle indagini.
Infine un appello all'unita': ''L'Italia si e' unita nel dolore e nell'indignazione per la morte di Emanuele Petri e il ferimento di Bruno Fortunato. Quell'unita' non deve venire meno. Deve anzi rafforzarsi, innalzandosi al di sopra del contrasto sociale e politico, come elemento decisivo di coesione nazionale. L'obiettivo delle Br e' quello di colpire i governi in quanto tali, in quanto espressioni di una democrazia parlamentare da sovvertire e abbattere''.

(Aggiornato il 05 Marzo 2003 ore 14:00)

 

SPIRAGLI SU DELITTI BIAGI E D'ANTONA

ROMA 04 Mar - L'arresto dei due brigatisti avvenuto dopo la sparatoria di Terontola ''apre uno spiraglio importante nelle indagini per gli omicidi Biagi e D'Antona, convalidando i filoni investigativi sui quali si lavorava da tempo''. E' quanto ha confermato la riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza presieduto dal ministro Pisanu al Viminale.
Nel corso della riunione del Comitato, informa il Viminale, ''e' stata ricostruita nel dettaglio la dinamica del tragico arresto dei due esponenti dell'estremismo eversivo avvenuto domenica mattina sul treno Roma-Firenze''.

Sul fronte delle indagini gli investigatori ritengono che Desdemona Lioce e Mario Galesi erano in viaggio probabilmente per studiare luoghi e movimenti di qualche possibile obiettivo da colpire in un futuro forse molto prossimo. A testimoniare lo scopo ricognitivo del loro viaggio ad Arezzo ci sarebbe tra l'altro la micro macchina fotografica nascosta in un pacchetto di sigarette nel loro bagaglio. Gli inquirenti stanno anche cercando un'altra donna sui 30 anni, vista scendere dal treno alla stazione di Castiglion Fiorentino, ma potrebbe essere una normale passeggera.

Intanto il questore di Genova ritiene attendibile, 'per il lessico e l'impostazione', la telefonata anonima giunta alla redazione genovese dell'Ansa nella quale un uomo, senza particolari inflessioni dialettali, ha detto: ''Siamo le Brigate Rosse partito comunista combattente. Rivendichiamo la paternita' morale dello scontro a fuoco avvenuto ieri nel quale e' rimasto vittima un nostro compagno''. Nella breve comunicazione si rivendica anche l'uccisione del sovrintendente della polfer Emanuele Petri.

E l'autopsia effettuata sulla salma di Emanuele Petri ha rivelato che l'agente e' morto con un solo colpo che lo ha raggiunto al collo sotto la mandibola.

I funerali di Stato del sovrintendente Emanuele Petri, commemorato oggi in Senato dal presidente Pera, sono stati spostati a giovedi'. Alla cerimonia funebre partecipera' anche il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, nel Duomo di Arezzo alle 10,30.

E' in corso intanto il primo interrogatorio di Desdemona Lioce di convalida dell'arresto. Il legale della brigatista ha ribadito di non credere alla ricostruzione della sparatoria fatta dai giornali.

(Aggiornato il 04 Marzo 2003 ore 14:00)

 

NUOVE BR - SI CERCANO POSSIBILI COMPLICI

FIRENZE 03 Mar - Investigatori e inquirenti che indagano sulla sparatoria di ieri sul treno Roma-Firenze sono stamani al lavoro tra Arezzo ed il capoluogo toscano, dove si sarebbe spostato nelle ultime ore il baricentro delle indagini. Infatti sta prendendo piede un'ipotesi in queste ore al vaglio degli inquirenti. Forse Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi non erano soli e con loro potrebbero aver viaggiato altri due terroristi. È infatti inspiegabile come due latitanti, abituati a superare controlli ben più severi, abbiano improvvisamente reagito con tanta violenza contro gli agenti di polizia che avevano chiesto i documenti. Non è escluso che abbiano sparato per coprire i compagni di viaggio, probabilmente seduti in un altro scompartimento. Dalle indagini emergono altri particolari sulla "trasferta" dei due terroristi. Le carte d'identità in possesso dei brigatisti facevano parte di uno stock di 101 documenti in bianco rubati la notte tra il 9 e 10
marzo 1999 nel comune di Casape, un paese vicino a Tivoli,
a poche decine di chilometri da Roma. Si e' fatto anche un
nome per il possibile bersaglio del commando: il sottosegretario Mariagrazia Sestini.

(Aggiornato il 03 Marzo 2003 ore 17:30)

 

Il sottosegretario Berselli, e' solo la punta di un iceberg

PRISTINA 03 MAR - Per Filippo Berselli, l'omicidio di ieri delle Br, cosi' come quello di Marco Biagi 'possono essere la punta di un iceberg che noi non conosciamo'. Temo - ha detto il sottosegretario alla Difesa - che non siano fatti isolati, ma appartengano ad una piu' vasta e unica strategia'. Berselli - in Kosovo per il passaggio del comando dell'aeroporto di Pristina tra Italia e Islanda - ha detto che 'non bisogna abbassare la guardia, ne' con riferimento al terrorismo interno ne' a quello internazionale'.

(Aggiornato il 03 Marzo 2003 ore 16:20)

 

Per Lioce s'indaga anche per rapina a Pt

Avvenne a Firenze lo scorso 6 febbraio e frutto' 67mila euro

FIRENZE  03 MAR - Nadia Desdemona Lioce, la br arrestata ieri, potrebbe aver partecipato alla rapina all' ufficio postale di via Torcicoda, a Firenze, lo scorso 6 febbraio. Il bottino fu di 67.000 euro. L'ipotesi ha preso ancor piu' consistenza dopo l'arresto della donna, la cui corporatura robusta ricorderebbe quella di una delle due donne che parteciparono al colpo. Proprio la presenza delle due donne aveva fatto subito avanzare sospetti sulla rapina, inquadrandola come un possibile colpo di autofinanziamento di terroristi.

(Aggiornato il 03 Marzo 2003 ore 16:00)

 

Gruppo BR,  meno di 10 persone

 Ne sono convinti gli investigatori che indagano sulle Br

ROMA 03 MAR- Meno di 10 persone molto determinate: e' questo, secondo un investigatore,il gruppo ristretto di brigatisti al quale appartenevano Desdemona Lioce e Mario Galesi. 'I fatti di ieri - ha detto l'investigatore - hanno sicuramente dato loro un duro colpo. I motivi sono due: il primo e' che siamo passati dalle congetture e dalle ipotesi investigative alle persone fisiche; il secondo e' che fino ad oggi ci siamo riferiti a persone latitanti, anche da molti anni, e ora abbiamo in mano tracce ed elementi molto recenti'.

(Aggiornato il 03 Marzo 2003 ore 15:00)

 

Macchina foto serviva per sopralluogo

BOLOGNA 03 MAR - Serviva per un sopralluogo, la micromacchina fotografica (e non microtelecamera) nascosta nel pacchetto di sigarette, trovata ieri mattina a Galesi e Lioce. Sempre secondo quanto si e' appreso, infatti, c'erano gia' degli appositi buchi nel cartoncino del pacchetto di sigarette in cui era nascosta per l' obiettivo della macchina e per manovrare lo stesso strumento senza dare troppo nell'occhio.

(Aggiornato il 03 Marzo 2003 ore 14:00)

 

Carte identita' rubate nel '99 vicino Roma

Facevano parte di uno stock rubato nel comune di Casape (Rm)

TIVOLI 03 MAR - Le carte d'identita'in possesso dei due br Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi facevano parte di uno stock di 101 carte rubate nel marzo del'99 a Casape (Rm).Le carte di identita' in bianco erano state rubate in una cassaforte nell' ufficio del sindaco, aperta con una chiave custodita nella scrivania del primo cittadino. Per entrare nel palazzo comunale, i ladri avevano forzato una vetrata dell' ufficio tecnico.

(Aggiornato il 03 Marzo 2003 ore 13:00)

 

MORTO ANCHE IL TERRORISTA

ROMA 03 Mar - Il brigatista Mario Galesi e' deceduto ieri sera all'ospedale di Arezzo dove era stato ricoverato dopo la sparatoria sul treno in cui era stato ucciso l'agente della Polfer Emanuele Petri. Per i carabinieri del Ros e la Procura di Roma, Galesi, 37 anni, viveva in clandestinita' a Roma insieme a Desdemona Lioce, che si e' dichiarata 'prigioniera politica e militante delle Br', senza precisare pero' sigle aggiuntive.
I due, secondo gli inquirenti, stavano organizzando un attentato ed e' plausibile che si stessero recando in una citta' della Toscana dove era stato individuato un obiettivo preciso.
Molto importante per le indagini e' stato il ritrovamento tra gli oggetti in possesso dei due di una microcamera che doveva probabilmente servire a riprendere un bersaglio scelto dai terroristi. Tra le altre cose ritrovate ci sono due agendine su cui sta lavorando la polizia. Concluso in tarda serata alla Questura di Arezzo il lungo vertice degli inquirenti. Il ministro dell'interno Pisanu: 'anche alla luce di questo episodio non brancoliamo piu' nel buio', per quanto riguarda i delitti D'Antona e Biagi.
Le condizioni del sovrintendente di polizia Bruno Fortunato, ferito ieri dai terroristi in treno, restano pero' gravi. L'agente e' ricoverato nel reparto di rianimazione del Policlinico Le Scotte, dove ieri pomeriggio era stato sottoposto ad un lungo intervento chirurgico.
Il procuratore aggiunto Francesco Fleury ha spiegato che ieri e' stato sottoscritto formalmente un provvedimento di coordinamento delle indagini tra le Procure di Firenze, Bologna e Roma.

(Aggiornato il 03 Marzo 2003 ore 12:50)

 

NUOVE BR - IPOTESI E REAZIONI

FIRENZE 03 Feb - Stavano andando a Firenze per preparare un
attentato. Questa l'ipotesi seguita dagli inquirenti della procura del capoluogo toscano all'indomani della sparatoria sul treno 2304, in cui sono rimasti uccisi il sovrintendente della Polfer Emanuele Petri ed il brigatista Mario Galesi. Come si ricorderà ieri mattina, nel corso di un normale controllo alcuni agenti avevano fermato quest'ultimo e Desdemona Lioce - ex militante dei NCC e considerata uno dei punti di contatto fra vecchie e nuove Br. I due, da tempo in clandestinità, sono con ogni probabilità vicini al gruppo di fuoco che ha messo a segno i delitti D'Antona e Biagi, su cui si spera ora di fare chiarezza in modo definitivo. La Lioce, che si è dichiarata prigioniera politica, è attualmente rinchiusa nel carcere di Firenze. I magistrati dell'anti terrorismo stanno cercando di individuare da quale base operativa (probabilmente un covo nella capitale) i due conducevano le proprie attività e di individuare i loro contatti in Toscana. Tutte le principali cariche dello Stato hanno espresso solidarietà con la famiglia della vittima e con le forze dell'ordine, facendo appello all'unità del Paese contro la minaccia della lotta armata.

(Aggiornato il 03 Marzo 2003 ore 10:00)

 

DUE BRIGATISTI UCCIDONO UN POLIZIOTTO SUL TRENO ROMA-FIRENZE

FIRENZE 02 Mar - Due terroristi hanno ucciso un poliziotto in una sparatoria sul treno Roma-Firenze poco prima delle 8,30 e sono stati subito arrestati. Desdemona Lioce e Marco Galesi hanno reagito durante un normale controllo di documenti puntando le pistole contro due agenti della Polfer. Nella colluttazione che ne e' seguita Galesi avrebbe sparato e ucciso il soprintendente Manuele Petri, ferendo il suo collega Bruno Fortunato. Un terzo agente accorso, Giovanni Di Franzo, ha ferito a sua volta Galesi, riuscendo poi ad immobilizzare sia lui che la donna, grazie anche all'aiuto di un vigile urbano di Perugia che si trovava nello scompartimento. La Lioce ha ammesso la propria identita' e si e' dichiarata prigioniera politica. Il presidente Ciampi ha inviato un messaggio di cordoglio al capo della Polizia e ai familiari.
Secondo gli inquirenti i due terroristi arrestati preparavano un attentato. 'Erano in fase operativa e presumibilmente stavano preparando un attentato' e il loro comportamento inusuale per le Br, vecchie e nuove, spinge gli investigatori ad una serie di riflessioni, anche a conferma degli allarmi recenti. Intanto e' stata rafforzata la tutela al sottosegretario al Lavoro Mariagrazia Sestini, che vive ad Arezzo. Desdemona Lioce, 43 anni, farebbe parte del gruppo che avrebbe ricostruito le Brigate Rosse dopo la ritirata strategica del 1989. Ex esponente dei Nuclei Comunisti Combattenti (Ncc), e' irreperibile dal 1995. Il suo nome e' emerso, cosi' come quello di Galesi, anche nell'ambito dell'omicidio D'Antona. Marco Galesi, 37 anni, era latitante dal '98 quando era sparito durante un permesso dal carcere.

(Aggiornato il 02 Marzo 2003 ore 17:30)

 

Chi è Mario Galesi: Era ricercato in ambito indagini

ROMA 02 MAR - Mario Galesi, 37 anni, sarebbe l'uomo arrestato oggi insieme a Nadia Desdemona Lioce, dopo la sparatoria sul treno Roma-Firenze. Come la Lioce, anche Galesi era irreperibile e ricercato, nell'ambito delle indagini per l'omicidio D'Antona, per la ricostituzione delle Brigate Rosse. Il suo nome appare, insieme a quello della Lioce, il 31 ottobre del 2002, nell'ordinanza di custodia nell'ambito delle indagini sull'omicidio D'Antona emessa nei riguardi di presunti appartenenti alle Br-Pcc.

(Aggiornato il 02 Marzo 2003 ore 15:00)

 

Inquirenti, preparavano attentato

ROMA 02 MAR - Stavano presumibilmente preparando un attentato Desdemona Lioce e l'uomo insieme al quale e' stata arrestata dopo la sparatoria avvenuta sul treno Roma-Firenze. La sparatoria - secondo gli inquirenti - suffraga gli elementi raccolti nel corso delle indagini che nei mesi scorsi si erano concentrate su una cellula di cui fa parte la Lioce. L'uomo arrestato sarebbe Mario Galesi. Il presunto terrorista e' rimasto ferito nella sparatoria. La Lioce ha ammesso la propria identita' e si e' dichiarata prigioniera politica.

(Aggiornato il 02 Marzo 2003 ore 14:00)

 

L'arrestata è una terrorista

Roma 02 Mar - Nel conflitto a fuoco è morto un agente della Polfer. Fermati un uomo e una donna, quest'ultima è stata identificata come Desdemona Lioce, aderente alle Nuove Brigate Rosse.
Era in corso di un controllo per identificare due viaggiatori che alla richiesta del poliziotto hanno fatto fuoco. Il cordoglio di Ciampi.

La donna arrestata per la sparatoria sul treno Roma-Firenze, in cui è rimasto ucciso un agente della Polfer, è Desdemona Lioce, aderente alle Nuove Brigate Rosse. Sarebbe stata la stessa Lioce a confermare le proprie generalità dichiarandosi "prigioniera politica". Il complice, gravemente ferito e ricoverato in ospedale, sarebbe Mario Galesi.

Il nome di Desdemona Lioce è da tempo legato a quello di Mario Galesi, entrambi irraggiungibili dal 1995 e dal novembre scorso ufficialmente latitanti. I loro nomi sono associati anche nell'ordinanza di custodia cautelare con la quale Digos e procura di Roma contestarono il 31 ottobre 2002 il reato di banda armata e associazione sovversiva finalizzata ad azioni di terrorismo.

Sembra dunque confermata la pista terroristica che ha preso sempre più piede con il  passare delle ore. A far propendere per questa ipotesi il comportamento freddo tenuto dai due, soprattutto dalla donna, durante l’esecuzione dell’agente della Polfer.

Poco dopo le 13 sono arrivati alla questura di Arezzo il procuratore di Firenze, Ubaldo Nannucci, ed il pm Giuseppe Nicolosi. Poi è giunto anche il procuratore aggiunto di Firenze, Francesco Fleury, il magistrato che ha la delega sulle indagini per fatti di terrorismo. 

La sparatoria è avvenuta alle 8.40. Il convoglio si era fermato alla stazione di Terontola, dove era salita a bordo la pattuglia dei tre agenti della Polfer. Subito dopo la partenza si è verificata la sparatoria.

I tre agenti hanno chiesto i documenti a una coppia che viaggiava sul treno: mentre il soprintendente della polizia Emanuele Petri, 48 anni, residente a Tuoro sul Trasimeno (Perugia) stava telefonando alla centrale operativa per controllare l'identità, l'uomo ha estratto una pistola e ha sparato uccidendolo. Il secondo colpo ha invece ferito il collega Bruno Fortunato, di 46 anni, residente a Terontola. E' stato il terzo agente a disarmare l'uomo ferendolo.

L'omicida è adesso ricoverato in gravi condizioni all'ospedale San Donato di Arezzo, mentre la donna è stata arrestata. I loro documenti sono risultati falsi.

Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha inviato al capo della polizia, il prefetto Gianni De Gennaro, un messaggio nel quale esprime grande commozione per la morte del sovrintendente Emanuele Petri e per il ferimento del suo collega Bruno Fortunato.

La Polizia municipale di Perugia  ha riferito che a contribuire all'arresto dell'uomo e della donna sarebbe stato un agente della Polizia municipale di Perugia in viaggio sul treno.

Nadia Desdemona Lioce, pisana, 43 anni, ex esponente dei nuclei comunisti combattenti era irreperibile dal 1995. Il suo nome è emerso nell' ordinanza di custodia emessa nei confronti di Alessandro Geri, l'uomo che era stato accusato di essere il telefonista nell'omicidio D'Antona. Secondo l' accusa, Lioce farebbe parte del gruppo che avrebbe segnato la fase di ricostruzione delle Brigate Rosse, dopo la ritirata strategica del 1989. E' stata legata a Luigi Fuccini, arrestato a Roma nel 1995 insieme con Fabio Matteini perché trovato in possesso di armi. Da allora non si sapeva più nulla di lei. Fonti degli investigatori l'hanno però segnalata prima in Francia e poi in Germania.

(Aggiornato il 02 Marzo 2003 ore 11:00)

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