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Attentato a Bali

Filippine: disinnescate altre bombe

MANILA - Due ordigni sono stati disinnescati
a Zamboanga, la città cristiana a sud delle
Filippine dove stamattina sono esplose due bombe.
L'attentato di oggi non ha avuto ancora nessuna
rivendicazione. Due sono le possibili piste: una
porta ad Abu Sayyaf, estremista musulmano che vuole
instaurare uno stato islamico nel sud delle
Filippine, l'altra al gruppo integralista Jemaah
Islamiah, ritenuto responsabile della strage di
Bali della scorsa settimana. Intanto è ancora
incerto il bilancio delle vittime, le voci parlano
di cinque o sei morti e oltre 140 feriti.

 

(Aggiornato il 17 Ottobre 2002 ore 17:30 )

NUOVA ONDATA DI ATTENTATI NELLE FILIPPINE

MANILA - Nuova ondata di attentati nella citta' a
maggioranza cristiana di Zamboanga, nel Sud
dell'arcipelago. Due esplosioni, a pochi minuti l'una
dall'altra hanno devastato due centri commerciali
affollati di clienti. Le autorita' locali sospettano che a
mettere in atto questo doppio attacco siano stati gli
uomini di Abu Sayyaf, organizzazione estremista di matrice
islamica vicina ad al Quaida. La zona e' da tempo
dilaniata dalla guerriglia che vede contrapposti governo
centrale, fondamentalisti (che circa un mese fa misero a
segno un attacco suicida contro un bar frequentato da
militari americani) ed i guerriglieri di ispirazione
maoista della Nuova armata del popolo (responsabili
recentemente di un attacco contro la stazione degli
autobus). Gli attentati di oggi, secondo le prime notizie,
hanno causato almeno cinque vittime e un numero
imprecisato di feriti, di cui molti in condizioni
critiche.

 

Nel sud del paese, due attentati in contemporanea

Filippine, bombe al supermarket: 5 morti

Sospettati gli integralisti islamici di Abu Sayyaf
 

Cinque persone sono morte e più di 140 sono rimaste ferite, sette in modo grave, a Zamboanga, nel sud delle Filippine in due diversi attentati esplosivi contro altrettanti grandi magazzini delle città nel sud del paese. Altri cinque pacchi sospetti ritrovati in negozi della città sono stati fatti esplodere dalla polizia, prima di determinare se fossero bombe.

Un portavoce del ministero della Difesa delle Filippine, il colonnello Danilo Servando, ha attribuito l'attentato terroristico all'organizzazione islamica di Abu Sayyaf legata ad Al Qaeda. Già fermate per essere sottoposte a interrogatori 16 persone, un malese, due turchi e 13 filippini.

Il primo ordigno a esplodere è stato, alle 11.30 (ora locale), quello lasciato al piano terra di un negozio della catena Shop-o-rama di Zamboanga, a due isolati di distanza da una centrale di polizia. La seconda bomba, esplosa mezz'ora dopo la prima, al Shoppers central, non lontano dal primo grande magazzino colpito. Gli ordigni erano stati lasciati al deposito delle borse all'ingresso dei negozi, il punto in cui i clienti sono costretti a lasciare i loro pacchi proprio per prevenire attacchi terroristici.

Le misure di sicurezza erano state intensificate in tutte le Filippine dopo l'attentato di sabato scorso a Bali e quello dello scorso due ottobre contro un locale per il karaoke a poca distanza di una base militare nel quartiere di Malagutay della città, un attentato in cui era morto un militare delle truppe speciali dell'esercito americano dei berretti verdi, e tre filippini.

L'attentato, in cui sarebbe stato utilizzato lo stesso esplosivo utilizzato nei due supermarket, era stato attribuito all'organizzazione Abu Sayyaf. Le autorità filippine non escludono la partecipazione di gruppi stranieri all'attacco di Zamboanga, come il Jemaah Islamya, l’organizzazione indonesiana accusato di aver portato a termine l'attentato di Bali. Tutti i negozi e le scuole della città di Zamboanga sono stati chiusi in seguito alla doppia esplosione.

 

(Aggiornato il 17 Ottobre 2002 ore 11:30 )

 

Il commando, guidato da uno yemenita e un malese, è arrivato in indonesia due giorni prima dell'attentato

Bali, si indaga su una cellula di terroristi stranieri

Smentita la notizia che un ex ufficiale dell'aeronautica indonesiana abbia confessato di aver costruito la bomba

Le indagini sulla strage di Bali si stanno concentrando su una cellula composta da sette terroristi stranieri, arrivati in Indonesia solo due giorni prima dell'attentato. I sette hanno passato la frontiera nella città di Semarang, 370 chilometri a est di Giacarta. Secondo quanto scrive il Times di Londra i capi del commando sono uno yemenita e un malese. Della cellula farebbe parte anche una persona di nazionalità europea.

Smentita invece la notizia che un ufficiale dell’aeronautica abbia confessato di aver costruito la bomba esplosa sabato scorso a Bali.

Le autorità australiane hanno intanto sollecitato i connazionali che si trovino in Indonesia a lasciare quanto prima il Paese asiatico, per il rischio che al recente attentato dinamitardo a Bali facciano seguito altre analoghe iniziative terroristiche rivolte contro i cittadini e, più in generale, contro gli interessi dell'Australia medesima. Il ministro degli Esteri di Canberra, Alexander Downer, ha spiegato che l'inasprimento dell'allarme preventivo è dovuto a "nuove inquietanti informazioni relative a generiche minacce" dello stesso tenore di quanto avvenuto sabato scorso sull'isola indonesiana, meta di primario interesse per il turimo internazionale.

Tra l'altro l'Australia è il Paese con il presumibile maggior numero di vittime di propria nazionalità tra le almeno 187 finora accertate: ufficialmente si parla di una trentina di morti, ma il timore è che il loro numero possa salire fino ad addirittura 119. Sulla testa dei responsabili della strage è stata posta una taglia di 2 milioni di dollari australiani, pari a circa un milione e 200 mila euro.

(Aggiornato il 17 Ottobre 2002 ore 10:00 )

 

Sotto interrogatorio anche un uomo sospettato di aver fabbricato l'ordigno esplosivo

Bali, arrestati in Malayesia 4 militanti islamici

Quattro persone sono state arrestate in Malaysia per il terribile attentato che, sabato scorso, a Bali, ha provocato 187 vittime. Si tratta di militanti collegati al movimento estremista musulmano della Jamaah Islamiah. "Riteniamo che queste persone abbiano agito e intendevano agire in modo da mettere in pericolo la pace e la sicurezza del paese"- ha dichiarato il capo della polizia malese, Norian Mai.

Gli arresti sono avvenuti in tre diversi stati della Malaysia e altri potrebbero seguire nei prossimi giorni. Almeno due dei militanti hanno ricevuto addestramento militare in Afghanistan e hanno stretti legami con la rete terroristica di Al Qaeda. Tutti e quattro, di età compresa fra i 28 e i 39 anni, fanno parte del gruppo militante Kmm, anche se non sono fra i vertici dell'organizzazione. Erano in contatto con altri gruppi estremisti della regione, compresa la Jamaah Islamiah, l'organizzazione che punta alla formazione di uno stato panislamico nel sud est asiatico ed è la principale sospettata dell'attentato di Bali. “Tuttavia - ha precisato Norian - al momento non vi sono indicazioni che i quattro siano collegati a quell'atto terroristico”.

Intanto, sarebbe sotto interrogatorio l'ex ufficiale dell'aeronautica indonesiana, che gli inquirenti sospettano essere coinvolto nell'attentato di Bali. Secondo alcune indiscrezioni pubblicate dal Jakarta Post, l’uomo era stato destituito circa un anno fa per uso di droga. Dedi Masrukhin viene descritto come un esperto di esplosivi: “ha frequentato le scuole superiori al Cairo e la mia preoccupazione è che questo suo background sia usato per giustificare il suo arresto. E' il metodo, 'adesso arrestiamo, poi spieghiamo"'. Sono state smentite le notizie secondo cui l’uomo avrebbe confessato.

(Aggiornato il 16 Ottobre 2002 ore 17:00 )

 

Il presunto terrorista è nelle mani delle autorità indonesiane
Strage di Bali, ex ufficiale confessa: "Ho fabbricato la bomba"
L'uomo non ha rivelato l'identità dei mandanti
 

Un ex ufficale dell'aeronautica indonesiana avrebbe fabbricato l'ordigno esploso sabato scorso in un night club di Kuat Beach, nell'isola di Bali, provocando la morte di quasi 200 persone.

Il presunto terrorista, che si trova nelle mani delle autorità indonesiane, avrebbe confessato durante gli interrogatori, dicendosi dispiaciuto per la perdita di vite umane, ma non avrebbe rivelato l'identità dei mandanti dell'attentato.

L'uomo avrebe imparato a fabbricare esplosivi durante il suo servizio nelle forze aeree, dalle quali sarebbe stato congedato per cattiva condotta. Gli inquirenti avevano recuperato sul luogo dell'attentato dei frammenti di esplosivo C-4, simile a quello utilizzato nell'agosto del 2000 per colpire l'ambasciata filippina a Giacarta.

(Aggiornato il 16 Ottobre 2002 ore 10:00 )

 

Bali, Australia: prove contro al Qaeda

In un intervento al parlamento australiano, il premier John Howard ha annunciato che il governo di Canberra chiedera' alle Nazioni Unite di inserire il gruppo Jemaah Islamiyah, affiliato alla rete di Osama bin Laden, nella lista delle organizzazioni terroristiche. Secondo il primo ministro, sul coinvolgimento dell'organizzazione con al Qaeda nell'attentato di Bali 'esiste un numero crescente di prove'. Howard ha affermato che il bilancio delle vittime e' pesante per il Paese: 20 morti accertati finora, oltre 200 i dispersi.

(Aggiornato il 15 Ottobre 2002 ore 08:00 )

 

Si fa strada la pista ultranazionalista: l'attentato sarebbe una vendetta contro gli occidentali che hanno aiutato Timor Est a rendersi indipendente

Bali, la polizia sulle tracce degli attentatori

Per l'antiterrorismo tedesco non ci sono dubbi: solo Al Qaeda poteva disporre di tanto esplosivo. Il ministro della Difesa indonesiano conferma

Il governo indonesiano ha aggiornato il bilancio ufficiale dell'attentato di sabato sera a Bali a 181 morti accertati. La cifra l'ha fornita in una conferenza stampa il ministro della Sanità, Achmad Suyudi, attribuendo i precedenti conteggi - l'ultimo dei quali parlava di 190 morti - ad un'errore umano'. Secondo fonti ospedaliere, in qualche caso sono state infatti contate anche parti di corpo. Ma il bilancio è comunque di 183 perché nella cifra del governo indonesiano non sono compresi i due australiani feriti, morti durante il volo che li riportava in patria. Il riconoscimento è molto difficile perché alcuni corpi sono stati dilaniati o sono carbonizzati. molte le persone che ancora risultano disperse.

La polizia indonesiana ha detto di essere già sulle tracce di alcune persone che ritiene siano coinvolte con gli attentati di sabato sera a Kuta. Lo ha rivelato un portavove delle forze dell'ordine a Bali, Yatim Suyatmo, secondo il quale "ci sono dei nomi che potrebbero portare alla soluzione del caso". "Si tratta - aggiunge - di alcune persone che potrebbero dare delle informazioni". Continua comunque a mancare una rivendicazione.

L'attentato è legato alla rete terroristica al qaida di osama bin laden, ha detto lunedì il ministro della Difesa indonesiano Matori Abdul Jalil.

Gli inquirenti, che sono affiancati da esperti dell'Fbi e detective australiani, riferisce la Bbc sul suo sito online, si muovono in primo luogo sulla base delle indicazioni fornite dalla gente di Kuta Beach, che ha assistito alla tragedia e che parla con insistenza di una doppia conflagrazione. La prima esplosione, stando a testimoni oculari sarebbe avvenuta a ridosso del Paddy's bar, un locale a 30 metri circa dal Sari club, la discoteca in cui hanno trovato la morte 190 persone e più di 300 sono rimaste ferite.

Mentre gli esperti americani e australiani lavorano con i colleghi indonesiani per dipanare la matassa dei possibili legami fra le organizzazioni islamiche indonesiane, su cui si sono puntati subito i primi sospetti - in particolare del gruppo Jemaah Islamiah - con la rete terroristica internazionale Al Qaeda, si fa strada anche una pista dai contorni ultranazionalisti. Stando a fonti saudite bene informate che hanno chiesto l'anonimato, l'autobomba di Kuta Beach potrebbe rappresentare un gesto di vendetta nei confronti degli occidentali e degli australiani per quella che agli occhi di molti indonesiani è la perdita di Timor est.

Ma per l'antiterrorismo tedesco non ci sono dubbi: dietro l'attentato di sabato sera a Bali c'è la mano di al Qaeda. "Presumibilmente - dice una fonte - non si tratta dell'opera di un qualche gruppo isolato e remoto: la quantità di esplosivo utilizzata lascia supporre il coinvolgimento di una rete più ampia che può essere identificata con al Qaeda". La fonte sottolinea che non ci sono invece prove di collegamenti tra l'Iraq".

Gli italiani presenti a Bali il giorno della strage a Kuta sono stati tutti rintracciati. Fonti della Farnesina sgomberano così il campo dal timore che tra i dispersi nell'attentato alla discoteca "Sari" ci siano italiani e riferiscono che due dei sei connazionali rimasti feriti saranno in Italia già questa sera. Gli altri quattro devono superare la difficoltà che incontrano molti che vogliono lasciare l'isola: il sovraffollamento dei voli in partenza. Gli italiani rimasti feriti sono stati dimessi già sabato notte e dopo essere stati visitati da un medico di fiducia della missione diplomatica italiana.

(Aggiornato il 14 Ottobre 2002 ore 15:00 )

 

Bombe sui turisti, 187 morti. Tra le vittime molti australiani

Attentato a Bali, indice puntato contro gli estremisti islamici

Dal ministro degli esteri australiano al Nobel José Ramos Horta, in molti - Stati Uniti compresi - attribuiscono le esplosioni agli uomini di Jamaah Islamiya, gruppo legato ad Al Qaeda
 

Una strage nel paradiso turistico, con un bilancio ancora provvisorio: 187 morti, altrettanti feriti, più della metà stranieri, con tre esplosioni che hanno scatenato l’inferno in un locale notturno nella zona turistica di Kuta Beach, a circa 30 km da Denpasar. Tra i morti figurano diversi turisti australiani, si parla anche di vittime neozelandesi, francesi, tedesche e svedesi, i feriti sono oltre 300.

Mentre Bali è ancora intenta a contare l’esatto numero delle vittime dell’esplosione a Kuta Beach, i primi turisti feriti lasciano l’Indonesia. Un gruppo di 15 australiani è decollato con un Hercules c-130 dell'aviazione australiana in direzione di Darwin.

Per l'attentato di Bali, l'indice è ormai puntato contro il Jamaah Islamiya ('Gruppo islamico'), guidato da Abu Bakar Ba'asyir e legato alla rete terroristica di Osama bin Laden, Al Qaeda. Il primo a fare il nome di Jamaah Islamica è stato Alexander Downer, il ministro degli Esteri australiano che ha accusato senza mezzi termini il gruppo fondamentalista di Abu Bakar. Quest'ultimo , 64 anni, direttore di una scuola a Giava, da anni sospettato di essere il capo della Jamaah, di cui egli nega la stessa esistenza, si è affrettato a convocare una conferenza stampa per proclamare la sua innocenza e quella dei suoi seguaci, e per ritorcere l'accusa contro gli stati uniti.

Ai pesanti sospetti espressi da Downer si sono in poche ore aggiunti quelli del Nobel per la pace José Ramos Horta, ministro degli Esteri di Timor Est. E gli Stati Uniti, che da tempo chiedono a Giakarta di usare il pugno di ferro contro i fondamentalisti, hanno fatto presente di non ritenere una singolare coincidenza il fatto che l'attentato di Bali sia giunto proprio nel secondo anniversario di quello fatto da Al Qaeda nel porto di Aden, nello Yemen, contro la nave da guerra americana 'Uss Cole' (17 morti).

Il presidente George Bush ha definito l’attentato di Bali "un atto codardo di terrorismo".  Intanto un funzionario dell’ambasciata statunitense in Indonesia ha assicurato che tra le 187 vittime non ci sono cittadini Usa.

 "E’ il più grave atto di terrorismo nella storia dell'Indonesia", ha commentato attonito il capo della polizia nazionale, generale Dai Bachtiar.

Due ordigni sono esplosi quasi contemporaneamente poco prima della mezzanotte ora locale, probabilmente si è trattato di un’autobomba che ha preso di mira il Sari club, un locale notturno frequentato quasi esclusivamente da turisti stranieri, che, di sabato sera, affollavano la zona.

L'esplosione ha innescato un gigantesco incendio che ha devastato anche un altro locale ed edifici circostanti, infuriando per diverse ore, dopo aver fatto saltare vetri pezzi di metallo, macerie e lamiere di automobili.

Un'altra bomba è esplosa vicino al consolato usa in un sobborgo di Denpasar, senza causare vittime. "la bomba - ha detto le autorità locali - era terribilmente potente".

Centinaia di turisti terrorizzati hanno passato la notte sulla spiaggia, molti volevano prendere il primo volo disponibile per lasciare l'isola.

(Aggiornato il 14 Ottobre 2002 ore 10:00 )

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