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ASSALTANO CENTRO SOCIALE

Rissa a Milano, muore un giovane

Milano 17 mar - Fermati un uomo di 54 anni e i suoi due figli, uno minorenne. Scontri tra giovani di destra e dei centri sociali. Tafferugli con le forze dell'ordine davanti all'ospedale San Paolo. Durante la rissa a Milano muore un giovane.

Botte e sangue per strada, a Milano, e poi tafferugli all'ospedale San Paolo dove era stato ricoverato uno dei feriti, poi deceduto. Il giovane morto, Davide Cesare, aveva 26 anni ed era un frequentatore del centro sociale di via Gola.

In questura è stata portata una decina di persone per "spiegare la loro posizione"  -  ha riferito il dirigente della digos, Massimo Mazza -  e "non sono note per appartenere ad organizzazioni di estrema destra".  In serata la notizia dei fermati. Sono tre, legati tra loro da vincolo di parentela: si tratta di un uomo di 54 anni e dei suoi due figli, uno di 29 anni e l'altro minorenne, di 17. 

La rissa è scoppiata attorno a mezzanotte in via Brioschi, nella zona sud della città. Protagonisti un gruppo di giovani appartenenti a centri sociali e un gruppo di militanti di destra. Sono comparsi anche i coltelli. I due feriti più gravi sono stati portati al San Paolo, un altro al policlinico. Quando sono arrivate le ambulanze, sono stati aggrediti anche i lettighieri e un medico, tanto che i mezzi si sono dovuti allontanare in tutta fretta dopo aver caricato i feriti senza che fosse possibile suturare sul posto le ferite alla gola e al torace, mentre arrivavano anche le auto di polizia e carabinieri, chiamate dagli abitanti delle case vicine.

Disordini sono scoppiati poco dopo, davanti all'ospedale San Paolo, quando si è sparsa la notizia che uno dei feriti accompagnati in ambulanza, Davide Cesare, era morto. I suoi compagni, a quanto si è appreso, pretendevano di portarsi via il corpo. Sono di nuovo intervenuti gli agenti: poliziotti, carabinieri e manifestanti (una cinquantina) si sono affrontati, e alcune auto delle forze dell'ordine sono state danneggiate.

Secondo i centri sociali polizia e carabinieri "hanno messo in atto una vera e propria caccia all'uomo sullo stile di Genova picchiando selvaggiamente e senza motivo". Nel pronto soccorso un vetro è andato in frantumi mentre una grande macchia di sangue è stata in parte coperta con i giornali.

La questura ha smentito nettamente questa ricostruzione dei fatti. Otto sono gli agenti rimasti feriti, così come otto sono quelli rimasti feriti tra gli autonomi, due dei quali sono stati trattenuti in osservazione nello stesso ospedale dove vi sono evidenti tracce degli scontri. "Abbiamo otto agenti feriti, tre del reparto mobile e cinque delle volanti - ha replicato il questore Vincenzo Boncoraglio - non credo si siano feriti da soli. Sono rimasti feriti per riportare la calma tra i giovani che sia pur in un momento di dolore hanno occupato il pronto soccorso. Non è nostro costume fare caccia all'uomo, escludo che sia possibile".

Uno dei giovani feriti gravemente, Antonino Alesi, raggiunto alla schiena da diversi fendenti che gli avrebbero trapassato il polmone, è stato operato al policlinico. Un altro, Fabio Zambetta, colpito da due fendenti alla schiena, ha ricostruito così l'accaduto: "E' successo tutto rapidamente, stavamo camminando quando, a un certo punto, sono saltati fuori due fascisti armati di coltello, uno sulla trentina d'anni e l'altro più giovane; quindi ne è saltato fuori un terzo, più anziano. Senza motivo ci hanno accoltellati". Zambetta prosegue la sua versione: "I primi due avevano la testa rasata e i bomber. E' volata qualche parola, dall'atteggiamento sembrano skin-head o bone-head. Non li avevamo mai visti prima, avevano un cane, probabilmente un rottweiler, che mi sembra si chiamasse Rommel".

In questura sono state portate una decina di persone - i sospetti degli investigatori si concentrerebbero, in particolare, su due - che devono "spiegare la loro posizione", ha riferito il dirigente della digos, Massimo Mazza, ma che "non sono note per appartenere ad organizzazioni di estrema destra".  Lo stesso dirigente della digos ha aggiunto che "testimoni, amici dei feriti e frequentatori dei centri sociali hanno detto che gli aggressori parlavano, inveivano, con una fraseologia che li connoterebbe come estremisti di destra. Ma - ha precisato - al momento non vi sono elementi per confermare o smentire questa possibilità". Il giovane morto "aveva, come i suoi due amici feriti, precedenti di polizia per questioni di ordine pubblico ed era un frequentatore noto dei centri sociali".

La digos sta anche accertando se esista un nesso con  l incendio di un furgone che conteneva materiale propagandistico di An, verificatosi dopo le 4 in via Giulianova 2, in pieno centro di Milano, dove l'automezzo era parcheggiato. 

(Aggiornato il 17 Marzo 2003 ore 16:00)

 

GIOVANE UCCISO IN RISSA A MILANO: IN QUESTURA DUE SOSPETTATI

MILANO 17 Mar - Due persone sono state accompagnate in questura, nell'ambito delle indagini sulla uccisione di Davide Cesare, perche' sospettate di aver preso parte alla rissa tra giovani appartenenti ai centri sociali e militanti di estrema destra, sfociata nell'omicidio e in due feriti.
La Digos avrebbe raccolto sui due 'indizi significativi'. La Questura pero' sostiene che, al momento, non si puo' parlare, nei loro confronti, di fermo. La Digos sta anche accertando se esiste un nesso tra i fatti avvenuti la notte scorsa e l' incendio di un furgone che conteneva materiale propagandistico di An dopo le 4 in pieno centro di Milano.
La rissa e' scoppiata attorno a mezzanotte a Milano in via Brioschi, nella zona sud della citta'. Protagonisti un gruppo di giovani che si sono affrontati senza risparmiarsi colpi. Sono comparsi anche i coltelli, e i due feriti piu' gravi sono stati portati al San Paolo, un altro al Policlinico. Quando sono arrivate le ambulanze, sono stati aggrediti anche i lettighieri e il medico che era a bordo di una di esse. Tanto che i mezzi si sono dovuti allontanare dal luogo in tutta fretta dopo aver caricato i feriti senza che fosse possibile suturare sul posto le ferite alla gola e al torace, mentre arrivavano anche le auto della polizia e carabinieri, chiamate dagli abitanti delle case vicine.
I disordini sono scoppiati dopo davanti all'ospedale San Paolo, quando si e' sparsa la notizia che una delle persone accompagnate in ambulanza, Davide Cesare, di 26 anni, era morta. I giovani, a quanto si e' appreso, pretendevano di portarsi via il corpo. Sono di nuovo intervenuti gli agenti: poliziotti, carabinieri e manifestanti (una cinquantina) si sono affrontati, e alcune auto delle forze dell'ordine sono state danneggiate.
Che cosa abbia dato origine alla rissa costata la vita al ragazzo non e' ancora chiaro. Le indagini sono condotte dalla Digos. Nessuno dei testimoni ha voluto raccontare agli investigatori che cosa e' successo. Sono ora in corso gli interrogatori in Questura.
Ci sono dei feriti anche tra le forze dell'ordine nel parapiglia avvenuto dentro e fuori l'ospedale. Il piu' grave e' un poliziotto che, a quanto si e' appreso, avrebbe avuto la mandibola fratturata da un sasso. Altri sette gli agenti e i carabinieri feriti o contusi. L'astanteria dell'ospedale San Paolo e' stata gravemente danneggiata nei disordini, avvenuti prima che le forze dell'ordine riuscissero a contenere i manifestanti e a farli uscire dal nosocomio.

(Aggiornato il 17 Marzo 2003 ore 13:00)

 

I FASCISTI ASSALTANO CENTRO SOCIALE, UN MORTO A MILANO

MILANO 17 Mar - Un giovane (Davide Cesare, di 26 anni) e' morto ed altri due sono rimasti feriti. Questo il primo bilancio di una notte di scontri tra giovani dei centri sociali e attivisti di estrema destra. Parecchi anche gli agenti di polizia ed i carabinieri feriti o contusi. Ancora poco chiare le ragioni che hanno fatto scatenare la guerriglia nei dintorni di un locale situato nella zona Sud del capoluogo lombardo, noto come ritrovo di persone prossime all'area "antagonista". Numerosi i giovani fermati ed accompagnati nella notte negli uffici della Digos. Secondo fonti dei centri sociali, il giovane morto sarebbe stato accoltellato con otto fendenti alla schiena da alcuni naziskin.

(Aggiornato il 17 Marzo 2003 ore 10:00)

 

NAZISKIN UCCIDONO GIOVANE DEI CENTRI SOCIALI

Milano 17 Mar - Scontri tra giovani di destra e dei centri sociali. Tafferugli con le forze dell'ordine davanti all'ospedale San Paolo a Milano, muore un giovane.

Botte e sangue per strada, e poi tafferugli all'ospedale San Paolo dove era stato ricoverato uno dei feriti, poi deceduto. La rissa è scoppiata attorno a mezzanotte a Milano in via Brioschi, nella zona sud della città.

Protagonisti un gruppo di giovani appartenenti a centri sociali e un gruppo di militanti di destra.

A perdere la vita è stato Davide Cesare, di 26 anni. Nella rissa sono comparsi anche i coltelli, e i due feriti più gravi sono stati portati al San Paolo, un altro al policlinico. Quando sono arrivate le ambulanze, sono stati aggrediti anche i lettighieri e il medico che era a bordo di una di esse. Tanto che i mezzi si sono dovuti allontanare dal luogo in tutta fretta dopo aver caricato i feriti senza che fosse possibile suturare sul posto le ferite alla gola e al torace, mentre arrivavano anche le auto della polizia e carabinieri, chiamate dagli abitanti delle case vicine.

I disordini sono scoppiati dopo davanti all'ospedale San Paolo, quando si è sparsa la notizia che una delle persone accompagnate in ambulanza era morta. I giovani, a quanto si è appreso, pretendevano di portarsi via il corpo. Sono di nuovo intervenuti gli agenti: poliziotti, carabinieri e manifestanti (una cinquantina) si sono affrontati, e alcune auto delle forze dell'ordine sono state danneggiate. Che cosa abbia dato origine alla rissa costata la vita al ragazzo non è ancora chiaro.

Gli scontri sono iniziati di fronte a un bar dove sogliono trovarsi questi giovani, alcuni con precedenti di polizia di natura politica. Secondo i centri sociali polizia e carabinieri "hanno messo in atto una vera e propria caccia all'uomo sullo stile di Genova picchiando selvaggiamente e senza motivo". Nel pronto soccorso un vetro è andato in frantumi mentre una grande macchia di sangue è stata in parte coperta con i giornali.

La questura ha smentito nettamente questa ricostruzione dei fatti. Otto sono gli agenti rimasti feriti, così come otto sono quelli rimasti feriti tra gli autonomi, due dei quali sono stati trattenuti in osservazione nello stesso ospedale dove vi sono evidenti tracce degli scontri. "Abbiamo otto agenti feriti, tre del reparto mobile e cinque delle volanti - ha replicato il questore Vincenzo Boncoraglio - non credo si siano feriti da soli. Sono rimasti feriti per riportare la calma tra i giovani che sia pur in un momento di dolore hanno occupato il pronto soccorso. Non è nostro costume fare caccia all'uomo, escludo che sia possibile".

Al momento è ancora sotto i ferri al policlinico l'altro giovane, Sandro Alesi, raggiunto alla

(Aggiornato il 17 Marzo 2003 ore 09:00)

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