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Rapporto Eurispes 2005:

 

l'Italia disorientata "I nuovi poveri nel ceto medio".

Il Rapporto 2005 mostra un Paese senza un progetto.

In crescita recessione, inflazione e sfiducia nella politica.

 

ROMA 28 GEN - L'Italia alla ricerca di un progetto. Così l'Eurispes titola il Rapporto 2005, 1300 pagine che descrivono "un Paese ricco di risorse ma abulico, ancora alla ricerca della strada da intraprendere, che non sa ancora cosa farà da grande. Un Paese schiacciato dal presente, incapace di proiettarsi nel futuro, di prolungare lo sguardo oltre l'arrangiarsi giornaliero e di lanciare il cuore oltre l'ostacolo", spiega il presidente dell'Istituto, Gian Maria Fara.

Un Paese dove la classe media è schiacciata sempre di più verso la povertà, con le retribuzioni da lavoro dipendente erose dalla forte perdita del potere d'acquisto e quelle per gli 'atipici' inconsistenti, tali da non permettere ai giovani di progettare il proprio futuro. Un Paese danneggiato dall'inflazione e dalla recessione, e con sempre maggiore sfiducia nella classe dirigente. Ma con punte di eccellenza, anche là dove meno ci si aspetta di vederle. Se Nord-Est e Nord-Ovest arretrano, infatti, i ricercatori Eurispes registrano i progressi raggiunti da Lazio e Campania e persino da alcune zone della Sicilia e della Puglia, anche se Fara poi osserva: "Pensate cosa potrebbe succedere in queste regioni se non ci fosse il peso della camorra e della mafia".

 

La reflazione: "La situazione che descriviamo quest'anno non è particolarmente felice - dice Fara - l'economia del Paese è in grande difficoltà, la perdita di competitività è sotto gli occhi di tutti. Siamo in una fase di reflazione: il termine da noi usato combina insieme inflazione e recessione". Qualche parametro: nel periodo 2002-2004, il calo della produzione industriale è stato generalizzato, l'indice generale degli ordinativi segna una flessione di 7,9 punti. Guardando ai vari settori, 'pelli e calzature' ha registrato nello stesso periodo una flessione del 15,6 per cento, 'apparecchi elettronici e di precisione -20,7 per cento, 'mezzi di trasporto' -22,6 per cento, 'mobili' -6,3 per cento. L'arretramento dell'economia ha fatto allargare il sommerso, che secondo l'Eurispes "è ormai vicino al 28 oer cento del Pil, corrispondente a 302 miliardi di euro". "Al sommerso s'indirizza un numero sempre più alto di italiani, famiglie che non ce la fanno più ad arrivare a fine mese, e cercano di farcela con l'aiuto dell'economia sommersa e qualche volta anche illegale", dice Fara. In aumento anche l'evasione fiscale, che "ha raggiunto i 134 miliardi di euro nel 2004" e, stima l'Eurispes, arriverà a circa 145 miliardi nel 2005.

 

La polemica con l'Istat: L'inflazione insieme alla recessione ha prodotto negli ultimi anni un forte impoverimento delle famiglie. Si tratta di un parametro economico del quale, secondo l'Eurispes, non si tiene abbastanza conto: "L'Istat continua a produrre dati ottimistici - afferma polemicamente Fara - quando penso a Biggeri (n. d. r.: il presidente dell'Istat), mi viene in mente il barone di Munchausen che si tira fuori dallo stagno con il codino. Come fa l'Istat a stimare l'inflazione al di sotto della realtà? Attraverso il paniere, e il peso delle varie voci. Il paniere Istat è costruito in maniera che il risultato debba sempre apparire lo stesso. La casa, per esempio, per l'Istat pesa il 9 per cento. Il che significa che un italiano con uno stipendio di circa 2000 euro per luce, acqua, gas, affitto o mutuo spenderebbe circa 180 euro al mese. Nel nostro paniere, alla casa viene attribuito il 27 per cento. L'inflazione dal 2001 al 2004 ha eroso il potere d'acquisto del 20,4 per cento per gli operai, del 19,5 per cento per i dirigenti, del 17,6 per cento per i quadri e del 23,9 per cento per gli impiegati". I risultati sono molto differenti: "In base ai dati Istat l'inflazione nel quadriennio 2001-2004 è cresciuta del 9,8 per cento, mentre secondo i dati Eurispes è cresciuta del 22,2 per cento nello stesso periodo".

 

Povertà: Ceti medi sempre più a rischio per l'Eurispes, che parla anche di una nuova forma di indigenza, la "povertà in giacca e cravatta". "Se andate a parlare con i responsabili della Caritas, vi sentirete raccontare un fenomeno di cambiamento degli abituali frequentatori delle mense. Non sono più poveri tradizionali e immigrati, ma anche italiani appartenenti a ceti medi in difficoltà", denuncia Fara. L'Eurispes ha calcolato che oltre 4.700.000 famiglie italiane (circa il 22 per cento del totale) e oltre 14 milioni di persone sono povere, o quasi povere. "Gli italiani sono suddivisi in un terzo di benestanti tranquilli e blindati, un terzo di ceti medi sempre più a rischio di povertà 'fluttuante', che appare cioè o scompare a seconda delle vicissitudini delle famiglie, e un terzo di poveri - spiega Fara - Certo, qualcuno potrebbe obiettare che in Italia la ricchezza circola, che i consumi di lusso sono in aumento, i ristoranti sono pieni. E' vero: ci troviamo in un momento in cui chi è ricco tende a diventarlo più di quanto non lo fosse prima, mentre chi è povero tende ad esserlo sempre di più. Chi dice che il Paese è ricco dice una cosa seria, il Pil cresce. Il vero problema è che sono saltati i meccanismi di redistribuzione della ricchezza".

 

La crisi dell'industria: L'industria italiana sta cambiando e, secondo il rapporto Eurispes, non a vantaggio del Paese. Intanto, Fara rileva che "c'è un'Italia che scompare, acquistata all'estero, i marchi tradizionali che passano di proprietà per via di multinazionali che hanno sfruttato i vantaggi dell'insediamento e che lasciano i territori nazionali, dopo averli sedotti e abbandonati". Inoltre la crisi dell'industria ha accentuato il divario tra Nord e Sud, producendo inoltre situazioni di arretramento in aree territoriali finora immuni da crisi, come il Nord-Est o il Nord-Ovest. Ma, a sorpresa, ci sono regioni che negli anni passati non si erano particolarmente distinte, e che adesso invece stanno facendo grandi passi in avanti, a cominciare dal Lazio, in cima alla classifica Eurispes che misura il livello di dinamicità economica per regione nel 2004, e la Campania, che comunque è oltre il 90 per cento. In crescita anche alcuni distretti siciliani e pugliesi. "Il Nord-Ovest ha intercettato con ritardo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie - spiega Fara - mentre ci sono regioni come il Lazio e la Campania che al contrario hanno beneficiato delle performance delle imprese tecnologiche e di alta informazione".

 

L'Italia a tempo determinato: Contratti a termine, a progetto, interinali hanno peggiorato la situazione e le prospettive di un'intera classe di età, che va ben oltre i 30 anni e, secondo l'Eurispes, si affaccia alle soglie dei 40."Ci siamo resi conto che proprio l'indeterminatezza che si è affermata nel mondo del lavoro produce situazioni di disagio e impedisce alle famiglie di progettare il proprio futuro e di andare oltre l'arrangiarsi - osserva Fara - La precarietà non è frutto solo di questo governo, anche della legge Treu e della legge 30. Colpisce il mondo del lavoro e impedisce ai giovani di avere accesso al credito e di programmare il proprio futuro".

 

Politica: Il Rapporto 2005 definisce la politica italiana "a zapping", nel senso che presenta una sempre più accentuata "tendenza alla spettacolarizzazione" e contenuti "che "si avvicendano a ritmo serrato per ridestare o deviare l'attenzione del pubblico da questioni autenticamente politiche". Ma questa caratteristica non genera fiducia nelle istituzioni: secondo "l'analisi dei dati relativi al 2004 e del trend registrato nel primo periodo del 2005" , si legge nel rapporto, "il 70 per cento dei cittadini, contro il 51,7 per cento del 2004, si dichiara scettico per quanto riguarda la capacità del governo di risanare i conti pubblici". Il 67 per cento degli intervistati nel 2005 contro il 51,7 per cento nel 2004 inoltre non ha fiducia nella possibilità di un'equa riforma fiscale e il 68,4 per cento non crede nella capacità del governo di combattere la disoccupazione.

 

Federalismo ed enti locali in difficoltà: "Sul federalismo - afferma Fara - la mia sensazione è che la nostra classe politica sia impegnata a costruire smontare e rimontare, cambiando ogni giorno figura. Io non ho ancora capito cosa dovremo fare da grandi ma abbiamo comunque calcolato che il costo del federalismo sarà di 30/40 miliardi di euro l'anno". Gli italiani rimangono piuttosto distanti, in ultima analisi, dal dibattito sul federalismo: solo il 14,7 per cento degli intervistati dichiara di seguirlo con molta attenzione. Gli enti locali sono in forte difficoltà per l'aumento delle funzioni che però non è compensato da un aumento delle risorse, ma piuttosto da un taglio dei trasferimenti: "I trasferimenti statali alle PA locali sono stati tagliati di 404 milioni di euro: la conseguenza sarà di un incremento dell'imposizione a livello locale di almeno il 10 per cento dal 2005, che rimetterà in modo ulteriormente i processi inflattivi".

 

Boom del digitale: Tra il 1995 e il 2004 la spesa delle famiglie per le piattaforme digitali è cresciuta in media del 22 per cento l'anno. A confronto, la spesa per la televisione è cresciuta dell'8 per cento l'anno e quella per i quotidiani del 5 per cento, tanto che in nove anni il confronto tra la spesa per le piattaforme digitali e i due principali media tradizionali si è "drasticamente rovesciato". In testa la spesa verso per la telefonia mobile, 11.520 milioni di euro nel 2004, con un incremento rispetto al 1995 del 37 per cento. La televisione rimane comunque il media ampiamente preferito: lo usa, segnala l'Eurispes, il 96,4 delle famiglie, contro il 78,2 per cento che usa il cellulare, il 64,3 per cento la radio, il 53,5 per cento i quotidiani (anche on line), il 40,2 per cento i libri, il 30,7 per cento Internet e il 21,1 per cento la Tv satellitare.

(Aggiornato il 28 Gennaio 2005 ore 11:00)

 

 

''ITALIA, UN PAESE SENZA PROGETTO; I NUOVI POVERI NEL CETO MEDIO''

 

Roma 28 Gen - "Un Paese senza progetto". E' questa l'immagine dell'Italia tratteggiata dal Rapporto 2005 dell'Eurispes. Una situazione, quella del Belpaese, che come afferma il presidente dell'Eurispes Gian Maria Fara "non è particolarmente rosea: l'economia è in affanno, l'industria in grande difficoltà, la perdita di competitività è sotto gli occhi di tutti, il calo della produzione generalizzato''. Il rapporto Eurispes dipinge questa fase economica con il termine di 'reflazione'. Che, spiega ancora Fara, "è caratterizzata da inflazione più recessione''.
Si evidenziano in particolare due fenomeni, in parte collegati:
aumenta la povertà e cresce l'economia sommersa (ormai vicina al 28% del pil, pari a 302 miliardi di euro) e quella criminale; inoltre, parallelamente, sale l'evasione fiscale, che lo scorso anno ha raggiunto i 134 miliardi e si stima arriverà a quota 145 nell'anno in corso. Così, se la società resta nel complesso divisa in tre spicchi di uguale grandezza -quasi un terzo di ricchi (29,9% con reddito superiore a 35.000 euro), un terzo di poveri (32,1% con meno di 17.500 euro), un terzo 'allargato' di ceto medio (38%)- chi sta nel mezzo rischia seriamente di scivolare nel gradino più basso della scala sociale, dove si trovano già ben 14 milioni di cittadini italiani.
''E' la cosiddetta povertà fluttuante -sottolinea Fara - che colpisce quelli che potremmo definire come i nuovi poveri 'in giacca e cravatta', ben conosciuti anche nelle mense della Caritas''.
Poi, dal presidente, una puntualizzazione e un nuovo attacco all'Istituto nazionale di Statistica. Innanzi tutto sull'attendibilità della ricerca Eurispes, ''compiuta in collaborazione con cinque università -Modena/Reggio Emilia, Roma Tre, Salerno, Napoli Due e Malta''. A seguire la frecciata all'Istat. ''Oggi - spiega Fara - nessuno può negare l'aumento dei prezzi, riscontrato dal 96,7% degli italiani nel 2004 e dall'85,6% all'inizio 2005. Eppure, l'Istat continua a produrre dati ottimistici. Ma le cose stanno in modo diverso". "Il presidente Luigi Biggeri - conclude Fara - mi ricorda tanto il barone di Munchausen, che diceva di tirarsi fuori dallo stagno tenendosi per il codino dei capelli...''.

(Aggiornato il 28 Gennaio 2005 ore 10:00)

 

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Ultimo aggiornamento: 29-01-05.

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