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Scandalo Mense Cascina
CIBI AVARIATI A BIMBI E MALATI, ARRESTATI VERTICI LA CASCINA
BARI 09 Apr 2003 - Otto responsabili della coop "La Cascina" ai
domiciliari ed altri due interdetta l'attività di impresa. Cibi scaduti a
bimbi e malati, arrestati dirigenti di cooperativa. Per i pm si aggiudicavano
irregolarmente gli appalti e fornivano alimenti immangiabili a scuole ed
ospedali. Cibi scaduti, avariati, puzzolenti e putrefatti. Pietanze ad
elevata carica batterica. Pasta peperoni e cipolle ai bambini malati di
fibrosi cistica. Pollo vecchio e maleodorante ai pazienti affetti da tumore o
leucemia. Larve di mosca nelle confezioni di tonno, scarafaggi negli spinaci.
Sono alcuni dei pasti che venivano confezionati e serviti dalla società
cooperativa "La Cascina"di Roma nelle mense degli ospedali e delle scuole
baresi (nel periodo dal '99 ad oggi). Questa mattina, nell'ambito di
un'inchiesta avviata dopo le ripetute denunce dell'edizione barese di
Repubblica, i magistrati della Procura di Bari Roberto Rossi e Lorenzo
Nicastro hanno emesso dieci provvedimenti restrittivi (firmati dal gip
Giuseppe De Benedictis ed eseguiti da polizia, carabinieri del Nas e Guardia
di Finanza a Bari, Roma e Jesi) nei confronti dei responsabili della società
di ristorazione. Otto agli arresti domiciliari (cinque dirigenti della
"Cascina" e tre fornitori della cooperativa) e due di interdizione
dall'attività d'impresa (dirigenti della sede centrale di Roma).
Sono finiti agli arresti: Salvatore Menolascina, 35 anni, di Bari,
amministratore di fatto della sede barese della Cascina, considerato
dall'accusa "il titolare e il gestore assoluto" della cooperativa; Emilio
Fusco Roussier, 32 anni, di Taranto, dirigente e consigliere responsabile
degli uffici baresi della società; Camillo Aceto, 39 anni, di Campobasso,
altro dirigente responsabile; Gabriele Scotti, 34 anni, originario di Potenza,
dirigente e responsabile della produzione e del settore qualità degli impianti
di Bari; e Ivan Perrone, 30 anni, tarantino, dirigente e ispettore
dell'ufficio di qualità. I tre fornitori arrestati sono: Luigi e Elio Patipilo,
padre e figlio, baresi, 65 e 36 anni, e Rosario Mastrangelo, 60 anni, di
Santeramo in Colle (Bari). A Giorgio Federici e Luigi Grimaldi, dirigenti
della sede centrale della Cascina (all'epoca dei fatti Grimaldi era vice
presidente della cooperativa) sono state notificate misure cautelari
interdittive di esercizio dell'attività d'impresa per due mesi. I due sono
accusati di aver sottoscritto autocertificazioni false senza le quali -
sostengono gi investigatori - "La Cascina" non avrebbe potuto partecipare alle
numerose gare d'appalto che ha vinto.
L'inchiesta riguarda sia la scadente qualità dei cibi serviti, sia presunte
irregolarità nell'aggiudicazione di numerosi appalti per la fornitura e
somministrazione di pasti. Secondi i pm sono decine gli appalti, del valore di
svariate decine di milioni di euro, che la società legata a Comunione e
Liberazione si è aggiudicata truffando le amministrazioni pubbliche. Agli
indagati (oltre ai dieci destinatari delle misure cautelari sono iscritte nel
registro anche molte altre persone) viene contestata, a vario titolo, una
lunga serie di espisodi di truffa aggravata ai danni di enti pubblici; falsità
ideologica e materiale; frode nelle pubbliche forniture; commercio di sostanze
alimentari nocive e turbata libertà degli incanti. Anche sulla base delle
numerose intercettazioni telefoniche e ambientali i magistrati Rossi e
Nicastro hanno accertato che ai destinatari dei pasti (pazienti del
Policlinico di Bari e alunni di alcune scuole materne ed elementari) venivano
somministrati alimenti (solidi, liquidi, cotti, crudi, confezionati e sfusi)
scaduti e avariati, in alcuni casi immangiabili perché puzzolenti. "Spesso -
sostiene l'accusa - i cibi sono stati stoccati e manipolati in locali e con
attrezzature prive dei minimi requisiti di igiene. Poi - si legge ancora
nell'ordinanza - sono stati serviti alimenti diversi per quantità e qualità
diversi da quelli indicati nel capitolato d'appalto". Con l'aggravante di aver
commesso il fatto "approfittando di circostanze di persona (malati in età
infantile ricoverati negli ospedali) tali da ostacolare la privata difesa". Ad
alcuni indagati, per questo, viene contestato il reato di somministrazione di
sostanze alimentari in modo pericoloso per la salute pubblica. L'inchiesta è
ora destinata ad allargarsi.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 12:00)
Cibi avariati per mense con gare truccate
Bari 09 Apr - Oltre alla pericolosita' dei cibi avariati, i Pm inquirenti
avrebbero accertato numerose irregolarita' nelle gare d'appalto che l'azienda,
specializzata in pasti per mense, con sede a Roma, aveva vinto. Numerosi gli
appalti, per un valore di decine di milioni di euro, che la societa' si e'
aggiudicata truffando, dicono i Pm, le amministrazioni.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 11:00)
Cibi avariati in mensa, arresti a Bari e Roma
Roma 09 Apr - Nel mirino i vertici della "Cascina" la ditta che gestisce la ristorazione di molti enti pubblici e privati.
Dieci provvedimenti restrittivi
- otto agli arresti domiciliari e due di interdizione dall'attività d'impresa – sono stati eseguiti nei confronti dei responsabili baresi e romani della società cooperativa 'La Cascina' di Roma, azienda leader nel settore delle mense universitarie e scolastiche.L'inchiesta della procura di Bari riguarda sia presunte irregolarità nell'aggiudicazione di numerosi appalti per la fornitura e la somministrazione di pasti (in ospedali, scuole materne e elementari e mense universitarie della Puglia) sia la scadente qualità dei cibi serviti.
I pm inquirenti, inoltre, ritengono di aver accertato, oltre alla pericolosità dei cibi somministrati in molti casi, numerosissime irregolarità nell'aggiudicazione di gare d'appalto che 'La Cascina' ha vinto. Numerosi gli appalti, del valore di svariate decine di milioni di euro, che la società si è aggiudicata truffando - secondo i pm - le amministrazioni pubbliche.
In molti casi, sostengono i pm inquirenti Roberto Rossi e Lorenzo Nicastro, gli alimenti offerti anche ai bambini erano scaduti, avariati, puzzolenti e putrefatti; alcune pietanze erano contaminate da un'elevata carica batterica.
Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, numerosissimi episodi di truffa aggravata ai danni di enti pubblici, falsità ideologica e materiale, frode nelle pubbliche forniture, commercio di sostanze alimentari nocive e turbata libertà degli incanti.
Sul filone della qualità dei cibi, gli investigatori hanno accertato - a quanto si è saputo - che ai destinatari dei pasti (bambini delle scuole materne ed elementari, degenti di ospedali, studenti universitari e militari di leva) sarebbero stati somministrati anche alimenti (solidi, liquidi, cotti, crudi, confezionati e sfusi) scaduti e avariati, in alcuni casi immangiabili perché maleodoranti.
Larve di mosche furono trovate in confezioni di tonno fornite ad un ospedale, uno scarafaggio fu trovato da un ammalato in un piatto di spinaci, una fornitura di succhi di frutta praticamente ammuffita fu inviata a un nosocomio, solo per citare alcuni episodi che ritengono di aver accertato gli investigatori.
Spesso - sostiene l'accusa - i cibi sono stati "stoccati e poi manipolati in locali e con attrezzature prive dei minimali requisiti di igiene" e sono stati serviti "alimenti diversi per quantità, qualità, per caratteristiche microbiologiche ed organolettiche da quelli indicati nel capitolato di appalto".
Con l'aggravante di aver commesso il fatto "approfittando di circostanze di persona (malati anche in età infantile ricoverati negli ospedali) tali da ostacolare la privata difesa".
Sono finiti agli arresti: Salvatore Menolascina, di 35 anni, di Bari, per gli investigatori amministratore di fatto per la sede di Bari de 'La Cascina', considerato dall'accusa "il titolare e il gestore assoluto" della cooperativa; Emilio Fusco Roussier, di 32, di Taranto, dirigente anche di fatto e consigliere responsabile degli uffici di Bari de 'La Cascina'; Camillo Aceto, di 39, originario di Guglionesi (Campobasso), dirigente anche di fatto e responsabile degli uffici di Bari; Gabriele Scotti, di 34, originario di Potenza, dirigente anche di fatto e responsabile produzione e settore qualità degli impianti di Bari della cooperativa; e Ivan Perrone, di 30, di Taranto, dirigente anche di fatto e ispettore dell'ufficio qualità di Bari.
I tre fornitori arrestati sono: Luigi e Elio Partipilo, padre e figlio, baresi di 65 e 36 anni, e Rosario Mastrangelo, di 60, di Santeramo in colle (bari).
A Giorgio Federici, di 44, originario di Jesi e residente a Roma, dirigente anche di fatto de 'La Cascina', e a Luigi Grimaldi, romano di 41 anni, all'epoca dei fatti vice presidente de 'La Cascina', vengono notificate misure cautelari interdittive di esercizio degli uffici direttivi dell'attività d'impresa per la durata di due mesi.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 09:30)
MENSE, CIBI AVARIATI A BIMBI E MALATI, ARRESTATI VERTICI LA CASCINA
BARI 9 APR - Dieci provvedimenti restrittivi - otto agli arresti
domiciliari e due di interdizione dall' attivita' d' impresa - vengono
eseguiti nei confronti dei responsabili baresi e romani della societa'
cooperativa 'La Cascina' di Roma, azienda leader nel settore delle mense
universitarie e scolastiche.
L' inchiesta della procura di Bari riguarda sia presunte irregolarita' nell'
aggiudicazione di numerosi appalti per la fornitura e la somministrazione di
pasti (in ospedali, scuole materne e elementari e mense universitarie della
Puglia) sia la scadente qualita' dei cibi serviti. In molti casi, sostengono i
pm inquirenti Roberto Rossi e Lorenzo Nicastro, gli alimenti offerti anche ai
bambini erano scaduti, avariati, puzzolenti e putrefatti; alcune pietanze
erano contaminate da un'elevata carica batterica.
Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, numerosissimi episodi di
truffa aggravata ai danni di enti pubblici, falsita' ideologica e materiale,
frode nelle pubbliche forniture, commercio di sostanze alimentari nocive e
turbata liberta' degli incanti. I provvedimenti restrittivi, firmati dal gip
Giuseppe de Benedictis, vengono eseguiti da polizia, carabinieri del Nas e
Guardia di finanza a Bari e in provincia, a Jesi (Ancona) e a Roma.
(Aggiornato il 09 Aprile 2003 ore 08:00)
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