Per un museo del Design in rete
L'Archivio dei modelli digitali in rete
Claudio
Gasparini - Politecnico di Milano
Abstract
La costituzione di un Archivio dei Modelli digitali del Design italiano
stimola una verifica del ruolo dei modelli nella storia dell'architettura,
a partire dal Rinascimento italiano, dove si assiste ad una notevole
produzione di modelli lignei utilizzati sia nei concorsi sia nei progetti
di architettura non solo religiosa. I modelli digitali permettono nuovi
ruoli e modalità di utilizzo nella progettazione e nella produzione
industriale lasciando però ancora aperti alcuni problemi legati alla
memorizzazione dei file e agli standard dei formati grafici.
Premessa
L'idea di un 'Archivio dei Modelli del Design Italiano è nata
all'interno del corso di Disegno automatico nel Laboratorio di Grafica
computerizzata per il corso di laurea in Disegno industriale del Politecnico
di Milano.
Il Laboratorio ha come obiettivo didattico lo sviluppo delle conoscenze
ed abilità per operare con programmi avanzati di modellazione
solida applicata alla progettazione di prodotti industriali.
Nella scelta degli oggetti da modellare, si è ritenuto interessante
dare la preferenza ad oggetti del design italiano in quanto esempi significativi
di progettazione industriale. Tale decisione è stata accolta
con entusiasmo dagli studenti che hanno partecipato attivamente scegliendo
ognuno liberamente un oggetto fra quelli proposti.
Gli oggetti da modellare sono stati scelti fra gli oggetti presenti
nella Collezione permanente del Design italiano della Triennale di Milano
ed in seguito il lavoro si è esteso anche agli oggetti premiati
con il Compasso d'Oro. Tutti i lavori sono stati sviluppati in collaborazione
con la Triennale di Milano e con il Centro Legno Arredo Cantù
(CLAC), dove ha sede il premio Compasso d'Oro, per la modellazione degli
oggetti.
A partire da questa esperienza che nel tempo, essendo
iniziata nel 1998, ha riprodotto molti modelli digitali scelti fra i
più significativi oggetti e progetti dei maggiori designer a livello
internazionale, cercando di privilegiare la produzione italiana.
Nella vasta produzione industriale di oggetti a partire dagli anni '50,
si è definito di occuparsi degli oggetti selezionati dalla Collezione
permanente della Triennale di Milano e in seguito anche quelli premiati
con il Compasso d'Oro dell'ADI a partire dalla sua prima edizione del
1954.
Ruolo dei modelli nella storia dell'arte
I modelli architettonici hanno svolto funzioni diverse nel corso della
storia italiana. Nel Rinascimento il modello assume una funzione specifica
di comunicazione del progetto architettonico. Nelle grandi costruzioni
a partire dal '400 i modelli vengono spesso utilizzati per comunicare
il progetto ai committenti: Filippo Brunelleschi (1377-1446) si aggiudicò
la commessa per la costruzione della Cupola del Duomo di Firenze presentando
un grande modello in mattoni e legno "sanza alchuna armadura".
Nel 1436 Brunelleschi, Lorenzo Ghiberti ed altri architetti partecipano
ad un concorso per la realizzazione della lanterna della cupola del
Duomo di Firenze presentando modelli in legno. Fu scelto quello di Brunelleschi
che presentava un elevato livello di dettaglio perché doveva servire
agli operai come esempio di realizzazione. I materiali utilizzati erano
vari a seconda anche delle parti da modellare: veniva usato il legno
ma anche l'argilla e anche la cera per alcuni particolari importanti.
Il modello, o meglio la maquette, come dice Tomàs Maldonado, serve per
"vedere in anticipo" lo sviluppo degli edifici e permette al committente,
che è una figura sempre più chiara, di valutare non solo la validità
architettonica, ma anche aspetti più pratici, quali i costi di costruzione
o la disposizione delle parti dell'edificio.
La funzione dunque del modello non è più solo di rappresentazione e
comunicazione di un progetto al committente o alla città, ma assume
anche quella che possiamo definire di simulazione del progetto.
Il modello come realizzazione di un'idea
Per Leon Battista Alberti (1404-72) l'idea del progetto si poteva realizzare
solo attraverso un modello perché riteneva che l'idea, essendo solo
nella mente, era necessariamente imperfetta e per questo poteva trovare
la sua forma compiuta solo nei disegni. I disegni poi potevano essere
studiati e migliorati solo attraverso i modelli fisici che venivano
considerati il migliore strumento per lo studio e la realizzazione di
un'idea.
Caratteristiche del modello era l'assenza delle decorazioni perché doveva
servire a valutare il rigore delle forme e delle scelte architettoniche.
Il modello come rappresentazione
A questa concezione si contrapponevano gli architetti del '500, come
Michelangelo (1475-1564) o Antonio da Sangallo (1484-1546) che consideravano
il modello come rappresentazione di un'idea già del tutto formata nella
mente che doveva servire anche da guida e copia per gli operai nel cantiere.
La qualità del modello assumeva un'importanza sempre maggiore e di conseguenza
anche gli artigiani che sapevano riprodurre i progetti a scala sempre
più ridotta cominciavano ad assumere un ruolo decisivo rispetto ai nuovi
committenti ed alle nuove necessità. Maldonado ricorda infatti che Brunelleschi,
Ghiberti e Michelozzo provenivano come formazione da una bottega di
orafo, quindi abituati a lavorare con modelli di piccolo formato e finemente
lavorati. Alcuni grandi progetti architettonici del Rinascimento, come
quello della Basilica di San Pietro a Roma, hanno prodotto, nella loro
storia, molti modelli in legno qualcuno conservati ancora.
Il modello realizzato per il progetto del Sangallo veniva realizzato
in contemporanea con la costruzione stessa ed era grande a sufficienza
da entrare e visitare anche l'interno della Basilica. Anche i colori
erano riprodotti per simulare il rivestimento in travertino e stucco.
Ruolo dei modelli digitali
I modelli digitali aprono nuove e più vaste possibilità di applicazione
della modellazione. Con la prototipazione digitale si riducono i costi
ed i tempi nella realizzazione dei prototipi fisici che richiedono anche
la partecipazione di diverse competenze nella produzione dei singoli
oggetti. I modelli sono inoltre più accessibili a vasti settori della
progettazione e produzione attraverso la semplice copia dei file anche
in rete. Rispetto al ciclo tradizione di progettazione di un prodotto,
i prototipi digitali possono essere modificati durante la fase di progettazione
del prodotto permettendo in un unico ambiente di operare con nuove verifiche
e modifiche.
I modelli permettono inoltre l'applicazione di test di analisi di sforzo,
assemblaggio e di verifica strutturale senza i problemi che si incontrano
nelle prove tradizionali con la distruzione dei modelli fisici e quindi
con la necessaria selezione delle prove veramente indispensabili rispetto
a tutte quelle che si potrebbero compiere. I crash test sulle automobili
sono un esempio di possibili applicazioni senza limiti nei costi dei
modelli distrutti nelle prove.
Nuove funzioni dei modelli
I nuovi programmi software di modellazione mirano ad aggiungere nuove
prestazioni di progettazione finora non ancora implementate e tutte
miranti a dare al progettista le funzioni che finora sono state un miraggio
e un limite dei pacchetti CAD: la possibilità di creare un progetto
dagli schizzi. L'idea di progetto si manifesta in modo analogico e deduttivo,
non sempre lineare e mai prevedibile. Le funzioni di modellazione parametrica
variazionale e basata su feature sono i primi passi verso un utilizzo
più ampio nei processi di progetto. I prototipi digitali dovrebbero
essere definiti non solo nella loro geometria ma anche nelle funzioni
che possiamo definire di "intelligenza" cioè che ne determinano il comportamento.
Un modello dovrebbe mantenere la conoscenza anche della sua struttura
e composizione, come succede nei videogame dove se un bicchiere cade
si rompe.
La richiesta dell'industria e dei progettisti più in generale è di poter
disporre di modelli completamente funzionali con comportamenti molto
simili agli oggetti reali ma in più con una grande libertà di intervento
nelle simulazioni e nelle verifiche.
Funzioni di un Archivio del design in rete
In un contesto di sviluppo caratterizzato da una elevata instabilità
delle tecniche informatiche dei formati e dei sistemi di modellazione,
un archivio può fornire i supporti per la memorizzazione e la gestione
delle informazioni geometriche e alfanumeriche dei modelli, promuovere
l'utilizzo dei modelli e permettere una loro disponibilità in rete.
In definitiva il ruolo più importante di un Archivio del design, e a
maggior ragione anche di un Museo utilizzabile in rete, dovrebbe essere
quello di promuovere la conoscenza e la comunicazione dei prodotti del
design, sperimentando le migliori fra le nuove forme di comunicazione.
Dovrebbe inoltre svolgere un ruolo trainante verso l'industria come
punto di riferimento rispetto allo sviluppo e all'impiego delle tecnologie
della modellazione 3D.
Formati grafici 3D: VRML
La visualizzazione interattiva di oggetti 3D ha sempre costituito una
grande sfida per tutti gli i produttori di programmi di grafica.
Lo sviluppo della rete e la possibilità di visualizzare in Internet
i modelli 3D ha trasferito la sfida ad un livello tecnologico più elevato
perché veniva richiesta, oltre alla sempre alta qualità di rendering
anche una dimensione contenuta dei file grafici. Il primo formato grafico
nato per essere distribuito in rete è stato il linguaggio VRML (Virtual
Reality Modeling Language) ed ha rappresentato il primo formato
standard di descrizione di scene tridimensionali in Internet.
A differenza delle semplici pagine HTML, con un modello in formato VRML
è possibile fornire un ambiente tridimensionale in cui l'utente può
muoversi e variare il punto di vista mediante opportuni pulsanti di
navigazione. Un file VRML è un semplice file ASCII, al pari dell'HTML,
che contiene al suo interno la descrizione della geometria del modello
o del mondo virtuale.
Per visualizzare un file VRML viene richiesto un player specifico e
fra i primi citiamo Cosmo Player sviluppato da Silicon Graphics, e in
seguito anche Blaxxun e altri quali WorldView, Liquid Reality e CyberPassage.
Formato MetaStream / Viewpoint
Un secondo formato grafico sperimentato nell'archivio è il formato MetaStream™
sviluppato, a partire dal 1999, in cooperazione tra la MetaCreations
Corp. e Intel. Il formato MetaStream ha incontrato da subito un grande
interesse in rete perché offre un'elevata qualità grafica dei modelli
3D, una veloce interfaccia di visualizzazione ed una dimensione molto
contenuta dei file. Il formato MTS si è evoluto nell'attuale formato
Viewpoint che ha migliorato notevolmente le originali prestazioni grafiche.
Possibili sviluppi futuri Le prossime fasi di sviluppo del progetto
riguarderanno la realizzazione di un ambiente 3D nel quale sarà possibile
interagire con gli oggetti ed accedere ad alcune informazioni storiche
utilizzando modalità edutainment cioè come "gioco di scoperta" sul Design
italiano (progettisti, oggetti, materiali, vicende storiche).
Sviluppi futuri
Per superare il limite di un archivio che pur essendo in rete potrebbe
correre il rischio di apparire "ingessato" nella sua struttura, si dovrebbero
impiegare in modo creativo le nuove potenzialità tecnologiche disponibili
in Internet. Sono già disponibili delle tecnologie che permettono la
realizzare ambienti "virtuali in multiutenza" dove è possibile dialogare
in tempo reale con gli utenti presenti nel sito mediante la visualizzazione
di avatar in un ambiente architettonico virtuale.
Ambiente Edutainment - gioco interattivo
Una delle idee di progetto dell'Archivio del design italiano è la costruzione
di un ambiente d'interazione in modalità "Edutainment" cioè di "gioco
per scoperta" sui temi forniti dal design e dalla storia del design,
soprattutto italiano. Il gioco e gli schemi d'interazione riguardano
i temi di conoscenza dei progettisti, dei materiali, delle funzioni
e ai contenuti ritenuti interessante ai fini della didattica e della
comunicazione.