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10
febbraio 2002 - Pagina 16 - Unione
Sarda on line |
Cagliari
social forum.
Venerdì alle 10 manifestazione in piazza Garibaldi
Un movimento per dire no alla globalizzazione
No al neoliberismo, ripudio della violenza , rifiuto del razzismo,
del fascismo e del sessismo. Con queste discriminanti è
nato anche in città il Cagliari social forum,
che si riconosce nella dichiarazione dei movimenti sociali sottoscritta
a Porto Alegre. Lo scopo del movimento - così si prefiggono
i promotori - è quello di dare un punto dincontro
a tutti coloro che, a prescindere dalle vesti istituzionali, sentono
la necessità di mettere un freno a uninvoluzione
che sta interessando anche la Sardegna. Per questo il movimento
e gli studenti medi e universitari hanno indetto per martedì,
alle 10, alla Libreria delle donne, in via Lanusei, 19, un incontro
in cui illustreranno le iniziative concordate per venerdì
15 febbraio, in occasione delle mobilitazioni nazionali in sostegno
della scuola pubblica, del lavoro e per la pace. La manifestazione,
prevista alle 10, in piazza Garibaldi, sarà allegra, rumorosa
- è scritto in una nota - e aperta a tutti. Chi vorrà
potrà anche portare con se uno strumento musicale per un
concerto che amplifichi le voci del dissenso.
I promotori del Cagliari social forum hanno sentito
la necessità di creare uno spazio di riflessione, di formulazione
di esperienze, per permettere ai movimenti sociali che si oppongono
al neoliberismo e al capitalismo, di costruire unidea fondata
sul protagonismo di uomini e donne. Il movimento non è
e non vuole essere un partito politico. Lobiettivo - continua
la nota - è quello di salvaguardare le differenti identità.
LIsola è interessata in più parti dai modelli
di sviluppo messi in discussione: la militarizzazione del territorio,
i disastri ambientali, la disoccupazione e lintegrazione
razziale.
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16
febbraio 2002 - Unione
Sarda on line |
Prima uscita pubblica alla manifestazione organizzata dai Cobas
«Ritorniamo in piazza»
Il nuovo Cagliari social forum si presenta
Primo punto: meglio non chiamarli no global, non lo sopportano.
«Definizione ridicola», sentenzia Raffaello Ugo mentre
sorregge lo striscione del Cagliari social forum, che ha appena
finito di sfilare nel corteo Cobas-Cgil sulla scuola. «Noi
siamo global Ñ riprende Ñ nel senso che sosteniamo
una globalizzazione in cui tutti abbiano gli stessi diritti».
Il Cagliari social forum, ieri alla sua prima uscita pubblica,
la pensa così. Anche se se sarebbe un errore ignorare lesistenza
di varie anime nel movimento.
Serafino Canepa, ex provveditore agli studi di Oristano, spiega
perché: «Tra di noi, siamo una sessantina, troverete
gente che la pensa diversamente su molte cose, cattolici e Rifondazione,
Legambiente, la rete Lilliput, il gruppo Gettiamo le basi. I punti
che ci uniscono? Il no a ogni tipo di guerra e il no allo sviluppo
economico neoliberista che porta la fame. Lo sa quanti muoiono
in Iraq, ogni mese, per lembargo? Cinquemila. Ogni mese
una strage paragonabile alle torri gemelle».
Altro errore: credere che il Csf parli solo di terzo mondo, Bush
e Saddam. Nei gruppi di lavoro (per ora sono quattro: lavoro-scuola-giustizia,
guerra-neo liberismo, comunicazione, ambiente) emergono temi più
locali. «Le servitù militari, la fabbrica di bombe
di Domusnovas, luso delluranio impoverito»,
elenca Canepa. E altro, come sottolinea Raffaello Ugo: «A
Cagliari manca lacqua, ma si sapeva da tempo che sarebbe
finita. I nostri politici non pensano a risolvere i veri problemi».
Ugo ha 46 anni e finora non aveva mai fatto politica attiva: «Ho
iniziato adesso perché dobbiamo riprenderci il diritto
di partecipare alle scelte. Non siamo noi a esserci allontanati
dai partiti, sono loro che si sono allontanati dalla politica
vera».
Con lui donne come Pinella Depau, ex insegnante, in Consiglio
comunale dal 94 al 98 come indipendente nelle file
del Pds («le istituzioni hanno una grande responsabilità
per difendere i diritti dei cittadini»), e giovani come
Pietro Luigi Olita, 24 anni, che confessa: «Mi interessavo
di politica un modo un po superficiale, ma ora vedo troppe
cose che non mi piacciono. Come lipotesi di rendere più
facili i licenziamenti: per uno come me, che sta cercando lavoro,
è una pessima notizia. Forse è vero che i giovani
si erano un po disinteressati di questioni simili, ma da
Genova in poi ci stiamo muovendo in molti».
Delusi dai partiti, arrabbiati col centrodestra che governa ma
anche con lopposizione. Marco Ligas dice che «la sinistra
si è spostata su posizioni moderate, trascurando le esigenze
di fette rilevanti della società. E molti si stanno sedendo
sul carro dei vincitori. Noi pensiamo a una democrazia più
diretta e partecipata, che non deleghi tutto alla politica istituzionale».
Tra gli errori della sinistra, secondo Ligas, anche un certo eccesso
di burocratizzazione. «Per questo il Csf non ha un portavoce
fisso», spiega, «meglio che nessuno si affezioni troppo
agli incarichi». Non è una frecciata a Vittorio Agnoletto,
il notissimo volto del Genoa social forum: «Lui ha rivestito
con efficacia un ruolo importante. Tra di noi non vogliamo un
Agnoletto, ne vorremmo molti».
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16
febbraio 2002 - Unione
Sarda on line |
Ottocento per dire no alla riforma della scuola
Erano più di ottocento a sfilare da piazza Garibaldi a
piazza del Carmine, sede del rappresentante del governo, per dire
no alla politica del centrodestra sulla scuola. Un corteo pacifico,
indetto dai Cobas in occasione dellanaloga manifestazione
di Roma a sostegno della scuola pubblica. Ma oltre ai Cobas cerano
Cgil scuola, Cagliari social forum, e le associazioni degli studenti
medi e universitari, che hanno aperto il corteo. Tra gli universitari,
uno molto speciale: Serafino Canepa, classe 1934, già provveditore
agli studi di Oristano. «Sono qui come studente iscritto
a Lettere, ho appena finito gli esami». Dopo la manifestazione,
quasi tutti hanno raggiunto la stazione per portare solidarietà
ai dipendenti delle società di pulizie delle ferrovie,
che fanno lo sciopero della fame per salvare il posto di lavoro.
Poi un gruppo di giovani è entrato nel Mc Donalds
di piazza Matteotti. Ma polizia e carabinieri, che seguivano la
scena, non sono dovuti intervenire: il gruppo si è limitato
a gridare qualche slogan. Anzi, per la verità inizialmente
gridavano solo Mc Donalds, Mc Donalds:
più che no global sembravano tifosi.
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