1945 - Umberto Saba

           Umberto Saba, poeta triestino, nato nel 1883 e morto a Gorizia nel 1957, ha scritto le sue poesie, raccolte nel Canzoniere, tra il 1900 e il 1945. Il Canzoniere era già stato pubblicato una prima volta nel 1921, sarà poi ripubblicato nel 1948 e infine, postumo, in edizione definitiva, nel 1961. 

    Saba è lontano dalle correnti decadenti ed ermetiche del suo tempo. Egli recupera il modo tradizionale di fare poesia. Già nel titolo c'è un richiamo al canzoniere di Petrarca. Egli come i grandi poeti contemporanei, soprattutto Ungaretti, sente il disagio esistenziale (ebreo da parte di madre, aveva dovuto fuggire da Trieste durante l'occupazione tedesca), sente la lacerazione dell'uomo contemporaneo, quella che provava un altro famoso scrittore triestino, Italo Svevo, ma nello stesso tempo ama quel mondo, ama la vita nella sua ricchezza e contraddittorietà, e la canta con parole semplici. Nonostante canti gli aspetti più dimessi, semplici della realtà, Saba non può essere avvicinato ai poeti crepuscolari, perché diverso è il suo atteggiamento: egli non prende le distanze, attraverso l'ironia, dalle cose che canta, come fanno i crepuscolari, ma vi aderisce con calda e umana simpatia rivelando un intenso amore per la vita. Inoltre, a differenza di tutti i poeti decadenti di ogni forma, egli usa le parole nel loro significato concreto e non per le possibili suggestioni musicali o analogiche. Ernesto, postumo, 1975, è un romanzo che narra, in una lingua commista di italiano e triestino, le prime esperienze erotiche di un adolescente. 

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