Partenza dal centro camper COMEC snc di Faenza e
arrivo nella serata del 7/12 all’ABBAZIA
DI S. MARIA A PIE’ DI CHIENTI, detta dell’Annunciata. Sosta
nel parcheggio antistante. Nella mattinata successiva la visita rivela l’Abbazia
in tutta la sua bellezza, sia all’esterno (abside movimentata da
absidiole disposte a raggera, secondo lo schema francese dell’architettura
borgognona), che all’interno dove le bifore con le lastre di alabastro
danno una luce intensa. E’ uno dei monumenti più interessanti delle
Marche, eretta prima del 1000 ed è la prima delle 3 chiese con l’interno
a due piani, che vedremo nei tre gg. del tour. Mentre guardiamo gli
affreschi, ferve la preparazione del presepe da parte della comunità
locale.
Spostamento a S.
CLAUDIO AL CHIENTI, chiesa di antichissime origini, di
interessante e singolare struttura a 2 ambienti sovrapposti, di uguali
dimensioni. La facciata è stretta tra 2 torri-campanile angolari
cilindriche, di fattura analoga a S. Vitale di Ravenna. Vediamo nella
parte inferiore affrescati S. Claudio e S. Rocco; nella parte superiore
saremmo tentati di salire i campanili per le scalette a chiocciola, che
però sono impraticabili causa il guano dei piccioni.
Negli spostamenti vediamo che una delle attrattive
della zona è l’intensa coltivazione orticola: distese di radicchi,
cicoria, cavoli, verze, finocchi e tutte le varietà di verdure
invernali!
Proseguiamo per il trecentesco CASTELLO
DELLA RANCIA, situato in una bella valle larga e coltivata, che
si presenta nei suoi colori autunnali dall’alto del camminamento del
castello e sull’alta torre, dalla singolare merlatura. Interessante il
cortile e l’interno tutto, ben restaurato, come pure il Museo
Archeologico visibile nell’ala nord, dove vi sono esposti tanti
reperti dei Piceni, degli Etruschi e dei Romani.
Raggiungiamo l’ABBAZIA
DI RAMBONA, eretta nel sec. VIII dalla regina longobarda
Ageltrude, sulle rovine del tempio della Dea Bona. Davvero interessante
è la cripta con pianta a 5 navatelle suddivise da colonne romane, dai
bellissimi capitelli gotici decorati ed affreschi. E’ pronta anche la
postazione con il banco rivestito di raso rosso per i matrimoni perché,
in un luogo così suggestivo, vi è sicuramente una frequente
celebrazione di sponsali…
Spostamento all’Abbazia di Fiastra, dove ci
sistemiamo per il tranquillo pernottare nell’accogliente zona camper,
in mezzo ad un vastissimo prato.
Risvegliati dal canto dei galli, facciamo visita all’ABBAZIA
DI FASTRA, grande complesso cistercense. C’è anche il tempo
per acquistare pane fresco, carne, dolci e altro nello spaccio ben
rifornito della cooperativa agricola dell’Abbazia, aperta anche nei
festivi; alcuni di noi si servono al distributore del latte fresco,
appena munto.
Puntiamo poi verso il Parco Archeologico di URBISAGLIA,
dove sono le rovine dell’antica Urbis Salvia (città della salute)
romana: la guida del luogo ci illustra il criptoportico con frammenti di
affreschi di stile pompeiano, deliziosi riquadri con scene di animali
intervallate da maschere lunari, poi ci fa visitare l’anfiteatro, in
cui si svolgevano le battaglie in acqua e dove adesso stanno preparando
l’allestimento del presepe vivente. Uno stradello bianco e tortuoso
costeggia gli scavi del teatro romano e sale fino alla città attuale, a
cui dedichiamo una passeggiata per il corso principale.
Ci trasferiamo quindi sul Lago di Fiastra, lo
oltrepassiamo raggiungendo l’agriturismo "LE
CASETTE", attrezzato anche per la sosta camper, dove
chiudiamo la giornata con una cena conviviale, a base di formaggio
prodotto dal gestore, che ha greggi con centinaia di pecore, ciauscolo
– un saporito salume da spalmare sul pane! –, tagliatelle e
cappellacci con porcini e tartufo, un ottimo cinghiale in salmì,
tozzetti e, per chiudere, facciamo fare un girotondo alla bottiglia dell’anisetta
(o mistrà), liquore prodotto in zona, ai bordi dei Monti Sibillini.
Pernottamento con il sottofondo del vento.
Dopo esserci approvvigionati del formaggio pecorino
de "Le Casette", facciamo una sosta sul LAGO
DI FIASTRA (altitudine m. 640), bacino artificiale realizzato
negli anni ’50 mediante la diga che sbarra il fiume Fiastrone.
La strada che ci porta alla destinazione successiva
è straordinaria, con viste sui Sibillini (i c.d. Monti Azzurri) che
hanno le cime innevate. Oltrepassiamo paesi stretti sui colli, quali
Sarnano, Amandola e Castignano, poi arriviamo a OFFIDA
dove, dopo aver notato il monumento alla merlettaia all’inizio del
paese (omaggio alle tante donne che qui realizzano il pizzo al tombolo),
puntiamo direttamente su SANTA
MARIA DELLA ROCCA, uno degli esempi più belli dell’arte
monastica picena.
Una ragazza gradevolmente ci illustra l’edificio
romanico-gotico, che colpisce per il colore rosato e per l’austera
imponenza, nato come castello longobardo e trasformato in monastero dopo
la sua cessione all’Abbazia di Farfa. Questa è la 3° chiesa a due
piani: prima si entra nella cripta, affrescata con dipinti del
"maestro di Offida" (XIV sec.), che danno lo spunto alla guida
anche per parlarci del tradizionale carnevale offidiano, poi si passa
alla grandiosità della chiesa superiore, a navata unica.
Sul sagrato della chiesa ci salutiamo e prendiamo la
strada del ritorno,