...tra leggenda e Storia

Campomarino sorge su una collina, a m 52 di altitudine s.l.m. e si distende su una grande piattaforma prospiciente il mare Adriatico, su cui si affaccia a mò di terrazzo, offrendo al visitatore la vista di un incantevole quadro paesaggistico, impreziosito dalle vicine isole Tremiti.

Delimitato dal mare, dal fiume Biferno, (l'antico Tifernus), dal torrente Saccione e dalla statale 16, gode di una posizione particolarmente felice per i collegamenti con i paesi limitrofi della costa e dell'interno. Esso conta circa 6200 abitanti.

Pur disattesa da autorevoli storici, la leggenda vuole che la fondazione di Campomarino sia attribuita a Diomede, di ritorno dalla famosa guerra di Troia, analogamente a quanto è avvenuto per altri centri della Daunia (non bisogna dimenticare che le isole Tremiti sono dette anche Diomedee, essendovi sepolto, secondo la leggenda, l'eroe Diomede e che allo stesso modo sono chiamati i volatili che stazionano nell'isola).

Recenti ricerche, condotte dall'Archeoclub regionale, hanno consentito il ritrovamento di numerosi reperti di epoca preistorica e protostorica, risalente sopratutto all'età del bronzo, su una vasta area in località Difensuola (nei pressi di Campomarino), relativi alla presenza di un villaggio stanziale, prospiciente il mare, ma non collegato in alcun modo con esso. I reperti rinvenuti, (fibule, vasi, strumenti litici, aghi per filatura, bracieri, sezioni di pavimento e di intonaco della capanne, tracce di fori per la fuoriuscita dei pali delle capanne stesse ecc.) fanno del ritrovamento protostorico di Campomarino, risalente a circa 3000 anni or sono, uno degli esempi più significativi della presenza dell'uomo primitivo nel Molise. Risulta incomprensibile l'assenza di una necropoli, che al momento non è stata rinvenuta.

Segni di stabile presenza umana sono rilevabili sino al VI secolo a.c., dopodiché la popolazione iniziò a scegliere stili più idonei nello stesso odierno territorio comunale.

Varie ipotesi, in età storica, sono state avanzate sulla presenza e consistenza di un abitato ove sorge ora Campomarino. Va acquistando sempre maggiore credibilità quella relativa all'identificazione con la romana Cliternia.

Esisteva in epoca longobarda, Campomarino. Intorno all'XI secolo l'ordine dei templari vi contava vari possedimenti.

Un certo lustro fu dato al centro dal conte Manelfrido che nel 1503 partecipò alla battaglia di Civitate, combattuta tra le milizie del Papa Leone IX ed i normanni, che ebbero la meglio.

Nel periodo normanno il luogo rientrava nei confini della Contea di Loritello.

La sua storia fu successivamente dominata dai vari passaggi a famiglie feudali e da varie disavventure: terremoti, pestilenze e devastazioni di truppe avverse. Nel XV secolo una colonia di Albanesi vi fu inviata dagli Aragonesi.

La Famiglia di Sangro chiuse la serie dei titolari del feudo.
Distrutta più volte durante le invasioni barbariche, riuscì a risorgere ed a divenire centro di primaria importanza longobarda e normanna.

Il paese oggi sorge su un piccolo sprone alla destra della foce del fiume Biferno. La storia ci tramanda che nel 1466 fu raggiunto da Albanesi in fuga dai Turchi, e conserva di quella popolazione antichi usi ed un tipico dialetto.

Correvano gli anni che vanno dal 1461 al 1470, Giorgio Castriota Scanderberg (principe di Krujia Albania), inviò un corpo di spedizione di circa 5.000 albanesi guidati dal nipote Coiro Stresio in aiuto a Ferrante I d'Aragona nella lotta contro Giovanni d'Angiò.

Le popolazioni quindi, ed anche Campomarino, subirono quella che fu nella storia delle colonie albanesi in Italia, la terza migrazione.

Per i servizi resi, furono concessi al principe Skanderberg diritti feudali su Monte Gargano, San Giovanni Rotondo e Trani e fu concesso ai soldati e alle loro famiglie di stanziarsi in ulteriori territori.

I coloni albanesi rifondarono le terre e vissero convivendo pacificamente per lungo tempo con la popolazione locale.