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IL PAESE NEI PRIMI ANNI DEL SECOLO

Il giovane parroco, Don Angelo Zibbellini, che entrò in carica nel 1900, contribuì al cambiamento di Anguillara, favorendone l'integrazione con lo Stato Italiano, egli sarà
presente e attivissimo nella vita sociale di Anguillara per oltre cinquant'anni . Nel giugno del 1914 pochi giorni dopo l'entrata in guerra dell'Italia, Anguillara ebbe il suo primo caduto, Domenico Rinaldi calzolaio. I caduti di Anguillara erano tutti contadini,
tranne il calzolaio e la medaglia d'argento Rinaldo Bucci che faceva il fabbro. Domenico Marasca era anche lui un bel giovane e sapeva cantare le serenate, era soprannominato Lampì per la sua grande sveltezza e simpatia. L'università agraria svolse un compito molto importante durante la guerra, mettendo a coltura le terre di Martignano, in campagna lavoravano soltanto le donne, poiché gli uomini erano al fronte, mentre negli orti di guerra che l'università agraria aveva organizzato, lavoravano anche i ragazzi
della scuola, sotto la guida del maestro Briganti. L'università agraria per aiutare le donne che lavoravano in campagna, organizzò, durante la guerra, un asilo dove i bambini più piccoli potevano passare la giornata. Nelle chiesetta di S. Maria della Rena, in mezzo agli orti di guerra, il parroco celebrava la messa per i soldati che venivano in licenza.
Nell'ottobre del 1920, un reduce, Francesco Galli socialista fu eletto sindaco di Anguillara e Paolo Cangini divenne presidente dell'università agraria.
Fu una breve stagione di iniziative e di speranze, distrutta dai profondi dissidi che dilaniavano il paese e in particolare le associazioni degli ex-combattenti.
Da uno di questi gruppi dissidenti, emerse il primo nucleo fascista, animato soprattutto da gente di Roma che veniva ad Anguillara per partite di caccia o di pesca. La conquista del Comune da parte dello squadrismo, cominciò con lo smantellamento dell'università agraria, nel 1923 le furono tolte le terre comunali di Martignano e nel 1924 fu cacciata dal palazzo Baronale dove aveva sede, per far posto alla sede del fascio. Furono i maestri a dare il primo consenso al fascismo. Un certo consenso venne dalle donne di ceto piccolo borghese, cui per la prima volta si prometteva la partecipazione alla vita pubblica. Gli ultimi ad aderire al fascismo, furono gli ex-combattenti, il ricordo della guerra era sempre vivo, così come quello delle promesse che erano state fatte ai combattenti e a distanza di anni tornavano le salme dal fronte, ma la tanto sospirata inaugurazione del monumento, avvenne molto più tardi quando ormai il fascismo aveva tolto l'autonomia al Comune e gli ex combattenti avevano perso l'ardore e l'enfasi per quell'opera.


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Michael Alexander Barnes