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Van Eyck
Le tre Marie al sepolcro di Cristo (Pinacoteca dell'Università di Lipsia)

Messaggi
Mentre sto scrivendo, Pasqua ancora è lontana, ma io già ci voglio pensare. E devo pensarci! C’è troppo bisogno di ottimismo, per distogliere un attimo la mente da tutto quello che sta succedendo nel mondo. Chissà se la gente ha ora quasi ritegno a celebrare le feste, temendo che si trasformino in occasione di morte e di attentati? Di fronte a paradossi simili, mi viene da dire: a perché pensare ogni volta sempre e soltanto alla festa che verrà, senza nemmeno prendere in considerazione il tempo che la precede? Soprattutto, se è un periodo di preghiera, di silenzio, di riflessione, come la Quaresima? Anche questo bisogna viverlo fino in fondo. Come è possibile, infatti, godere di qualcosa senza prima averlo desiderato, immaginato...davvero voluto dentro? 
Come è possibile sorvolare su quaranta giorni di attesa, senza nemmeno viverli un solo minuto? Sarebbe come ritrovare la luce abbagliante dopo il buio completo. Una luce che acceca, se gli occhi non hanno saputo essere aperti anche nelle tenebre. Ma il buio completo non esiste. Ogni tanto si vede qualche barlume. O per lo meno, si cerca di vederlo. Tante fiammelle, tanti guizzi luminosi appena percettibili, che sono piccoli messaggi pronti a guidarci vero la luminosità. Tanti brevi attimi fuggenti che dobbiamo saper cogliere al volo, seguendo la loro direzione. Tanti puntini luminosi: a volte quasi invisibili, che preannunciano qualcosa sul nascere. A volte un po’ più intensi: segnali evidenti di invito alla riflessione, alla preghiera. Tante piccole voci che arrivano dalla natura, dal mondo, perfino dalla tristezza. Proprio per dimostrarci che non c’è posto per il pianto, quando davvero ognuno di noi vuole la gioia, per viverla dentro di sé, capirla, farla sua e trasmetterla agli altri...
Questa mia raccolta di preparazione alla Pasqua è stata proprio una ricerca minuziosa di tanti segnali sporadici di luce, che ho ricevuto anche nel passato, e ora desidero riviverli con voi.

27/2/2004
In cammino verso la Resurrezione: Attenti ai Messaggi

Sono abituata ad ascoltare
i messaggi che vengono 
dagli uomini, dalla natura, 
dagli eventi vicini e lontani. 
Sono immagini e voci
che ammoniscono, incoraggiano, 
confortano con bellezza e bontà.
Non ignoro situazioni e fatti
che rattristano e angosciano, 
ma cerco e trovo, attorno e in me, 
motivi di speranza per il cammino. 

Ci prepariamo a vivere la Quaresima
e forse ci costerà impegno e pena, 
ma l’alba della Resurrezione
darà alla nostra vita impulso nuovo, 
con la vittoria dell’amore sulla morte.

È febbraio e ancora
ci tormentano gelo e neve, 
ma la terra germoglia
e i primi fiori stanno apparendo
tra l’erba che rinverdisce.

Nel mondo continuano guerre, 
ingiustizie, violenze, contrasti...
ma qua e là si realizzano
opere di bene, creazioni di bellezza, 
portando luce nelle tenebre diffuse.

In questi giorni, anche per me
prevale il grigio sul sereno.
Ma io so che fraterno calore
dissiperà le mie nubi
e il bel tempo tornerà.
Per procedere più sicuri dobbiamo
prestare attenzione ai segnali
che troviamo sulla strada: 
possono mostrarci ostacoli o deviazioni,
ma anche offrirci utili indicazioni
ed efficaci forme di aiuto. 
Ricordiamo, inoltre, che non siamo soli: 
restiamo aperti ai compagni di viaggio, 
per ricevere e dare.
E non dimentichiamo
che un padre ci attende, 
un Fratello ci fa strada, 
uno Spirito Santo ci sostiene. 

24/2/2001
Misterioso Messaggio

Da ore il vento 
non ci dà tregua.
Invano il sole 
tenta di riscaldarci:
grandi nubi pallide
lo velano a tratti;
la sua luce è scialba,
scarso il suo tepore.

È un giorno strano, 
quasi irreale.
Tutto appare scolorito,
sfumante nel grigio,
come in dissolvenza.

Io pure mi sento 
smarrita, sfinita...
brancolo senza appigli,
non so dove volgermi,
non so che fare.

Il vento è forte: 
il suo alito gelido
imperversa insistente,
ma pare anch'esso
senza direzione, senza meta.

Qualche uccello vola
e chiama inquieto,
stupito dal freddo chiarore;
presago di eventi funesti,
cerca rifugio e compagni.

Si fa sera: si attenua
la luce, ma lascia
attorno misteriosi aloni.
Pare non volersene andare:
ha ancora qualcosa da dire.

Sento la voce del cielo,
ma non mi è chiara:
può essere un richiamo,
un monito o un invito.
Può dire “Va'“ 
oppure “Attendi!”.

Non so decifrare il messaggio:
accolgo la carezza del sole,
mi difendo dagli urti del vento...
affondo nella foschia dell'ignoto,
invocando più netti segnali.

Il vento, alla fine, perderà vigore
e il sole del mattino
porterà luminoso tepore.
L'aria tornerà tranquilla
e la terra al naturale umore.

Anch'io riprenderò a vedere
e sentire più chiaro,
continuerò il cammino,
fidando nel mio cuore
e in chi amico mi è vicino.

29/3/2001
Pianti senza fine

Ancora e sempre piove:
quest'anno il cielo
non fa che piangere.
E piangono gli uomini
cui tutta quest'acqua
ha distrutto vita e speranze.
Piangono tanti depressi,
rattristati più che mai 
dall'incombente grigiore.

Qualche volta il sole
è apparso, caldo e splendente,
e l'azzurro ha sorriso,
ma i giorni sereni sono stati 
troppo rari perché potessimo
trarne letizia e conforto.

Oggi l'aria è cupa e pesante.
Piove da molto, con intensità:
più il giorno avanza,
più si fa buio e l'anima
si chiude, si spegne.
Invano gli uccelli
chiamano e cantano:
non hanno risposte.
La pioggia non cessa.
Anzi, diventa più fitta:
si sfogherà, alla fine?
Dovrà pur finire ...

L'atmosfera reale è forse
immagine di quella spirituale.
Aumenta il grigiore, si diffonde:
sempre più frequenti sono
temporali e bufere.

Prevalgono gli eccessi,
con le loro gravi conseguenze;
l'equilibrio intimo è raro,
così come l'accordo con gli altri.
Si vive in fretta e d'impulso:
le situazioni difficili sono
o passivamente subite
o affrontate con violenza,
invece che vissute 
con consapevole impegno.

Il pianto del cielo
non ha fine, così come
il pianto degli uomini
sui loro ripetuti errori.

10/2/2002
Mi parlano le cose

Stamattina, influenzata,
siedo sul divano senza far nulla
e mi guardo attorno: mi pare
che ogni cosa si presenti,
che voglia dirmi qualcosa.

Per prima mi parla una colombina
bianca e rosa del centrotavola;
volge a me l'occhietto vispo
e rassicura: “Sta calma,
abbi pazienza: tutto passa”.
Poi s'alza potente la vociona del buffet;
il suo largo viso rossiccio è deciso:
“Non far storie, per un po' di febbre!
Vedi: il vento porta via la nebbia,
il sole splenderà tiepido;
tutto torna a posto, tutto procede”.
Sorridono eleganti le sedie ed esortano:
“Non ti adagiare, rimettiti in piedi.
Ce la farai: basta volere!” 
Incoraggiano con sguardi colorati
i fiori secchi dai vasi:
“Avrai presto ore serene” 
Mi guardano fissi gli edifici
dei quadri e ammoniscono:
“Il tempo passa e chi è forte
resiste saldo al suo posto” .
Solo gli alberi e le erbe mi compatiscono,
donandomi le loro
verdi carezze.
Le poltrone invitano accoglienti:
“Riposati tra le nostre braccia:
lascia perdere le occupazioni.
Sta' in pace e contempla” .
Il sole trae bagliori
dalle cornici dorate
e fa sorridere i volti dipinti:
lo sguardo di Angelini*
è più vivace che mai,
perfino San Nicola è meno serio.
Il tappeto a fiori stilizzati
spalanca sotto i miei occhi
la sua preziosa bellezza:
mi invita ad entrare
nel suo magico mondo
di esotica eleganza,
mi fa evadere dal corpo acciaccato.
Nell'angolo la lampada offre
serene le sue pallide rose:
“Avrai sempre la mia luce,
per leggere e scrivere ...
potrai sempre pensare e sognare.
Non ti spegnere ... riaccendi il tuo cuore!” 
Il vecchio divano sfondato
mi accoglie amorevole,
disponibile ad ogni abuso:
“Accomodati e rilassati;
lascia volare la tua immaginazione
lascia fiorire le tue emozioni,
lascia elevare il tuo pensiero...
Continua a cantare,
anche se il cielo è grigio
e sono afflosciate le tue ali.
Tornerà il sereno, 
riprenderai le forze” .

Ascolto le voci
che insistono attorno:
sono dolci, sono buone;
sono parole di amici
che esortano e confortano.
Ascolto e mi lascio condurre:
avanti, lontano, in alto ...
Anche le cose 
hanno anima e cuore:
basta saperle ascoltare.
Anche le cose
possono aiutare.

(*) Sacerdote pavese, stimato scrittore e critico letterario

11/2/2002
Non bastiamo a noi stessi

Non bastiamo a noi stessi.
Da tre giorni sto in casa
con l'influenza: mi trascino
tra letto e divano, sbrigo
qualche indispensabile faccenda,
prendo medicine e poi ...
mi guardo attorno ...
mi guardo dentro: nulla trovo
cui aggrapparmi e tenermi sù.

Non bastiamo a noi stessi
Ho a portata di mano
libri a non finire e dischi
e immagini e cose belle...
ma nulla mi prende,
nulla ferma la mia attenzione.
Avevo sempre sonno
nei giorni scorsi, 
ma ora non m'acquieto 
neppure dormendo.

Non bastiamo a noi stessi.
Fuori il sole è tiepido e chiaro,
ma io non posso uscire a goderlo.
Le stanze ne sono illuminate
e gli oggetti appaiono nitidi.
Mi parlano e li ascolto ... ma
pensieri e immaginazioni
non colmano il vuoto
in cui affondo pesante.

Non bastiamo a noi stessi
Non vedo l'ora di guarire
e tornare alla normalità.
Prometto a me stessa che non resterò
chiusa in casa, a cercare invano
qualcosa di cui occuparmi.
Userò il tempo libero per uscire,
nel mondo degli uomini e delle cose,
a porgere e ricevere doni.

Non bastiamo a noi stessi.
Fuori di noi, fuori dalla nostra tana,
c'è ad attenderci l'universo intero:
ci sono ambienti e cose e animali
e persone diverse da conoscere;
ci sono avvenimenti cui partecipare,
circostanze nelle quali la nostra presenza
potrebbe produrre bene,
per noi e per gli altri.

Non bastiamo a noi stessi
Potremmo possedere ricchezze
a profusione e sentirci poveri,
avere visioni di bellezza
e non provarne alcun gusto,
disporre di energia d'amore
e non usarla per chi ne ha bisogno
né donarla a chi la può ricambiare.
Chiusi in noi stessi
non potremmo che avvizzire.

Non bastiamo a noi stessi.
Usciamo dunque dall'isolamento,
se nessuno ce lo impone.
Secondo le nostre forze,
andiamocene fuori, tra la gente:
a conoscere il mondo lontano, 
se ci è possibile,
a scoprire meglio quello vicino,
che ha pure bellezze nascoste
e contiene novità per stupirci.

Non bastiamo a noi stessi.
Andando al Supermercato 
sempre trovo sorprese;
un nuovo fiore, un angolo abbellito,
un passante conosciuto, 
un bimbo sorridente,
un canto di passeri, un volo di piccioni...
Ho spesso occasione 
di parlare con qualcuno:
si sfogano un poco, ascoltano i miei guai,
incoraggio, ricevo approvazioni ...
ci scambiamo affettuoso conforto.

Non bastiamo a noi stessi.
Frequento volentieri lezioni
all'Università per la Terza Età:
sento trattare argomenti interessanti,
acquisto conoscenze, ho visioni d'arte,
comunico con compagni ed insegnanti:
entro in sintonia con personaggi
del passato e con persone presenti,
mi apro e mi arricchisco.

Non bastiamo a noi stessi.
La mia città è generosa di offerte culturali,
specialmente i concerti sono frequenti.
Sono sempre assai soddisfatta
quando mi decido ad affrontare
un'uscita serale per goderne.
Talvolta sono pigra e rinuncio,
salvo pentirmene presto, 
e rimpiango
le stimolanti emozioni perdute.

Non bastiamo a noi stessi.
Ognuno, come me, 
può trovare attorno a sé
qualcosa di positivo da godere.
Ogni ambiente ha qualcosa da offrire
a chi sappia andarlo a scoprire.
Ogni incontro può essere un dono,
un occasione di utile scambio,
una possibile alba di amicizia.

Non bastiamo a noi stessi.
Fuori allora, fuori dall'io
che non è mai abbastanza ricco da saziarti,
fuori dal nido che protegge ma isola,
fuori dal tuo circolo angusto!
Cielo, terra, acque e creature
attendono te; suoni e voci
del mondo umano s'alzano per te;
il creato e il suo Creatore 
ti tendono le braccia.

10/4/2002
Alberi in preghiera

Hanno mutilato gli alberi
nel giardino comune; mostrano
bianchi moncherini, a varie altezze,
strane figure contorte:
grande desolazione.
Per fortuna stanno apparendo,
qua e là, verdi germogli: 
la vita prosegue.
Per me è comunque penoso
veder quelle creature,
un tempo così vigorose e belle,
alzare al cielo i rami 
tronchi, spogli e sgraziati,
quasi invocando aiuto.

L'uomo si attribuisce il diritto
di intervenire sulla natura
per piegarla ai suoi scopi,
ma spesso ne altera bellezza
e la funzione, a suo danno.
Per fortuna, in molti casi,
la natura ha forza sufficiente
per reagire e porre rimedio
agli errori umani, evitando
gravi anomalie e disastri.

Spero che presto i miei alberi
si rivestiranno di rametti e foglie,
riprendendo l’ aspetto normale.

La loro muta preghiera e la mia
siano presto esaudite!

10/2/2002
Oltre le nubi

Dopo giorni freddi e grigi,
stamattina è tornato il sole.
L'aria è ancora fresca,
ma tutto promette tepore.
Le piante in fiore
ne hanno bisogno,
per aprire alla luce
i teneri boccioli.

Anche noi uomini
già lamentavamo il ritorno
del freddo e presentivamo
danni per noi e per la terra.

In fretta nascono dentro
preoccupazioni e timori.
Siamo facili al pessimismo,
non sappiamo accettare con pazienza
le variazioni naturali
che pure dovremmo conoscere.

La vita ha i suoi ritmi,
ha manifestazioni alterne,
ma procede, nonostante tutto,
continua a produrre beni e bellezza.

Occorre saper guardare al di là
delle nubi e della foschia:
il sole permane e la sua energia
è sempre pronta per noi.

14/4/2002
Armonia naturale

Stamattina mi ha svegliata
il monotono richiamo d’una tortora:
non so per quanto tempo
lo abbia ripetuto.
Disturbata, mi stupiva
però tanta perseveranza:
esempio per noi uomini
così impazienti e incostanti.
Più tardi son cominciati
gli assidui vocii dei passeri:
la vita quotidiana delle creature
si avviava regolare e tranquilla.

Certo neppure a loro mancano
fatiche, difficoltà, preoccupazioni,
ma sembrano reagirvi
con maggior buon senso
di noi, razza ragionevole.
Vedo gli uccelli sempre in moto;
ignoro se per lavoro
o anche per svago.
Talvolta sembrano agire
più per piacere, che per necessità
e fanno risuonar le loro voci
più liete che affannose.

È bello e vantaggioso
vedere e sentir scorrere
la vita degli esseri naturali:
è un flusso ininterrotto
che conforta per la sua regolarità,
per l'armonia che vi si esprime.
Sei contento di farne parte,
anzi stimolato a restarvi inserito
in modo rispettoso e utile.
Quando in noi c'è inquietudine
osservare il mondo circostante
può aiutare a riprendere la calma,
a tornare in sintonia
con l'armonico ritmo
della vita naturale.

22/5/2002
Ricrescita

Gli aceri potati del mio cortile
ora hanno piccole chiome
di un bel verde tenero:
i moncherini sono stati ricoperti
e gli alberi hanno ripreso
aspetto normale e decoroso.
La natura sempre pone rimedio
agli impietosi interventi umani.
Mi dispiaccio ogni volta
che il prato viene tosato:
folte distese di viole e pratoline
sono così finite e tanto bel verde.
Per fortuna l'erba presto ricresce,
spesso più folta e bella.
Tuttavia non vorrei mai veder
alterare l'equilibrio naturale,
vorrei che ogni essere
potesse avere vita regolare.
Temo che qualcosa di bello e di utile
sia distrutto senza motivo,
che l'armonia infranta
non sia ricostituibile.
Ma la natura è potente
e reagisce con sapienza ed arte:
ricuce le ferite, tappa le falle,
riveste di rigogliosa vegetazione
le zone che l'uomo deturpa...
ed il volto della terra
ritorna gradevole e sereno.

5/12/2002
Grigiore

Da giorni piove
e tutto pare un gran pianto.
Si piange nei paesi
dove l'acqua ha portato
distruzione e rovina;
si piange nelle case
dove la solitudine
pesa più del solito.

Tutto attorno è grigio
e l'oscurità empie le mie le stanze.

Nell'aria fosca
ogni azione costa;
anche i pensieri sono grevi
e il cuore pare raggelare.

Sui marciapiedi i lieti colori
delle foglie autunnali
si spengono nel fango.
I rami nudi si perdono
nel cielo cinerino;
ovunque risaltano
cupe macchie di umido.
Gli uccelli sembrano spariti;
ne appare qualcuno
fermo sui tetti bagnati;
non si odono voci.

È un tetro dicembre
anche nel mondo umano:
continuano le violenze,
dilaga la disoccupazione,
crescono i contrasti politici,
sempre più si soffre,
nell'anima e nel corpo.

Presto toccheremo il fondo
e allora forse si potrà 
tentar di risalire.
Io non perdo la speranza:
sotto la fitta coltre di nubi
il sole è sempre presente
e tornerà a mostrarsi.

18/1/2003
Alleluia!

Lode a Dio
che ci è sempre vicino,
generoso di doni.
Alleluia perché non ci dimentica,
anche quando noi dimentichiamo Lui;
alleluia perché non ci fa mancare
segni manifesti d'amore.

Ieri, in pieno inverno,
il giorno variabile si è concluso
con un tramonto infuocato.
Il rosso vivo splendeva
nel grigiore circostante:
un'espressione di bellezza
che scaldava il cuore.

Attorno alle strade cupe,
nei giardini stanchi e spogli,
ancora possiamo ammirare
qualche corolla di rosa,
piccoli gialli fiori
di gelsomino invernale
e ciuffetti dorati di calicantus.

Qualche giorno il cielo
resta azzurro terso
e in lontananza appaiono
eleganti cime innevate.
I rami scuri tracciano
ricami nel turchino:
vibranti palpiti di vita.

E allora cantiamo alleluia,
alleluia per la bellezza
che ci consola nelle ore buie.

4/4 /2003
Puoi sperare se...

Se l'angolo di terra
tra due case si veste
di erbe e fiorellini,
puoi sperare che
il cuore più arido
si schiuderà al bene

Se il cielo cupo e minaccioso
si libera delle nubi e torna
a splendere di azzurro e d'oro,
puoi sperare che anche
l'uomo più incerto e smarrito
vedrà illuminarsi la sua via.

Se dai chicchi sepolti e svuotati
nascono nuove, rigogliose vite,
puoi sperare che anche
dai giusti sacrificati
e dalle vittime innocenti
vedrà luce un mondo migliore.

Se la primavera torna ridente
dopo ogni crudo inverno;
puoi sperare che anche
la tua vita ora burrascosa
riprenderà i suoi colori
e procederà nella pace.

25/4/2003
Parole dalla natura

In questi giorni
le parole degli uomini
hanno poco da dirmi.
Invece ascolto attenta
le voci della natura:
non so intenderle tutte,
ma sanno parlarmi,
suscitano pensieri e sentimenti.

Parole di conforto e incoraggiamento
sono le meraviglie dei giorni sereni,
ma anche quando il tempo
è tetro e minaccioso
percepisco suggerimenti e moniti.
Non amo il grigiore
ma lo accolgo in pace,
sapendolo fugace.

Ogni giorno mi parlano
gli uccelli: suoni costanti
di esseri attivi e pazienti.
Volano calmi e si posano decisi;
stanno ben eretti, vicini ai compagni.
Si abbandonano alla vita,
instancabili e sereni:
esempio efficace contro la frenesia umana.

In questo periodo primaverile
risuonano chiare le voci
degli alberi e dei fiori:
dal cielo e dal sole traggono vita
e la esprimono in variopinta bellezza,
in dono a tutti.
Vorrei anch'io mostrare e condividere
ogni bene ricevuto.

Non ho più occasione di viaggiare
alla scoperta di nuove meraviglie:
mi accontento di quelle
che quotidianamente scorgo
nel mio piccolo mondo.
Non mancano novità naturali
né incontri interessanti: spiragli
di luce e colori nella giornata grigia.

2/5/2003
Il grigio non dura

Il cielo grigio cupo
inutilmente tenta di spegnere
la luce che è in me.
L'ho ricevuta dai fiori dei giardini
e dalle parole di persone incontrate.
Permane nei miei occhi la visione
di colori e forme in armonia;
conservo in cuore l'attenzione
che mi è stata mostrata:
sono elementi della mia pace.
L'aria si fa sempre più scura,
i rami sono quasi fermi
e le voci degli uccelli attutite,
però le pratoline ancora
biancheggiano tra il verde
e sui gerani dei balconi
crescono le teste colorate.
Il fervore della vita primaverile
è solo un poco offuscato.
Tutto fa sperare che presto
tornerà lo splendore.

20/4/2003
La Pasqua continua

È sempre, è ancora
Pasqua.
Negli uomini continua
la Passione di Cristo, 
ma è pure attuale 
anche la Pasqua. 
Occorre essere attenti
ai segni di Resurrezione, 
per goderne e farne godere. 
Occorre scoprire, ammirare
e rendere lode. 
Non cessa la natura
di donare meraviglie,
né cessano gli uomini
di dar vita
a bellezza e carità.
Il male ci colpisce
in ogni sua forma,
distoglie il nostro sguardo
dal realizzare il bene. 
Eppure gli uomini sono
sempre ed ancora capaci
d’amore salvifico e creativo.
Fioriscono opere d’arte e bontà,
così come le meraviglie naturali.
Basta fare attenzione
per cogliere segni di rinascita: 
anche le calamità più gravi
hanno fine e trovano rimedio.
Tante comunità portano a salvezza
con solidarietà affettuosa, 
in nome del Padre comune.
Perfino gli uomini perduti
nell’odio e nella violenza
possono essere riscattati
dall’amore generoso dei fratelli.

La Resurrezione di Cristo
ha realmente operato
la resurrezione umana: 
basta entrare convinti
nel suo circolo d’amore.

a

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