...GIOI SI STENDE BIANCA AL SOLE...

di Mario Garofalo

Gioi è un piccolo centro del Cilento adagiato su di una collina a 685 m., dalla quale si gode uno scenario che Giuseppe Salati, autore de L'Antica Gioi così descrive:

...E sotto questo ridente cielo fra mezzo a tutta questa magnificenza che una meravigliosa natura può riunire in sì breve spazio: monti di ogni forma, collina, pianure rivole rocce... la nostra Gioi si stende al sole bianca e civettuola; e dal suo punto alto di accampamento tante bellezze, tante gradazioni di luce e di varietà s'abbracciano di uno sguardo solo, estatico, lungo, infinito!.

Si sà che era una fortezza della Chora di Velia, creata per motivi difensivi ma anche per sfruttare la grande quantità di legnami utili alla flotta. Notizie certe sono in un documento cavese del 1034 in cui il paese sarebbe identificato con Joye. Si è propensi a far derivare il nome Gioi da Jovis, per la presenza di un tempio dedicato a Giove, anche perché sarebbero stati rinvenuti residui di tombe greche e romane in località Sterza.

Anticamente il paese contava sei parrocchie e quattro cappelle. Probabilmente la più antica è la chiesa di S.Maria di Portanova (o della Porta): risale al sec. XI. Dell'antico splendore (era una chiesa di stile romano-gotico), oggi si conserva un affresco di epoca tardo bizantina che raffigura il Cristo benedicente con gli apostoli. Il dipinto evidenzia anche una secchezza gotica e gotiche sono lettere con le quali sono segnati i nomi degli apostoli. Nella parte superiore, nella cupoletta del coro è raffigurato il Padreterno benedicente e con la sinistra sostiene un libro sul quale a caratteri gotici l'espressione Io sono il Mondo, e del Mondo la Luce, la Forza e il Creatore.

Altra chiesa molto bella è quella di S.Nicola di Bari, fino al 1556 dedicata alla Madonna del Carmine; questa è a tre navate. L'altare maggiore è in marmo ricco di intarsi, di macchia vecchia di Svizzera, di rosso di Francia e di giallo di Siena; proviene dalla chiesa di S.Giacomo alle Monache e fu costruito nel 1811, quando quel convento venne soppresso. Vi sono due quadri di notevole valore artistico: uno raffigurante S.Lorenzo, l'altro la Madonna del Carmine, anch'essi provenienti dalla distrutta chiesa di S.Giacomo. Di notevole pregio artistico è il pulpito di Raffaele De Marco da Gioi, lavorato su raffinato noce e raffigurante varie immagini e l'Ultima Cena. La chiesa di S.Eustachio è tra le più antiche, anche se - a causa del crollo del soffitto - molte cose sono state rifatte e, tra queste, tutti gli affreschi a cura del pittore Mario Romano. Comunque si può ammirare ancora il pregevole pulpito di Erminio Salati ed il dipinto di Anselmo Palmieri, datato 1723. Richiede un sollecito intervento di restauro la settecentesca cappella dei Salati intitolata alla Madonna delle Grazie. La cappellina dello Schito è nel luogo dove si svolge la annuale festa campagnola omonima. Infine molto bella è la chiesa del Convento di Francesco, attualmente chiusa per restauro. Il convento risale al 1466 e la chiesa composta da due navate: una del 400, I'altra del '700.

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