A destra 

 

La raggelante immagine, il cui autore è tuttora coperto da anonimato (si mormora comunque che possa essere il Gionti stesso), testimonia l'assoluta veridicità dei fatti narrativi. Traspare comunque molto chiaramente come lo sventurato abbia saputo avidamente speculare su questa trista vicenda, posando per ignominosi servizi fotografici.

Sdegnato, rabbrividisco.

 

  

Storia parecchio vera.

Della trasformazione subita dal Gionti in seguito all’anatema scagliatogli addosso con veemenza e disprezzo grandissimi dal Santo Protettore a causa degli infausti accadimenti verificatisi.

 

   

   Raccapriccianti sono gli avvenimenti che in questa sede mi appresto a narrare, con la consapevolezza di chi sa di affrontare argomento in ambiguo equilibrio tra sacro e profano, soprattutto profano.

   Il tutto si verificò non molto tempo addietro, in una assolatissima giornata di luglio, in località Ortacavoli. In quel funesto dì il Gionti, appresa dal presente sito una moltitudo di itinerari, si decise a rispolverare la datata, diciamo pure sfatta, mountain bike e di vivere in armonia con il creato alcune bucoliche ore di svago e sport. Svegliatosi quindi di buon ora, non erano infatti ancora le 12.00, il tapino inforcò il meccanico mezzo e, invaso da assolutamente ingiustificata baldanza, si lanciò all’attacco della strada. L’ora infelice voleva però che l’asfalto fosse un pelo appiccicoso, cosa che molto presto, quasi subito anzi, prosciugò il serbatoio di energie dell’improvvisato ciclista, nell’animo del quale la baldanza fu sostituita da vivo risentimento.
   L’infelice non si perse comunque affatto d’animo: giunto che fu alla prima Farmacia, complice un conoscente senza scrupolo alcuno, acquistò sottobanco un boccione di soluzione anfetaminica che, si seppe poi, venne parzialmente diluviata in loco, il resto riposta in borraccia e riservata per la salita.
   Rinvigorito da nuovi chimici impulsi, il Gionti lanciossi nuovamente sulla strada dove, data la sua assoluta mancanza di lucidità, venne più e più volte razzato da molteplici automezzi pesanti i conducenti dei quali non mancarono inoltre di appellarlo con poco gradevoli motteggiamenti. Giunto che fu all’attacco della salita, l’incomprensibile si produsse in un ulteriore scatto ed al grido –Pantani, Pantani, scatto di Pantani-  compì i primi cento metri in buona agilità (con velocità comprese tra i 7 ed i 5 km/h), per poi indurirsi progressivamente fino alla paralisi completa insorta negli arti inferiori nel giro dei successivi 300 metri.
   Una nuova gozzata di soluzione e l’anfetaminico era repentinamente in sella ma, vedendo stizzito che l’erta via non accennava a spianare, venne colto da sconforto e rassegnazione profondissimi cominciando nell’ordine a maledire: la temperaturina dell’assolata giornata, l’assoluta ignoranza circa il concetto filosofico di preparazione fisica ma soprattutto il non aver trovato, al momento di partire, né i pantaloncini imbottiti né le scarpe da tennis, sostituiti furbescamente con tecnicissimi costume e zoccoli, rispettivamente.
   Indicibili dolori e fatiche miste a frustrazioni accompagnarono il Gionti in località Ortacavoli, dove giunse stremato ed iroso, soprattutto iroso. Il destino volle che in quel frangente si materializzasse, come per incanto, il Santo Protettore degli Itinerari il quale si accorse immediatamente delle vergognose condizioni  del ciclista, letteralmente collassato sull’erba con un pluri infarto miocardico in pieno corso. Colto da immensa pietas il benefattore si accinse con fare sibillino a fornirgli un po’ di ristoro facendogli bere il rimanente contenuto della borraccia, credendo si trattasse di semplice acqua. Tosto il mefitico intruglio ebbe il suo effetto ed il Gionti si riebbe, più iroso e meno lucido che mai ed imbracciato un grosso randello si accinse a malmenare ripetutamente il piissimo lordandolo inoltre con ingiurie irripetibili. Il Protettore sopportò con santa pazienza i bestiali sfoghi del collerico per i primi due secondi risolvendosi poi a scagliare sul meschino un terrifico anatema: l’indegno fu condannato a mantenere la propria faccia, su un corpo di splendida fanciulla.
   La notizia si sparse repentina nelle valli, dove il culto del santo acquistò nuovo vigore e rispetto.
   Il Gionti ha scoperto una nuova identità, che non manca di colmarlo di nuove soddisfazioni, come ogni azione ispirata dal Santo Protettore degli Itinerari.

 

 

 

 

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