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San Mauro Cilento

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Altitudine s.l.m. : 467-560 m.

ab 1.020

Dista 80 km. da Salerno, raggiungibile con uscita sull’autostrada Salerno-Reggio di Calabria al casello di Battipaglia, e quindi mediante la nazionale 267; bivio di Mezzatorre ad un chilometro prima di Acciaroli.
La stazione FS più vicina è Agropoli sulla linea Salerno-Reggio di Calabria. Collegamenti giornalieri tramite autolinee pubbliche con Agropoli-Salerno e Vallo della Lucania e stazione FS.
E’ formato da due gruppi di abitazioni dette rispettivamente Casalsoprano e Casalsottano.

Casalsoprano, propriamente San Mauro Cilento, capoluogo, a sua volta, è formato da alcuni gruppi di case (Serra, Vallongella, Sorrentini, Ratto) che sono rimasti in gran parte quelli di un tempo, dai vicoli stretti e ripidi, con pochi interventi recenti, quasi deserti a causa dell’intensa emigrazione. La strada provinciale attraversa il nucleo più consistente, Serra, nella cui piazzetta si affacciano alcuni palazzi gentilizi e la cappella di San Nicola; quattro archi chiudono le entrate principali e rappresentano quel che resta delle antiche porte. E’ sovrastato dalla montagna (Monte della Stella, m. 1131) i cui rigogliosi boschi offrono a qualche minuto di cammino un ambiente naturale pressoché incontaminato. Gli abitanti vivono ancora la buona cultura contadina nella quale il lavoro della terra, anche se non è più l’occupazione prevalente, rappresenta un confronto continuo con i nuovi stimoli, ai quali resistono ma ne restano anche coinvolti, per quell’essere proprio del contadino affascinato del nuovo ma legato alla zolla che costituisce uno dei punti di riferimento principali della vita quotidiana.

Casalsottano, adagiato sulla dorsale di una collina che si protende verso il mare, circondato da uliveti secolari, appare elegante nella sua rusticità, invitante per la calma signorile che si respira tra le abitazioni e nelle stradine, tra le chiese e gli orti, dove il profumo della salvia e del rosmarino sembra plasmare il paesaggio agricolo, ben tenuto e fonte di reddito per molti degli abitanti. Il genuino senso di ospitalità degli abitanti non contrasta con la vivacità propria dell’ambiente paesano, che resta tale in tutti suoi aspetti. Alcuni interventi edilizi del passato hanno in parte interrotto l’armonico susseguirsi della abitazioni lungo la via principale: ma l’impianto urbanistico antico ancora si legge bene in tutte le sue componenti e si presta al razionale e intelligente utilizzo che le attività culturali curano, animando e vivacizzando l’ambiente specie in occasione delle feste molto sentite e partecipate anche dagli abitanti dei paesi vicini. Alcune attività agricole incentrate sulla coltivazione dell’ulivo e sulla produzione di olio e di altri prodotti della terra, ha creato un certo interesse attorno all’agricoltura che altrimenti rischiava di restare di sola sussistenza. La grande mole della chiesa parrocchiale e le sagome degli altri luoghi di culto che dominano solitari o sovrastano i tetti delle case, ancora rappresentano i punti di riferimenti anche sociali e culturali, come nei secoli passati.

Profilo storico

I nuclei abitati che oggi formano Casalsoprano erano un tempo altrettanti distinti villaggi facenti parte, unitamente a Casalsottano (v. oltre) e ad altri scomparsi, di quell’unico complesso rurale detto Casale di San Mauro del Cilento, con evidente riferimento alla chiesa, da sempre naturale punto di riferimento culturale, ma anche geografico, trovandosi in posizione centrale rispetto ai suddetti abitati. Per quanto riguarda i nuclei di Casalsoprano non si hanno notizie né testimonianze di cultura materiale antecedenti al 1130 quando è citato per la prima volta Serra e nel 1187 Sorrentini; Ratto e Vallongella compaiono citati a partire dal XVI secolo. Quasi certamente si tratta di insediamenti periferici al nucleo urbano vero e proprio, giustificati dalla vicinanza della montagna, in funzione dello sfruttamento della quale essi andarono formandosi. Solo Serra appare diverso in quanto fortificato e dalla struttura feudale, ove un tempo sorgeva la chiesa di San Martino e ancora oggi quella di San Nicola: culti che ci rimandano all’epoca longobarda, testimoniata poco più a valle dalla collina della Sala, antica residenza di un signore longobardo e dalla vicinanza della cima del Monte della Stella, un tempo denominato Monte Cilento, ove sorgeva la fortezza omonima. In questi nuclei, all’epoca di cui sopra, vivevano ben 55 famiglie che, unitamente al vallone del torrente Jandolo, appartennero ai Sanseverino i quali le tennero fino alla loro caduta (1552), per poi passare a vari feudatari, il cui governo ne determinò la lenta decadenza. E’ solo agli inizi del XIX secolo, quando Serra venne individuato come capoluogo di Comune, che si consolidò un unico toponimo, Casalsoprano, appunto, per indicare quei gruppi di abitazioni che raggiunsero il massimo sviluppo demografico nel 1881 con 624 abitanti; ma il nome del Comune fu San Mauro del Cilento, col recupero del toponimo antico dell’intero "casale" (gruppo di villaggi e fondi facenti capo ad una chiesa).

Ma la zona doveva essere nei tempi antichi di particolare interesse se, in località Témpa del Monaco son venuti casualmente alla luce di recente numerosi cocci di ceramica databili dal V secolo a. C. ai primi secoli dell’alto medioevo: ciò ci fa pensare ad un insediamento rurale di piccole proporzioni, ma la cui presenza sul luogo è stata continuativa. Esso va messo in relazione con la città fortificata che sorgeva sul soprastante Monte della Stella, che eruditi studiosi del XVIII secolo e leggende locali indicano col nome di Petilia, mentre fonti documentarie antiche dicono Lucania (V - IX secolo d.C.) e poi Cilento (X- XIII secolo). Verosimilmente quell’insediamento doveva esistere in funzione dello sfruttamento dei fertilissimi falsopiani che circondano il corso alto del torrente Jandolo, come riserva alimentare per gli abitanti di quella fortezza. L’occupazione longobarda del sito e la presenza di monaci italo greci a partire dal IX secolo, determinarono il formarsi sul luogo di numerosi altri insediamenti rurali che crebbero quando nell’XI secolo passarono sotto il dominio della badia di Cava dei Tirreni. E’ del 1092 la prima notizia documentata di un "casale" denominato San Mauro che nella parte a valle della chiesa omonima annoverava alcuni villaggi (Quarrata, Staviani, Sirignano, Sammati, la Croce, la Palomenta), tutti scomparsi probabilmente all’epoca della guerra del Vespro (1282-1302) quando queste terre furono brutalmente saccheggiate. Fu allora che i superstiti si rifugiarono attorno alla chiesa di San Mauro e formarono un unico grande nucleo abitato che a partire dal XVI secolo andò denominandosi "Casalsottano" in ragione della posizione topografica rispetto all’altro gruppo di abitazioni più a monte. Certamente il decisivo decollo del nuovo abitato avvenne in seguito all’immigrazione di alcune famiglie greche, profughe della distruzione di Costantinopoli avvenuta ad opera dei Turchi nel 1453: si rifugiarono a San Mauro perché qui viveva fin da ragazzo, in qualità di ostaggio a garanzia di trattati tra il Regno di Napoli e l’Impero Bizantino, il legittimo erede al trono di Bisanzio, Ruggero Paleologo. E’ da ascriversi a queste contingenze la costruzione della chiesa dello Spirito Santo, del palazzo dei Paleologo e del coro ligneo della chiesa parrocchiale che porta impressa l’aquila bicipite, emblema della famiglia reale di Bisanzio. L’abitato, abilmente gestito dalle famiglie gentilizie e dal clero, più che dai legittimi feudatari, si sviluppò gradualmente attorno a questi edifici e raggiunse il suo massimo incremento demografico nel 1881 con 774 abitanti.

Nei pressi del mare si è formato di recente un discreto nucleo di abitazioni, Marina di Mezzatorre, a funzione prevalentemente turistica.

Qui un tempo sorse un importante porto, San Primo, menzionato per la prima volta nel 994, che appartenne alla badia di Cava dei Tirreni e fu attivo fino alla guerra del Vespro (1282-1302) quando l’abitato vene completamente distrutto dagli Aragonesi.

Ultimo aggiornamento: 20 novembre 2001 10.30 © 2001, Centro di Promozione Culturale per il Cilento.
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