THE
LORD OF THE RINGS - THE TWO TOWERS
IL SIGNORE DEGLI ANELLI - LE DUE TORRI - a
cura di Corrado Pirovine
Regia di Peter Jackson. Con Viggo Mortensen, Ian McKellen,
Ian Holm, Christopher Lee, Elijah Wood, Sean Astin, Billy Boyd, Miranda Otto,
John Ryhs Davies, Hugo Weaving, Bernard Hill. Liv Tyler, Andy Serkis, Orlando
Bloom, Karl Urban, David Wenham, Brad Dourif.
Quando in Italia ancora lo stiamo aspettando, in gran parte del resto d'Europa
è già uscito e commentato. Si tratta dell'attesissima seconda parte della
trilogia tolkeniana dedicata al mondo fantasy e conosciuta con il nome de
"Il Signore Degli Anelli". Chi vi scrive ha avuto l'opportunità di
vedere la pellicola in un cinema di Madrid, in netta anteprima rispetto alle
date italiane.
Sull'onda del successo del primo episodio, se mai ce ne fosse stato bisogno,
anche questo secondo promette scintille al botteghino con incassi da capogiro,
nonostante rappresenti un periodo di transito nel racconto epico tra il bene ed
il male.
La trama:
avevamo lasciato la Compagnia dell'Anello in frantumi, con la morte di
Boromir, il rapimento di Merry e Pippin, la fuga solitaria di Frodo e Sam e la
caduta nel burrone di Gandalf, vittima del Balrog. Alla fine del primo film, che
non coincide con la fine del primo libro, il male rappresentato da Sauron e
dallo scatenato Saruman sembrava pertanto avere un netto sopravvento.
In questo capitolo, continuiamo a seguire le vicende dei vari componenti del
gruppo, ormai separati e condotti dal destino verso sorti più diverse; Frodo e
Sam continuano il loro viaggio accompagnati dalla creatura Gollum, vittima di
una doppia personalità e alla perenne ed avida ricerca dell'anello; Merry e
Pippin, persi nella foresta di Fangorn, si imbattono in creature millenarie
mezzi uomini e mezzi alberi dal carattere placido eppure iracondo; Legolas,
Aragorn e Gimli incontrano invece sul loro cammino i cavalieri guidati dal
temerario Eomer, fratello della guerriera Eowyn, entrambi nipoti del re degli
uomini Theoden con il quale stringeranno una fedele alleanza. Vittima di un
incantesimo di Saruman, Theoden è scontroso e avverso, ma verrà redento da
Gandalf, ricomparso improvvisamente sotto le spoglie di uno stregone Bianco.
Saranno loro, con Theoden al comando, a guidare la strenua difesa del popolo
degli uomini, attaccato dall'esercito di Saruman presso il rifugio del fosso di
Helm.
La tecnica:
da un punto di vista strettamente tecnico non ci sono grosse differenze rispetto
al primo film. Le vicende inquadrate dal regista sono sempre dipinte
magistralmente nello splendido scenario della Nuova Zelanda e sono accompagnate
da una nuova colonna sonora ideata da Howard Shore avente come punti di forza i
motivi legati alle epiche vicende del re Theoden, vero e proprio protagonista di
questa seconda parte. Il clou del film si registra invece verso la fine con
l'interminabile battaglia al fosso di Helm tra uomini ed esercito di Saruman
(circa 50 minuti...): è forse l'unica grande differenza in fatto registico tra
i due film in quanto La
Compagnia Dell'Anello non prevedeva, a
parte il velocissimo prologo, scene di guerra pura; anche in questo campo
Jackson se l'è cavata egregiamente con movimenti di camera ai limiti della
fantasia. Questo secondo episodio è comunque più consono allo stile del
regista in quanto prevede un'azione predominante rispetto al dialogo che invece
era fondamentale nella prima pellicola per introdurre personaggi ed avvenimenti.
Chi teme le lunghe ma necessarie chiacchierate tra Gandalf e Bilbo o Frodo o gli
interminabili ma inevitabili monologhi di Galadriel può stare tranquillo.
In un contesto fantastico in cui gli effetti speciali la fanno da padrone è
comunque giusto sottolineare il grande realismo di due nuovi personaggi: l'Ent
Barbalbero e l'ex-hobbit Gollum. Il primo, visibile insieme al suo popolo,
richiedeva, specie per le inquadrature totali una meticolosa analisi dei
particolari riuscita in pieno mentre il secondo è semplicemente perfetto con
tutte le sue sfumature.
Infine una piccolissima macchia tecnica: in un paio di occasioni compaiono degli
errori di montaggio piuttosto evidenti nella posizione degli attori tra uno
stacco e l'altro delle scene (con Aragorn, soprattutto). Anche se infinitamente
piccoli rispetto alla maestosità del tutto, sono errori che si percepiscono e
che sul momento lasciano interdetti; comunque si perdonano.
Il cast: praticamente
è lo stesso del primo film, anche se si aggiungono nuovi personaggi e qualcuno
è momentaneamente sparito. Non ci sono Bilbo (Ian Holm) e Galadriel (Cate
Blanchett) mentre appaiono pochissimo Elrond (Hugo Weaving) ed Arwen (Liv Tyler).
Rispetto a La
Compagnia Dell'Anello sono limitati,
unicamente per via della trama, le apparizioni di Ian McKellen (il solito
straordinario Gandalf) e di Dominic Monaghan e Billy Boyd (Merry e Pippin).
Come detto, compaiono due nuovi personaggi ma se Barbalbero è
completamente digitalizzato (con la voce inglese di Rhys Davies che interpreta
Gimli) Gollum è in parte vivo grazie ad Andy Serkis. E' forse l'essere più
complesso del film: i suoi movimenti sono riprodotti fedelmente da quelli di
Serkis grazie ad una speciale tuta dotata di sensori mentre la sua voce,
stridula e gutturale, è proprio quella di Serkis stesso. E' davvero
sorprendente e non è un caso che per Gollum si sia provocatoriamente parlato
di una fittizia candidatura all'Oscar in una categoria non meglio precisata.
Per quanto riguarda gli attori del primo film, i giudizi sono gli stessi con il
solo Viggo Mortensen (Aragorn) leggermente sottotono in alcune occasioni. Un
bravo in particolare va a Sean Astin che caratterizza sempre meglio un Sam dallo
spessore rilevante.
Tra i nuovi invece entrano Karl Urban (un fiero Eomer), Miranda Otto (graziosa e
vigorosa Eowyn), Brad Dourif (viscido Vermilinguo, consigliere di Theoden ma
servo di Saruman) e David Wenham (ambiguo e valoroso Faramir, fratello del
Boromir del primo film).
Un discorso a parte merita Bernard Hill che incarna Theoden, re degli
uomini di Rohan, uno dei più importanti e caratterialmente imponenti
protagonisti dell'intera trilogia. Il vigore e la solennità che trasmette al
suo personaggio sono tangibili ed evidenti ed è forse, insieme a Gollum, la
sorpresa più netta del cast.
Conclusioni:
come nel caso de La
Compagnia Dell'Anello, questo è un film da
vedere assolutamente ma sconsigliatissimo a chi non ha visto la prima parte. A
differenza delle trilogie commerciali (Jurassic Park o Scream per esempio) i cui
episodi possono essere visti separatamente, Le Due Torri fa parte
di un mondo complesso, inscindibile dal suo passato e dal suo futuro, come nel
caso delle vere saghe (Guerre Stellari o Ritorno Al Futuro). E' pertanto un
delitto vederlo senza avere avuto il piacere di deliziarsi con il primo
capitolo. Mi raccomando.