Cannes 2006
59a edizione 17-28 maggio

Le rivendicazioni

Cannes, grazie alla sua posizione mediatica, è il palcoscenico ideale per chi ha qualcosa da rivendicare. Prima le manifestazioni sulla Croisette degli studenti cinesi che vogliono rimarcare la mancanza dei diritti civili in patria, in occasione della presentazione di Summer Palace di Lou Ye, film che rievoca i fatti del 1989 e che rischia di non vedere la luce nelle sale di Pekino, poi in rue D’Antibes è sfilato il Collettivo per la difesa e lo sviluppo dei servizi pubblici, con tanto di bandiere rosse e una gigantografia del Che. E suor Marie-Michele, un personaggio davvero alla Almodovar esorcizza il festival dalle eresie peccaminose del Codice da Vinci. Come recita Penelope in Volver-Tornare, forse è il vento del sud che rende tutti folli, e il vento qui a Cannes non manca. Pedro Almodovar ci fa sognare col suo nuovo lavoro: Volver-Tornare. E’ un’opera tutta al femminile, con tre generazioni a confronto. Una nonna, Carmen Maura, una mamma, Penelope Cruz, e una figlia, Yohana Cobo. Tre storie che vagano attorno al ricordo delle anime dei parenti defunti, quasi sempre per morte violenta, con titoli di testa presentanti l’ipocrisia di chi passa il tempo a lucidare il marmo delle tombe dei propri congiunti. Una pellicola che scorre veloce, con trucidi azioni raccontate con la solita leggerezza e l’alto senso dell’umorismo del regista. Drammi che comprendono omicidi, incesti, incomprensioni, familiari, morti che tornano dal passato. Un gioco condotto con maestria sia da Almodovar sia dalle sue attrici. Non mancano le battute mitiche all’Almodovar, tipo quella di Penelope, sorpresa con del sangue di un cadavere sul collo che spiega a chi le chiede se e’ ferita: no, sono cose da femmine. Pedro cita la Magnani e non a caso.

 

Volver

 

E’ uno dei suoi miti melodrammatici, che vorrebbe poter trasportare sullo schermo. E per questa storia intensa ha scelto un’attrice che finalmente torna a dimostrare quello che è, una buona artista europea, possibilmente d’autore, lontana da Hollywood o dai blockbuster alla Besson, tipo Fanfan La Tulipe. Lo dimostrano i passaggi più toccanti e drammatici del film, tipo quello in cui canta accompagnata dalle chitarre, osservata di nascosto dalla madre (o dal suo fantasma), impersonata da un’altra attrice feticcio di Pedro, Carmen Maura.

Nei festival ci sono poi delle sequenze che si ripetono in diversi film. In Volver Penelope Cruz si siede sul water, così come la protagonista di Shortbus di John Cameron Mitchell, e diversi personaggi spiati da una sorta di "Grande fratello" in Southland Tales di Richard Kelly. In quest’ultimo film tre maschietti aggrovigliati tra loro in una scena di sesso selvaggio, cantano l’inno americano, mentre nel film di Kelly, lo stesso inno e’ cantato su un dirigibile, con sottofondo di violini elettrici.

Marcello Moriondo

Link: www.festival-cannes.org

 

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