Festival di Cannes 2012
65a edizione 16-27 maggio

L'edizione 2012 del Festival di Cannes è stata costituita anche da un manipolo di autori che sono di stretta osservanza cinefila, come Bertolucci, Resnais, Carrax, Cronenberg, tutti grandi firme alcune delle quali saltate fuori a sorpresa e che non figuravano nelle previsioni. La sessantacinquesima edizione del Festival è stata spostata nella seconda metà del mese di maggio per non sovrapporsi alle previste Elezioni Presidenziali francesi ed è stata festeggiata fin dallo splendido poster, con la divina Marilyn Monroe nello scatto di Otto L. Bettmann e una sola candelina. l'apertura con Moonrise Kingdom dello statunitense Wes Anderson, il primo film di live-action di Anderson da "Il treno per il Darjeeling" del 2007 e che vede la partecipazione di Bill Murray, Jason Schwartzman, Bruce Willis, Tilda Swinton, Frances McDormand e Edward Norton nella storia di due 12enni del New England che si innamorano, fanno un patto segreto e decidono di scappare insieme in un’isola selvaggia davanti al New England nel 1965, con tutti gli abitanti della loro cittadina che si mettono a cercarli. A seguire molti si aspettavano una certa proposta di nuovi registi statunitensi, risultati poi mai comparsi, oppure qualche novità di nuovi registi rispetto al consolidato tema di affermati direttori di film.

Il concorso ufficiale

Presieduta da Nanni Moretti, la giuria del 65° Festival di Cannes ha valutato un concorso sulla carta molto promettente e stabilito quale più importante vincitore la malattia e la sofferenza di una coppia attempata con l'89enne Jean-Louis Trintignant che affronta un momento difficile quando la moglie Emanuelle Riva viene lesa da un ictus in Love del regista austriaco Michael Haneke, che si aggiunge al club ristrettissimo dei duplici vincitori di una Palma d'oro. Il Grand Prix è stato assegnato al nostro Matteo Garrone per Reality, e anche qui siamo al secondo Gran Premio al Festival di Cannes in schietta altalena tra finzione e realtà sul fenomeno dei reality show, tutto il mondo della televisione e sull'alterazione di prospettive che il mezzo produce in Italia. La divertente commedia del regista britannico Ken Loach The Angels' Share su sceneggiatura del fedele Paul Laverty supera ottimisticamente l'austerità e riscuote il Premio della Giuria con una favola sociale sugli emarginati dentro una avventura di imbrogli e dileggi al whisky scozzese. Al messicano Carlos Reygadas viene aggiudicato il Premio della regia per il pretenzioso Post Tenebras Lux. Meritato anche il premio per l'interpretazione maschile all'attore danese Mads Mikkelsen l'innocente maestro che vive l'incubo di essere accusato di pedofilia in The Hunt del conterraneo Thomas Vinterberg, tutto riflessione sulla manipolazione e il conformismo. Tratto da una storia vera, Beyond the Hills del rumeno Cristian Mungiu guadagna il premio per le due giovani protagoniste di una storia di amour fou in un monastero e quello per la sceneggiatura. A bocca asciutta i francesi e gli americani: oltralpe si poteva scommettere in un premio per Marion Cotillard attraversata dal melodramma di dolore, amore e redenzione in De rouille et d’os / Rust & Bone di Jacques Audiard e Holy Motors del redivivo, visionario e spiazzante Leos Carax, che ritorna al lungometraggio dopo tredici anni e finisce nel cimitero parigino di Père Lachaise ai tempi di Internet con Eva Mendes (in versione Amy Winehouse) e Michel Piccoli, oltreoceano Cosmopolis del canadese David Cronenberg dal romanzo di Don DeLillo con Juliette Binoche, Paul Giamatti e Robert Pattinson, giovane miliardario che vive in un attico su tre piani insieme alla moglie ugualmente facoltosa. Stanco della routine oltrepassa Manhattan e finisce nel West Side, viaggio metaforico alla ricerca della proprie origini e della fine. On the Road, peraltro invano già atteso nella precedente edizione, del brasiliano Walter Salles ricostruisce i momenti passati da Jack Kerouac insieme all'amico Neal Cassady ad attraversare gli States alla ricerca di se stessi. Come il western proibizionista degli anni '20 dei bootleggers, fabbricanti clandestini di alcolici contro sceriffi e poliziotti in Lawless di John Hillcoat dal cast stellare nella Virginia anni '30. Ignorato pure V tumane/In The Fog dell'ucraino Sergei Loznitsa sulle cupe tragedie di pagine sconosciute della Seconda Guerra Mondiale tra nazisti e partigiani russi a contrastarsi tra monti e neve.

Il fuori concorso

Madagascar 3 fuori concorso per la regia di Eric Darnell, Tom McGrath e Conrad Vernon, col solito gruppetto di quattro impunite bestie da zoo Melman, Alex, Marty e Gloria che cercano di tornare a New York dall'Africa passando anche per Monte Carlo (a un tiro di schioppo da Cannes), Londra, Roma e le Alpi svizzere. Woody Allen: a documentary di Robert E. Weide ripercorre la carriera e gli amori del regista capace di passare dalla irresistibile vena comica degli inizi alla commedia più intima, passando in rassegna successi e tonfi di botteghino, esponendo insofferenze e idiosincrasie, sempre in una luce rilassata e dal ritmo divertente. Il 4 aprile, giusto qualche giorno dopo aver terminato il montaggio del film, Claude Miller veniva vinto dalla malattia: Thérèse Desqueyroux è dunque l'ultimo film, che ha chiuso il Festival di Cannes, ambientato nella campagna dei dintorni di Bordeaux, con le sottese atmosfere minacciose e per l'approfondimento delle ripercussioni psicologiche della vicenda, con Audrey Tautou che interpreta il ruolo del titolo e che si procura l'arsenico contro un marito soffocante come tutto il suo mondo.

Un certain regard

Giusto un gradino sotto al concorso ufficiale per interesse di tematiche e di appeal di direzione, questa sezione sforna sempre titoli interessanti, fosse anche nel poco convincente Confessions d'un enfant du siècle di Sylvie Verheyde con il chiacchierato cantante Pete Doherty nella Parigi del 1830 in una vita di dissipatezze fino a ritirarsi in campagna dove incontra Charlotte Gainsbourg in un trasudare di romanticismo decadente, passione e tormento. Più secco e attuale il drammatico Elefante blanco dell'argentino Pablo Trapero in una bidonville di Buenos Aires dove un prete vive in prima linea e sulla sua pelle tutte le difficoltà di povera gente comune costretta a convivere con malavita, sparatorie e narcotrafficanti. Trois mondes di Catherine Corsini mette a confronto la tranquillità del vivere nell'agio col dramma di una moldava senza permesso di soggiorno resa vedova per un comportamento superficiale in una alternanza di vite incrociate e indagini psicologiche. In A perdre la raison di Joachim Lafosse ritorna la formidabile coppia di "Il profeta" di Jacques Audiard: Tahar Rahim e Niels Arestrup vivono il dramma familiare di una madre che non regge alla depressione, alla fragilità e alla dissociazione persecutoria.

Quinzaine des réalisateurs

Col cambio della guardia alla direzione di questa sezione creata all'indomani del maggio '68 ora guidata da Edouard Waintrop, apriva la sezione lo sperimentale The We and the I di Michel Gondry sulle dinamiche sociali giovanili dell'adattarsi dei ragazzi ad un gruppo scolastico segue un ritorno a casa su un autobus per le strade di Brooklyn con una imprevedibile forza distruttiva e vendette postume. Sull'altopiano andino c'è una pensione decadente chiamata La Sirga di William Vega, film duro di gente povera e dal futuro senza speranza, condannata a rimanere in un luogo inospitale e circondato di minacce invisibili. Infancia clandestina di Benjamin Avila narra della lotta sotterranea contro la dittatura militare argentina con toni da thriller politico e melodramma tradizionale, pur mantenendo alto una attrattiva di coinvolgimento. Chiudeva la commedia divertente e leggera Camille redouble di Noémie Lvovsky, attempata divorzianda che si ritrova sedicenne a decidere col senno di poi se lasciarsi conquistare dal brufoloso ragazzone e poi marito.

Mercato

La condizione del mercato a Cannes ha risentito della evoluzione mondiale, caratterizzata da un clima di incertezza e quindi un affievolimento dell'interesse verso i film di genere e dalla accentuarsi della necessità di coincidenze favorevoli sia sui film d'arte che sul blockbuster. Allora la contrazione di pubblico anche per questi titoli determina il successo solo grazie a eventi fortunati. Concluso giovedì (e con qualche chiusura negli stand preceduta al mercoledì), quindi in anticipo sulla chiusura domenicale del festival, il Marché di Cannes 2012, ha visto le sue partecipazioni in progresso dell'8% rispetto all'anno precedente. Come soluzione alternativa c'è anche la possibilità di recuperare le visioni perdute tramite lo streaming della piattaforma festivaliera Cinando, un servizio del Marché du Film. Curiosamente i diversi giorni di brutto tempo che ha imperversato sulla cittadina azzurrana hanno incrementato la vivacità di business e le "screening admissions", con un incremento del 25%. Nondimeno mercato in crescita sulla Croisette, quando i paesi intervenuti sono stati 109 in totale con 13 partecipanti per la prima volta, tra Africa, America Latina, Mongolia e Bangladesh. Molti gli arrivi dalle piazze emergenti di America Latina (+21%) e Asia (+15%). Grande importanza sta assumendo anche lo spazio dei documentari con 626 di cui 472 terminati. Al mercato erano visionabili 4.659 film, con 3.028 novità di mercato e 2.753 pronti. Le proiezioni sono state 941 e le prime 741.

Eventi

Numerosi gli omaggi extra: su tutti primeggiava il restauro della Film Foundation di Martin Scorsese della versione arricchita di 25' inediti di C'era una volta in America di Sergio Leone. A seguire Alfred Hitchcock con The ring, Roman Polanski con Tess, Roberto Rossellini con Viaggio in Italia, Steven Spielberg con Lo squalo. Tutte le copie facevano parte della sezione "Cannes Classics", partita nel 2004 a seguito dell'avvento del cinema digitale in 4K. Le lezioni di cinema sono state tenute da Philip Kaufman, quello de L'insostenibile leggerezza dell'essere e dal veterano Norman Lloyd, attore produttore e regista

Maurizio Ferrari

I premi

Palma d’oro a Amour di Michael Haneke.
Premio per la Regia a Carlos Reygadas per Post Tenebras Lux.
Grand Prix della giuria Reality di Matteo Garrone.
Premio della giuria a The Angel's Share di Ken Loach.
Premio per il miglior attore a Mads Mikkelsen per Jagten (The Hunt) di Thomas Vinterberg.
Premio per la migliore attrice a Cristina Flutur e Cosmina Stratan per Depa Dealuri (Beyond the Hills) di Cristian Mungiu.
Premio per la Sceneggiatura a Cristian Mungiu per Depa Dealuri (Beyond the Hills).
Caméra d’or a Beasts of the Southern Wild di Benh Zeitlin.
Un Certain Regard Special Distinction a Djeca (Children of Sarajevo) di Aida Begic.
Premio della giuria Un Certain Regard a Le Grand Soir di Gustave Kelvern e Benoît Delépine.
Premio Un Certain Regard a Despues de Lucia di Michel Franco.

Maurizio Ferrari

Link: www.festival-cannes.org

 

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