RUMORE BIANCO

Regia di: Alberto Fasulo
Suono: Luca Bertolin
Montaggio: Johannes H. Nakajima e Fabio Nunziata
Musiche: Riccardo Spagnol
Montaggio del suono: Riccardo Spagnol, Daniela Bassani e Stefano Grosso
Mix: Paolo Segat
Assistenti alle riprese: Stefano Sut e Igor Francescutti
Fotografo di scena: Carlo Ferrato di Sbrojavacca
Manifesto: Guido Scarabottolo
Produttori: Paolo Benzi, Alberto Fasulo e Alessandro Rossetto
Origine: Italia 2008
Distributore: Tucker Film
Link: www.filmrumorebianco.com www.cecudine.org www.cinemazero.it
Durata: 90’
Produzione: FaberFilm, Wildside Media ed RTSI Televisione Svizzera
Programmato dal 28 novembre 2008

Dalle note di produzione:
Un fiume, il Tagliamento, "spina dorsale del Friuli", con il suo greto bianco e sinuoso è il protagonista di un nuovo film del cinema italiano. Un documentario "in forma di poesia" che ha la forza di raccontare un luogo segreto, uno spazio a Nordest quasi in disparte, timido e contemporaneamente vigoroso, carico di terra e di sassi, di storia e soprattutto di uomini.

Il film si intitola RUMORE BIANCO è diretto dal un giovane autore indipendente, Alberto Fasulo, prodotto dalla Faber Film, dal 28 novembre raggiungerà la sale italiane distribuito dalla neonata Tucker Film e, il 16 novembre, sarà in anteprima internazionale, al Festival dei Popoli – Festival Internazionale del Film Documentario di Firenze. La peculiarità di quest’opera, che coraggiosamente si propone al pubblico nei cinema di tutta Italia, consiste nell’andare alla scoperta delle bellezze naturali di un fiume, dalle sorgenti alla foce, considerato unico nel suo genere in Europa - di valore inestimabile dal punto di vista ecologico-ambientale - raccontando le storie che a quel fiume sono strettamente connaturate lungo tutti i 170 chilometri del suo corso.

E’ sul fiume che incontriamo la vecchia contadina che cucina il pollo, rastrella rami e fronde con movimenti lenti e arcaici, per poi dilettarsi con le amiche, vecchiette quanto lei; è sempre sul fiume che si incrociano i bonificatori di bombe sempre a caccia di ordigni bellici inesplosi; i giovani scienziati svizzeri che ne studiano i "rituali misteriosi"; la pattuglia di militari; la squadra di operai e i tecnici della diga; il comitato della festa del fuoco e infine agli adolescenti della Bassa (verso la foce) impegnati in acrobatici giochi d’acqua, i cui corpi scottati dal sole, in un giorno d’estate, brillano di calore.

"Il fiume, dunque, come un vasto filo vivente, connessore dell’esperienza umana": di chi ci vive e lavora, chi sogna, ricorda, gioca, riesce o fallisce e comunque combatte. Di tutte queste vite e questi volti, il film (e il Tagliamento) è un vasto affresco poetico, "un quadro di vivissima, ma dolorosa vitalità".

I suoni dell’acqua che scorre - il sonoro di RUMORE BIANCO, tra i punti di forza del film, è in presa diretta, senza voce fuori campo -, il suo rumore sordo, bianco ("rumore bianco" è anche il termine con cui scientificamente si indica il rumore dell’acqua), è catturato in 90 minuti da uno sguardo puro, quello del regista originario di quei luoghi, di una Regione che è stata snodo e crocevia nella Storia d’Europa. Sguardo che "ha - e ci restituisce - il sapore e l’entusiasmo delle scoperte giovanili di Pier Paolo Pasolini" e il tocco lieve del cinema fatto di natura di Franco Piavoli.

Girato in 16mm (poi trasferito in 35mm) nel corso di 14 mesi da una troupe ridotta e per alcune sequenze dal regista soltanto in una sorta di perfetta solitudine e perfetta fusione con l’ambiente, il film si sviluppa in più blocchi narrativi pur rimanendo un viaggio fluido come fluida è l’acqua su cui galleggiano i personaggi. Lo spettacolo della natura accanto all’inesauribile universo umano degli abitanti del fiume, stretti alla corrente. Questo fluire dell’acqua e delle immagini è stato magnificamente colto e interpretato da Guido Scarabottolo, tra i più grandi illustratori italiani che firma il manifesto ufficiale del film.

 

 

La necessità e la convinzione di portare al cinema RUMORE BIANCO - sul Tagliamento, il fiume che, ricordiamolo divide il Friuli a metà - è stata la motivazione per far unire le due sponde: quella pordenonese e quella udinese, portando CINEMAZERO ed il CENTRO ESPRESSIONI CINEMATOGRAFICHE (C.E.C.) a congiungere le forze per iniziare una nuova attività distributiva e produttiva con la società Tucker Film. Dopo più di trent’anni dedicati all’esercizio, Cinemazero e C.E.C. (con il Visionario di Udine) hanno così deciso di costituire la Tucker Film (omaggio al sogno di Preston Tucker, cantato nell’indimenticabile film di Francis Ford Coppola), una società che, in antitesi alle politiche distributive attuali, vuole reagire alle trasformazioni del settore e raggiungere la profondità, quei posti e quei paesi cioè che stanno vedendo lentamente il cinema scomparire; raggiungere insomma i ‘fratelli d’essai’ in tutta Italia da pari, da esercenti. Portare avanti concretamente l’idea che non esista solo il cinema distribuito dai canali ufficiali, ma anche e sempre di più, un cinema nascosto ma non meno interessante. Indipendente ma non per questo povero di idee e di immagini al fianco del quale persiste anche un pubblico che ancora conserva curiosità non solo verso il mainstream.

ALBERTO FASULO è nato a San Vito al Tagliamento. Ha iniziato il suo percorso di formazione in ambito cinematografico con lo studio dell’opera di grandi maestri del cinema documentario internazionale: Frederick Wiseman, Vittorio De Seta, Johan Van Der Keuken, Robert Kramer. È stato assistente alla regia per diversi film, tra cui Chiusura di Alessandro Rossetto, e fonico in Feltrinelli dello stesso Rossetto, in Pietre Miracoli e Petrolio di Gianfranco Pannone, in Bianciardi di Massimo Coppola. Ha collaborato con altri registi, tra cui Francesca Comencini, come aiuto operatore per il film Mobbing, prodotto da BiancaFilm/RaiCinema/BIM e come operatore per il cortometraggio Anna, vive a Marghera, prodotto da ZENTROPA (Danimarca), a fianco del direttore della fotografia Luca Bigazzi. Operatore alla macchina in L’orchestra di piazza vittorio di Agostino Ferrente, nel 2004 è produttore e regista di Cos’è che cambia, film documentario appassionato sul suo paese d’origine. È produttore e collaboratore di Gian Enrico Bianchi nel film documentario A filo d’acqua.

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 6 gennaio 2009 e successivamente nell’archivio.

 

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