VENGEANCE Regia di: Johnnie To A Macao hanno fatto secca la famiglia, due nipoti, genero e figlia, quasi. Lei s’è salvata per miracolo e ora, per quanto malridotta in un letto d’ospedale e intubata, ha la forza di chiedere al padre vendetta. Quello parte da un flebile indizio, ma le coincidenze lo portano ad accumulare indizi per il suo scopo. Per le indagini si affida a tre professionisti del settore, svelti con le armi e radicati nel territorio. Peccato che lui non sappia distingue le facce degli orientali, che gli sembrano tutte uguali. E oltretutto indistinguibili anche nel carattere e nel comportamento, con gli alleati e il suo nuovo nemico che rimangono abbarbicati nelle convinzioni, sempre intorno alla violenza, più impensabili e intransigenti. Tutti disposti a un duello all’ultimo sangue in piena regola piuttosto che dichiararsi sconfitti. Da parte sua, riesce bene a vendicare la figlia, ma probabilmente la perdita di memoria lo relegherà per sempre a Hong Kong, dopo aver trovato una sua nuova famiglia, imparentata con i suoi killers assoldati che però non sono in grado di aiutarlo a ritrovare la strada verso Parigi, dove la figlia tornerà alla vita. |
Johnnie To è un maestro di Hong Kong, con film pieni di inventiva come Breaking news, e grande appassionato del cinema di Jean-Pierre Melville: non a caso il protagonista si chiama Costello come quello interpretato da Alain Delon in Le Samouraï/Frank Costello faccia d'angelo, di Melville appunto. Il film è pieno di sparatorie molto spettacolari inserite con precisione e tempismo, rallentamenti, accelerazioni, umorismo e una forte vena ironica che allevia la tensione, peraltro sempre presente. E’ una vendetta che si distende lungo tutto il film, con avvicinamenti progressivi al mandante, in una caccia all’uomo senza appello. E' un western moderno, noir, film d'azione ma anche un thriller artistico e storia di amicizia virile. Le finezza francese, oltre ad essere la produzione maggioritaria, deriva dal fascino del cantante e imperscrutabile attore Johnny Hallyday, ormai icona e istituzione nazionale, nella parte di (ex) killer esistenziale che gestisce un ristorante e sono 20 anni che non spara un colpo di pistola. D’altra parte aveva dovuto fare una lunga pausa perché s’era preso una pallottola in testa. Con l’aggiunta e il pericolo che prima o poi ciò gli avrebbe fatto perdere la memoria, obbligandolo a scrivere i nomi dei nemici e degli amici sulle polaroid. Maurizio Ferrari |
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