SOFFIO-BREATH
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2007

Regia di: Kim Ki-duk
Attori: Chang Chen (Jin), Zia (Yeon), Ha Jung-woo (il marito), Hang In-Hyung (un giovane prigioniero), Kim Ki-duk e Lee Joo-Seok
Fotografia: Seong Jong-mu
Montaggio: Kim Ki-Duk e Wang Su-ahn
Musica: Kim Myeong-jong
Art director: Hwang In-jun
Costumi: Lee Da-yeon
Suono: Im Dae-ji
Produttori associati: Song Myeong-cheol e Suh Young-joo
Produttore: Kim Ki-duk
Titolo originale: Soom
Titolo internazionale: Breath
Origine: Corea del Sud 2007
Distributore: Mikado
Link: www.mikado.it www.cineclickasia.com www.arpselection.com
Durata: 104’
Produzione: Kim Ki duk Film Production in associazione con Cineclick Asia e Sponge
Programmato dal 31 agosto 2007

Il Soffio (in inglese Breath, quindi respiro), il sospiro, quello che viene tolto al condannato a morte. C’è anche chi fatica a respirare pur essendo fuori dalla sporca galera. E sono forse le notizie sulle pene capitali inflitte a ridare fiducia a chi si è visto crollare il mondo addosso. La speranza può così tornare, nell’animo di chi ormai pensa che smettere di respirare sia l’unico modo di liberarsi dall’angoscia opprimente. In un freddo inverno che trasforma respiro e soffio in nuvole di vapore, due persone che non si sono mai incontrate condividono i loro destini. Lei lo conosce grazie alle immagini di cronaca della tv. Lui vive la sconsolata solitudine interiore nella violenza carceraria. È in questa fase che le due anime si incontrano, chi dalla sua celle non vede più le stagioni e chi le porta direttamente in carcere. Ancora le stagioni, da Kim Ki-Duk, dopo Primavera, estate, autunno, inverno e poi ancora primavera, del 2003. Ma senza il classico passaggio nel tempo, trimestrale, bensì in immagini affisse sui muri.

 

 

È un gioco in progressione, quasi un musical che si trasforma, diventando sempre più una drammatica favola erotica, tramite un tradimento incosciente, che valica il sottile confine del bacio, sotto il voyeristico sguardo della telecamera di sicurezza, monitorata chiaramente dal direttore dell’istituto di pena. E a sorpresa la musica di Salvatore Adamo, Cade la neve, grande successo del 1964, cantata in coreano dai protagonisti. La Corea del Sud è un Paese che in determinati casi ancora abusa della pena di morte, e le lettere con richiesta di moratoria sono arrivate anche ai vertici del suo governo. La violenza chiama violenza, la morte (soprattutto se istituzionalizzata) non può che creare morte. Se i nostri respiri si fondono l’un l’altro, tramite un bacio o un atto sessuale, forse la violenza e la morte riusciamo a lasciarle alle spalle.

Marcello Moriondo

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo nell’archivio.

 

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