GOMORRA Regia di: Matteo Garrone Si comincia bene, con dei morti ammazzati in un agguato dentro una centro di abbronzatura. Poi di passa a contare i soldi, e tanti e arrivati chissà da dove. Da qui si passa a due ragazzetti, Marco e Ciro, testardi, senza rispetto per le regole e gerarchie e che pensano di passare indenni dall’intralciare la tranquillità del Sistema, venuti per comprare la roba dai negri, che successivamente rapinano a colpi di minaccia di pistola. Franco è il campione dello smaltimento dei rifiuti tossici venuto a Venezia a proporre un smaltimento pulito e a metà del costo di mercato e poi impegnato a riempire una cava con una bella colata di scorie e di cemento laddove qualcun’altro l’aveva svuotata. Lo segue il giovane Roberto, appena laureato, allettato dai lauti guadagni ma che poi abbandona perché gli rimorde troppo la coscienza. Poi passiamo all’alta moda dove i capi più prestigiosi vengono realizzati con manodopera sottocosto in una gara al ribasso in una fabbrica poco più che a conduzione famigliare, con Pasquale che è un sarto bravissimo e che accetta come secondo lavoro notturno quello di insegnare alla concorrenza cinese i segreti del tagli, mettendo a repentaglio la sua vita. Segue una retata della polizia, con spari e tutto il resto. |
Insomma si è di fronte a un film forte, altamente drammatico e dove si coglie tutta la tensione della situazione, fatta di criminalità piccola e grande, figlia di una situazione più grande ancora. Ognuno si arrangia come può, in un vivere dove il concetto di legalità sembra essere lontano, impossibile e poco allettante. Cose incredibili si vedono in questo film, che se uno non le vede di persona non ci può credere, come dei ragazzetti che guidano i camion. Il tutto raccontato in maniera veritiera e senza alcun fronzolo sentimentale nei confronti del Sistema Camorra tra Napoli e Caserta, dove tutto gira in base alle regole della potestà servile e dei soldi, promettendo la morte per chi sgarra. E’ un sistema dove difficilmente si può anteporre la propria volontà e soltanto qualcuno può pensare di stare tranquillo in una ipotetica "normalità", come il tredicenne Ciro, obbligato ad una decisione più grande di lui e dove sa che scorrerà sangue. In questo quadro si mischiano le cinque vicende del film, condotte in parallelo e dove soltanto verso la fine vengono tirati i fili esplicativi di tanti elementi lasciati in sospeso, sullo sfondo furioso del mondo senza pietà di Scampia e Secondigliano. Maurizio Ferrari Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio. |
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