DAVANTI AGLI OCCHI

Regia di: Vadim Perelman
Attori: Uma Thurman (Diana McFee), Evan Rachel Wood (Diana McFee da giovane), Eva Amurri (Maureen), Gabrielle Brennan, Brett Cullen, Oscar Isaac, Jack Gilpin, Molly Price, Isabel Keating, Maggie Lacey, Tanner Cohen, Aldous Davidson, Sharon Washington, Kia Jam, J.T. Arbogast, Jewel Donohue, John Magaro, Lynn Cohen, Nathalie Paulding, Oliver Solomon, Anna Moore e Adam Chanler-Berat
Soggetto: dal libro di Laura Kasischke
Sceneggiatura: Emil Stern
Musiche: James Horner
Fotografia: Pawel Edelman
Titolo originale: The Life Before Her Eyes
Origine: USA 2007
Distributore: Mediafilm
Link: www.mediafilm.it www.2929international.com www.lifebeforehereyes.com www.davantiagliocchi.com
Durata: 90’
Programmato dal 2 gennaio 2009

Il punto di partenza è quello di una carneficina scolastica che ricorda molto quella raccontata da Michael Moore in Bowling a Columbine, qui con l’alunno nell’anonima provincia degli Stati Uniti dove si dividono con gli amici tante piccole avventure. Da quel momento la tranquillità della studentessa Diana McFee subisce un sobbalzo in occasione dell’avvicinarsi dell’anniversario di quel ricordo che le sconvolse la vita e le portò via la sua compagna di classe e migliore amica Maureen. Adesso ha una figlia per quanto ribelle a scuola e un marito per quanto assente che le vogliono bene, ma la serenità è definitivamente persa. La sopravvissuta ha un debito personale di coscienza e al pensiero di essere la sola ancora viva tra le due la perseguita tutta la vita. Nella settimana di commemorazione annuale alterna buio, sogni, incubi, luce, vuoto, ricordando che il loro compagno di scuola killer, prima di darsi la morte, mise le due ragazze una contro l’altra, chiedendo loro di scegliere la destinataria dell’ultimo omicidio.

 

 

Il film è un andare e venire tra l’oggi e quindici anni prima, in flashback rielaborando il lutto in tutte le salse e arrivando ad un didascalismo che risulta infine noioso e vagamente ambizioso nell’aggiungere effetti digitali con l’obiettivo del lirismo. Meglio il risvolto drammatico della faccenda, dove allucinazioni visive, rimpianti offuscati, baratro e instabilità mentale producono interesse nello sviluppo del componimento tragico, in una sorta di rielaborazione del lutto spinto avanti a più riprese in un indistricabile aggrovigliamento temporale. Il percorso maturo di consapevolezza di quanto accaduto è la sola arma di difesa contro il progressivo spaesamento rispetto alla effettività circostante. Tutto gira intorno alla forza attoriale di Evan Rachel Wood e Uma Thurman nello stesso personaggio da adolescente e sviluppato nel tempo da adulta, madre e casalinga avvilita e tormentata, non certo remissiva.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 10 luglio 2009 e successivamente nell’archivio.

 

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