LA BOCCA DEL LUPO

Premiato con il Teddy Award al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, il David di Donatello e il Nastro d’Argento come Migliore documentario e premiato con il Caligari Preis al Torino Film Festival 2009

Regia di: Pietro Marcello
Attori: Vincenzo Motta e Mary Monaco
Soggetto e sceneggiatura: Pietro Marcello
Montaggio e ricerca repertori: Sara Fgaier
Musica: Marco Messina (per ERA) e Massimiliano Sacchi (per ERA)
Suono: Manuele Vernillo
Fotografia: Pietro Marcello e Riccardo Spagnol
Produttori: Nicola Giuliano, Francesca Cima e Dario Zonta
Origine: Italia 2009
Distributore: Bim
Link: www.bimfilm.com
Formato di proiezione: 35mm e Digital Beta
Durata: 67’
Produzione: Indigo Film e l’Avventurosa Film in collaborazione con Rai Cinema e Babe Films
Programmato dal 19 febbraio 2010

Intorno a Genova ed al suo porto si vive e si consuma una grande storia d’amore maledetta ma necessaria tra due marginali, due macerie ambulanti, dove Enzo è reduce da anni di carcere a causa di una condotta malavitosa e dove incontrò e si innamorò di un transessuale. Salta giù al volo da un treno, attraversa strade corrose dal tempo. Croce Bianca, Madre di Dio, Sottoripa sono i luoghi che conosce. Mary è lì ad aspettarlo, in una casa piccola ma molto viva e accogliente. Il quotidiano gira intorno ai bassifondi di una Genova povera e si conferma in un lungo piano-sequenza dove i due protagonisti ricordano il loro incontro e la decisione di rimanere legati per la vita.

 

 

Il progetto nasce come un documentario, voluto e commissionato dalla Fondazione dei Gesuiti di San Marcellino di Genova, sostenuto da Provincia di Genova, Mediateca Regionale Ligure e Genova-Liguria Film Commission, e poi si sviluppa con ampi incursioni nella finzione grazie al casuale incontro fortuito di Pietro Marcello con il protagonista del film Enzo Motta, immigrato e gangster siciliano. L’area dell’angiporto vede sparire l’antico contesto sociale, parzialmente recuperato dalla memoria fermata grazie ai filmini amatoriali dei genovesi: la parte documentaria è costituita da immagini girate oggi nella città di Genova e sequenze di repertorio scovate in cineteche e depositi privati di materiali audiovisivi, come l’archivio del Circolo dei Cineamatori Genovesi, rimesse in sesto da Sara Fgaier, autrice anche del montaggio. Su questo sfondo si sviluppa un melodramma sulle difficoltà economiche e sociali in un intenso e lirico resoconto dove pubblico e privato si intrecciano per forza. Il biopic diventa quasi un oggetto sperimentale, inclassificabile, trasgressivo e fuori dalle rotte del documentario classico come da quelle della fiction, dove sacro e profano si integrano, quasi fosse un novello Pasolini.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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