LA GUERRA DEI FIORI ROSSI
Presentato nella sezione "Panorama" del Festival di Berlino 2006 e nella sezione "World Cinema Dramatic Competition" del Sundance Film Festival 2006

Regia di: ZHANG Yuan
Attori: Dong Bowen, Ning Yuanyuan, Chen Manyuan, Zhao Rui, Li Xiaofeng, Chen Li, Zhang Weihua e Fu Ying
Soggetto: dal romanzo "Could be beautiful" (Kanshangqu hen mei) di Wang Shuo
Sceneggiatura: Ning Dai, Zhang Yuan
Fotografia: Yang Tao
Montaggio: Jacopo Quadri
Musica: Carlo Crivelli
Scenografo: Huo Tingxiao
Produttori associati: Wang Mo e Alex Z. Jia
Produttori: Li Bowen, Allen Chan, Zhang Yuan e Marco Müller
Produttore esecutivo: Wang Shuo
Titolo internazionale: Little Red Flowers
Titolo originale: Kanshangqu hen mei
Origine: Cina e Italia 2006
Distributore: Istituto Luce
Link: www.luce.it www.downtownpictures.it www.fortissimofilms.com
Durata: 91’
Produzione: Century Hero Film, Beijing Century Good Tidings Cultural Development (Cina) e Downtown Pictures (Italia), in associazione con RAI Cinema e Istituto Luce
Programmato dal 12 gennaio 2007

Il titolo inganna. Non siamo nel solito epico film cinese di cappa e spada, ma nel complesso mondo dell’infanzia. Qiang è un bambino di quattro anni, che arriva in un asilo e lì porta la sua personalità vivace e fuori dagli schemi. Solo che quello sembra il posto sbagliato per lui. I fiori rossi del titolo sono un premio che gli insegnanti assegnano ai bambini che mostrano di aver imparato bene la lezione ed eseguono ciò che viene detto loro di fare. Presto Qiang si chiederà perché non ne avrà ottenuto nemmeno uno. Con la sua viva immaginazione e uno spirito indipendente, sembra destinato a non allinearsi al resto dei compagni d’asilo. Il piccolo, a questo punto, cercherà comunque di attirare l’attenzione su di sé, accentuando il suo tratto di ribellione, spaccando la classe e forzando gli insegnanti a provvedimenti drastici. La semplice sinossi, tuttavia, non rende giustizia al film di Zhang Yuan, un ritratto sincero e onesto dell’infanzia e una parabola sulle pressioni sociali che agiscono sull’impeto naturale alla libertà individuale.

 

 

Non può non affiorare la tentazione di leggere l’opera come una favola politica, una dissezione della società cinese e della reazione delle istituzioni verso gli anticonformisti. Tuttavia, il messaggio del film appare più universale e si applica a tutte le realtà geografiche dove la scuola viene interpretata come un calmiere sociale. Nell’asilo del film, operano due insegnanti che appaiono come la classica doppia faccia dell’animo umano. Miss Li è la parte più dura e intransigente, a mezza via fra la pura cattiveria e la dedizione professionale. Miss Tang rappresenta la tolleranza e la comprensione. Sono però i bambini i veri protagonisti di "La guerra dei fiori rossi" e Yuan ottiene dai suoi piccoli attori una prestazione naturale, che ricorda quella dei migliori film di François Truffaut. Capricciosi, innocenti, curiosi su tutto e soprattutto sui corpi degli altri, giocosi, essi rappresentano un classico campionario utile per generare nel pubblico una tenerezza mai troppo forzata o spinta dal sentimentalismo. Gli inserti onirici appaiono azzeccati e rendono ancor più digeribile l’operazione, quasi a dirci che, mantenendo l’animo di un bambino, si può riuscire a confondere il sogno con la realtà.

PER: Un po’ di sana semplicità e istinto, contro la programmatica intelligenza dei bambini hollywoodiani, figlio di Will Smith compreso.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Fino al 12 luglio 2007 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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