KINTHALES

 

Questa storia, un po' confidenziale e forse anche polemica, si basa sui ricordi di alcuni vecchi soci.
Narra le vicende di un Circolo che, attraverso la pedagogia dell'impegno politico e la rivalutazione delle radici culturali, riuscì a dare pieno diritto di cittadinanza a tanti poveri illetterati costretti a trasferirsi nel "Continente" italiano per sopravvivere.

"Kinthales" è nata nel 1993 come diretta continuazione del Circolo "ADIS - 4 MORI" costituito a Torino nel 1979 con l'obiettivo di assistere i sardi emigrati a Torino.
Lo stesso "Adis - 4 Mori" aveva a sua volta una lunga storia che parte dagli anni '60, quando fu fondata, da parte di un sacerdote, padre Mameli, un'associazione che aiutava i sardi che allora iniziavano ad emigrare massicciamente a Torino. Negli stessi anni fu fondata, ad opera di simpatizzanti di sinistra, un'altra organizzazione di assistenza, che prese il nome di "Circolo GRAMSCI".

I partiti politici entrarono in una seconda fase (come sempre) perché "c'era da pescare", o, in gergo sociologhese, "i Circoli permettevano di organizzare il consenso".
I due circoli furono quindi "adottati" dai partiti politici ed ebbero come denominazione "Adis (Associazione Democratica Immigrati Sardi) Gramsci", che aveva come referente politico il Pci, e "4 Mori" legato alla Dc.
Tracce di queste origini si trovano nella biblioteca che unifica oggi quelle dei due Circoli concorrenti: da un lato vite dei Santi, classici della letteratura, addirittura testi di omiletica, ma anche libri di cultura di base, segno di sincero interesse alla formazione culturale e non solo politica degli iscritti, dall'altro testi delle Case editrici della sinistra degli anni '70 (ci sono addirittura le tesi di qualche Congresso del PCUS!).
I Presidenti del circolo Gramsci furono nominati direttamente dal Pci, come Ibba, o la prof. Angiola Massucco-Costa, torinese decana di psicologia. Quest'ultima, in quanto torinese, non avrebbe potuto essere nominata presidente, ma si racconta che il Pci trovò l'escamotage di dichiararla sarda perché aveva insegnato qualche anno all'Università di Cagliari!
La Regione Sarda si inserì in un terzo momento, quando emanò alcuni provvedimenti legislativi atti ad organizzare e tutelare il movimento degli immigrati. Fu costituito il "Fondo Sociale" e la "Consulta dell'Emigrazione", furono finanziati i circoli e le Federazioni dei Circoli, come la FASI (Federazione Associazioni dei Sardi in Italia).

Nel 1979 la Regione sarda impose, pena la revoca dei contributi, la fusione dei due circoli, che allora costituirono l' "Adis - 4 Mori". Alcuni soci, non accettando la fusione, confluirono in un nuovo Circolo, il "Sant'Efisio".
La coloritura politica della dirigenza dell' "Adis - 4 Mori" cambiò, verso la fine degli anni '80 fu infatti guidato da persone di ispirazione autonomista.
La biblioteca si arricchì, finalmente, di libri sulla Sardegna, ancora pochi però per renderla una biblioteca di riferimento per gli studi sardi a Torino (talvolta si sono rivolti al Circolo studenti dell'Università per cercare testi specifici, ma hanno spesso supplito le biblioteche personali dei soci, dotate tutte di ricchissimi fondi sardi).

I cambiamenti avvenuti nel mondo dell'emigrazione portarono il circolo "Adis 4 Mori" ad una profonda crisi di identità. Come circolo ricreativo aveva lo svantaggio di essere situato nel centro di Torino (in via San Domenico), distante quindi dai nuovi, confortevoli quartieri dove col passare degli anni si erano trasferiti i sardi immigrati negli anni '60 (sorsero così nella cintura torinese nuovi circoli, come quello di Cascine Vica o di Nichelino). Le finalità assistenziali non erano inoltre pi proponibili, in quanto gli immigrati degli anni '60 si erano ormai integrati nel tessuto cittadino. Il Circolo era a sua volta frequentato da studenti universitari e laureati (sia nelle Università torinesi, ma anche negli Atenei isolani, trasferiti a Torino per lavorare come professionisti, o nelle industrie).
Occorreva configurare il circolo in modo da dare risposte alle esigenze di chi, pur essendo integrato e a suo agio a Torino, aveva pur sempre quella nostalgia che rode tutti i sardi quando non sentono il rumore dei campanacci e l'afrore del pecorino....

Per far crescere un circolo dedicato alla valorizzazione della cultura sarda, il Piemonte, e in particolare Torino, offrivano il terreno adatto. Torino, forse la terza città della Sardegna come numero di sardi abitanti, conserva nei suoi ricchissimi archivi una significativa parte della memoria storica sarda (ad esempio, la raccolta pi completa degli statuti dei Gremi, le antiche corporazioni artigiane sarde, è conservata a Torino), nell'ottocento si trasferirono a Torino dalla Sardegna funzionari e professionisti che fecero sovente parte dell'elite torinese (alcuni esempi: la più famosa clinica privata torinese porta il nome sardo di Pinna-Pintor, la fabbrica delle poltrone "Frau" fu fondata dall'omonimo cagliaritano).
I sardi emigrati in questo secolo trovarono quindi per certi versi un'opinione pubblica pi favorevole; ancor oggi i sardi non sono considerati dei meridionali, addirittura questo si trasferisce nell'immaginario geografico (è assolutamente normale considerare la Sardegna posta all'altezza della Toscana, o al massimo di Roma, suscita incredulità affermare che Sassari è posta alla stessa latitudine di Napoli!).
Nelle rinnovo delle cariche sociali, nel 1992, furono elette persone che non avevano avuto alcun contatto precedente con i circoli sardi, tutti o laureati o studenti universitari. L'obiettivo che si proponevano era di valorizzare l'aspetto culturale. Sono state così organizzate numerose manifestazioni culturali, che hanno presentato al pubblico torinese aspetti meno noti delle vicende culturali isolane ed hanno mostrato i legami e le affinità fra la Sardegna ed i movimenti intellettuali e politici italiani.

Nel futuro, Kinthales, riunificata con il Circolo Sant'Efisio, intende essere sempre più una vetrina a Torino della cultura e dell'economia sarda: esempio visibile di come si riesca a mantenere la propria specificità pur considerandosi torinesi a tutti gli effetti!

 
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