PREMESSA
Entro i confini dellEuropa comunitaria sono parlate 13 ufficiali ed oltre una cinquantina di lingue minoritarie o regionali.
Nel solo Piemonte, coesistono lingue autoctone dalla lunga tradizione e radicamento nel territorio, come lOccitano ed il Piemontese, assieme ad altre lingue europee che sono il portato di recenti migrazioni, come il friulano, il sardo, le parlate albanese della Calabria e così via.
In ogni regione europea, ed il Piemonte non fa certamente eccezione, coesistono più lingue: assieme alla lingua nazionale sono infatti presenti e fortemente radicate lingue regionali e minoritarie come ad esempio loccitano, il sardo, il friulano, tanto per rimanere in ambito italiano.
Pur appartengono a pieno titolo al patrimonio culturale europeo, lo studio di queste lingue minoritarie soffre però di gravi limitazioni.
In genere, sono infatti studiate da linguisti, didatti ed altri esperti che si sono formati professionalmente all'interno di paradigmi scientifici sviluppati nel contesto delle lingue nazionali (normalmente, presso le università statali), cioè allinterno di paradigmi teorici che possono influenzare la ricerca e la descrizione dei dati linguistici (i dati sono per definizione rilevanti solo all'interno di un certo quadro teorico).
Esiste quindi il pericolo che la descrizione di una data lingua minoritaria risulti distorta.
Considerato questo pericolo, ne consegue anche il rischio di studiare, insegnare e tutelare una lingua non rispondente alla realtà linguistica della comunità in questione.
Le lingue nazionali, proprio perché studiate da più parlanti, non subiscono invece queste distorsioni, in quanto la normale dialettica tra più studiosi permette di controllare ed eventualmente correggere eventuali cattive interpretazioni.
Per ovviare a questo, mettendo a punto strumenti teorici ed un corpus di metodologie adeguato e solido, occorrerebbero linguisti che siano anche parlanti la lingua minoritaria, che quindi, oltre ad avere un'adeguata competenza tecnica dei problemi da affrontare, abbiano anche una visione interna di questi problemi ed una sensibilità adeguata.
Difficilmente questo però può essere realizzato allinterno di comunità che non dispongono degli spazi (Università, centri di ricerca) ove fra crescere e maturare queste competenze.
L'unica via di uscita consiste nella creazione di una rete di esperti "minoritari" che cooperino allo sviluppo di quegli strumenti teorici e metodologici adeguati alle lingue minoritarie ed ai loro specifici problemi.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
LIncontro oggetto della presente domanda ha lobiettivo di far incontrare esperti di lingue minoritarie (linguisti teorici, didatti, esperti di comunicazione ecc.) per poter confrontare le proprie esperienze e favorire quel mutuo interscambio di metodologie e strumenti che indubbiamente costituiscono un valido aiuto alla conoscenza e protezione di quel prezioso patrimonio culturale rappresentato dalle lingue minoritarie.
Lincontro prevede tre sessioni:
Il Congresso e diretto scientificamente dal Prof. Roberto Bolognesi (Università di Groningen, Olanda).
Hanno dato la loro adesione preliminare:
Karijn Helsloot (Università di Amsterdam)
Francesco Cheratzu (editore - Cagliari)
Ferruccio CLAVORA (Ente Friuli nel mondo)
Dino CHIABAI (Emigranti Sloveni del Friuli)
Piero Ausonio BIANCO (coordinatore del progetto SA LIMBA)
PREVENTIVO DI SPESA
ATTIVITÀ
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(Lire) |
Contributo Viaggi per relatori
(10 relatori per costo medio lire 500.000) |
?5.000.000
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Pernottamento relatori
(2 notti per 10 persone, costo unitario lire 150.000) |
?3.000.000
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Pranzi (120 pasti a lire 35.000 cadauno)
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?4.200.000
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Noleggio sala / impianti amplificazione
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?1.000.000
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Registrazione interventi
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?500.000
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Servizio segretariale durante lincontro
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?300.000
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Stampa manifesti e programmi, invio
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?5.000.000
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Spese organizzative (telefoniche, copisteria ecc.)
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?500.000
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Segreteria organizzativa
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?3.000.000
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Editing Atti
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?3.000.000
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Pubblicazione Atti Inserimento nel Sito INTERNET |
?8.000.000
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TOTALE
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