"...Toc Toc..chi è?  Sono Nef, piccolo cherubino che da poche ore ha schiuso gli occhi negli albori della vita, ero molto attesa e senza pretese ho fatto il punto sull'amore di mamma e di papa'...con gioia tutti mi amate, tutti mi coccolate e io sono contenta. La piu' contenta e' nonna Marie perchè mi fa le vestine...il nonno poi non ve lo dico, fa finta di niente e non s'emoziona ma sotto sotto i baffi gia' gli spunta un sorrisetto compiacente..."

 

Oddio nonno che fai piangi? Guarda che mi piace giuro! L'ho trovata nel bauletto blu dietro lo scrittoio. Lo so, lo so l'hai scritta tu quando sono nata...me l'ha detto la nonna che eri e sei un po' poeta.

Posso tenerla? Grazie.

Ora vado, augurami buon viaggio!

 

Una piccola pergamena,  su cui non si riesce a leggere nemmeno più una parola, è la sola cosa in grado di non farmi dimenticare chi sono e da dove vengo. Nascere in una terra come la mia, sempre verde e fertile, mi ha fatto credere per anni che il mondo intorno a me fosse un luogo idilliaco e ricco di pace.

Ma lo stesso uomo che con poche e fresche parole ha impresso su quel foglietto la passione dell'amore piu' grande, è stato colui che mi ha messo di fronte alla sola verità. 

Stava spesso immobile per ore, il nonno, appoggiato all'albero maestro di Betty Blue, arenata in cortile e consumata dal tempo anche lei come lui. Con quella barca il nonno ed io abbiamo trascorso giornate intere a pesc..cioe'  lui si a pescare, io a prendere il sole e supplicarlo poi di rigettare in mare i pesci che stranamente cadevano nella sua rete. Quando tornavamo a casa trovavamo la tavola gia' apparecchiata e le pentole che borbottavano sui fornelli, la nonna era ormai abituata a vederci rincasare a mani vuote o quasi.

Ed e' forse piu' per lei che per altro che ci ha messo cosi' tanto tempo a decidersi a dirmi come stavano davvero le cose; lei aveva una folle paura che io seguissi fedelmente le orme della mamma e mi allontanassi da loro come aveva fatto lei per seguire chissa' quale missione, ma ora che la nonna non c'era piu' finalmente si sentiva pronto. Mi chiamo', pronunciano il mio nome per intero come non faceva da tempo, mi fece cenno di sedermi accanto a lui e inizio' il racconto.

Mi disse di dame, cavalieri, mostri e angeli, di castelli, fortezze e capanne, di gerre e battaglie e mi disse tutto cio' con una tale intensita' di tono e di sguardo che quasi mi mise paura....dico quasi perche' bastarono solo poche parole per mettermi davvero paura..."Mia piccola Nef" disse "la realta' che ti ho appena descritto e' la fuori, dietro le montagne sempre verdi. E' li che tua madre si e' diretta, ed e' li che devi cercare se vuoi ritrovarla."

Ferma tutto!

Stop!

Attonita, scolvolta e coi brividi sul sedere (mi vengono sempre quando sono agitata!), non avevo parole. Per anni non mi ero mai davvero chiesta quale fosse la mia storia, facevo domande ma non ho mai insistito nel ricevere risposte esaurienti ...quando vivi in paradiso non hai bisogno di sapere che esiste l'inferno. Ma ad un tratto la mia voce non era piu' calma e pacata, bruciava di rabbia, gli occhi divennero lucidi e arrossati , i pugni chiusi.

Cambio' anche il tempo, le nuvole nere parevano li li per esplodere in un pianto sfrenato che avrebbe portato via l'afa degli ultimi giorni d'estate. Ma nessuna lacrima scese sul mio volto, ora il "verme" della curiosità faceva capolino sul mio cuore e io dovevo sapere.

Al di la' delle barriere del mio visibile c'era qualcosa di estremamente importante per il quale mia madre aveva voluto lottare cosi' fortemente da rinunciare persino a sua figlia. Lei, paladina da sempre, era convinta che sarebbe stata piu' utile la' fuori che non accanto a  noi e credeva che il suo ruolo fosse quello di servire coloro che non potevano difendersi con le proprie forze...e parti'.

Per diverse notti feci fatica a domire, pensavo spesso che se fossi stata una bambina diversa mi sarebbe rimasta vicina e mi avrebbe visto crescere come voleva lei, ma i miei sensi di colpa durarono poco.

Presto avrei avuto una delle tante risposte che cercavo. Il mio Angelo, colui a cui davo la buonanotte tutte le sere e di cui speravo incosciamente l'esistenza, si rese visibile ai miei occhi. Avvolto solo da luce bianca che mi nascondeva la limpidezza del lineamenti, stava accanto alla finestra e illuminava a giorno la mia stanza. Con movimenti leggeri e impercettibili delle ali creava lievi brezze che muovevano i miei capelli e quelli delle bambole sul letto, io non avevo paura ma i battiti del cuore cominciarono a farsi piu' veloci e anche lui se ne accorse. Sorrise, mi tese la mano e senza toccarmi mi sollevo' guidandomi nella sua direzione. Non disse niente, non servi' che il suo sguardo a dirmi tutto quello che era necessario sapere e a darmi la sicurezza della sua presenza costante nella mia vita....da cuore a cuore, senza parole aveva reso l'immagine di mia madre cristallina nella mia mente. Ora sapevo chiaramente che il suo sangue ricco di forza mi aveva accompagnato da sempre e solo seguendolo sarei riuscita a mettere a fuoco i motivi della sua drastica e coraggiosa decisione. Il mio Angelo aveva colmato di certezze l'anima e, dopo avermi adagiato di nuovo sul letto, scomparve lasciando la mia stanza nel buio piu' totale. Corsi subito in cucina e trovai il nonno ancora seduto, con mento alto e la fronte distesa lo guardai dritto in faccia ma lui sapeva gia' cosa avevo da dirgli e annui'. Solo cinque minuti mi servirono per preparare  poche cose e sistemarle nella borsa di lino bianca ricamata anni fa dalla nonna, la tirai' su con un colpo arrabbiato e uscii. Il nonno mi segui' fino a meta' strada e poi si fermo', con la voce roca accenno' un saluto e, cercando di mettere comunque un po' d'ironia in quell'istante , si sforzo' di fare un sorriso che scoppio' in una risata isterica poco dopo.

Io mi allontanai a passi brevi perchè lo volevo vivere tutto per intero quel momento, ma raggiunta la montagna non guardai indietro, trattenni il respiro qualche istante e poi corsi fino a che non fui completamente sola.

Da quel giorno è passato un sacco di tempo, sono stata in luoghi dei quali non avrei mai scommesso l'esistenza e conosciuto gente che non mi sarei mai aspettata di incontrare, ma non lei..mia miadre ancora non l'ho trovata. Sento in ogni istante di somigliarle sempre di piu'; la forza, il coraggio, il rischio che scorrevano in lei ci sono anche in me e sono pronta a mettere in gioco tutto come ha fatto lei.

Il mio Angelo segue ancora ogni mio passo, lui c'e' e ci sara' per sempre e vivra'  con me qualsiasi esperienza con la stessa intensita' di gioia o dolore con cui la vivro' io...

Un giorno un uomo mi disse "Segui le vie della forza.." e io lo faro', ma so per certo che non serve fregiarsi di alcun titolo per dimostrare al mondo, reale o  no, di essere una persona a cui vale la pena restare accanto.

   

                                                                                 Fine

 

Neferet

 

 

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