Cocktail anno 8 numero 1

Jeff Buckley: LA GRAZIA

Una domenica come tante, quella del 1° settembre 96. Una domenica come tante che però non avrei mai più dimenticato. Pioveva. Strano, fino al giorno prima il sole bruciava ancora la pelle abbronzata. Noia. Non avevo niente da fare, giornata assolutamente piatta. Accesi la radio e mi affacciai alla finestra. All’inizio sentii un brusio poi qualcosa di indescrivibile invase i miei sensi e mai più se ne andò. Quella voce era estasi e quelle note una melodia divina che sembrava accompagnare la pioggia, fin dentro gli anfratti dell’animo: pregavo perché non finisse. Non so come, perché il mio inglese fa tuttora pena, ma riuscii a capire qualcosa di quella che non era una canzone, bensì poesia: "Oh, tempo, aspetta nel fuoco!"

Stesa sul letto rimasi come in trance per qualche minuto, non c’erano dubbi, avevo sentito cantare un angelo!

Per tutta la giornata mi sentii davvero strana, come "ipnotizzata da una strana delizia" e nella mia mente non facevo che ripetermi "Wait in the fire, wait in the fire…!". L’indomani, appena sveglia, corsi alla radio del mio paese e chiesi con ansia di chi fosse quella stupenda canzone trasmessa il giorno precedente: era Grace, "la grazia", di Jeff.

Da lì il passo fu breve per arrivare al primo negozio di dischi, comprare (con i risparmi) il CD, per arrivare a casa di volata e sprofondare nel cuscino ascoltando quel gioiello così fragile e prezioso, destinato a segnare la storia del rock con impronta indelebile. Le forti vibrazioni che provocano ancora in me le note di Grace si mescolano all’aria di mistero e di sacrilegio che circonda ogni sua incisione. Nei momenti più alti della sua musica, Jeff raggiungeva vette di assoluta purezza, sapeva attingere alle emozioni più profonde e nascoste con un’innocenza davvero rara. Di pochi altri artisti della sua generazione possiamo dire altrettanto. Dopo Bryan, ormai per me esisteva solo Jeff.

Poi un giorno lo shock. La notte del 29 Maggio 97 Jeff Buckley scomparve inghiottito dalle acque del Mississippi, nelle quali si era incautamente tuffato cantando Whole lotta love dei mitici "Led Zeppelin". Il suo corpo fu ritrovato quattro giorni dopo. Piansi come la bambina che sono tuttora e non riuscivo a credere né a capire per proprio lui. Lui che con il suo volto d’angelo aveva dato voce, anima e magia a quell’inconcepibile miracolo chiamato Grace, ora non c’era più…

FINE PRIMA PARTE

♥♥♥17

 

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