Cocktail anno IX n. 2

Le mie montagne

di FUDO DELLA MONTAGNA

Quando un giorno me ne dovrò andare da questo mondo e abbracciare una nuova vita, voglio andarmene con quella brezza fresca e pulita che si trova solo lassù, tra i sentieri più nascosti delle mie montagne.

Quando sono solo sogno di essere lì, in mezzo agli alberi più alti e ai cespugli più folti, con i miei ricordi di bambino che riportano la mia mente indietro nel tempo, quando con le palpebre chiuse sentivo il bosco cantare. Ricordi di passeggiate lungo il torrente in piena, di quell’acqua fredda con cui mi dissetavo, di nascondigli segreti, di corse dietro un pallone, di racconti fantastici, della voce dei miei genitori.

Spesso le mie montagne sono il luogo preferito dalla mia mente per ambientare fatti mai accaduti, sogni irrealizzati, pensieri stupendi, voglie insoddisfatte, e ogni volta penso che se non oggi un giorno prima o poi le vivrò tutte realmente, tutte lassù, sotto il sole caldissimo o sotto la pioggia fredda. Voglio sentirmi scorrere la vita dentro, non voglio fermarmi davanti ai cespugli di rovi o davanti a sentieri interrotti, voglio raggiungere il laghetto e solo lì potrò concedermi un po’ di riposo, perché quello è il mio laghetto, quello che si riempie per accogliermi ogni anno a Pasquetta e che si secca sotto il sole estivo. 

Ma la mia meta questa volta non sarà questa, perché ci sono altri posti che non ho mai visto: villaggi di gnomi, boschi di fate, folletti e trolls; ci sono delle città stranissime, alle quali noi non siamo abituati, perché sono abitate da personaggi strani, quelli che si trovano solo sui libri di fiabe, e per ognuno di noi c’è un’avventura indimenticabile da vivere. 

Poi voglio che scenda la sera e che le lucciole e i fuochi fatui siano le uniche luci della notte, una notte buia ma piena di stelle e di insidie dietro ogni albero. Voglio essere rincorso da personaggi misteriosi che mi vogliono uccidere, ma che non conoscono il bosco come lo conosco io e ai quali riesco sempre a sfuggire, voglio ululare alla luna appena sorge e volare verso di lei sfiorando con le dita le punte degli alberi più alti. Voglio diventare l’uomo delle montagne, il re incontrastato di tutta questa natura, colui che combatte chi vuole distruggerla, colui che parla con gli animali, colui che nelle leggende paesane e nelle fiabe sarà descritto come il "misterioso personaggio dei boschi", colui che racchiude in se tutti i segreti dei sogni e della natura.

Voglio tutto questo perché è ciò che desidero veramente, ma non lo voglio solo per me, lo voglio soprattutto perché sono stato anch’io un bambino, e la cosa che mi manca di più della mia infanzia è la capacità di sognare credendo sino in fondo a tutto ciò che si sogna, la capacità di sorridere sempre, di fronte a qualsiasi cosa di buffo o fantastico. Non ho mai smesso di sognare, ma voglio ricominciare a sorridere come quando ero bambino, voglio che tutti i bambini del mondo sorridano sempre, perché non sanno che cosa sia il male, perché trovano in tutte le cose qualcosa di fantastico, perché non sanno che cosa sia la tristezza, e soprattutto perché non c’è niente di più bello al mondo di un bambino che sorride felice.

Da quassù si può vedere il mondo, venite a vedere se non ci credete, e voi bambini non temete, da lassù Dio ha mandato quaggiù un eroe che vi proteggerà sempre: "il misterioso personaggio dei boschi" dalle sue montagne.

 

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