Cocktail anno IX n. 2

Della "Andaffaranza"

di RAFFAELE ANGIUS

Il giorno 27 ottobre scorso, il Movimento Avanguardia Studentesca, di cui faccio parte, ha organizzato in collaborazione con gli ex - Allievi di Don Bosco una conferenza con ospite il Presidente della Regione Sardegna, On. Mario Floris. Si trattava di un’importante occasione di approfondimento sui temi che riguardano la gestione di una Regione che attualmente versa in difficoltà di vario genere: ambientali, economiche, sociali.

Floris, primo nome che viene in mente pensando alle responsabilità di governo anche sull’attuale situazione della Sardegna, tantopiù perché è al suo secondo mandato, si è cortesemente reso disponibile ad offrirci uno spaccato dell’attività che, come Presidente, egli svolge. Chiamato a fare ai cittadini un rapporto sull’operato della giunta sotto la sua tutela, non ha glissato, né ha preso tempo in modo da lasciar cadere nel dimenticatoio la questione; ha bensì risposto con una relazione informale che, proprio per questo, era, a parer mio, approssimativa. Non ha risparmiato qualche piccola confessione e ammiccamento su argomenti un po’ più tabù, che vengono generalmente omessi e sono quindi più gustosi, come i dietro le quinte delle assemblee della giunta, col piglio di chi affida un segreto ad un amico.

Ma in questa sede non mi preme parlare dell’esito del suo intervento (vi confido solo che l’ho trovato molto discutibile da alcuni punti di vista), poiché ritengo più importante sfruttare lo spazio concessomi su Cocktail come specchio dell’atteggiamento diffuso in questa scuola come risposta ad iniziative culturali di un certo rilievo. Atteggiamento che una parola ormai famosa, in giro per i nostri corridoi dall’inizio dell’anno scolastico, ben compendia: "andaffaranza", scherzoso eufemismo per la più comune e dura espressione "menefreghismo". Alla conferenza, del liceo, eravamo le solite quattro facce, vale a dire noi che l’abbiamo organizzata, in mezzo a giornalisti, professionisti, sindacalisti e addetti ai lavori o semplicemente interessati di politica (pochi). Insegnanti? Come è prassi neanche uno, ma, in effetti, la sera c’era un incontro formativo per docenti a scuola, quindi possiamo evitare di includerli nel numero degli "andaffaranti". A parte gli scherzi, la diserzione di occasioni come la conferenza di una persona che ci governa, è la perdita di preziosi spunti di riflessione e comprensione sui meccanismi che regolano parzialmente il funzionamento della società della quale noi, per volontà nostra o divina, o altresì per mero incidente, siamo parte integrante e quindi fautori e vittime al tempo stesso. Le persone che comprendono la validità e l’importanza di queste proposte, sono ormai nel mondo del lavoro, e i politici devono fronteggiarli, più che sceglierli: fiutata al volo l’occasione di un faccia a faccia con una persona di rilievo che raramente si concede, non se la lasciano certo scappare. Ma dovrebbero essere gli studenti, la cui libera formazione deve diventare un problema politico più rilevante – e un’iniziativa di questo tipo è formazione, su questo è impossibile che vengano avanzati dubbi -, a comprendere l’importanza del loro contributo alla società anche se solo come futuri elettori.

Nel momento in cui scrivo, penso alla prossima conferenza dello stesso genere, quella del 15 dicembre con relatore il questore di Cagliari, Antonio Pitea, che sarà certamente riprova delle mie impressioni attuali anche se, in fondo e senza crederci, spero di essere deluso da voi.

 

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