COPPELLE
 
Con il termine "coppelle" (cup marks, cupùles, Schalenzeichen) ci si riferisce ormai comunemente a incisioni manufatte su roccia, a forma di coppa o scodelletta, di piccola o media dimensione: qualche volta solitarie, più spesso numerose sulla stessa roccia.
 
Si ritrovano praticamente sulle rocce di tutto il mondo, secondo tipologie non molto dissimili; talora legate da uno o più "canaletti". Nonostante in luogo da moltissimo tempo, erano certo state dimenticate: qualcuno se ne accorse di nuovo solo alla fine dell'Ottocento. Si moltiplicarono le segnalazioni e si cominciò a cercare i motivi per cui le coppelle appaiono presenti in culture del tutto diverse: a chiedersi se dovessero essere considerate mezzo di espressione , se presentino un ordine intenzionale, se infine vadano annoverate tra le forme di arte rupestre.
 
Si cercarono mezzi di datazione, molto difficili da reperire in quanto nella quasi totalità dei casi le coppelle si trovano a cielo aperto senza collegamento con alcun elemento archeologico probante. Per molto tempo, per questo motivo e per altri supplementari (come il fatto che la ricerca e l'esame in sito comportino spesso un faticoso tracking, al di fuori dei sentieri ufficiali) le coppelle sono rimaste a lungo un fenomeno affrontato malvolentieri, spesso disdegnato dalla maggioranza degli studiosi. Ritenendo i dati inesplicabili, non li sondavano più di tanto: terreno giudicato scivoloso dagli studiosi che giustamente chiedono dati precisi e non fantasie. Le coppelle vennero inglobate in una specie di archeologia minore.
 
E' ben vero che specialmente attorno agli anni settanta (nonché tuttora in sporadiche segnalazioni) vennero spesso compiute analisi approssimative, ricerche sensazionalistiche, interpretazioni che in molti casi erano più cappelle che coppelle: anche per l'epidermica tendenza a voler classificare tutte le coppelle come preistoriche o almeno protostoriche. Oggi, il convergere di molti dati dettagliati, di moltissimi lavori analitici, la creazione di centri di studio, l'inizio
dell'uso di schede mirate (Lombardia e Piemonte per esempio), ha riacceso l'interesse sulla coppellazione e ne ha messo in luce l'importanza storico antropologica, delineato i limiti e le direzioni degli studi necessari alla comprensione del fenomeno; non ancora raggiunta ma forse raggiungibile.
 
In questa ottica le coppelle della Versilia potrebbero avere un ruolo particolare: i "perché" sussistono.
 
Lasciando in panchina i numeri le datazioni e le spiegazioni non documentate ( spesso più o meno in sentore di letteratura, come "mappe stellari", o di personali impostazioni culturali, come "contenitori per lumini" "contenitori per sangue", "contenitori per offerte", "contenitori per metallo fuso" ecc. ) si cerca ora di fare confluire e inquadrare dati che non sono significativi se visti singolarmente, ma possono esserlo molto se analizzati avvicinandoli (specie per settori topografici): inoltre, riferiti ad altri contesti archeologici e storici.
 
Secondo il francese Denis Peyroney, le più antiche coppelle sarebbero attribuibili al musteriano perché ritrovate sulla pietra di copertura di una tomba infantile a La Ferrassie, in una stratigrafia da lui ritenuta riferibile a quel tempo. Sulla lastra infatti compaiono dieci piccole coppelle , di cui una maggiore con canaletta
 
Esempi più vicini a noi sono diversi. La stele di Castelletto Ticino, coperta di numerose coppelle. Il noto caso delle due coppelle unite da canaletto ricavate non nella roccia ma nel pavimento di un palazzo miceneo in Messenia. In seguito agli scavi del sito di insediamento protostorico di Montaldo di Mondovì, le coppelle messe in luce sembrano riferibili a una tipologia ben definita a consentire una datazione tra il IV e il I secolo a.c. . Possiamo poi arrivare alle coppelle eseguite in epoca medioevale, sulla fiancata di chiese italiane (S.Zeno di Verona) come sui massi nei pressi di luoghi di devozione popolare (S. Viano). In sintesi, possiamo notare che le coppelle sono date presenti dal Paleolitico medio sino al Medioevo: un arco di tempo disperante per chi cerchi soluzioni rapide, precisazioni stringate, specialmente in luoghi ove le evidenze sono molto disperse.
 
Tuttavia la Versilia montana, che concentra nelle sue pieghe un complesso di evidenze raggiungibili in tempo relativamente breve, può fornire un quadro di indagini prezioso per l'archeologia e evidenziare l'importanza che le coppelle, un tempo "cenerentole" per mille motivi, hanno all'interno della loro storia.
 
E' evidente che per arrivare alla comprensione del fenomeno vi è necessità di analisi che si basino su presupposti locali, che non cerchino che nelle più grandi linee una interpretazione unitaria. Questa è chiaramente irrinunciabile, poiché si parte da elementi irrinunciabili: il rapporto uomo pietra si evidenzia da solo nei suoi contorni sacrali, spingendo innanzitutto a rinunciare a interpretazioni semplicistiche di casualità, di lavorazione ludica di pastori annoiati o viandanti pazzerelli.
 
Ecco dunque le premesse necessarie per richiamare, sulle coppelle della Versilia Alta, l'interesse degli appassionati e degli studiosi perché una serie di studi approfonditi traggano dalla ricca coppellazione della Versilia i molti segnali che probabilmente nascondono.
 
Riteniamo che lo studio della coppellazione versiliese appaia come improcrastinabile. Occorre, prima che il patrimonio versiliese vada perduto, un impegno serio sul piano della tutela e dell'analisi. Ciò sta avvenendo, come riferimento vicino, in Lombardia e in Piemonte, mentre ci sembra che la Versilia sia ancora abbastanza lontana dal percepire la ricchezza storico‑antropologica nascosta nei suoi boschi, nei lembi di terreno abbandonati tra sentieri ormai ignorati. Potremmo richiamare le parole di F.M. Gambari (S.A. del Piemonte): "necessita una tutela dell'arte rupestre, occorrono scelte coraggiose di protezione delle rocce, compito che è certamente superiore alle forze della sola Sovrintendenza e deve risultare attraverso un impegno collegato di uffici statali e enti locali".
Fantascienza, per la Versilia. Dalle parole dello stesso Gambari a proposito della coppellazione sulle montagne di Cuneo: "occorre probabilmente operare per isolare particolari tipologie, tecniche, associazioni ricorrenti". Occorre quindi un lavoro complesso, attento, analisi accurate, schedatura, memorizzazione; e questo potrebbe non essere fantascienza.
Potrebbe. E porrebbe ricondurre a interessanti notazioni sugli uomini (liguri?) che hanno inciso, nei millenni, le coppelle in Versilia. In altri termini sosteniamo ‑ Giorgio Citton e la sottoscritta, che da anni ricerchiamo e documentiamo il patrimonio delle coppelle versiliesi ‑ che è possibile che venga dalla Versilia un grosso passo interpretativo: non è da escludere che possano essere evidenziate caratteristiche particolari, specificamente locali: nelle nostre stesse osservazioni si intravedono linee tutte da verificare, pur tuttavia stimolanti.
 
Ricordiamo l'interesse suscitato negli ultimi decenni dalle notizie sulla coppellazione in Lunigiana (che si appoggiarono volentieri agli interessanti studi del Formentini, che pose le coppelle in relazione al "mundus" religioso etrusco romano) come nei pressi di Lucca (monte Cotrozzi). Poi, la coppellazione fu argomento marginale: oggi che si è riproposto con forza, senza indulgenze edulcoranti, la Versilia si scopre in cuore un "libro" assai ricco.
 
Non dimentichiamo che le coppelle versiliesi vanno inserite nella nomenclatura delle incisioni rupestri versiliesi, incisioni che presentano tracciati riferibili alla proto ‑ come alla pre ‑ istoria, nonché l'alto medioevo. Come alcuni dei massi con incisioni complesse possono costituire grosso soggetto di interesse (non certo a solo livello locale) la coppellazione versiliese può essere documento ambivalente, se verrà compiuto un ulteriore lavoro di analisi, di sintesi e di protezione. La documentazione da noi raccolta sulla coppellazione in Versilia, pur essendo massiccia, costituisce insieme una base e un complemento. Le coppelle da noi identificate (soprattutto in gruppi) sono circa 300; diamo a seguito alcuni elementi di chiarificazione.
 
Tipologia
 
Sono, le coppelle, incisioni su roccia e non tutte le rocce si presentano ad essere tanto vigorosamente incise o a conservare nel tempo i segni ad esse affidati. Le "nostrane" si trovano prevalentemente in terreni del Paleozoico‑triassico alla base del nucleo Apuano : filladi sericitiche scistose con varie intercalazioni.
 
In Versilia, nei millenni, l'uso della pietra è stato quotidiano, (non parliamo di quello distruttivo, ma di quello più semplice e banale, che si rapporta con la pietra come forza positiva): chiaro che non si possono considerare coppelle buchi per pali e paletti, fori di saggio, fori compiuti col fioretto prima della perforatrice, fori in qualche modo "utili", fossero lì pure da tempo lontanissimo: abbeveratoi, richiami per uccelli, come buchi d'uso nella lavorazione del marmo. I "buchi" sono molti e molte volte si aggiungono in contesti più antichi: talora prodotti da erosione naturale, da fenomeni carsici, da caduta di altre pietre, da distacco di noduli di inclusione. Persino buchi a coppa, manufatti, per contenere le pietruzze che servivano per il gioco del filetto.
 
Tuttavia la Versilia offre in abbondanza belle coppelle vere, su massi "scelti" tra i più resistenti. La descrizione generica risponde ai criteri classici: cavità scavate su roccia, a forma di coppella, tondeggianti, qualche volta ovali: manufatte, nel senso che può essere stato usato a mano sia uno scalpello di pietra sia uno di ferro o può essere stato usato un percussore. Il diametro si aggira tra i due‑tre e i dieci centimetri : la profondità èmediamente un terzo del diametro. Le anomalie ci sono, ma la regola generalmente seguita è quella del fondo arrotondato. I massi interessati hanno generalmente posizioni dominanti o comunque importanti, specialmente per quelli che offrono gruppi di coppelle.
Associazioni con canalette
 
Non molto frequenti, tuttavia ampiamente testimoniate nelle varie forme: coppella con canaletta, canaletta che unisce a manubrio due coppelle, canaletta con più coppelle allineate, canaletta curva con esito al termine del masso. Le coppelle allineate unite da canaletta sono più volte frequenti.
 
Associazioni con "vaschette"
 
Abbastanza frequenti. Le "vaschette" presentano in media dimensioni e profondità limitate, forma rettangolare o quadrangolare. In due casi ovoidale, abbastanza profonda.
 
Associazioni con altre incisioni figurative
 
Contrariamente a quanto evidenziato in Val Camonica, dove le coppelle appaiono associate anche a incisioni figurative, le coppelle della Versilia paiono un fenomeno se stante. Ricordiamo come nel grande complesso rupestre francese di Monte Bego, riferibile a un arco di tempo che va dal Neolitico finale al Bronzo antico non vi sia traccia di coppelle: lo stesso sulla "roccia del Sole" , da noi rilevata sulla Pania Secca, tra i numerosi petroglifi (orme, mani, reticoli, pennati probabilmente legati al culto di Silvanus), non compaiono coppelle. Negli ultimi anni in Piemonte si è riferito di coppelle associate ad antropomorfi e a un orante.
 
Associazioni con cruciformi e antropomorfi
 
Di grande forza e interesse, se pure non frequenti. Tutte su rocce di notevole ampiezza, con modalità diverse e di evidente intenzionalità.
Particolarmente interessanti per la composizione sempre abbinata, la piastra (nel Giardino) da noi indicata come Terrinca n.2", mentre le coppelle della lastra di Levigliani, da noi indicata come "piastra delle stelle" appaiono quasi stellari rispetto ai cruciformi. Ovviamente esistono diversi casi di avvicinamento (specie con coppelle isolate) con incisioni a croce riferibili ai processi di "cristanizzazione" iniziati intorno al VI secolo d.C.
 
Allineamenti
 
Sono presenti in larga misura sia su piastre estese sia su massi minori. Tali allineamenti sono stati da noi rilevati , compatibilmente con le variazioni nella forma della roccia, che presenta sempre rilievi, gradini, spaccature. Né si ha mai la certezza che qualche cosa sia fuggito al rilievo: che la roccia non abbia subito fratture: che non sia stata in parte ricoperta dal terreno (il masso da noi chiamato "Terrinca n. 1" era quasi totalmente ricoperto da circa 30 cm. Di terra con vegetazione).
 
Gli allineamenti riportati costituiscono comunque una base sulla quale molto lavoro può essere fatto. E' immediatamente evidente, sia sui maggiori che sui medi massi rilevati, una precisa intenzionalità, la ricerca di una proporzione o di una composizione schematica , che va dall'allineamento semplice (nel senso di linea o affrancamento ordinato) all'allineamento complesso (triangolare, quadro, stellare). In due casi le coppelle sono ordinate così da ricordare figurazioni come la "rosa camuna". In un caso le coppelle sono riunite da linee scavate formanti un disegno che può essere variamente interpretato e che parrebbe forse riferibile a un simbolo della fertilità.
 
Pulitura dei massi
La necessità di evidenziare le coppelle comporta il delicato lavoro di pulitura da muschi, terriccio, radici. Per nessun motivo si può usare uno strumento metallico: occorre una spazzola di pelo animale ed è un (temuto) delitto aggiungere altri segni. Togliere il muschio è già di per se nocivo, perché rimette a nudo la roccia togliendo ad essa una parziale protezione.
 
Le coppelle oggi si "vedono" poco. Appena incise, risaltavano in chiaro sul fondo più scuro della roccia ossidata. Viene inoltre da molti sostenuto che un tempo potessero essere state evidenziate con uno strato di grasso animale misto ad ocra rossa e ossido di manganese: cosa che oltre a farle risaltare in rosso e nero, avrebbe avuto anche una funzione protettiva.
 
Tecniche di esecuzione
 
L'analisi sul luogo consente di ipotizzare incisori in quarzo (si trova quasi sempre sul posto in noduli compatti e denticolati ), usati da soli con percussori in pietra. Altresì, secondo la tipologia, incisori in metallo e percussori in pietra. Come anche incisori e percussori in metallo. E' necessario esaminare i margini, i lati, il fondo dell'incisione . Nelle coppelle della Versilia si rileva spesso la tecnica della rotazione onde lisciare i margini dell'abrasione. E' opportuno nella valutazione della tecnica tenere conto della qualità della roccia, della sua esposizione agli agenti atmosferici e criotermici, come ad agenti antropici.
Le coppelle sono in genere marcate su rocce pianeggianti : abbiamo potuto però rilevare alcune coppelle in verticale, su massi medi, in caduta su pendii franosi.
 
Collocazione
 
Si è rilevato che le coppelle nel settentrione d'Italia, come nelle Alpi occidentali francesi , sono presenti su tombe e cista o su analoghi monumenti di età neolitica e del Bronzo, come in ambiti di insediamenti. Questo fatto non trova corrispondenza in Versilia, confrontando gli insediamenti di altura sinora accertati con i reperimenti di coppelle. A Monte Lieto , ad esempio, nessuna coppella: forse perché la pessima natura della roccia ha sempre sconsigliato le incisioni (solo qualche croce, probabilmente di termine) o le ha cancellate.
 
E' rilevabile comunque una concentrazione in Versilia secondo una sorta di triangolo che riunisce Levigliani , Terrinca, Basati, s'infittisce nella valle del Giardino, punta al Cipollaio. La fascia conduce in Garfagnana: non vi è , esternamente ad essa, grande ricchezza di segni, che pur esistono in sporadiche situazioni e vanno comunque comparati. Le più di trecento coppelle da noi rilevate in Versilia (prima non "esistevano"), si rivelano come una naturale prosecuzione verso sud ‑ secondo l'ottica ‑ del complesso nord italico. Dove trovarle? Almeno le principali: sul Monte Ornato: qualche coppella piccola, un masso con coppella e canaletta. Nel bosco. In Betigna: un masso piccolo, con diverse coppelle collegate da canalette e una vaschetta. Sul Monte Corchia, sopra Levigliani: grande piastra con coppelle medio‑grandi in associazione a cruciformi e vaschette. Zona Montorno: masso con coppelle e canaletto, altri massi con coppelle. Destra orografica della valle del Giardino, a quote diverse. in località Combio, Tatti Lungo e Serrone e fondo valle massi variamente coppellati alcuni con interessanti allineamenti o unioni con cruciformi. Sinistra orografica (Terrinca): grandi piastre con tipologie diverse: località Fessuri Pianaccio, Fordazzani sotto sentiero Paradiso.
 
Datazione
 
Il discorso si fa complesso, le osservazioni attendono il convergere di altri dati. E' comunque intuibile la tendenza a considerare come preistoriche (è noto che la "preistoria" non ha ovunque uguale collocazione nel tempo) le coppelle di chiara esecuzione litica (con strumento di pietra, l'esecuzione è certo più difficoltosa), di piccole dimensioni, mentre le coppelle eseguite con scalpello di metallo, già denunciano un tempo posteriore. Vi sono casi in cui viene usata la percussione con la pietra, in modo diretto: altri a percussione indiretta. Il discorso, si ripete, è complesso.
 
ISA PASTORELLI

"Il Seggiolone di Azzano"

Le Incisioni Rupestri