D.: Cosa significa articolo
dì fede?
R.:
Articolo di fede significa
punto essenziale di una
dottrina religiosa
D.: Quanti sono gli
articoli di fede del credo
islamico?
R.:Gli articoli di fede del
Credo islamico, cioè i punti
essenziali della dottrina
religiosa dell'Islàm, sono sei.
D.: Quali sono gli articoli
di fede del credo ?
R.:
Gli articoli di fede del
credo islamico sono: credere in
Àllàh, nei Suoi
Angeli, nei Suoi Libri, nei Suoi Inviati,
nella vita futura e
nella provenienza del bene e del male
dal Decreto divino.
D.: Chi
è Allàh?
R.:
Allàh, l'Altissimo, è il
Creatore di tutto-ciò-che-esiste,
cioè il Creatore
dell'uomo e di tutto-ciò-che-uomo-non-è
nell'universo
visibile e invisibile.
D.: Chi ha dato questa
informazione su Àllàh?
R.:
E' stato Allàh stesso,
l'Altissimo, a dare all'uomo le
informazioni su se Stesso
per mezzo della Rivelazione.
D.: Quali sono le
informazioni che Àllàh ha dato
su
Se
Stesso?
R.:
Allàh l'Attissimo ha
informato l'uomo di essere il
Creatore di tutto ciò
che esiste, Uno, Unico e
Unipersonale, di essere Lui
l'Autore delle leggi che
governano l'esistenza di
tutto ciò che esiste nel creato, di
essere Lui l'Onnipotente, di
essere Lui l'Onnisciente, di
essere Lui l'Onniaudiente,
di essere Lui l'Onniveggente, di
essere Lui l'Onnipresente,
di essere Lui l'Onniagente
D.: Cosa significa che Allàh
è Unico?
R.:
Che la qualità divina, cioè
il possesso del potere di produrre dal nulla, di governare con leggi il
creato, di avere dominio su tutto ciò che esiste, di abbracciare con la
sua conoscenza ogni realtà, di udire e di vedere ogni cosa, manifesta o
occulta che sia, ogni pensiero e di essere presente dovunque e in ogni
luogo, appartiene solamente a Lui, il Quale, quindi, non la condivide con
altri.
D.: Quali sono le conseguenze
della consapevolezza che Àllàh è Uno, Unico e Uni-personale?
R.:
Che in quanto Creatore,
Allàh è l'unico che deve essere adorato, il quanto Autore delle leggi che
governano l'universo, è l'unico che deve essere obbedito, in quanto
Onnipotente, è l'unico che deve essere invocato in soccorso, in quanto
l'unico Onnisciente è l'unico alle cui informazioni deve essere prestata
fede di verità assoluta, in quanto Onniaudiente, Onniveggente e
Onnipresente e Onniagente, l'obbedienza dovutagli deve essere osservata
con il massimo sforzo verso la perfezione.
D.: Cosa significa credere
negli Angeli?
R.:
Significa credere senza
alcun dubbio alla esistenza di realtà personali invisibili, della cui
esistenza è Allàh che ha informato l'uomo per mezzo della Rivelazione.
Queste creature sono gli Angeli, che Allàh ha creato dalla luce. Per mezzo
degli Angeli Allàh, che pure è l'Onnipotente, governa ogni realtà
dell'universo. Gli Angeli sono "ministri" di Allàh, l'Altissimo, che
eseguono tutto ciò che viene loro comandato da Allàh.
D.: Conosci qualche funzione
degli Angeli?
R.:
Ci sono gli Angeli che
portano il Decreto divino a ogni cosa nella notte del destino, quelli che
portano il decreto divino al 120° giorno dal concepimento, gli Angeli che
accolgono l'anima al momento della morte, gli Angeli che scrivono le
azioni dell'uomo, gli Angeli che aiutano i credenti e pregano per loro,
gli Angeli che lodano e adorano Allàh girando attorno alla Kà'bah celeste,
che custodiscono il Paradiso e l'Inferno..
D.: Conosci nomi di Angeli?
R.:
L'Angelo che porta la
Rivelazione si chiama Gibrìl, e insieme a lui è menzionato nel
Corano Mikail, l'Angelo che suonerà la tromba della fine del mondo
e della resurrezione, Israfìl, gli angeli della morte Nakìr e
Mùnkar, ci sono gli angeli custodì del fuoco (al-zabanìyyah),
gli angeli che custodi delle portedell'inferno
(in numero di 19) gli angeli scrivani (al-katibùn), gli angeli
portatori del Trono (numero 8).
D.: Che cosa consegue al
fatto che gli Angeli siano creature?
R.:
La condizione degli Angeli,
in quanto creature, è quella di servi di Allàh e ciò comporta che a essi
non deve essere tributata nessuna forma di culto, poiché ogni culto è
dovuto solo ed esclusivamente ad Allàh, l'Altissimo.
D.: Perché quest'idea degli
angeli?
R.:
Perché l'aver ignorato
o dimenticato queste informazioni provenienti da Allàh ha portato al
culto degli Angeli, o angelolatria e l'angelolatria è una forma di
"politeismo" in quanto agli angeli vengono riconosciuti poteri che
appartengono solo ad Allàh.
D.:Ci sono altre creature
invisibili?
R.:
Si! Lo sappiamo perché è
Allàh che ci ha dato notizie della loro esistenza. Si tratta dei Ginn.
Creature la cui esistenza è stata prodotta da fuoco senza fumo. Ci sono
dei Ginn buoni (i dèmoni) e i Ginn cattivi (i demòni). I
Ginn hanno come loro esponente massimo il Diavolo, che nel Corano viene
chiamato con il nome di Iblìs e di Shàytàn. E' essenziale,
ai fini della salvezza dal fuoco, essere a conoscenza di ciò e di credere
all'esistenza di essi. Un capitolo del Corano è intitolato "la sura dei
Ginn".
D.: Cosa significa credere
ai Libri?
R.:
Credere ai Libri significa
che la Rivelazione divina, cioè la dottrina del mondo e il codice di vita
dell'uomo provenienti da Allàh ha preso forma in Scritture,
contenute in Libri, dei quali Allàh ha fornito i nomi nel Sublime Corano
che è l'ultimo dei Libri e che è la materializzazione visibile della
Parola di Allàh nelle lettere dell'alfabeto arabo e acustica nei suoni
della lingua araba. Quali sono i nomi dei Libri ricordati da Allàh l'Altìssimo
nel Sublime Corano? Sono: 1 - al-sùhuf dì cui sono state perdute
le tracce e di cui resta qualche traccia nel Sublime Corano; 2 -
al-tauràh, il testo attuale della quale è diverso dal Testo di
Rivelazione divina originario; 3 - al-zùbur, il nome coranico dei
Salmi, dei quali il testo, anch'esso è diverso dall'originale divino; 4 -al-ingil,
il nome coranico del Vangelo, il testo originario del.quale è andato
perduto.
D.:
Cosa
è il Sublime Corano?
E' la Parola stessa di Allàh,
rivelata al Profeta, per mezzo dell' angelo Gibrìl, un messaggio di
affermazione
dell'Unità, Unicità e
Unipersonalità di Allàh, contenente le verità fondamentali, il credere
nelle quali è l’unica via di salvezza dell'uomo dal fuoco dell'inferno, e
contenente le regole di vita da seguire per andare in paradiso, non senza
l'intervento attivo della misericordia di Allàh l'Altissimo.
D.: Cosa significa credere
negli Inviati?
R.:
Innanzitutto con la parola
Inviati si intendono i Profeti e gli Apostoli di Allàh. Essi sono stati
uomini che hanno ricevuto da Allàh l'incarico di portare il Suo Messaggio
al loro popolo. Per accreditarli presso i loro popoli come Suoi Messaggeri
Allàh ha compiuto dei miracoli per mezzo di loro. Il Messaggio divino
portato da ogni Inviato ha avuto come scopo l'ISLÀM, cioè
l'obbedienza dei destinatali del Messaggio ad Allàh, che lo aveva mandato
e l'imitazione del Messaggero nella sua pratica del Messaggio, prendendo
il Messaggero come modello di comportamento e maestro di vita. Per mezzo
di alcuni Inviati Allàh ha fatto pervenire agli uomini i Suoi Libri.
D.:
Chi sono gli Inviati di Àllàh, per mezzo dei quali ha fatto pervenire agli uomini i Suoi Libri?
R.:
Sono il profeta
Ibrahìm, l'Amico intimo di Allàh, portatore di al-Sùhuf, il profeta
Mosè, portatore di al-Tauràh, il profeta Davide, portatore di
al-Zùbur, il profeta Gesù, il Messia figlio di Maria, portatore di
al-Ingìl e infine il profeta Muhàmmad, portatore del Sublime
Corano, su tutti loro la pace e la benedizione di Allàh l'Altissimo.
D.: Conosci i nomi di altri
Messaggeri?
R.: Adamo, il primo Messaggero di Allàh, Noè, il profeta dell'Arca e
del diluvio, Ismail, capostipite degli Arabi e collaboratore del
padre nella costruzione della Kà'bah, Isacco, figlio di Abramo e
padre di Giacobbe, capostipite della casa di Israele, Àronne
il fratello di Mosé, Giona, quello del pesce, Zaccaria il
tutore di Maria madre di Gesù e padre di Yàhyia, Yàhya, altri
profeti nominati nel Sublime Corano Eliseo, Elia, Zulkìfel, Shuàyb, Hùd,
Sàlih, Sulaymàn, Idrìs. Questi sono tra quelli nominati da Allàh nel
Corano, ma ve ne sono molti altri, di cui non è stato menzionato il nome.
Ogni popolo ha avuto il suo Inviato o il suo profeta.
D.:Quale è la differenza tra
tutti i Profeti e gli Inviati prima di Muhàmmad e Muhàmmad, che Àllàh li
benedica tutti e li abbia in gloria?
R.: La differenza è che la
missione di ogni Inviato e/o Profeta precedente, a Muhàmmad, che. Allàh li
benedica e li abbia in gloria, aveva per destinatari gli uomini del popolo
a cui apparteneva, mentre la Missione del profeta Muhàmmad, che
Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, ha per destinatari tutti gli
uomini e fino alla fine del mondo e in ogni luogo.
D.: Cosa significa credere
nella vita futura?
R.:
Credere nella vita futura
significa avere la certezza, sulla base della Rivelazione divina, che
tutte le creature umane risorgeranno dopo la fine del mondo per
ordine di Allàh, saranno sottoposte a giudizio individuale che
potrà avere un buon esisto o un cattivo esito, a seconda della linea di
condotta nella vita terrena, e che riceveranno in premio il Paradiso
se saranno trovati buoni e il castigo dell'Inferno se saranno
trovati cattivi.
D.: Cosa è il Paradiso?
R.:
Il Paradiso è il luogo nel
quale, i timorati di Allàh dimoreranno, come premio per la loro
obbedienza, in giardini di delizie, sotto i cui alberi scorrono fiumi,
in gioia e beatitudini paradisiache indescrivibili per l'eternità.
D.: Cosa
è l'Inferno?
R.:L'inferno
è il luogo nel quale i ribelli alla Legge divina dimoreranno, per
l'eternità., come castigo per la loro disobbedienza, nei tormenti, nelle
pene e nei supplizi dei diversi fuochi e delle diverse fiamme de! rogo
infernale
D.; Cosa significa credere
nel Decreto divino?
R«:
Credere nel Decreto divino significa avere la certezza che tutti gli
avvenimenti dell'esistenza sono avveramenti della volontà di Allàh che ha
decretato il loro verificarsi, sia quelli che vengono percepiti come bene,
sia quelli che vengono percepiti come male. Nulla avviene per caso, nulla
avviene per una cattiva stella, nulla avviene per una cattiva stella, ma
tutto avviene per Decreto divino, che promana dalla volontà di Allàh, sia
gloria a Lui l'Altissimo. Come dice il proverbio: Non si muove foglia
che Àllàh non voglia. Chi crede nel Decreto divino non può
cadere vittima della superstizione, che attribuisce effetti
benefici o malefici all'attività di creature. Chi attribuisce effetti
benefici o malefici all'attività di creature equipara ad Allàh, sia gloria
a Lui
Altissimo, queste creature,
trasgredendo così il divieto di associare ad Allàh persone o cose.
D.: Cosa è la fede?
R.: E’
la ferma credenza - sulla
base dell'autorità incontrastabile di Allàh
- della corrispondenza alla
realtà oggettiva di tutto ciò che Egli ha rivelato, cioè della verità
oggettiva, in quanto testimoniata dallo stesso Creatore della realtà,
riguardo alla realtà creata e della verità oggettiva riguardo alla realtà
divina e a quella umana. La verità sulla natura divina non può venire da
altri che Allàh e la verità sulla condizione umana, di creatura, non può
venire che dal Creatore dell'uomo.
D.: Sai cosa ha detto a
proposito della fede il Profeta Muhàmmad
R.:
A proposito della fede il
Profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, ha detto: La
fede non è un fatto soltanto interiore, anzi è ciò che ha sede nel cuore,
ma la cui presenza è attestata dall'azione".
D.: Chi è Gesù?
R.:
Gesù è il nome italianizzato del profeta 'Isa, il Messia figlio
di Maria. ìsa, il Messia figlio di Maria, su lui la pace, è: 1 -
una creatura umana, nato da un miracoloso concepimento verginale
avvenuto nel grembo di Maria figlia di Imràn, discendente di Aronne, ad
opera di una Parola di Allàh, la parola "kùn!" che significa "esìsti!";
2 - un segno dell'Onnipotenza di Allàh, Che crea come e quando
vuole semplicemente ordinando l'esistenza di ciò che Egli vuole; 3 - un
servo e un Apostolo di Allàh; 4 - un Inviato nazionale alla Casa
dei figli di Israele. Egli, il Messia 'ìsa, figlio di Maria, è stato
accreditato da Allàh presso i Figli di Israele con dei miracoli
(guarigioni di ciechi, di lebbrosi, risurrezione di morti) da lui
compiuti, ma l'Autore reale dei quali è stato lo stesso Allàh, sia gloria
a Lui l'Altissimo. Egli, Ìsa, il Messia figlio di Maria, ha ricevuto la
rivelazione divina di un Libro, il cui nome è al-Ingìl (il Vangelo
originario), ma del quale non possediamo il testo rivelato. Egli, è stato
sottratto al complotto omicida della classe dirigente israelita
da Allàh, l'Altissimo, il Quale, dopo avere creato un simulacro
di lui e averlo messo al suo posto, lo ha fatto ascendere
miracolosamente, vivo, a Sé, mentre il simulacro è stato crocifisso dagli
artefici del complotto omicida, il quali credettero di averlo ucciso,
crocifiggendolo; in realtà non l'hanno ucciso, ma ne hanno
avuto l'illusione. Egli
tornerà sulla terra e il suo ritorno sarà uno dei segni principali
dell'imminenza della fine del mondo, sconfiggerà il falso Messia e
i suoi seguaci istaurando un regno di giustizia e di pace. I Cristiani e
gli Ebrei al suo ritorno in terra si convertiranno tutti all'Islàm, sicché
sarà abolita la tassa coranica per i non-musulmani e, per effetto delle
massicce conversioni all'Islàm, cesseranno l'allevamento dei suini e
l'adorazione della croce. Alla sua morte sarà sepolto vicino alla tomba
del Profeta a Medina e dopo la resurrezione sarà uno degli Approssimati ad
Allàh.
D.:
E' vero che tutte le
religioni portano a Dio?
R.:
Non è vero, in quanto a Dio,
Allàh, rifulga lo splendore della Sua Luce, porta soltanto l'obbedienza al
Codice di vita le cui norme si trovano nel Sublime Corano, che è la Parola
di Allàh, e nei precetti del profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e
l'abbia in gloria, come espressione nel comportamento della visione
dell'uomo, della vita e del mondo, che si trova nel Sublime Corano e
nell'Insegnamento del Profeta, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria.
D.: Chi
è il padre di Gesù?
R.:
Gesù, che nel Sublime Corano
viene chiamato "il Messia ìsa figlio di Màryam", non ha padre, in quanto è
stato concepito per effetto della parola creante di Allàh, sia gloria a
Lui l'Altissimo. Gesù è come Adamo, che Allàh creò non solo senza padre,
ma anche senza madre.
D.: Chi
è Allàh?
R.:
Allàh è l'Ente che crea
l'Esistente, costituito, dall'uomo e da tutto ciò che non è uomo .
Quale è la differenza tra
Ente (Àllàh) e Esistente (Universo visibile e invisibile)?
R.:
La differenza è che
l'Esistente ha un inizio e una fine nel tempo e un limite nello spazio,
mentre l'Ente, che è il Creatore del tempo e dello spazio non ha limiti di
tempo e di spazio, ma è "eterno" e "infinito".
D.: Quale è la fonte di
queste informazioni?
R.:
La fonte di queste
informazioni è Allàh. L'uomo non avrebbe mai potuto formulare questi
pensieri, in quanto le realtà che sono oggetto di questi pensieri non sono
alla portata dell'esperienza umana. La conoscenza della vera natura della
divinità e della vera condizione umana non hanno altra fonte che la
Rivelazione divina in quanto solo un Dio potrebbe parlare di un Dio, ma
essendo Allàh
L’unico Dio, sia gloria a
Lui. l'Altissimo, solo Lui può informarci di Sé cioè di Dio; ed essendo
Lui il Creatore dell’uomo, solo Lui può informarci, in modo oggettivo,
sulla condizione umana, sul perché noi uomini viviamo, sulla qualità del
nostro destino, sul significato della nostra esistenza terrena, essendo
assolutamente impensabile che una qualsiasi creatura possa saperne a
proposito di qualsiasi realtà creata - e l'uomo è una realtà creata - più
di quanto di quella realtà ne sappia il suo Creatore .
Il Sublime Corano
D.: Cosa è il Sublime
Corano?
R.:
Il Sublime Corano è il Libro
di Allàh, che in arabo si dice Kitàbullàh, che contiene la Parola di Allàh,
che il arabo sì dice Kàlimatullàh e anche Qàulullàh.
D.:Cosa significa la parola
Corano?
R.:
La parola Corano è la italianizzazione della parola araba Qur<>àn,
che significa Recitazione salmodiata.
D.:Chi
è l'Autore del Sublime
Corano?
R.:
L'Autore del Sublime Corano è Allàh, l'Altissimo.
D.:Cosa rivela Àllàh nel
Sublime Corano?
R.:
Nel Sublime Corano Allàh l'Altissimo rivela all'uomo
le caratteristiche
essenziali della propria identità divina, la natura della condizione
umana, il significato escatologico della vita terrena, il destino
ultraterreno dell'uomo, le linee fondamentali del Codice di vita, la cui
osservanza assicura all'uomo, non senza la Misericordia divina, l'accesso
al Paradiso nella vita futura e la disobbedienza alle norme del quale sono
causa di caduta nell'Inferno. Nel Sublime Corano Allàh l'Altissimo
accredita Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, come suo
Apostolo e Profeta, proponendolo all'uomo come il titolare dell'autorità
di dettare precetti e regole di condotta complementari al Corano,
.modello di comportamento, maestro di dottrina e di vita, esempio e guida
ai credenti in Allàh e al destino ultraterreno dell'uomo.
D.: Quando avvenne la
Rivelazione del Corano?
R.:La
-Rivelazione del Sublime Corano è avvenuta nell'arco di tempo
intercorrente tra l'anno 13 prima dell'Egira e, l'anno .10 dopo
l’Egira.
D.: Come è avvenne la
Rivelazione del Corano?
R.:
la Rivelazione del Sublime
Corano è avvenuta a
brani
tramite l'angelo Gibrìl
D.: Quanti sono e come si
chiamano i capitoli del Corano?
R.:
I capitoli dei Corano sono
114 e si chiamano "Sure".
D.: Come sì chiama una
unità-base di Rivelazione coranica da cui sono costituite le Sure?
R.:
L'unità base di rivelazione
coranica da cui sono
costituite le Sure si chiama
àyah, che al plurale fa "a yàt".
D.:Come si chiamano le Sure
rivelate prima
dell'Egira e come quelle rivelate
successivamente?
R.:
Le Sure rivelate prima
dell'Egira si chiamano Sure
Meccane e
quelle rivelate dopo
l'Egira si chiamano Sure
Medinesi;
le prime sono così
chiamate perché rivelate
alla Mecca e le seconde
perché rivelate a Medina.
D.: Quando e dove avvenne la
prima rivelazione?
R.:
La prima rivelazione
coranica è avvenuta nella notte
del destino,
probabilmente il 27 del mese di Ramadàn,
nella grotta del
monte Hìrà nei pressi della Mecca,
nell'anno 13 prima
dell'Egira.
D.: Come sì chiama la prima
Sura del Corano?
R.:
La prima sura del Corano sì
chiama al-fatihah, che
significa "l'aprente"
ed è costituita da 8 ayàt
D.: Quale è l'importanza
della prima Sura?
R.:
Essa ha una importanza
fondamentale perché la sua
recitazione è essenziale
per la validità del rito di
adorazione.
D.: Quali sono i contenuti
della prima Sura?
R.:
Essa si divide in tre parti.
La prima parte insegna le
caratteristiche fondamentali
di Allàh: Titolare in esclusiva
del diritto alla
lode; Signore dell' universo; Sommamente
Misericordioso verso
le creature; Clementissimo verso i
Musulmani; Giudice
nel giorno del Giudizio. La seconda
parte riguarda il
rapporto tra l'uomo e Àllàh, nel quale
l'uomo deve adorare
solo Allàh e deve invocare in
soccorso solo Allàh,
che è l'essenza dell'Isiàm. La terza
parte riguarda
l'uomo, che deve chiedere ad Allàh di
essere guidato sulla
retta via, che è la via percorsa da
coloro su cui Allàh
ha effuso la Sua grazia, non quella
percorsa da coloro
che hanno provocato l'ira divina né
quella di coloro che
sono in errore riguardo alla natura
divina.
D.:Il Codice di vita coranico è suscettìbile di
aggiornamento, di
modernizzazione, di migliorie?
R.:
Il Codice di vita coranico non è suscettibile di aggiornamento, di
modernizzazione, di migliorie perché nessuna creatura è in grado di
pensare norme di vita migliori di quelle dettate dal Creatore, il Quale
nel dettarle aveva davanti a Sé l'esistenza dell'uomo dall'inizio alla
fine in tutti i suoi aspetti, mentre gli uomini sono condizionati dal
tempo e dallo stato delle loro conoscenze.
Il Profeta Muhàmmad
che Allàh lo benedica e
l'abbia in gloria
D.:Chi
è il profeta Muhàmmad, che
Allàh io benedica e l'abbia in gloria?
R.:
Il profeta Muhàmmad, che
Allàh lo benedica e l'abbia
in gloria, è l'ultimo dei
Profeti e degli Apostoli (Inviati,
Messaggeri) di Allàh,
l'Altissimo, per cui nel Sublime
Corano Allàh lo
definisce "Khàtamu n-nabiyyìn" che
significa il Sigillo
dei Profeti, sicché con lui si chiude la
Missione profetica,
essendo egli il portatore del Sublime
Corano, che è
l'immutabile e inalterabile Parola di Allàh
medesimo, a valere
come regola di vita e dottrina di verità
fino alla fine del
mondo.
D.: Cosa significa Muhàmmad?
R.:
Muhàmmad significa "Colui che spessissimamente è
lodato"
D.: Dove nacque e visse il
profeta Muhàmmad?
R.:Il
profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l'abbia
in gloria, è nato
nella città della Mecca, che si trova in
quella regione della
Penisola Araba che si chiama Hegiàz,
dove egli ha vissuto
tutta la vita.
D.:Quando nacque il
profeta Muhàmmad, che
Àllàh Io benedica e l'abbia
in gloria?
R.:
Il profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l'abbia
in gloria, è nato
nell'anno 53 prima dell'Egira, vale a dire
nell'anno 569
dell'era volgare.
D.: Lo sai come fu ricordato
l’anno, in cui nacque
il Profeta nella
tradzione araba pre-islamìca?
R.:
Fu ricordato come l’anno
dell'elefante" perché in
quell' anno gli Abissini che
avevano fondato un vice-reame
nello Yemen, dopo
aver progettato la distruzione della
nobile Kà'bah, il
Santuario a forma di cubo costruito dal profeta Ibrahim e da suo figlio
Ismail, su ambedue la pace, invasero lo Hegiàz e occuparono la Mecca, ma
non poterono portare a termine il loro progetto perché Allàh distrusse la
loro armata e l'elefante della spedizione con un evento miracoloso.
D.: Quale fu l'evento
miracoloso che distrusse Tarmata abissina?
R.:
Fu un bombardamento di
pietre effettuato da uccelli volanti a stormi successivi che ridussero in
poltiglia l'armata abissina. L'evento è ricordato nella sura intitolata
l'Elefante, che é la numero del Sublime Corano.
D.: Cosa sai dire della
genealogia del Profeta?
R.:Il
profeta Muhàmmad,
che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, era discendente del profeta
Ibrahim nel ramo della sua discendenza da parte del figlio Ismaìl,
antenato degli Arabi. Il profeta Ibrahim, su lui la pace, era
discendente del figlio del profeta Noè, di nome Sem, il capostipite
della stirpe semitica.il profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l'abbia
in gloria, nella discendenza ismaelitica del profeta Ibrahim,
apparteneva alla famiglia dei discendenti dì Hàscem (Hascemiti),
appartenente alla tribù dei Quràysh (Coreisciti).Era figlio postumo
di Abdullàh figlio di Àbdu-l-Muttalib figlio di Hàscem
e sua madre si chiamava Àmina.
D.: Che sai dell'infanzia
e della
fanciullezza del profeta?
R.:
Fu dato a balìa a una
beduina di nome Halimah appartenente a una tribù del deserto vicino
alla Mecca, chiamata la Tribù dei figli di Saad. A sei anni rimase
orfano della mamma e fu accolto in casa del nonno Abdu-I-Muttalib.
Alla morte del nonno, quando aveva otto anni, fu accolto nella casa dello
zio paterno Àbu Tàlib. A dodici anni accompagnò lo zio, che
commerciava, nella capitale della regione siriana dell'Impero bizantino e
in questo viaggio un monaco di nome Bahirah riconobbe in lui il Profeta
universale annunciato dalle Sacre Scritture.
D.:
Chi
è Khadìgiah?
R.:Khadigiah
fu la prima moglie del Profeta, che egli sposò quando aveva 25 anni. Da
lei, che aveva quindici anni più di lui, il Profeta ebbe sette figli: 3
maschi: Qàsim, per cuivenne soprannominato Abu-l-qàsim, Tàyyib e
Taher; 4 figlie: Ruqàyya, Zynab, Umm Kulthùm, Fatimah.
Ibrahìm, figlio di Maria
l'Egiziana, morì in tenera età in un giorno, in cui ci fu un'eclissi di
sole.
D.:Dove, quando, come e a
che età il Profeta ricevette la prima rivelazione e l'investitura?
R.:
Il Profeta Muhàmmad, che
Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, ricevette la prima rivelazione e
l'investitura della Missione in una grotta del monte Hirà<, una montagna
nei pressi della Mecca, dove era in ritiro spirituale, in una delle ultime
notti dispari del mese di Ramadàn, all'età di quaranta anni (anno 609
dell'era volgare), a opera dell'angelo Gibrìl, che rivelò la prima parte
della Sura del grumo dì sangue (al- 'àlaq) che inizia con
l'imperativo: ìqra<! che significa: recita!
D.: Per quanto tempo il
Profeta svolse la sua missione nella città della Mecca?
R.:
L'attività missionario del
Profeta si svolse alla Mecca per dieci anni. Per tre anni la predicazione
fu a livello di conoscenze personali. Il terzo anno ricevette l'ordine di
iniziare a svolgere il suo ministero in pubblico, che si svolse alla Mecca
per altri dieci anni, cioè fino all'Egira dalla Mecca a Yàthrib (622 e.v.).
D.: Vi furono eventi
memorabili in quegli anni?
R.:Il
miracolo della luna spezzata nella notte del plenilunio del mese di
Ragiab dell'anno 5 prima dell'Egira. La persecuzione della classe
dirigente meccana contro il Profeta e i suoi seguaci. La morte di
Khadìgiah e dello zio Abu Talib che lo sostenevano nell'esercizio della
sua Missione profetica. L'insuccesso di Taif, dove il Profeta si era
recato per invitare all'Isiàm i Taqifiti. La predica ai Ginn. 11 viaggio
notturno a Gerusalemme e l'assunzione alla presenza di Allàh, nella notte
del 27 del mese di Ragiab dell'anno prima dell'Egira.
D.: Cosa indica la parola
Egira?
R.:
La parola Egira indica il
trasferimento della sede di esercizio della missione
apostolico-profetica di Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l'abbia in
gloria, dalla Mecca a Yàtrib, un centro abitato a qualche centinaia di
chilometri a nord della Mecca.
D.: In che anno avvenne
l'Egira?
R.:L'egira
avvenne nell'anno 622 dell'era volgare, 53 di vita del Profeta e 13
dall'inizio della Rivelazione Coranica.
D.: Cosa fece il Profeta a
Yàthrib?
R.:
A Yàthrib, che assunse il nome di Città del Profeta, Madìnatu-n-nabìyyi,
detta in breve Medina, il Profeta, che Allàh lo benedica e
l'abbia in gloria, diede inizio alla costruzione dello stato Islamocratico,
cioè di una comunità sociopolitica islamica, cioè una comunità governata
dalla Legge di Allàh e dai Precetti del Profeta.
D.:
Quali furono gli eventi
importanti dei primi anni dell'Islàm, fino alla morte del Profeta?
R.:
Eventi storici dei primi
anni dell'Islàm, fino alla morte del Profeta, che avvenne quando il
profeta aveva 63 anni, nell'anno decimo dell'egira, corrispondente al 632
dell' era volgare, furono: La Battaglia di Badr, la Battaglia al monte
Uhud, l'assedio di Medina, la conquista di Khàybar, la Liberazione della
Nobile Kà'bah dal dominio idolatrico-politeistico, il Pellegrinaggio
dell'Addio.
D.: Cosa sai dirmi della
Battaglia di Badr?
R.:
La battaglia di Badr si
svolse il 17 del mese di Ramadàn dell'anno 2° dell'Egira (624 e.v.) e si
chiama così dal nome della località, un'oasi sulla carovaniera che unisce
la Mecca alla Siria, dove fu combattuta e vinta dai Musulmani, che, in
numero di 313 sconfissero l'armata meccana forte di 1000 uomini, che sì
era messa in campagna militare per annientare l'Isiàm.
D.: Cosa sai dirmi della
Battaglia di Uhud?
R.:
La battaglia di Uhud si
svolse nell'anno 3° dell'Egira (625 e.v.) e si chiama così dal nome della
località, un monte a pochi chilometri dalla città di Medina, dove fu
combattuta e vinta dai Musulmani, che, in numero di 1000 sconfissero
l’armata meccana forte di 3000 uomini, che si era messa in campagna
militare vendicare l'onta subita a Bàdr l'anno prima e per annientare l'Isiàm.
La forza d'invasione, a causa di una disobbedienza agli ordini di
battaglia dati dal Profeta, realizzò un iniziale successo, ma venne poi
messa in fuga dal contrattacco islamico.
D.: Cosa sai dirmi della
Battaglia del Fossato ?
R.:
La battaglia del Fossato è
il nome con cui è passato alla storia l'assedio di Medina, a cui la città
venne sottoposta da una coalizione giudaico-meccano-beduina nell'anno 5°
dell'Egira (627 e.v.) e si chiama così dal fossato scavato per realizzare
un apprestamento difensivo atto a favorire la difesa e a impedire
l'occupazione della Città da parte delle soverchianti forze messe in campo
dal nemico. L'esercito confederato, forte di 10.000 uomini
pose l'assedio alla
Città e fece degli attacchi sporadici che vennero respinti dagli
assediati, sperando che essi uscissero per una battaglia campale, ma ciò
non avvenne. Dopo alcuni mesi di assedio infruttuoso la coalizione si
sciolse, anche per effetto di un forte vento sabbioso che rendeva
invivibili le tende e difficile la respirazione di uomini e animali da
guerra.
D.: In che anno dell'Egira
avvenne la liberazione della Mecca dal dominio idolatrico?
R.:
La liberazione della Mecca
dal dominio idolatrico avvenne nell'anno 8 dell'Egira il 20 del mese di
Ramadàn.
D.: In che anno morì il
Profeta (*)?
R.:Il
Profeta, che
Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, morì a Medina nell'anno 10
dell'egira nel giorno 12 del mese di Rabì primo, a 63 anni, tre mesi dopo
aver eseguito i riti del Pellegrinaggio alla Mecca, durante il quale scese
la rivelazione in cui Allàh dichiara di aver ultimato la Rivelazione del
codice di vita, rendendo così completa la Sua Misericordia sugli uomini e
gradendo da parte loro come religione l'Isiàm.
D.: Qual è il miracolo, con
cui è stata confermata da Allàh la missione di Muhàmmad
(*)?
R.:Il
miracolo con cui
è stata confermata da Allàh la missione apostolico-profetica di Muhàmmad
(*) è il Sublime Corano, testo di perfezione letteraria inimitabile sotto
tutti i profili della scienza della comunicazione, realizzato da Allàh,
sia gloria a Lui l'Altissimo, per mezzo di un illetterato, che non sapeva
leggere e non sapeva scrivere, per cui Allàh lo definisce nel Corano "Annabìyyu
l-ummìyyu" che significa il Profeta illetterato, testo nel quale sono
incastonati brani i cui significati letterali sono anticipazioni
inconfutabili di risultati acquisiti dalla ricerca scientifica in diversi
campi di studio della realtà. Un altro aspetto assolutamente
soprannaturale del Corano è la presenza di una struttura
numerologico-alfabetica fondata sul numero 19, che è il numero delle
lettere dell'alfabeto arabo da cui è formata la prima àyah del Corano, in
relazione a sigle iniziali con cui si aprono alcune Sure, le cui lettere,
singolarmente e nel loro complesso, sono presenti nei testi in un numero
multiplo di 19.
I pilastri dell Islàm
1) PROFESSIONE DI FEDE
2) IL RITO DI ADORAZIONE
3)
IMPOSTA CORANICA
4)
DIGIUNO DI RAMADAN
5)
PELLEGRINAGGIO
1) PROFESSIONE DI FEDE
D.: Cosa e» l'Islàm?
R.: L’ Islàm
è un sistema di vita che
abbraccia tutti campi
dell'attività dell'uomo,
ognuno dei quali è regolato da
norme che sono nel
Sublime Corano e nella Nobile Sunna.
D.:Cosa vuoi dire
l'espressione:"L'Islàm si
fonda su cinque
pilastri"?
R.:
L'espressione: "L'Islàm
si fonda su cinque
pilastri"
vuoi dire che il sistema di
vita che abbraccia
tutti campi dell'attività
dell'uomo, ognuno dei quali è
regolato da norme che
si trovano nel Sublime Corano e
nella Nobile Sunna,
ha una struttura portante costituita da
cinque adempimenti
fondamentali, ognuno dei quali,
essendo essenziale
come essenziali sono i pilastri per la
costruzione di una
casa viene chiamato "Pilastro"
D.: Quali sono i pilastri
dell'Isiàm?
R.: I pilastri dell'Islàm
sono: 1 - La
professione di fede; 2 - il rito d'adorazione; 3 - l'imposta
coranica; 4 - il digiuno di Ramadàn; 5 - il Pellegrinaggio alla
Mecca.
D.:
Cosa
è la professione di fede?
R.:
La professione di fede è il
primo pilastro dell'Isiàm e
questo sulla base
dell'insegnamento del Profeta (*) il quale
ha detto: "L'Isiàm si
fonda su cinque: La professione di
fede che non c'è
divinità tranne Allah e che Muhàmmad è
Apostolo di Allàh;
il rito d'adorazione; l'imposta
coranica; il digiuno
di Ramadàn; il Pellegrinaggio alla
Casa di Allàh, che è
obbligatorio per chi ne abbia la
possibilità".
D.: Quale è la formula della
professione dì fede?
R.: La formula della
professione di fede è:
Ash/hadu
alla ilàha illallàh –
ash/hadu ànna Muhàmmadan
rasùlullah.-
D.: Quale è il significato
letterale della formula?
R.:
Il significato della formula
è: "Rendo testimonianza che non c'è divinità tranne Allàh e rendo
testimonianza che veramente Muhàmmad è l'Apostolo di Allàh.
D.:
Quale è il significato
sostanziale?
R.:
Il significato sostanziale
della formula è: "Rendo testimonianza che non c'è divinità tranne Allàh
avendo preso come mio codice di vita il Sublime Corano, che è la Parola di
Allàh, con esclusione di qualsiasi regola di vita che provenga da una
fonte diversa e rendo testimonianza che Muhàmmad è l'Apostolo di Allàh,
avendo preso solo ed esclusivamente Muhàmmad come maestro di vita, guida
spirituale, modello di comportamento.
D.: Quale valore ha la
professione dì fede? Ha valore costitutivo oppure dichiarativo?
R.:
La professione di fede
islamica ha valore dichiarativo.
D.: Perché la
professione di fede ha valore dichiarativo e non costitutivo?
R.:
La professione di fede ha
valore dichiarativo e non costitutivo perché la qualità di musulmano non
si acquista per effetto della pronuncia delle parole della formula, ma si
acquista con la acquisizione della certezza delle verità fondamentali
della visione islamica del mondo e con la pratica delle norme di vita
dell'Islàm, di cui la Professione di fede è la pubblicazione verbale.
3) IMPOSTA CORANICA
D.:
Cosa
è l'imposta coranica?
R.:
L'imposta coranica è il
terzo pilastro dell'Islàm e questo sulla base dell'insegnamento del
Profeta (*) il quale ha detto: "L'Islàm si fonda su cinque: La professione
di fede che non c'è divinità tranne Allàh e che Muhàmmad è Apostolo di
Allàh; il rito d'adorazione; l'imposta coranica; il digiuno di Ramadàn; il
Pellegrinaggio alla Casa di Allàh, che è obbligatorio per chi ne abbia la
possibilità".
D.: In che cosa consiste
l'imposta coranica?
R.:
L'imposta coranica consiste
nel pagamento al Fisco Islamico di una somma corrispondente al 2,50 per
cento del valore monetario equivalente o superiore al minimo
imponibile di quattro cespiti patrimoniali, che sono l'oro,
l'argento, il denaro e le
merci, quando, al termine di un anno lunare (354 giorni) dalla nascita del
debito d'imposta il patrimonio del debitore d'imposta risulti di valore
equivalente o superiore al minimo imponibile, a prescindere dalle vicende
patrimoniali durante l'anno.
D.: Quanto è l'ammontare del
minimo imponibile che fa scattare il debito di imposta?
R.:
L'ammontare del minimo
imponibile che fa scattare il debito di imposta è l'equivalente del valore
di 96 grammi di oro, sulla base di un insegnamento del Profeta (*).
D.: Perché si chiama imposta
coranica?
R.:
Il terzo pilastro dell'Isiàm
si chiama imposta coranica perché nel Sublime Corano ne è indicata la
destinazione; essa è destinata ai poveri, ai bisognosi, ai collettori
dell'imposta, ai danneggiati nel loro patrimonio dalla conversione all'Islàm,
al riscatto degli schiavi, a sostegno dei debitori incolpevoli della loro
insolvenza, alla causa di Allàh e ai viaggiatori in difficoltà.
D.: Quale è lo scopo
dell'imposta coranica?
R.:
Lo scopo principale
dell'imposta coranica è quello di promuovere la solidarietà nella comunità
dei credenti, affinchè tutti i membri della comunità abbiano i mezzi per
soddisfare almeno i bisogni primari, come il nutrirsi, il vestirsi,
l'avere un tetto, il curarsi, cioè di avere un tenore di vita dignitoso, e
possibilmente al di sopra della soglia della miseria; affinchè la comunità
come tale possa soddisfare le esigenze collettive della sicurezza, della
difesa, dell'istruzione pubblica, della illuminazione, della viabilità. Il
pagamento dell'imposta coranica, che si chiama anche zakàh
(purificazione), purifica l'anima dalla tendenza all'avarizia e rende
lecito l'uso del patrimonio residuo, dopo l'adempimento fiscale, per
effetto della separazione da esso di quella quota che Allàh ha ordinato di
dare per soddisfare i diritti dei poveri. L'imposta coranica ha anche una
funzione positiva sull'economia, sia in quanto promuove investimenti e
consumi, perché il divieto degli interessi e l'imposta coranica rendono
antieconomica l'immobilizzo dei capitali, sia perché la piena occupazione
nella produzione di beni, ne incentiva il consumo con aumento della
circolazione del denaro e quindi del benessere individuale e sociale.
D.: Il fisco islamico si
limita all'imposta coranica del 2.50% sui cespiti patrimoniali costituiti
dall'oro, dall'argento, dal denaro e dalle merci?
R.: No! C'è un'imposta sulla
proprietà di alcuni tipi di bestiame e di alcuni prodotti agricoli, una
imposta sul tesoro e sulle miniere.
D.: Cosa sai dire
sull'imposta sul bestiame?
R.:
Per il bestiame l'imposta è
in natura e sono debitori d'imposta i proprietari di cammelli, bovini,
ovini e caprini quando i capi superano un dato numero (5 cammelli, 30
bovini, 40 pecore e 40 capre) e la quantità è in relazione al numero dei
capi del branco di cammelli, dell'armento di bovini e del gregge di pecore
e capre. Per essere debitori d'imposta la proprietà del bestiame tassabile
deve durare da almeno un anno.
D.: Cosa sai sull'imposta
sui prodotti agricoli?
R.:
L'imposta sui prodotti
agricoli si limita alla frutta e ai cereali e anche per frutta e cereali
c'è un minimo imponibile, che è costituito da 630 litri. Per i
quantitativi superiori il prelievo fiscale è di un decimo del prodotto se
il terreno è reso fertile dalla pioggia o da sorgenti, se invece i terreni
sono irrigati artificialmente il prelievo è di 1/20.
D.: Che sai dell'imposta su
tesoro e su miniere?
R.rL'imposta sul tesoro
trovato sotto terra è di 1/5 del valore, mentre per le miniere d'oro e
d'argento l'aliquota del 2.50 % per cento appena raggiunta l'estrazione
del nisab, mentre se si tratta di altri minerali il prelievo corrisponde
al 2.50% della quantità estratta. D.: Quali i beni esenti dall'imposta
?
R.:
I beni tassabili che non
raggiungono il minimo imponibile, i beni mobili e immobili di uso
personale, strumenti di lavoro, mezzi di trasporto, pietre preziose,
gioielli femminili quando vengono posseduti e usati almeno una volta
all'anno a scopo di ornamento e non a scopo di tesaurizzazione. In
quest'ultimo caso sono soggetti al pagamento dell'imposta coranica.
D.: I crediti sono soggetti
a imposta coranica?
R.: Se
il debitore è
solvente ed è in grado di mantenere l'impegno di restituzione o
di pagamento del debito l'ammontare del valore si somma al denaro liquido
o al bene da restituire per il calcolo dell'importo su cui eseguire il
prelievo del 2.50%. Se il credito raggiunge il minimo imponibile e
lo supera su esso si applica l'aliquota del 2.50 %, quando il debitore
d'imposta non possiede altro denaro. Se il credito non può essere pagato
alla scadenza del debito per insolvibilità del debitore, l'imposta
dovrà essere pagata
al momento in cui il debito viene
estinto.
D.: Cosa
è la Sàdaqah?
R.: La Sàdaqah
è una elargizione in
beneficenza eseguita
spontaneamente
D.: Cosa
è Zakàtu-I-Fitr?
R.:
E' una imposta che i
digiunanti nel mese di Ramadàn
devono versare per sé
e per ciascuno di coloro che sono
sotto la loro
responsabilità alimentare prima del rito
congregazionale
solenne della Festa della rottura del
Digiuno di Ramadàn
nella misura pecuniaria equivalente a
quanto necessario per
un pasto, perché venga distribuita ai
poveri nel giorno
della Festa. Se il versamento viene
effettuato dopo il
rito solenne è considerata "sàdaqah".
Lo scopo della
zakatu-I-fitr è quello di purificare il
digiuno da
scorrettezze verbali e di dar da mangiare ai
poveri. Mentre il
pagamento dell'imposta coranica ha
fondamento in un
precetto di Allàh nel Sublime Corano, il
pagamento della
zakatu-1-fìtr è stato istituito dal Profeta,
che Allàh lo benedica e
l'abbia in gloria.
4) DIGIUNO DI RAMADAN
D.:
Cosa
è il digiuno del mese
di Ramadàn?
R.:
Il digiuno del mese di
Ramadàn è il quarto pilastro dell'Islàm e questo sulla base
dell'insegnamento del Profeta, il quale ha detto: "L'Islàm si fonda su
cinque: La professione di fede che non c'è divinità tranne Allàh e che
Muhàmmad è Apostolo di Allàh; il rito d'adorazione; l'imposta coranica; il
digiuno di Ramadàn; il Pellegrinaggio alla Casa di Allàh, che è
obbligatorio per chi ne abbia la possibilità".
D.: In cosa consiste il
digiuno di Ramdàn?
R.:
Il digiuno di Ramadàn
consiste nell'astenersi da cibo, bevanda, rapporti sessuati,
dall'introdurre nel corpo per via orale sostanze voluttuarie e medicinali
(queste ultime se non assolutamente indispensabili) dall'alba al tramonto,
tutti i giorni del mese di Ramadàn, che è il nono mese dell'anno lunare e
può essere o di 29 o di 30 giorni.
D.: Come si stabilisce la
durata di Ramadàn?
R.:
La durata del mese di
Ramadàn si stabilisce in base all'avvistamento della nona luna, da cui
comincia il digiuno diurno, fino all'avvistamento della decima luna. E'
l'avvistamento della luna che determina l'inizio e la fine del digiuno.
D.: Chi ha l'obbligo del
digiuno in Ramadàn?
R.:
Tutti i musulmani, maschi e
femmine, puberi e sani di
mente
D.: Ci sono casi di deroga e
di esenzione?
R.: Sì!
Sono esenti dall'obbligo le
donne quando sono mestruate e in puerperio e possono non digiunare in
deroga all'obbligo i viaggiatori e i malati. Tanto le prime quanto i
secondi hanno l'obbligo del recupero dei giorni non digiunati, quando sia
cessata la causa dell'esenzione o della deroga, dopo la fine di Ramadàn.
D.: Ci sono altri tipi di
esenzione dal digiuno?
R.: Sì!
La persona avanzata negli
anni, che non si sente la forza di digiunare, può astenersi dal digiuno,
sostituendolo con il provvedere alla rottura del digiuno di un digiunante
per i giorni di mancato digiuno. La donna incinta che teme pregiudizio per
la gravidanza e la donna che allatta nel caso che tema pregiudizio
all'allattamento
D.: Quali son le regole
fondamentali del digiuno?
R.:
La prima regola è quella di
formulare, prima dell'alba, l'intenzione di eseguire il digiuno, dopo
avere eseguito il suhùr, cioè la colazione pochissimo prima dell'
imsàk, cioè dell' astinenza; eseguire la rottura del digiuno alla
chiamata del rito di adorazione del tramonto con datteri, latte o acqua e
fare l'if tar, cioè il pasto di rottura del digiuno, subito dopo il
rito del tramonto.
D.: Quali azioni annullano
il digiuno?
R.:
L'immissione di un liquido
nel corpo attraverso gli orifizi; l'emissione di sperma per l'uomo e di
liquido orgasmico per la donna indotti da sguardo insistente,
immaginazione, bacio o toccamento; vomito provocato; aver mangiato, bevuto
e fatto sesso sotto costrizione; aver mangiato e bevuto pensando che fosse
ancora notte e aver rotto il digiuno avendo pensato che il sole fosse già
tramontato; l'introduzione nel corpo per via orale di qualsiasi sostanza.
In questi casi il digiuno deve essere recuperato dopo Ramadàn.
D.: Che accade se si mangia
o beve distrattamente
R.:
Se ci si rende conto e si
ricomincia il digiuno, il digiuno del giorno è valido, mentre se si pensa
che ormai il digiuno è rotto e non lo si riprende, si deve
recuperarlo dopo Ramadàn.
D.: Quali i casi in cui è
necessaria l'espiazione?
R.: L'espiazione, che sì
chiama in arabo kaffàrah, è
richiesta nel caso di
rapporti sessuali volontari e di rottura
consapevole e
volontaria del digiuno.
D.: Come avviene
l'espiazione delle infrazioni
volontarie del
digiuno?
R.:
L'espiazione può avvenire in
tre modi: liberando uno
schiavo, digiunando per due
mesi consecutivamente,
nutrendo sessanta poveri con
un pasto giornaliero, oppure
un povero con sessanta pasti
giornalieri.
D.: Ci sono altri digiuni
oltre quello di Ramadàn?
R.: Sì!
Il digiuno nel giorno della
sosta in Arafàt durante
il Pellegrinaggio, cioè il
giorno nove del mese del
Pellegrinaggio; il giorno
dieci del primo mese dell'anno,
cioè Muhàrram, in ricordo
del passaggio del mar Rosso da
parte dei figli di
Israele guidati da Mosè; i primi sei giorni
del mese successivo a
Ramadàn, Shawwàl, escluso il 1° che
è il giorno della
Festa della rottura del digiuno.; i tre
giorni del plenilunio di
ogni mese, cioè il 13, il 14 e il 15
ovviamente del mese
lunare; il lunedì e il giovedì di ogni
settimana; il digiuno
un giorno sì e un giorno no, detto il
digiuno del profeta
Dawùd.
D.: Ci sono giorni o periodi
in cui è sconsigliato
il digiuno?
R.:
E' sconsigliato digiunare il
giorno di venerdì (a meno
che non si digiuni prima
anche giovedì, o dopo anche
sabato) e il giorno di
sabato solamente; nella seconda metà
del mese che precede
il digiuno (Shabàn).
D.: Ci sono giorni o perìodi
in cui è proibito il
digiuno?
R.:
E' vietato digiunare:
ininterrottamente per due giorni
o più, nel giorno
dubbio (se sia 30 Shabàn o 1° Ramadàn),
tutto l'anno, nei
giorni delle due Feste comandate (quella
della rottura del
digiuno e quella del Sacrifìcio) e nei tre
giorni successivi
alla Festa della Rottura del digiuno. E',
inoltre, vietato
dì digiunare alla donna, quando è
mestruata e, nel caso
del digiuno facoltativo, senza il
consenso del marito.
D.: Quali fatti importanti
avvennero di Ramadàn?
R.:
L'evento più importante in
assoluto che si è verificato
in Ramadàn è stata
l'investitura apostolico-profetica di
Muhàmmad insieme alla
prima Rivelazione del Corano
nella notte del destino, che
viene tradizionalmente
commemorata nella notte del
27 Ramadàn. La battaglia di
Bàdr il primo scontro armato
tra i fuorusciti Musulmani e
l'esercito meccano,
battaglia vinta dai Musulmani, inferiori per numero e armamento, con
l'aiuto di Allàh, avvenuta il 17 Ramadàn nell'anno seguente a quello
dell'Egira; la liberazione della Mecca dal dominio idolatrico-politeista,
avvenuta nell'anno 8° dopo l'Egira.
D.: Quando venne istituito
il digiuno?
R.:
Venne istituito nel mese che
precede Ramadàn nel 2° anno dell'Egira.
D.: Quali sono i vantaggi
del digiuno?
R.:
Il digiuno è uno scudo che
protegge dal fuoco dell'inferno, ha anche benefici effetti sulla salute
fisica soprattutto del tubo digerente e ha effetti disintossicanti; dal
punto di vista psicologico favorisce la formazione nel digiunante del
controllo di sé attraverso lo sforzo di autodisciplina che l'osservanza
richiede, promuove la solidarietà e conduce al timore di Allàh.
5) PELLEGRINAGGIO
D.:
Cosa
è il Pellegrinaggio?
R.:
Il Pellegrinaggio è il
quinto pilastro dell'Islàm e
questo sulla base
dell'insegnamento del Profeta, il quale ha
detto: "L'Islàm si
fonda su cinque: La professione di fede
che non c'è divinità
tranne Allàh e che Muhàmmad è
Apostolo di Allàh; il
rito d'adorazione; l'imposta
coranica; il digiuno
di Ramadàn; il Pellegrinaggio alla
Casa di Allàh, che è
obbligatorio per chi ne abbia la
possibilità1*.
D.: Quante volte si deve
fare il Pellegrinaggio?
R.:
Almeno una volta nella vita
D.: Chi è tenuto a eseguire
il Pellegrinaggio?
R.:
Tutti i Musulmani, uomini e
donne, dall'età della
pubertà, quando ne abbiano
le possibilità fisiche, per
sostenere i disagi del
viaggio, ed economiche, cioè
dispongano di denaro
sufficiente per le spese del viaggio,
della permanenza alla Mecca
e per provvedere alle
esigenze di coloro che
dipendono da lui durante il periodo
della sua assenza.
D.:
C'è un periodo particolare
dell'anno lunare in
cui si effettua il
Pellegrinaggio?
R.:
Sì! I mesi in cui si può
andare in Pellegrinaggio sono
gli ultimi tre mesi
dell'anno lunare, cioè i mesi dopo
Ramadàn.
D.: Si può andare alla
Mecca per motivi
devozionali negli altri mesi
dell'anno?
R.:Sì, La visita devozionale
durante tutto l'anno si chiama
'ùmrah e nei mesi del
Pellegrinaggio può essere fatta in
combinazione con
esso.
D.: Quanti tipi di
pellegrinaggio ci sono?
R.:
I Tipi di pellegrinaggio
sono tre:
II primo e il migliore è il
Tamàttu'. Esso
consiste
nel fare la 'ùmrah
nei mesi del Pellegrinaggio, uscendo
dallo stato di
consacrazione dopo averne eseguito i riti.
Mettersi in stato di
consacrazione il giorno 8 di zulhìggia
ed eseguire i riti del
Pellegrinaggio.
Il secondo è detto
Qiràn. Esso consiste nel fare
congiuntamente 'ùmrah
e Pellegrinaggio senza uscire
dallo stato di consacrazione
fino al giorno del sacrifìcio.
Il terzo è detto
Ifràd. Esso consiste nell'eseguire il
Pellegrinaggio senza
'ùmrah.
D.: Quali sono i riti del
Pellegrinaggio?
R.:
I riti fondamentali del
Pellegrinaggio sono:
1 - L'intenzione di
eseguire il Pellegrinaggio - 2 – La
consacrazione
con la vestizione
dell'abito del pellegrino
- 3 - la
circumambulazione della Kà'bah - 4 - la corsa
tra Safa e Marwa - 5
- la sosta nella piana di Arafàt - 6 -
la lapidazione
di Satana - 7 - il sacrificio
D.: Quali sono i riti della
'ùmrah?
R.:
I riti della 'ùmrah
sono:
1 - l'intenzione
di eseguire la 'ùmrah; 2 - la
consacrazione; 3 -
la
circumambulazione ; 4 – la
corsa
tra Safa e Marwa
D.: Cosa è la Talbìyyah?
R.: E' la recitazione
fondamentale del Pellegrinaggio che
consiste nella
giaculatoria che inizia con la frase:
Labbàyka Allahàmma Labbàyk!
che significa
Eccomi,
o Allàh, in obbedìenza al
Tuo ordine! che
il pellegrino
recita dall'inìzio alla fine
del Pellegrinaggio.
D.: In cosa consiste la
consacrazione?
R.:
La consacrazione (ihràm)
consiste nell'indossare
l'abito del pellegrino dopo
aver espresso l'intenzione di
eseguire il
Pellegrinaggio (o la 'ùmrah) ed eseguito due
unità di adorazione e
termina dopo il sacrificio.
D.: In cosa consiste la
circumambulazione?
R.:
La circumambulazione (tawwàf)
consiste nel girare
per sette volte intorno alla
Kà'bah in senso antiorario a
partire dal punto del
circuito che corrisponde alla Pietra
Nera e nell'uscire
dallo stesso punto all'ultimo giro.
D.: In cosa consiste la
corsa tra Safa e Marwa?
R.: La corsa tra Sata e
Marwa (sà'y) consiste nel fare per sette volte il percorso da Safa a Marwa,
entrando da Safa e uscendo da Marwa, eseguito il settimo percorso.
D.: In cosa consiste la
sosta in Arafat?
R.:
La sosta in Arafat ('uqof
'àrafah) consiste nel sostare in adorazione nella pianura di Arafat il
nono giorno del mese di zulhìggiah da mezzogiorno al tramonto
del sole. Essa è il momento essenziale del Pellegrinaggio; è una
prefigurazione dell'adunata del giorno del giudizio.
D.: In cosa consiste la
lapidazione di Satana?
R.:
La lapidazione di Satana
(ràg°m) consiste nello scagliare 7 pietre dicendo Allàhu àkbar
contro il pilastro che rappresenta Satana, in ricordo della tentazione a
cui furono sottoposti Abramo e Ismaele nel loro cammino verso il luogo del
sacrifìcio ordinato da Allàh ad Abramo, sacrificio in cui la vittima
sacrificale era Ismaele.
D.: In cosa consiste il
Sacrificio?
R.:
Il sacrificio (nàhr)
consiste nella uccisione dì uno degli animali per i quali viene pagata la
zakah (imposta coranico): cammello, bovino, pecora, capra. In
commemorazione dell'ordine di Allàh di sostituire a Ismaele un montone,
dopo che tanto Abramo quanto Ismaele avevano dato prova della loro
obbedienza incondizionata, accettando il padre di sacrificare il figlio
unigenito e il figlio di essere sacrificato. Con il sacrifìcio termina lo
stato di consacrazione. Il Giorno del sacrificio (10 di zul°hìggiah)
è il giorno della seconda festa solenne comandata dell'Isiàm, detta
"Festa del Sacrificio", che commemora l'obbedienza del profeta Ibrahìm
e del figlio di lui Ismail, su ambedue la pace.
D.: Cosa è la ziyàrah?
R.: La ziyàrah
è la visita alla Tomba del
Profeta, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, a Medina, dove c'è la"
Moschea del Profeta, che è il secondo dei tre luoghi santi dell' Isiàm,
essendo il primo la Moschea Sacra della Mecca, dove c'è la Nobile
Kà'bah (al°màs°gid al°Haràm) e il terzo la moschea al-àqsa
di Gerusalemme (al°màs°gid al°àqsa) meta del viaggio notturno del
Profeta e da cui il Profeta iniziò la sua assunzione alla Presenza di
Allàh ( al°isrà< wa (a)l°mi'°ràg) .
D.: La visita alla Tomba del
Profeta fa parte del Pellegrinaggio?
R.: No! La visita è un atto
di devozione nei confronti del Profeta e l'esecuzione del rito
d'adorazione nella Moschea del Profeta ha il valore di mille preghiere
fatte altrove, ad eccezione di quella fatta nella Sacra Moschea della
Mecca che vale centomila volte quella fatta altrove. Può essere eseguita
sempre, ma di solito viene fatta o prima o dopo il Pellegrinaggio o la
'ùmrah. E' consuetudine che la visita vanga fatta in occasione del
pellegrinaggio; o prima di eseguirlo o dopo averlo eseguito.
4
Il rituale di
adorazione
al-Salàh
Allàh, L’ Altissimo, ha
detto:
"In verità l'esecuzione del
rituale, di adorazione è
prescritta ai credenti in
tempi determinati"
ma
prima di
illustrare il secondo pilastro dell'Isiàm
spieghiamo la purezza
e l'abluzione.
D.:Cosa è la "purezza
rituale"?
R.:
Il rituale di adorazione non
è valido se non è eseguito
in condizioni di
purezza rituale, poiché essa (la purezza) è
il mezzo con cui
si accede a esso (rituale di adorazione).
Se il rituale di
adorazione viene eseguito senza condizioni
di purezza rituale e senza
abluzione, esso è invalido. La
purezza rituale
riguarda: il corpo, il vestito, il luogo
dell'adorazione.
L'Apostolo di Allàh, che Allàh lo
benedica e l'abbia in
gloria: ha detto:
"La chiave del rituale
d'adorazione è la purezza."
D.:Come si ottiene la
purezza rituale del corpo?
R.:
La purezza si ottiene con
l'abluzione, cioè con la rimozione dell'impurità dal corpo, per mezzo
della lavatura delle parti indicate nel Sublime Corano e nella pratica del
Profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria.
D.:Quali sono il fondamento
scritturale e quello tradizionale dell'abluzione?
R.:
Allàh ci ha ordinato di
eseguire Pabluzione prima del
rituale di
adorazione, dicendo:
"O voi che credete, se
dovete eseguire il rituale di
adorazione, lavatevi
le vostre facce, gli avambracci con i
gomiti, passatevi le
mani sulle vostre teste e sui piedi,
caviglie comprese e
se siete in istato di impurità
purificatevi!"
L'Apostolo, che Allàh lo
benedica e Pabbia in gloria, ha
detto:
"Non ha validità il
rituale di adorazione di chi non abbia fatto Pabluzione e non c'è
abluzione valida per chi non ha
ricordato, durante
Pesecuzione di essa, il nome di Aìlàh."
D.: Quali sono le modalità
dell'abluzione?
R.:
Si esprime l'intenzione
dell'abluzione, dicendo:
Nawày°tu l°wudù<:nel nome di
allàh il
Sommamente Misericordioso il Clementissimo
Espressa l'intenzione si
lavano le due mani, polsi compresi. Si sciacqua la bocca tre volte. Si
pulisce il naso tre volte. Si lava il viso tre volte. Si lavano gli
avambracci tre volte, compresi i gomiti; prima il destro e poi il
sinistro. Si passano le mani sulla testa. Si lavano le due orecchie una
volta nello stesso tempo. Si lavano i piedi, comprese le caviglie; prima
il destro e dopo il sinistro.Alla fine si pronuncia la professione di
fede.
D.: Quali le cause di
perdita di purezza rituale?
R.:
Le cause di perdita dello
stato di purezza rituale sono: 1) ciò che esce dai due orifizi (feci e
urina); 2) liquido seminale; 3) l'ubriachezza; 4) il sonno; 5) il coito
penetrativo (anche senza emissione di liquido seminale o orgasmo
femminile; 6) il toccamento dell* organo adamico con il palmo della mano
senza emissione di liquido.
D.: Quali le cose da non
farsi nell'abluzione?
R.:
Non si deve:
1) fare spreco dell'acqua,
usandone più del necessario;
2) eccedere nella lavatura,
facendola più di tre volte;
3) eccedere nello sciacquo
della bocca (da parte del digiunante al fine di evitare l'annullamento del
digiuno);
4) eseguire P abluzione in
un luogo immondo;
5) Parlare, dicendo cose
diverse dal ricordo di Allàh.
D.: Come si può definire il
rito dell'adorazione?
R.:
Possiamo definire il rituale
di adorazione come la colonna portante della religione, senza la presenza
della quale non c'è l' Islàm.
D.: Quando è stato reso
obbligatorio il rito di adorazione?
R.:
Il rituale dell'adorazione è
stato reso obbligatorio nel corso della notte nella quale l'Apostolo di
Allàh (che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria) fece il Viaggio
notturno e l'ascensione.
D.:
Quale è l'importanza del
rito di adorazione?
R.:
L'importanza del rituale di
adorazione nell'Islàm è essenziale e questo suo carattere di essenzialità
è ben messo in evidenza dal fatto che esso nel giorno del giudizio è la
prima voce su cui verrà fatto il conto. Disse P Apostolo di Allàh,(*):"La
prima cosa su cui verrà giudicata la creatura umana nel giorno del
giudizio è il rito di adorazione: se va bene, vanno bene anche tutte le
altre azioni e se va male, vanno male anche tutte le altre azioni."
D.:
Quali sono gli effetti
del rito di adorazione?
R.:
L'esecuzione del rituale di
adorazione tiene lontano dalle sconcezze, da tutto ciò che è riprovevole,
imprime rettitudine all'anima e abitua il credente al rispetto degli
orari; essa è un esercizio che fa bene al corpo e mette il servo in una
buona relazione con il Allàh.. In ragione dell'importanza del rituale di
adorazione e della sua posizione nell'Islàm, il profeta Ibrahìm, su di lui
pace, chiese ad Allàh : "Signor mio, fa' di me uno che esegue il rituale
di adorazione e così fa' dei miei discendenti! Signor nostro, ascolta la
mia invocazione!"
D.: Quali sono i tempi e
quante sono le unità di ciascuno dei cinque riti della giornata?
R.:
1) Rituale di adorazione
dell'alba:
due
unità;
2) Rituale di adorazione del
mezzodì: quattro unità;
3) Rituale di adorazione del
pomeriggio:quattro unità;
4) Rituale di adorazione del
tramonto: tre unità;
5) Rituale di adorazione
della notte:
quattro
unità.
D.: Descrivi il rito
d'adorazione dell'alba
R.:
Per prima cosa, mi oriento
in direzione della Mecca (qìblah) e dico:
"Intendo eseguire
il rituale dì adorazione dell'alba per (adorare) Allàh,
l'Altissimo. Allàh è più Grande!" (Nawàitu an usàlli salàta-l-fàg°r
lillàhi ta'àla).
Dopo aver eseguito il
takbìr (Allahu Akbar)della consacrazione, recito "
Sùratu-1-fatihah"
e poi una piccola sura
,oppure delle ayàt (almeno 3).
Mi inchino, dicendo
Allàhu àkbar! e, nella posizione diinchino, dico (tre volte):
"Sia gloria al mio Sublime
Signore!" (sub/hàna
ràbbi al-azìm!)
Torno in posizione eretta e
dico (tre volte): " Ascolti
Allàh chi Io loda!
(sàmi'a llàhu limàn hàmidah)
Mi prosterno, dicendo
Allàhu àkbar! e, in posizione di
prosternazione , dico
(tre volte): Sia gloria al mio
Signore L'
Altissimo! (sub/hàna ràbì al-àyla)
Mi siedo, dicendo
Allàhu àkbar!.
Mi prosterno per la seconda
volta, dicendo Allàhuàkbar, e, in posizione di prosternazione, dico
(tre volte):
Sia gloria al mio
Signore l'Altissimo!
(sub/hàna
ràbi al-à'la)
Torno in posizione di
"recitazione", dicendo: Allàhu àkbar!
A questo punto ha
inizio la seconda "ràk'ah"
Recito "al-fàtihah"
ed alcune ayàt - Mi inchino,
dicendo Allàhu
àkbar, e, inchinato, dico ( tre volte): Sia
gloria al
mio signore sublime!.
Ritorno in posizione
eretta e dico:
"Ascolti Allàh chi lo loda!. Mi
prosterno, dicendo
Allàhu àkbar, e, prosternato, dico
(tre volte):
Gloria al mio Signore l'Altissimo!. Mi
siedo, dicendo
Allàhu àkbar! Mi prosterno, per la
seconda volta,
dicendo Allàhu àkbar, e, così prosternato,
dico (tre volte) :
Gloria al mio Signore l'Altissimo!
Mi siedo sul tallone
del piede sinistro, dicendo Allàhu
àkbar,
poi recito al-tasciàh/hud
Dopo la recita del
tasciàh/hud
giro il mìo capo a destra,
dicendo, mentre lo
giro: assalàmu 'alàykum!
(al-taslìm), poi giro il capo
a sinistra e ripeto
al-taslim.
Questi sono gli aspetti
fondamentali del rito di adorazione
dell'alba, per quanto
riguarda le recitazioni.
D.: Ci sono altri elementi
recitativi?
R.:
Certamente. Sono ristif°tàh
airinizio, dopo il
takbir
della consacrazione; la
frase a'ùdhu billàhi min
ash/shayt:àni
r-Ragìm, prima
della recitazione della
sura al-fàtihah; l'attahiyyàtu
lillàhi. prima del
tashàh/hud; as-salàtu
l-ibrahimìyyah (la preghiera di
Ibrahim) prima del
taslim.
D.: Sai a memoria la sura
al-fàtihah ?
R.:
Bis°mìllahi-r-rah°màni~r-rahìm
(1)
al°hàm°du lillàhi ràbbi-l-'àlàmìn(2)
ar- rah°mà ni-r-
rahì m(3)
màliki yàu°mi-d-dìn (4)
iyyaka nà'°budu wa iyyaka
nas°ta'ìn(5)
ih °dìna-s-siràta-l-mus
°taqìm (6)
siràta~llàdhìna
an'°àm°ta "alày°him
ghày °ri'l-magh
°dùbi >alày°him
wa là d-dàl lìn(7)~
D.: Conosci i significati
della sura al-fatihah?
R.:
Nel nome di Allàh il
sommamente Misericordioso ilClementissimo
(1) La lode appartiene ad
Allàh, Signore
dell'Universo
(2) II sommamente
Misericordioso il
Clementissimo
(3) II Sovrano del Giorno
del Giudizio
(4)Te soltanto adoriamo e Te
soltanto invochiamo in
soccorso / nel bisogno / (5)
guidaci sul retto sentiero
(6) il sentiero di coloro
sui quali hai riversato la Tua
grazia,
(7)con i quali non sei
adirato e che non sono erranti,
D.: Conosci a memoria
qualche piccola sura per
l'adorazione
e i suoi significati?
R.:
Conosco la sura del Culto
sincero.
Nel nome di Allàh il
sommamente Misericordioso il Clementissimo
Dì: Allàh è Uno (1)
Allàh è l'Eterno (2) Non
generò né fu generato (3)
Nessuno è co-eguale a
Lui.
Bìsomìllàhi-r-rah°màni-r-rahìm
- qli hua llàhu àhad (1)
Allàhu s-sàmad (2) làm yàlìd wa lam yulad(3) wa
làm yàkun làhu kuf°wan àhad(4)
R.:
Conosco la sura del Sostegno
Nel nome di Allàh il
sommamente Misericordioso
il Clementissimo
Quando giunge la vittoria
con il sostegno di Allàh
(1) e vedi gli uomini
entrare nella religione di
Allàh in massa (2)
glorifica il tuo Signore e
chiediGIi perdono! In
verità, Egli è l'Accoglitore
dell'invocazione di
perdono!(3)
(bis°millàhi-rrah°màni-r-rahìm
- idha gìà/a nas°ru-llàhi ua-l-fàt°hu(l) wa ra//ày°ta-n-nàsa yad°khulàna
fi dinì-llàhì af°wàgia (2) fasàbbih bìh°àm°dì ràbbìka wa stàgh°fìr°hu
ìnnahu kàna tawwàba (3)
R.: Conosco la sura
dell'Aurora.
Nel nome di Allàh il
sommamente Misericordioso il Clementissìmo
Di': Invoco la protezione
del Signore dell' aurora (1) dal male che creò (2) e dal male della notte,
quando è fonda (3) e dal male delle soffianti sui nodi (4) e dal male
dell'invidioso, quando è in preda all'invidia(5).
bìsmìllahì-r-rahmàni-r-raìùm- qui d'Udini bìràbbì-l-fàlaq (1) min
scìàrrì ma khàlaq (2) wa min sciàrrì ghgsiqin idha wàqab(3) wa min
sciarrì-n-naffàth/thàti fi-I-‘ ùqad{4) wa min scìàrri h:àsidìn idha hàsad(
5)
R.: Conosco la sura degli
uomini
Nel nome di Allah il
sommamente Misericordioso il Clementissìmo
Di': Invoco la
protezione del Signore degli uomini (1) del Re degli uomini (2) del
Dio degli uomini (3) dal male del sussurratore che sì
ritrae(4) che sussurra nei petti degli uomini (5) sia egli dei ginn
e degli uomini.(6)
bìsomiHdki-r-rahomàni-r-raìum
- qul a'ùdhu birabbì-n-nàs(l) màliki-n-nàs(2) ilàhì-n-nàs(3) min
scìàrrì-l-was°wàsi-l-khannàs(4) allàdhì yuwàs°wuìsu fi sudùrì-n-nàs (5)
mina l-gìnnati wa n-nàs (6)
D.: Conosci parole e
significati del’attahiyyàt ?
R.: Sì.
At'tahìyydtu
lìllàhi wa-s-salawàtu wa-t-tayyìbàtu As-salàmu >alày°ka -
ayyuhà n-nabiyyu wa rah°matullàhi wa barakàtuhu!
As-salàmu 'alày°nawa 'ala-ibadillàhi-s-s:àlih:ìn
Le
laudazioni, i rituali di adorazione e le opere buone per Allàh (devono
essere)! Su te, o Profeta, la pace e la misericordia di Allàh e le Sue
benedizioni! Su noi e sui pii servitori di Allàh.
D.: Conosci parole e
significati del tashàh/hud?
R.: Sì.
Ash°hadu
alla ilàha illa llàh wa ash °hadu ànna Muhàmmadan 'ab °duhu wa rasùluh
Attesto che non c'è divinità
tranne Allàh e attesto che
Muhàmmad è di Lui servitore
e di Lui Apostolo
D.: Conosci parole
e significati della
preghiera di
Àbramo?
R.: Sì.
Allàhùmma salii 'ala Muhàmmadìn wa 'ala aali
Muhàmmad
kàma sallày°ta 'ala Ib°rahirna
wa 'ala aali Ib°rahìm
wa bàrik
'ala Muhammadin wa 'la aali Muhàmmad
kàma bàrak°ta 'ala lb°rahìma
wa 'ala aali lb°rahìmfì-l- 'alamìn
Innaka àn°ta hamìdum-magìd.
0 Allàh, esalta Muhàmmad e
la famiglia di Muhàmmad,
come esaltasti Ibrahìm e la
famiglia di Ibrahìm
e benedici Muhàmmad e la
famiglia di Muhàmmad,
come benedicesti Ibrahìm e
la famiglia di Ibrahìm
nell’universo! In verità, Tu
sei Laudabile, Titolare della
Maestà.
D.:Come si svolgono gli
altri rituali di
adorazione che hanno tre e
quattro ràk°'àt ?
R.:
Nel rituale di adorazione
del tramonto, che ha tre
rak°'àt, il fedele
procede come nel rituale di adorazione
dell'alba fino a
quando dice: Attesto che Muhàmmad è di
Lui servo e di Lui
Apostolo, cioè al tashàh/hud. A questo
punto, invece di fare
al-taslìm, sì alza ed esegue una
unità cerimoniale, in
cui la recitazione del Corano si limita
a suratu-l-fàtihah.
Recitato tutto al-tashah/hud e as-salàtu-l-ibrahimìyyah,
esegue il taslìm. Nei rituali di
adorazione del
mezzogiorno, del pomeriggio e della notte,
che hanno quattro
rak°*àt, il fedele procede come nel
rituale di adorazione
dell'alba fino a quando dice: Attesto
che Muhàmmad è di Lui servo
e di Lui Apostolo, cioè al
tashàh/hud.
A questo punto, invece di
fare al-taslìm, si
alza e esegue due unità
cerimoniali (rak'atàyn) complete,
nelle quali la
recitazione del Corano si limita a suratu-l -
fàtihah.
Dopo avere
recitato al-tasciah/hud e
assalàtu-I-ibrahhnìyyah
esegue il taslìm.
D.:Quali sono le cause di
nullità del rito di adorazione?
R.:
Le cause di nullità del rito
di adorazione:
1) la mancanza della
condizione di purezza rituale;
2) la mancanza di
orientamento nella qìblah;
3) il parlare
intenzionalmente;
4) Fesecuzione prima del
tempo;
5) ilridere a voce alta;
6) il muovere il corpo;
7) il verificarsìdi un fatto
che annulla la purezza rituale richiesta;
8) L’esposizione delle parti
del corpo, che devono essere coperte (*àwrah);
9) il mutamento
dell'intenzione;
10) il mangiare o il bere
durante il rito;
D. Come avviene la chiamata
al rito?
R.:
La chiamata al rito, che si
chiama in lingua araba
adhàn,
viene eseguita quando entra
il tempo della
preghiera a viva voce da un
musulmano con voce potente e
bella, che si chiama mu<>àzzin
(in italiano muezzìn) da
una torre nei pressi
della moschea che si chiama
mà<>dhanah
(il luogo da cui viene
fatto l'adhàn)
D.: Sai cosa dice il
muezzin?
R.: Si.
Allàhu àk°bar - Allàhu àk°bar
Allàh è
più grande
Allàh è più grande
Allàhu àk^bar - Allàhu àk°bar
Allàh è
più grande
Allàh è più grande
Ash °hadu àn
la ilàha illa llàh
Attesto che
Non c'è divinità
tranne Allàh
Ash°hadu àn
la ilàha illa llàh
Attesto che
Non c'è divinità
tranne Allàh
Ash°hadu ànna
Muhàmmadan rasulu
llàh
Attesto che Muhàmmad è
l'Apostolo di Allàh
Ash'haduànna
Muhàmmadan rasulu
llàh
Attesto che Muhàmmad è
l’Apostolo di Allàh
Hàyya 'ala s-salàh
Affrettatevi
a! rituale di adorazione Hayya 'ala s-salàh
Affrettatevi a! rituale di adorazione
Hàyya 'ala l-falàh
Affrettatevi
al successo Hayya 'ala l-falàh
Affrettatevi al successo
Allàhu àk°bar - Allàhu àk°bar
Allàh è più grande - Allàh è
più grande
la ilàha illa llàh
Non c'è divinità tranne Allàh.
Questa è la chiamata al
rituale di adorazione all'entrare del
tempo.Quando si
deve dare inizio all'esecuzione
(iqàmatu-s-salàh)
viene fatto un
secondo adhàn
(adhàn al-iqàmati)
con l'inserimento di
qàd qàmati
s-salàh - qad qàmati s-salàh
(il rituale di
adorazione
ha inizio) dopo il secondo
"Affrettatevi al successo!"
5 codice alimentare
D.: Quale è il principio
generale che regola la liceità e la illiceità delle azioni nell'Islàm?
R.:
Il principio è che è lecita
ogni azione per la quale non
esiste un divieto.
D.: Quale è l'efficacia
sull'attività di consumo di
sostanze solide e
liquide del principio generale
che nell'Islàm
regola la liceità e la illiceità del
consumo dì
sostanze solide e liquide ai fini
alimentari?
R.:
Possono essere consumate
tutte le sostanze di cui non
è proibito il consumo nel
Codice alimentare islamico.
D.: Cosa
è Codice alimentare
islamico?
R.:
E' il complesso organico
delle regole contenute nel
Sublime Corano e nei
Precetti del Profeta, che Àllàh lo
benedica e l'abbia in
gloria, in materia di alimentazione.
D.:
Quali sono le sostanze
di cui è proibito il
consumo come cibo?
R.:
La carne di bestia la cui
morte è avvenuta per una
causa diversa dalla
macellazione islamica, il sangue, la
carne dei suini,
tutti i derivati dalla lavorazione della
carne di maiale e di
bestie macellate in modo diverso dalla
macellazione rituale
islamica, la carne degli animali
carnivori, la carne
degli uccelli rapaci.
D.:
Come avviene la
macellazione islamica?
R.:
La macellazione rituale
islamica avviene mediante il
taglio dei vasi delta gola
della bestia (jugulazione), che
procura la morte per
totale dissanguamento (shock
emorragico).
D.:
E' vero che la
macellazione islamica provoca
sofferenze alla
bestia macellata?
R.:
Anche la bestia macellata è
una creatura dì Allàh,
della carne della quale
Allàh ha permesso il consumo
alimentare. EGLI ha
stabilito anche le regole da rispettare
perché la morte della
Sua creatura avvenga senza sofferenza; e la iugulazione, facendo
cessare la ossigenazione del
cervello, dove si trova il
centro del dolore, produce una
anestesia totale per
mancanza di ossigeno ( anossia cerebrale), che è la causa delle
contrazioni muscolari.
D.:La macellazione islamica
ha come scopo soltanto quello di non fare soffrire la bestia?
R.:
No! Anche quello di ottenere
carne in cui non vi sia sangue. Sono le contrazioni muscolari provocate
dalla mancanza di ossigeno nel cervello a produrre l'espulsione del sangue
dai tessuti. Il sangue è sostanza di cui Àllàh ha proibito il consumo
alimentare nel Sublime Corano, sicché la sua presenza nella carne ne rende
illecito il consumo.
D.: Quale è la regola
alimentare in materia di bestie acquatiche?
R.:
Tutte le bestie che vivono
nell'acqua si considerano lecite, tranne crostacei e anfibi, il pescecane
e il pescegatto
D.: Quali sono le regole
riguardanti le bevande?
R.:
Sono lecite le bevande di
cui non è proibito il consumo, che è proibito per tutte le bevande che
contengono sostanze che provocano stato di ubriachezza, sia in grande
quantità, sia in piccole dosi.
D.: Di quali altre sostanze
è proibito il consumo?
R.:
Di tutte le sostanze
stupefacenti, che provocano l'alterazione dello stato di coscienza
D.: Le principali regole nel
mangiare?
R.:
Iniziare con la bàsmalah
e chiedere la benedizione di Allàh sul cibo e la bevanda che ci si
accinge a consumare; mangiare con la mano destra; non soffiare su cibo o
bevanda quando scottano; bere in tre sorsi quando si beve; essere moderati
nel cibo e nel bere, in modo da non essere sazi; mangiare quando il fisico
lo richiede, chiudere il pasto con il ringraziamento.
6 Codice dell ' abbigliamento
D.:Da quando è obbligatorio
per la donna il codice di abbigliamento islamico?
R.:
Il codice di abbigliamento
islamico per la donna, che
si basa sul Corano e
sull’insegnamento del Profeta,
dispone che, da
quando la donna ha il ciclo mestruale,
tutto il suo corpo, a
eccezione del viso e delle mani, sia
considerato 'aurah,
sicché divien obbligatorio vestirsi
come prescritto nel
Corano e nell'Insegnamento del
Profeta, che Allàh Io
benedica e l'abbia in gloria.
D.:
Cosa significa 'àurah?
R.:
Significa letteralmente
"quelle parti del corpo di cui,
essendo esse
coinvolte direttamente o indirettamente nelle
attività in cui si
produce la trasmissione della vita", è
illecita
l'esposizione alla vista".
D:Quali le caratteristiche dell'abbigliamento
islamico per la
donna?
R.:
Da quando la donna può avere
figli l'abbigliamento
deve avere le seguenti
caratteristiche: 1) copertura di
tutto il corpo ad
eccezione del volto e delle mani; 2)ampiezza e spaziosità per celare gli
aspetti del sex appeal;3) essere fatto di materiale intrasparente.
D.:
Quali sono le parti 'àurah
del corpo maschile
di cui è prescritta la
copertura?
R.:
Le parti 'àurah del
corpo maschile di cui è prescritta
la copertura sono
quelle tra il torace sopra l'ombelico e
sotto le ginocchia.
D.: Per quanto riguarda il
vestito ci sono materie
permesse alle donne e
proibite per gli uomini?
R.:
L'indossamento di seta e di
oro è lecito per le donne e
illecito per gli uomini..
D.:Quali sono le regole
generali relative
all'aspetto esteriore,
oltre quelle che riguardano
le caratteristiche
del vestir femminile e maschile?
R.:
Gli uomini non devono
vestire abiti femminili e le
donne abiti maschili, va
rispettata la modestia, per cui
sono proibite tutte
le forme di ostentazione di ricchezza e
potere, deve essere
osservata la pulizia del vestito; sono vietati i tatuaggi, le parrucche, i
cosmetici (rossetti, ombretti, ciglia fìnte, smalto sulle unghie,
profumi), ogni attività che altera le caratteristiche somatiche naturali,
come chirurgia estetica); è vietato indossare abbigliamenti tipici di
confessioni religiose o portanti figure, scritte, simboli estranei all’Islàm;
è vietato tagliare i capelli come i "marines" o come i pellerossa Huròni,
come pure tingerli con colori che non sia il rosso del henne.
D.: Il divieto dei cosmetici
è assoluto?
R.:
Il divieto dei cosmetici è
assoluto per la presenza in pubblico, mentre nell'intimità familiare è
lecito alla donna "truccarsi* per essere attraente agli occhi del marito
ed evidenziare il suo sex appeal, ma per l'esecuzione della preghiera,
quando arrivano le ore di farla, la donna deve struccarsi, in quanto
l'abluzione deve bagnare la pelle.
7 Codice familiare
D.:
Cosa
è la famiglia islamica?
R.:
La famiglia islamica è
l'istituzione divina che ha per
scopo antropologico
fondamentale la continuazione della
comunità islamica nel
tempo, attraverso la procreazione, e
che ha per suo
fondamento il matrimonio sulla base del
Libro di Allàh e sulla Sunna
del Suo Apostolo.
D.: La famiglia islamica -
l'istituzione divina che
ha per scopo fondamentale
la continuazione della
comunità islamica nel
tempo, attraverso la
procreazione,
e avente per suo
fondamento il
matrimonio sulla base del
Libro di Allàh e sulla
Sunna del Suo Apostolo -
ha altri scopi?
R.:
Sì. Ha lo scopo sociale di
creare vincoli di solidarietà
tra famiglie, di
apprestare un ambiente idoneo alla crescita
psichicamente e
affettivamente equilibrata della prole, di
costituire una sede
per la prima educazione all'Isiàm e alla
prima istruzione
sull'Isiàm.
D.:Quali sono gli elementi
costitutivi del
matrimonio islamico?
R.:
Gli elementi costitutivi del
matrimonio islamico sono:
1) uomo e donna dotati di
capacità matrimoniale; 2) il libero consenso delle parti all'unione
matrimoniale; 3) il consenso del capo-famiglia maschio pro-tempore della
famiglia della sposa; 4) la presenza di due testimoni musulmani, capaci di
intendere e di volere; 5) la dote sponsale che il marito deve dare alla
moglie.
D.:
Cosa si intende per capacità
matrimoniale?
R.:
Per capacità matrimoniale si
intende che i due coniugi devono avere raggiunto la pubertà, devono essere
capaci di intendere e di volere e non ci devono essere impedimenti,
che sono indicati dal Corano.
D.:
Cosa è la famiglia
multi-uxoria (poligamica)?
R.:
E' una istituzione sociale
in cui l'elemento personale è costituito da un coniuge di sesso maschile
(il marito) e più coniugi di sesso femminile (mogli), che formano una
unità plurifamiliare, fondata su più matrimoni.
D.:
Quali sono le ragioni
delle poligamia?
R.:
La famiglia multi-uxoria
islamica è fondata da Allàh nel Corano, in cui viene posto il limite
massimo di quattro mogli, con finalità di offrire il calore e la
protezione di un ambiente familiare a vedove e orfani. E’ una istituzione
con cui viene assicurato a ogni donna il diritto all'affetto coniugale e
alla maternità nel quadro dell'ordinamento islamico della vita,
proteggendo la comunità dalle nefaste conseguenze per la vita terrena e
per quella futura di rapporti sessuali pre-coniugali ed extra-coniugali.
D.: La poligamia è
obbligatoria?
R.:
No! La poligamia non è obbligatoria e l'uomo per potere essere esente da
peccato nel contrarre più matrimoni deve essere in grado di essere
giusto con tutte te mogli, assicurando a ciascuna di esse lo stesso
trattamento delle altre; nel caso di insicurezza riguardo alla possibilità
di rispettare questa condizione coranica, allora deve limitarsi a una
sola.
D.: Quali sono i doveri e
quali i diritti del marito nei riguardi della moglie?
R..:
I doveri del marito sono: 1)
provvedere a una abitazione decorosa; 2) provvedere al mantenimento; 3)
rispettare la dignità di persona della moglie sia nella fisicità che
nell'onore che nel patrimonio; 4) adempiere al debito coniugale in modo da
non mettere la moglie in condizioni di adulterio. I diritti del marito
sono: 1) essere rispettato dalla moglie sia nella sua fisicità che
nell'onore che nel patrimonio; 2) ottenere, a sua richiesta,
l'adempimento del
debito coniugale da parte della moglie; 3) proibire l'ingresso in casa a
estranei e parenti; 4) proibire l'uscita di casa.
D.: Quali sono i doveri e
quali i diritti della moglie nei riguardi del marito?
R..:
I doveri della moglie sono:
1) rispettare la dignità di persona del marito sia nella fisicità che
nell'onore che nel patrimonio; 2) adempiere al debito coniugale in modo da
non mettere il marito in condizione di insoddisfazione di lei, salvo
motivi validi; 3) assicurare al marito un ambiente domestico riposante
sotto il profilo materiale, affettivo e spirituale; 4) allevare ed educare
la prole secondo le regole dell'Isiàm; 5) Obbedire agli ordini del marito,
quando non si tratti di ordini che importino violazione di regole dell'Isiàm.
I diritti della moglie sono: 1) ottenere da marito il mantenimento che
assicuri un tenore di vita adeguato alle condizioni patrimoniali di lui,
quanto ad abitazione, alimentazione, abbigliamento; 2) essere rispettata
dal marito sia nella fisicità che nell'onore che nel patrimonio; 3)
ottenere l'adempimento del debito coniugale da parte del marito; 4) essere
consultata dal marito in materie importanti per la famiglia.
D.: Quali sono i doveri dei
figli verso i genitori
e ì loro diritti nei loro
confronti?
R.:
I doveri dei figli nei
confronti dei genitori sono: onorarli, rispettarli, obbedire agli ordini,
a meno che non si tratti di ordini, obbedendo ai quali si trasgredisce un
comandamento di Allàh o un precetto del Profeta, essere loro vicini
spiritualmente, affettivamente e materialmente nella loro vecchiaia. I
diritti dei figli nei confronti dei genitori sono: essere allevati,
educati e istruiti nell'Islàm.
D.: Il matrimonio islamico è
indissolubile?
R.:
II matrimonio islamico è un
contratto e come tale può essere sciolto quando siano venute meno le
finalità della famiglia di cui è il fondamento. Il vincolo matrimoniale si
scioglie con il divorzio. E' il marito, come capo-famiglia, che ha il
diritto di dichiarare lo scioglimento del vincolo matrimoniale Con la
semplice dichiarazione: Ti divorzio." Dalla pronuncia della dichiarazione
di divorzio deve trascorrere il tempo di tre cicli mestruali perché lo
scioglimento si verifichi. Prima del decorso del termine la ripresa dei
rapporti coniugali determina la perdita di efficacia della dichiarazione.
D.: Il diritto di divorzio e
di ripensamento è illimitato?
R.:
No. Lo scioglimento del
vincolo si verifica con effetto immediato quando si tratta della terza
volta! Se il marito si pente non può più sposare nuovamente la sua tre
volte divorziata ex-moglie, ma deve aspettare che la medesima torni libera
dopo avere sposato un altro ed essere stata divorziata da quest'ultimo.
D.: Quale è la sorte dei
figli minori in caso di divorzio?
R.:
I figli minori rimangono
alla mamma: fino a otto anni il maschio e fino a dodici la femmina. Quando
i figli hanno raggiunto le età previste il giudice, sentiti i minori, può
assegnare i figli al padre, se i figli non preferiscano restare con la
madre. Questo se la madre non si sposa, a meno che non si tratti d un
membro della famiglia del marito. Se la moglie divorziata vuole contrarre
nuovo matrimonio deve sopportare la privazione dei figli, che vengono
affidati a una componente femminile della famiglia del marito.
D.: Quale è lo scopo della
dote che lo sposo deve dare alla sposa all'atto del matrimonio?
R.:
La dote sponsale si chiama
in arabo màhr o sudàq ed è un bene patrimoniale,
quantificato in precedenza tra le parti, il cui valore deve essere
dichiarato nell'atto di matrimonio, in cui viene dichiarato quanto già
dato in anticipo e quanto da dare successivamente. Lo scopo è duplice: 1)
quello di essere un riconoscimento materiale del valore spirituale e
morale della sposa e 2) quello di costituire una remora alla facilità
della lingua di dire Ti divorzio ! in un momento di collera o
per scherzo, in quanto nel divorzio devono esser adempiuti gli impegni
patrimoniali assunti nel matrimonio.
E la lode appartiene ad
Allah il Creatore e Signore di tutti gli universi.
Questa opera è un dono alla comunità
islamica di Shaykh AbdurRahman Pasquini, può essere riprodotta liberamente
sia elettronicamente o fotocopiata , a patto che non ne venga alterato il
testo, e che sia distribuito gratuitamente che si pubblichi anche questa
precisazione.
-APPELLO ALLE MOSCHEE-
Ai fratelli delle amministrazioni dei
centri islamici in Italia
Scrivendo un
E-Mail di richiesta è possibile
ricevere per posta elettronica il testo integrale contenuto in
questa pagina WEB, indispensabile per la formazione dei nuovi musulmani di
lingua italiana, impaginato in un pratico libretto con il logo della
propria moschea
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