CONTRATTO ETI - SOLVAY   LE RAGIONI DEL NO


Le ragioni del no

Si basano sull’insostenibile IMPATTO AMBIENTALE che il contratto avrebbe sulla Val di Cecina in particolare riguardo a:

.Territorio .Acqua .Risorse non rinnovabili (SALE) .Occupazione


Il territorio
La concessione di ulteriori 1740 ettari a Solvay creerebbe un deserto instabile, inaccessibile alle popolazioni, inutilizzabile a qualunque fine per lunghissimi periodi di tempo, con notevole danno all’immagine turistica ed a uno sviluppo della Val di Cecina che voglia fare della bellezza del suo territorio una fonte di ricchezza, difendendolo e valorizzandolo. Il libello, ben lucido e colorato distribuito a Saline è solo intelligente e costosa propaganda che creerà qualche chilo di rifiuti cartacei(riciclateli!!) più che convincere chi conosce queste terre della bontà del progetto
L’abitato di Saline posto al centro delle concessioni sarebbe di fatto circondato d un enorme cantiere minerario, da Buriano al Ponte di Ferro con notevoli rischi per la stabilità dei fabbricati privati, e di quelli delle realtà produttive presenti (Smith e Altair) nonché delle infrastrutture viarie.

L’acqua
I consumi da parte di Solvay sono passati dai 28.000 m3 degli anni venti ai 14.000.000 dichiarati nel 1996(l’acquedotto della Val di Cecina usa circa 1.500.000 m3/anno).

In mancanza di un bilancio idrico del bacino del Cecina si stima un ingiustificabile ammanco di circa 43.000.000 m3/anno.
L’utilizzo di questa preziosa risorsa deve rispettare la priorità stabilita per legge cioè: uso CIVILE-AGRICOLO-INDUSTRIALE (legge 36/94). 

Il sale
Cloruro di sodio al 99,87 % ,il nostro è un sale particolarmente adatto all’uso alimentare od ai cosi detti “usi fini”(farmaceutica, componentistica) piuttosto che per la produzione di cloro e suoi letali derivati.
Le risorse di sale stimate in 80.000.000 m3 al ritmo di estrazione Solvay sarebbero esaurite in breve tempo ( in contraddizione con la legge regionale n°5/95 sullo sviluppo sostenibile).
La Salina privata della sua unica ricchezza non avrebbe futuro con seri rischi per l’occupazione. (Ormai certezze)
L’impianto cloro-soda di Rosignano e l’unico dei 9 presenti in Italia ad utilizzare sale di miniera.
Era previsto-ma pare non ci sarà- per i Comuni un compenso percentuale sul sale estratto. I proventi della nostra ricchezza finirebbero in parte allo Stato in parte in Belgio. In cambio di….?

L'occupazione
Solvay negli anni ‘80 contava a Rosignano 3200 occupati, oggi sono circa 800, 2200 in tutta Italia:diminuisce l’offerta di lavoro, aumenta il consumo di risorse (sale e acqua), l’inquinamento (vedi seconda turbogas a Rosignano), la distruzione di territorio.
Di fronte alle poche assunzioni recenti effettuate a Saline, non senza malizia, da Solvay, preoccupa il futuro dei 101 posti della Salina, nonché delle altre realtà produttive che trovandosi anch’esse all’interno dei nuovi cantieri potrebbero risentirne in termini di stabilità delle strutture. 

 

>>
segue