UNA SETTIMANA DEDICATA  A COSTRUIRE LA PACE

 

Dopo aver parlato, letto e discusso per una settimana, gli alunni di II media  hanno scritto...

 

 

Noi non possiamo restare indifferenti alla guerra che c‘è oggi in Iraq, quindi a scuola ne abbiamo discusso e ci siamo posti delle domande a cui abbiamo cercato di dare risposta.

Le domande più ricorrenti sono state due, ci siamo chiesti se ci sono guerre giuste e perché dobbiamo dire NO alla guerra. Tutti siamo stati concordi nel ritenere che nessuna guerra è giusta, anche se possiamo capire quella che si fa per legittima difesa. Con le letture fatte ci siamo spiegati il NO alla guerra per tante ragioni, prima di tutto perché se c’è uno scontro armato vuol dire che l’uomo non è stato capace di dialogare e dare una risoluzione pacifica ai problemi e poi perché la guerra, oltre a morte e distruzione,  provoca disastri ambientali.

Gli scienziati che studiano questo aspetto parlano di ecocidio causato dalle varie misure di offesa e difesa, abbiamo letto che già solo il passaggio di carri armati e camion pesanti distrugge la vegetazione ed espone il suolo all’erosione del vento, inoltre le bombe lanciate  formano delle voragini sul terreno che poi con la pioggia si riempiono di acqua e zanzare portatrici di malaria. Durante la guerra tra Iran ed Iraq è stato cambiato addirittura il corso di fiumi per inondare i confini, mentre in Vietnam  per eliminare i nascondigli hanno distrutto la vegetazione con la conseguenza che ancora oggi ci sono campi incolti e spogli; di una foresta oggi resta solo un deserto d’erba soprannominata dai vietnamiti “erba americana”. Pensiamo anche alle mine antiuomo che, una volta sganciate da aerei e cannoni, sprofondano sotto terra, diventano difficilmente reperibili ed esplodono anche a distanza di anni provocando morti  fra i contadini che delle guerre sanno ben poco. Pensiamo anche alla seconda guerra mondiale quando in Giappone è stata sganciato la bomba atomica che, con il forte vento che tutto ha travolto e la grande fiammata, ha sprigionato tantissime radiazioni da provocare malformazioni genetiche e problemi ancora oggi sconosciuti.

Possiamo sperare in mondo senza guerre? Possiamo fare qualcosa?

 Per natura l’uomo è prepotente, avido ed egoista, quindi sperare in un mondo senza guerra è un po’ come sognare, ma noi  dobbiamo continuare a sperare e impegnarci iniziando dalle piccole cose, specialmente noi ragazzi che siamo il futuro dell’umanità.

Noi venerdì a scuola abbiamo dedicato una giornata alla pace. Era presente tutto l’istituto, dalla scuola media alle classi 4° e 5° della scuola elementare. Abbiamo iniziato con il presentare il lavoro svolto dai ragazzi di 1° media e dagli alunni delle elementari che hanno letto delle poesie scritte dai bambini che hanno vissuto la guerra in Afganistan e da loro.

In seguito abbiamo visto il film  “Ghandi”, un indiano, che inizialmente viveva in Sud  Africa, una colonia inglese dove c’erano mezzi pubblici, case e strade diverse per inglesi e indiani. Ghandi era un avvocato molto istruito, non accettava tutto ciò ed ha convinto il suo popolo, anche ricevendo bastonate e più volte il carcere, a combattere la violenza senza violenza,  infine ha ottenuto ciò che voleva ed è questo che mi ha colpito di quell’ometto. Alla fine del film, che non è stato possibile vedere tutto a causa del poco tempo a disposizione,  le altre classi e anche noi  abbiamo illustrato il lavoro svolto durante la settimana e concluso con il bellissimo sogno di Martin Luter King, nel quale mi ha colpito questo periodo: “oggi ho ancora il sogno che un giorno le industrie inattive dell’ Appalachia rinasceranno, che le bocche affamate del Missisippi verranno saziate, che la fraternità diventerà qualcosa di più delle poche parole alla fine di una preghiere, diventerà l’ordine del giorno dell’uomo d’affari e la parola d’ordine dell’uomo di governo”.

                                                                                      

Marantonietta Massaro

 

 

Questa è stata una settimana dedicata alla pace e abbiamo detto che noi della guerra possiamo avere tantissime informazioni, però non tutto perché è il giornalista a decidere quali informazioni dare sulla base delle scene che l’hanno colpito, che ha potuto avere o riprendere nel luogo in cui si trova. La guerra che si sta combattendo è una guerra di potere, ma sotto sotto c’entra anche l’economia, Saddam ha promesso a quelle persone che si sacrificano per salvare la famiglia 25000 dollari e va dicendo che ha 4000 kamikaze, ma questo secondo i giornalisti è propaganda che serve a diffondere solo le notizie che si vogliono far sapere al nemico.

Noi ragazzi ci siamo domandati se c’è una guerra giusta, abbiamo risposto che è giusta solo quella di difesa. Qualcuno ha ragione in guerra? Abbiamo risposto di no perché essa genera solo violenza, voglia di rivincita, nuovi terroristi e kamikaze. Nonostante ciò, nel mondo ci sono 52 focolai di guerre concentrati soprattutto in Africa; la guerra di Saddam è più pericolosa perché può causare una guerra di religione. Abbiamo letto che dal 1945 ci sono stati 200 conflitti che hanno colpito 80 stati, in Angola ci sono state guerre per impossessarsi dei diamanti così come nella Sierra Leone e nel Congo, in Medio Oriente ci sono guerre per impossessarsi del petrolio, invece in Africa, vicino all’equatore, si combatte per l’acqua. Si fanno guerre anche per motivi religiosi come nell’EIRE e nella ex Jugoslavia. Ci siamo domandati cosa sia  un conflitto e da un brano letto abbiamo capito che questa parola indica due gruppi che fanno lotta armata allo scopo di allontanare il nemico e conquistare il potere; ci sono vari tipi di conflitto: quello territoriale per impossessarsi di un territorio che ha risorse; quello di una minoranza è una lotta che una minoranza fa per essere riconosciuta, mentre quello separatista è di un’etnia che si vuole separare dallo stato di appartenenza per motivi politici, religiosi, economici. Il conflitto per il potere è la lotta che oppone due gruppi che vogliono allontanare l’avversario e conquistare il potere politico ed economico.  

Noi ragazzi abbiamo detto  no alla guerra. Perché? La guerra non risolve i problemi ma porta voglia di rivincita; porta la morte causata dalla caduta delle bombe e dalle mine antiuomo che vengono lanciate o per impedire alle persone di andare in un posto o per farle scappare. Queste mine non hanno scadenza e perciò anche a distanza di tempo uccidono  persone che non hanno niente a che fare con la guerra. Un altro motivo  per dire NO è che in guerra soffre sempre il più povero; ma ancora NO perché semina paura; NO perché si spendono soldi per le armi invece queste risorse potrebbero essere utilizzati per cibo, acqua, medicine, igiene e cultura, per alleviare sofferenze, NO perché inquina l’ambiente, come quando Saddam ha bruciato il petrolio; NO perché nella guerra c’è un’escalation di violenza e si arriva anche alle armi chimiche come il gas nervino ….

Possiamo sperare in un mondo senza guerre? Il papa ha detto e dice che la pace è autentica solo se è frutto della giustizia e se c’è giustizia  fra le classi sociali e io sono certa che se c’è fraternità e giustizia LA PACE REGNERA’NEL MONDO.

                                                                                   

Raffaella Galoppante

 

 

 

In questa settimana con la scuola abbiamo discusso della situazione che sta affliggendo tutto il mondo: la guerra in oriente. L’Iraq si sta battendo contro gli Stati Uniti, la prima potenza mondiale e per questo ho maggiore vergogna. Questa guerra non è accettata da tutti e ci sono varie manifestazioni di pace, tra queste la nostra.

I  responsabili di questa strage non capiscono che la guerra non risolve nessun problema, ma porta solo voglia di rivincita e rancore e non vogliono capire che prima del potere e delle risorse c’è la povera gente che soffre per la fame a per la sete ed esce con la paura di essere colpita da una bomba o di trovare la propria casa distrutta.

Non vogliono capire che tutto questo inquinamento nuocerà alla salute dei bambini e dei grandi insieme al ricordo dello scoppio  delle bombe che ogni sera, dopo il ripetitivo suono delle sirene, fa rannicchiare ogni bambino più stretto alla sua mamma.

Non vogliono capire che i soldi che si spendono per produrre armi possono servire a portare acqua potabile e tubature, cibo, servizi, a migliore la condizione e l’igiene del paese.

Non vogliono capire che queste armi super tecnologiche mettono a rischio tutto il mondo, come se di problemi non ne avessimo abbastanza…..

E Saddam non può trovare la scusa della religione e dire che chi muore per la patria andrà in paradiso e promettere soldi ai kamikaze che ammazzano, come una donna incinta che in un taxi ha chiesto aiuto ai soldati americani e si è fatta esplodere provocando quattro morti più lei cinque. Ma non soffrono solo gl’iracheni, anche i soldati americani hanno lasciato una famiglia, c’è chi non potrà più rivederla e chi vive con il timore di non ritornare più in patria e ci sono quelli  che ritorneranno, ma avranno sempre davanti agli occhi le atrocità e le immagini della guerra.

Combattere non serve a niente e non c’è nessuna guerra giusta, possiamo capire solo quella di difesa. Non deve esistere nessun motivo per fare guerra, né territoriale, né per il potere, né separatista, né di minoranza. Proprio per questo, noi sin da piccoli dobbiamo iniziare dalle piccole cose, evitando litigi, discutendo, vincendo l’avidità, rispettando chi la pensa in modo diverso da noi e schierandoci non dalla  parte dei più forti ma dalla parte del giusto.

Le grandi nazioni devono finire di produrre armi e chi lavora in queste fabbriche non deve accettare questo lavoro perché favorisce il male.

Il film che abbiamo visto sulla vita di Ghandi mi è piaciuto anche se era un po’ difficile. La parte che mi è piaciuta di più è quando Ghandi era sul marciapiede con un suo amico e dei ragazzi bianchi lo  hanno infastidito, lui  ha detto che se una ti schiaffeggia sulla guancia destra tu devi porgere la sinistra perché in questo modo fai vedere di non aver paura e anche i nemici ti rispetteranno, mi ha colpito anche quando molti Indiani si sono vendicati con violenza per l’uccisione di molti compagni  e Ghandi ha reagito  facendo lo sciopero delle fame.               

 

 

La PACE vista dai bambini della scuola elementare

 

Le attività scolastiche

Scuola Media