LE CASE SOLARUSSESI

A Solarussa la distinzione tra le diverse classi sociali era ben evidente, soprattutto nel vestire e nel modo di costruire le abitazioni. Le case dei medi proprietari terrieri avevano l'aspetto di una casa cittadina, i balconi erano in ferro battutto e il portone era di dimensioni elevate. Vicino al portone era situato lo stemma di famiglia. Un esempio visibile a Solarussa è la Casa Sanna. Le case dei braccianti erano tutte costruite in mattoni crudi . Il tetto delle abitazioni era costruito con le tegole nella parte esterna, e a "orri" in quella interna. Le case solarussesi, inoltre avevano l'ingresso molto spazioso circa 30-35 mq. La cucina costituiva il luogo d'incontro dei familiari: da un lato vi erano is forreddus costruiti con un muretto di mattoni crudi su cui si facevano delle piccole aperture per il carbone, c'era poi sa gimminera usata per riscaldare l'ambiente e per cucinare l'agnello durante le festività, mentre al centro della sala vi era il tavolo con is cannus e su un lato una grossa pietra sulla quale erano riposte le brocche di terracotta colme d'acqua. Vi erano poi le stanze da letto, sa cambera bella, riservata per gli ospiti, e s'ou manna. All'inizio la popolazione solarussese dormiva sulle stuoie, solo in un secondo momento vennero introdotti i materassi. Tutte la case possedevano un'ampio cortile recintato con muretti di canne e piante di fichidindia. Nel cortile si riponevano gli attrezzi da lavoro, il carro, i buoi e la legna da ardere. In una piccola stalla si allevavano 1 o 3 maiali che garantivano la provviste per tutto l'anno. Nel cortiletto si trovava il gabinetto (su comudu) costituito da uno o più buchi coperti da una tavola di legno. Nella parte più esterna si trovava una fossa che fungeva da deposito rifiuti (su muntroaxu). In nessun'abitazione mancava il magazzino dove si riponevano cibi ma anche la bevanda più apprezzata della zona: la Vernaccia.