Anno 1999
Nel corso del 1999
siamo state contattate da 37 donne.
Nella maggior parte dei casi (90%) è la donna stessa che compie
il primo contatto con l’Associazione. Inizialmente le donne sostengono
di averci voluto contattare principalmente per richiedere informazioni,
ma nel corso del colloquio emerge chiaramente il bisogno di un ascolto,
di un sostegno e di una solidarietà concreta. Prima di contattarci
alcune donne si sono rivolte ai servizi pubblici, ma non sembrano avere
trovato risposta ai loro bisogni.
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La
donna
tipoche ci ha contattato è di nazionalità
italiana (85%), proviene da paesi vicino Crema (66%), ha mediamente 38
anni, ha figli (76%) e dispone di un proprio reddito (90%). Nessuna
delle donne ha dichiarato di avere problemi di droga, di alcol o di giustizia.
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L’89%
ha dichiarato di subire maltrattamenti
o violenza. Il maltrattamento (risposte multiple) è di tipo fisico
(19 casi), ecomnomico (6
casi) e psicologico
(24 casi) . Ci sono stati anche 1 caso di violenza sessuale e 1 di
tentata violenza. Il maltrattamento è avvenuto all’interno delle
mura domestiche, e di solito dura da parecchi anni (mediamente da 8). Nel
10% dei casi ha coinvolto anche i figli. Nella
maggior parte dei casi il maltrattamento non è stato denunciato
(85%).
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Il
maltrattatore tipo è un
familiare (91%), ha mediamente 40
anni, è occupato
(78%)
e dispone di un reddito medio-alto
(76%). La maggior parte dei maltrattatori (70%) non ha particolari
problemi di droga, di alcol o di giustizia.
-
La
famiglia è
il principale luogo di violenza. Si tratta
di una famiglia ënormale’: di medio livello scolastico, in cui
si lavora e che non mostra particolari caratteristiche di disagio sociale
o culturale.
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Il
violento non è un emarginato, anzi
ha un’attività lavorativa e una posizione sociale soddisfacente.
Non
è una persona alcolizzata o tossicodipendente
o con chissà quali disturbi mentali, ma più spesso è
il risultato di un’educazione fatta di arroganza, prepotenza, senso di
superiorità o disinteresse verso gli altri.
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La
famiglia di origine del maltrattatore
rappresenta spesso un’ulteriore difficoltà
in quanto la donna maltrattata non trova in essa alcun aiuto o solidarietà,
ma anzi le contrappone un muro di omertà
e di reticenze.
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Anno 2000
1. Il primo
contatto
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Nel corso del 2000 siamo state contattate da 42
donne.
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Il primo
contatto è avvenuto telefonicamente
in 33 casi (79%) e tramite
colloquio nei
restanti 9 (21%). Nel 67% dei casi è stata la donna stessa a contattarci
(28 casi su 42). Le rimanenti 14 donne sono state presentate da familiari
o amici (9 casi), dai servizi sociali (4 casi), e da un avvocato (1 caso).
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Il ‘passaparola’ di amici e parenti è il mezzo
tramite il quale più frequentemente le donne vengono a conoscenza
della nostra associazione (13 casi). I servizi pubblici ci hanno inviato
8 donne. La pubblicità tramite stampa/radio o nostro materiale ci
ha fatto incontrare 2 donne. Altre 7 donne ci hanno conosciuto tramite
CGIL, Consultorio, CPS o Ospedale.
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Durante il colloquio 11 donne (26%) hanno riferito di
essersi già rivolte ad altre strutture prima di incontrare noi,
soprattutto ai servizi pubblici (7 casi su 11).
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Le donne che ci contattano si rivolgono a noi principalmente
per chiedere informazioni in genere (17) e di tipo legale (14). Nel corso
dei colloqui emergono anche altre richieste come ad esempio il bisogno
di sfogarsi e di essere ascoltate (12). Non mancano anche casi di richiesta
di un lavoro (1) e di ospitalità (2). Le donne che ci contattano
telefonicamente desiderano principalmente fissare un colloquio con noi.
2. Descrizione della donna
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L’età media delle donne è di 42 anni (la
più giovane ha 22 anni e la più anziana 69): il 27% delle
donne ha meno di 30 anni, un altro 26% ha un’età compresa tra i
31 e i 40 anni, un altro 26% ha un’età tra i 41 e i 50 e il restante
21% ha più di 51 anni.
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Le donne che si rivolgono a noi provengono prevalentemente
da paesi vicino a Crema (74%).
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Per quanto riguarda lo stato civile si conferma quanto
osservato negli anni precedenti: il 66% delle donne è coniugata
o convivente. Il 10% è divorziata o separata, il 5% vedova e il
19% nubile.
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Il 48% delle donne ha la licenza inferiore e il 36%
ha il diploma medio superiore. Le rimanenti donne hanno rispettivamente
la licenza elementare (5 casi), la laurea (1 caso) o nessun titolo di studio
(1 caso).
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La condizione economica è disponibile per tutte
le donne. Le donne senza reddito sono 14 (33%). La metà ha un reddito
basso (48%) e il restante 19% ha un reddito medio- alto.
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Oltre la metà di esse è occupata (55%), il 7% è pensionata,
una donna su quattro circa (26%) è casalinga, il 10% è disoccupata
e 1 donna è studentessa. Se si considera anche il lavoro in nero
il numero di donne che lavora è ancora più alto (31 su 42
pari al 74%).
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La stragrande maggioranza di esse (91%) è di
nazionalità italiana. Le donne straniere sono 4, tutte provenienti
da paesi extra U.E. Le donne straniere in possesso di regolare permesso
di soggiorno sono 3.
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Il 73% delle donne ha dichiarato di avere figli (31
donne su 42) e di avere più di un figlio (mediamente ogni donna
ha quasi 2 figli) . Il 45% di essi è minorenne: 25 su 55.
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Nessuna delle donne ha dichiarato di avere problemi
di droga, di alcol o di giustizia. Per 3 donne sono emersi problemi di
disagio psichico.
3. Il maltrattamento
-
L’83% (35 su 42) delle donne che si sono rivolte al
nostro centro ha subito o subisce maltrattamento. Il maltrattamento è
di tipo fisico (26 casi), economico (11 casi) e psicologico (28 casi).
La metà di esse subisce maltrattamenti plurimi. Nel 23% dei casi
il maltrattamento riguarda anche i figli.
Tipologia del maltrattamento |
N
|
Fisico |
5
|
Psicologico |
5
|
|
10
|
Fisico + Psicologico |
14
|
Psicologico + Economico |
4
|
Fisico + Economico |
2
|
|
20
|
Fisico + Psicologico + Economico |
5
|
|
5
|
Totale donne
maltrattate |
35
|
-
Nella maggior parte dei casi il maltrattamento non viene
denunciato (85%).
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La durata del maltrattamento è disponibile per
30 donne. Per la metà circa di esse il maltrattamento dura da più
di 5 anni, una donna su 3 è maltrattata da più di 10 anni.
-
Per 3 donne il maltrattamento è stato associato
a tentata violenza sessuale. Vi è stato inoltre un caso di violenza
sessuale per il quale è stata fatta denuncia.
4. Il maltrattatore
-
Nella stragrande maggioranza dei casi il maltrattatore
è il partner (83%). Questo conferma
un dato ormai tristemente famoso: il maltrattamento si consuma all’interno
della famiglia. Il maltrattatore è un persona ben conosciuta, che
da anni manifesta atteggiamenti violenti, spesso anche prima del matrimonio.
Molte donne riferiscono di aver sperato di riuscire a cambiare il
carattere violento del proprio compagno, ma di ‘non esserci riuscite’,
quasi a volersi incolpare della mancata riuscita.
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Il maltrattatore
è mediamente un persona di 46 anni (il più giovane ha 23
anni e il più anziano 73). L’età è disponibile per
27 dei 35 maltrattatori: 3 hanno meno di 30 anni, 8 hanno un’età
tra i 31 e i 40 anni, 5 tra i 41 e i 50 e 11 hanno più di 51 anni.
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L’84% dei maltrattatori è coniugato o convivente,
il 6% è celibe e il rimanente 10% è separato o divorziato
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Il titolo di studio è disponibile solo per 21
dei 35 maltrattatori: 3 hanno la licenza elementare, 14 di scuola media
inferiore e 4 hanno un diploma superiore.
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Le informazioni circa la condizione economica sono disponibili
per 27 uomini: 4 uomini sono senza reddito, 6 hanno un reddito basso, 14
un reddito medio e 3 un reddito alto.
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La maggior parte di essi svolge un’attività (12
casi), 8 uomini sono pensionati, e 5 sono disoccupati.
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34 dei 35 maltrattatori sono di nazionalità italiana.
Uno solo proviene da un paese extra U.E.
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Per circa il 57% dei maltrattatori (20 su 35) non sono
emersi problemi particolari. 15 maltrattatori hanno invece problemi di
varia natura e precisamente: 2 casi di abuso di sostanze stupefacenti,
2 casi di problemi con la giustizia, 3 di disagio psicologico, 6 di abuso
di sostanze alcoliche, e 1 caso di abuso di alcool associato a problemi
psicologici e un altro di abuso di alcool associato a problemi con la giustizia.
5. Conclusioni
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Come è già stato detto in altre occasioni
questi dati non sono il risultato di un indagine ad hoc, ma di difficili
e dolorosi racconti di alcune donne che hanno deciso di rompere il muro
del silenzio. Le informazioni sopra riportate si riferiscono a quei casi
di donne che spontaneamente si sono messe in contatto con noi e non possono
quindi essere rappresentativi di un intero fenomeno che resta ancora per
la maggior parte dei casi nascosto.
Le ‘imprecisioni’ che si possono riscontrare nella
lettura dei dati sono dovute proprio alle modalità di rilevazione
dei dati stessi: a volte anche le domande apparentemente più banali
ed innocue possono essere completamente fuori luogo nel corso di colloqui
difficili, delicati ed estremamente dolorosi.
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Le ‘percentuali’ che sono state presentate in
questa relazione vanno interpretate con la dovuta cautela in quanto risentono
fortemente dell’esiguo numero dei casi sulle quali sono state calcolate.
Questa cautela è da osservare soprattutto quando si desidera fare
confronti con gli anni precedenti o con altre realtà territoriali.
A volte grandi differenze percentuali possono essere invece il risultato
di piccolissime variazioni in termini assoluti.
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Nel corso del 2000 siamo state contattate da 42 donne.
Nella maggior parte dei casi (67%) è la donna stessa che compie
il primo contatto con l’Associazione. Inizialmente le donne sostengono
di averci voluto contattare principalmente per richiedere informazioni,
ma nel corso del colloquio emerge chiaramente il bisogno di un ascolto,
di un sostegno e di una solidarietà concreta. Prima di noi, alcune
donne hanno contattato i servizi pubblici, ma non sembrano avere trovato
risposta ai loro bisogni.
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La donna tipo che ci contatta è di nazionalità
italiana (91%), proviene da paesi limitrofi (74%), ha mediamente 42 anni,
ha figli (73%) e dispone di un proprio reddito (67%). Nessuna delle donne
ha dichiarato di avere problemi di droga, di alcol o di giustizia.
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L’83% ha dichiarato di subire maltrattamenti o violenza.
Il maltrattamento (risposte multiple) è di tipo fisico (26 casi),
economico (11 casi) e psicologico (28 casi) . Ci sono stati anche 1 caso
di violenza sessuale e 3 di tentata violenza associati a maltrattamento.
Il maltrattamento avviene all’interno delle mura domestiche, e si consuma
da parecchi anni (mediamente da 10). Nel 23% dei casi coinvolge anche i
figli. Nella maggior parte dei casi il maltrattamento non viene denunciato
(85%).
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Il maltrattatore tipo è un familiare (89%), ha
mediamente 46 anni, è occupato o pensionato (86%) e dispone di un
reddito medio-alto (63%). La maggior parte dei maltrattatori (57%) non
ha particolari problemi di droga, di alcol o di giustizia.
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