HANNO DETTO DEL CORO AURORA ...

Ci vuole un coro per cantare Guccini
dal Quotidiano Il Giornale del 09 Dicembre 1996

In Italia c'è molta indifferenza nei confronti della musica corale; se si pensa a un coro la mente corre subito ai canti degli alpini sottovalutando il grandissimo patrimonio di canzoni popolari che la genuina tradizione corale rivitalizza e conserva.

Così Andrea Arnaboldi, giovane direttore del Coro Aurora di Caronno Pertusella ha pensato di aprire una nuova strada avvicinando il canto polifonico alla canzone d'autore di Francesco Guccini e sabato sera ne ha dato una splendida dimostrazione alla presenza dello stesso Guccini e dei maestri Vacchi e Marchesotti.

Il Coro Aurora ha "ricostruito" con grande partecipazione emotiva brani come Il vecchio e il bambino, Auschwitz e Primavera di Praga sia in versione religiosa che in veste secolare. Precedute da una lettura recitata con il "muto" del coro che segue armonizzando la melodia, le canzoni di Guccini, nonostante qualche perplessità iniziale, si sono rivelate particolarmente adatte alla coralità. Malgrado le variazioni armoniche inevitabilmente più lente, i bravissimi componenti del Coro Aurora hanno "vissuto" i brani con enfasi e partecipazione suscitando grande interesse nel pubblico e negli addetti ai lavori.

"Sono molto contento di questa operazione", ha detto Guccini tra il divertimento e l'imbarazzo, "la canzone è un fatto volatile come l'alcol etilico ed è giusto che venga interpretata in tutti i modi possibili. Nessuno ha il diritto di fissare una canzone perchè la canzone è un fatto popolare. La stessa canzone popolare in Italia e nel mondo può avere cento versioni diverse ed essere interpolata in qualsiasi modo."

E' questo il senso della musica popolare che per sua natura nasce dalla tradizione orale e viene tramandata, modificandosi, di generazione in generazione. E' questa l'innovativa risposta del maestro Arnaboldi al grido d'allarme lanciato dal maestro De Marzi sulla crisi di creatività dei cori.

"L'operazione sulle canzoni di Guccini è importante per smuovere una situazione stagnante", dice Marchesotti, direttore del coro dell'Associazione nazionale Alpini, "dove ogni volta per chiudere un concerto si è costretti a cantare Signore delle Cime che è una noia pazzesca". Apprezzamenti e incoraggiamenti anche dal maestro Vacchi, grande ricercatore di canti popolari, che ribadisce come la musica popolare sia sempre molto viva nonostante la sparizione della civiltà contadina e dei canti di lavoro.

Quindi avanti sulla via del rinnovamento e della contaminazione grazie alla passione di Arnaboldi e del suo coro che ha già pubblicato il CD Il Coro Aurora canta Guccini e che sta preparando il secondo dedicato sempre al cantautore emiliano.

"I fatti musicali sono tragicamente segnati dalle mode", conclude Guccini, "per questo va di moda il rap che non ha nulla a che fare con la nostra cultura. Ma l'insieme di tante voci trasmette indubbiamente qualcosa di grande, non necessariamente un messaggio, certo un'emozione. Speriamo così di superare la grande ignoranza che circonda il mondo del canto corale."

 
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