HANNO DETTO DEL CORO AURORA ...

Guccini ad ascoltare il Coro mentre canta le sue Canzoni
Dal Quotidiano Settegiorni del 14 Dicembre 1996

Non capita spesso di vedere un artista seduto in prima fila applaudire as uno spettacolo che come tema ha proprio le sue opere. Eppure chi si è trovato sabato scorso al Centro Giovanile di Caronno ad assistere, praticamente insieme a Francesco Guccini, ad una esibizione del Coro Aurora e, guarda caso, i versi cantati in versione polifonica altro non erano che quelli di alcune delle più famose canzoni del cantautore emiliano.

Il perchè di questa singolare operazione l'ha spiegata ad inizio serata un emozionatissimo Andrea Arnaboldi, direttore dal 1983 del Coro Aurora di Caronno. Racconta di come sia stato rapito al primo ascolto, lui amante della musica classica, dalle canzoni di Francesco Guccini per il modo di raccontare la vita, la natura, la città, la politica, i rapporti sociali corrotti e di come via via si sia fatto tutta la discografia dell'autore accorgendosi di sentirsi, a lui sempre più vicino. "Il vecchio e il bambino" è stato il primo caso di "Polifonia Gucciniana", seguito da "Primavera di Praga" e da "Auschwitz".

Il messaggio decisivo per il suo lavoro, Arnaboldi l'ha ricevuto, però, proprio dal Cantautore, che, grazie al maestro Giorgio Vacchi, direttore del Coro di Bologna e suo grande amico, è venuto a conoscenza dei primi esperimenti in veste polifonico-corale dei suoi versi, ed in seguito ad un accurato ascolto ha creduto fosse corretto invitare il coro caronnese a proseguire su quella strada. Invito che di certo a ritrovato riscontro, dato che in seguito è stato pubblicato, dal coro addirittura un CD riguardante esclusivamente canzoni di Guccini.

Durante la serata, oltre che all'esibizione, da parte del Coro, delle tre canzoni prima citate, si è potuto assistere ad un vivace dibattito a cui hanno partecipato i maestri Arnaboldi di Caronno, Vacchi di Bologna, Marchesotti di Milano e per non essere da meno il "maestro" Guccini (maestro elementare come scherzosamente si definisce lui, che in effetti lo è davvero).

Filo conduttore della serata è stato, ovviamente, l'argomento cori, e soprattutto il futuro degli stessi nel nostro paese. Da qui ne è scaturita tutta una serie di interventi da parte del folto pubblico tra cui vi erano alcune persone molto preparate sull'argomento e appunto preoccupate di come questa forma d'arte non possa avere futuro, almeno finchè l'opinione pubblica ritiene che il coro debba essere per forza Alpino, Trentino, debba cantare a tutti i costi Ta Pum, e il direttore debba bere grappa e chiamarsi "Bepi".

E' stato appunto intorno a questo argomento che il dibattito si è accesso; con esperienze personali i partecipanti hanno documentato infatti come questo sentimento sia ancora molto radicato tra l'opinione pubblica e di come i media non facciano nulla per diffondere anche questa nobilissima forma d'arte.

Si è conclusa la serata con un dono al cantautore e con un rinfresco.

 
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