Interventi

Incontri

Sto scrivendo l’incipit in un ristorante situato in collina. A valle, le mille luci di Prato. A fine cena, discuto animatamente con un maî-tre di sala sull’opportunità di servire un Calvados in un bicchiere caldo, oppure freddo di ghiacciaia. Il proporsi di un  liquore può contenere l’accoglienza che potremmo destinare  all’amico. Il calore permette all’aroma di fuoriuscire dalla rotondità del bicchiere di avvolgere il bevitore. Il  calore umano, liberato da un atto di amore, satura l’amico e gli consente il riposo. Il  momento dell’incontro  é come l’accendersi di un fiammifero. La fiamma é trasformazione, l’aria veicolo di comunicazione. Socrrate: la più amante fisionomia dell’antichità.
Si  presenta come un maestro in materia d’amore. Mentre mi attardo su questa definizione di Dugas, dal saggio intitolato “Idea di amicizia” di Luigi Pizzolato,  osservo Giampiero Neri. Le sue spalle alla chiesa di  San Babila. Una stretta di mano. Penso alla sera del primo incontro e al viaggio che abbiamo intrapreso per  raggiungere  il  luogo  dove Neri  avrebbe  letto  le  sue  poesie. Un  momento importante, che inaugurava  il  primo di cinque “Incontri con la poesia”, ospiti poeti di Milano. Oltre al piacere per il concretizzarsi di un  evento, c’era un alone di ansia perché  non sapevamo se ci sarebbe stato pubblico,  perché era la prima  volta,
perché..., perché....
Ora, c’è tranquillità. Il piacere di ri-incontrarci. Il ri-creare quell’intimità che tanto ha caratterizzato gli incontri  al Belfagor:  l’accomodarsi a tavola, dopo la lettura. I colori della Natura sulla tavola. Un  bicchiere  di vino a suggellare il momento di splendore che  introduce alla Conoscenza dell’altro. I mille argomenti  affrontati. Soprattutto l’argomento eterno: la Vita, che è selvaggia. Potremmo addomesticare una tigre?

(Sergio Vaiani)