Interventi

Poeis@.net/giù_poesia

Poesia su Internet? Lasciamo parlare i protagonisti! Alla mia domanda “Perché scrivi le tue poesie su Internet?”, ha risposto, nel giro di alcune ore, il 70%  degli interpellati (scelti un po’ qua e là  nelle news  di poesia). Tutti lì a controllare la posta elettronica per trovare (quindi, verificare) lettori? Se - in un sondaggio-considerazione buttato giù lì per lì - gli “scrittori di poesie” sono 2 su 3, se di questi 2 su 3 almeno 1 ha il computer in rete, potenzialmente possiamo avere  una circolazione in rete  di circa 250 milioni  di “poesie” (considerando che gli “scrittori di poesie” almeno 3 poesie le hanno scritte... non oso pensare a chi ne ha scritte 10, chi ne ha scritte 100...). Meglio mettere le poesie su Internet che volantinare poesie fotocopiate in via Mazzini?(ripenso ai miei pomeriggi  di almeno 25 anni fa). Più lettori su Internet o in via Mazzini? È meglio essere letti o essere pubblicati (quanti “scrittori di poesie” si stampano le proprie “poesie” e nessuno le legge, meglio dunque le poesie su Internet  dove vengono lette senza sapere da chi?). Mi piace ricordare - a questo punto - Puskin, La dama  di picche: “Ai poeti è necessario uno che li ascolti, come a Ivan Kuzmích una bottiglia di vodka prima di pranzo” [per inciso, anche Puskin non scherzava nello scrivere. Che D’Anthès abbia dunque fatto un buon lavoro?]. Bene, le domande mi sembrano troppe: vediamo le risposte (risposte? E chi alle domande risponde con domande?).

(Giampaolo Guerini)

Perché  la gente  risponde. Perché mi piacciono le poesie che ci sono. Perché  alcuni  poeti  sono  divenuti miei  amici  interattivi.  Perché  mi piace comunicare attraverso la mia poesia e internet aiuta a mettere in contatto la  gente. Perché mi piace questo nuovo  media,  e  per  molti altri motivi. Tanti auguri.

Colin  Will (colin.will@virgin.net)

Perché  no? Lontano  nel sole splendente, ci sono le mie più alte aspirazioni.  Non   posso  raggiungerle, ma posso contemplarle e vedere la loro  bellezza,  credervi  e  seguirle dove conducono.

Louisa May Alcott (bluespider@flash.net)

C’era  una  poesia  che  non   avrei dovuto  inviare.  Era  una  specie  di collaborazione con  un  altro scrittore, e a  lei  non  interessava.  Solitamente, far vedere poesie in internet è per me una specie di piccolo discorso, un modo per incontrare gente che scrive.

Scott Murphy (murphyjs@ix.netcom.com)

Oh,  è  semplice.  Perché  nessuno che  conosco  nella  “realtà”  vuole leggere le mie poesie, così le metto su internet. Perché me lo chiedi? Cosa pensi della poesia?

Lawrence Wang (eidolon11@hotmail.com)

Credo che tutti abbiano passioni e sogni che non possono colmare... Sono il figlio di un ricco uomo d’affari che è fallito... Trascorrevo le mie giornate sognando e nulla sembrava impossibile. Poi  mio padre è fallito,  incriminato,  mandato  in prigione per evasione fiscale.  Andai sotto le armi, la depressione mi fece quasi  impazzire, rimasi disoccupato per molto tempo dopo  il  servizio  militare.  Nel gennaio  ‘96  ero  un   barbone... Conoscevo  l’inglese  appena  per far  conoscere  i  miei  sentimenti,  a certa  gente  piaceva leggerli,  mi incoraggiarono  a  scriverne  altri... ed eccomi due anni e mezzo dopo, molto più in  me, molto più felice. La  poesia  è  una  forma  per  esprimerti  (come  tutta  l’arte),  e  penso che se  non  hai  nessun altro mezzo rec.arts.poems*  ti  offre  un  grande spazio per farlo. (* ewsgroup specializzato)

Antii Luode (antiiluode@my-ejanews.com)

Prosa del Nord:

l’essere troppo  spesso  canto  senza  parole/ o  danzo  su  un   lindo  pavimento bianco./  Laggiù  esiste  nel  colore/ un   manifesto  per  essere/  una  vita ripiegata  in   due  parti/  che  non   si può vedere spesso./ Per toccare la realtà/che satura i  nostri sensi./ Per sentire  le  tessiture/  di  ogni momento  che  passa./  Rivela  sentieri da  percorrere/e  conduce  profeti/ realizzando  il  loro  essere/il  loro essere./Nei nostri occhi/ nel  nostro stesso passo/il loro essere  entro  noi esiste.

Tara Sutto  (tsutton@sprint.ca Newsgoup:rec.arts.poems)

Messaggi:

L’immagine  dello  schermo/in chiarezza monocromatica/è ancora vita  moltiplicata/e  interpretata  da sola./Uno solo è il media./ Io scrivo./ Noi  comprendiamo./  Forse./Il discorso  è  compromesso/dalla separazione/ e il tempo che passa./ Il  tempo  che  passa  si  considera infinito./Così le conclusioni esistono  nel vuoto./La fine è impossibile./ Questo  è  cyber  presente./La moda futura./ Per sempre.

Robert Maugha  (rob@etymon.demon.co.uk)

Le scarpe del poeta:

Queste scarpe mi vanno bene. Il  tipo  giusto  per  andare  in giro./Quella  senza  dietro  una  linguetta/ fa scivolare il dito che sfrega  libero./Vedi i miei pensieri sono nei  miei  piedi/e  il  mondo  è  veloce./ Le  mie  spesse  gorgoglianti morbide  scarpe/viaggiano  velocemente  come  un   barbiturico/ripetendo la scena in  una strada rallentata./ Le mie scarpe da poeta sniffano la corsa/e io respiro poesia.

Sherrie Lee (ncegylen@gte.net Newsgroup:rec.arts.poems)