Interventi |
Il teatro naturale di Giampiero Neri Falsi annunci, indizi, segnali, sono presenti nella poesia di Giampiero Neri, talvolta complicati ed inibiti, altre volte sospesi ed enigmatici. La sua meditazione si svolge con sotterranea lentezza di sedimento, per poi affiorare, con addensamento improvviso, in una forma che raggiunge l’esemplarità dell’epigrafe.Con la recente pubblicazione della raccolta “Teatro naturale” per la Mondadori, si ha una sintesi della progettualità poetica di Neri, più qualitativamente invisibile che di fatto presente come quantità di testi. In questo senso é induttivamente significativo il dischiudersi della sezione intitolata “Altri viaggi”, con una premonizione del cielo boreale, quasi che nella sua mattutina vividezza si possa inaugurare la vita e il suo (in)dicibile enigma.Il teatro naturale di Neri é quello della vanità dove la finzione é abolita dall’evidenza della meccanica del mondo, che la sagacità del suo occhio fa sfilare in calcolatissime sequenze. Il gufo, il pesce d’acqua dolce, la lumaca ed anche le cose più comuni del quotidiano sono colte nella loro essenzialità, e sono quasi i modelli di un pensiero che sottraendosi lascia decantare la concentrata intensità del loro apparire, in un tempo indatabile, metafisicamente assente.I fatti, come afferma anche il poeta Giorgio Luzzi, Neri appartiene alla grande famiglia dei poeti laici, coloro che da sempre amano con appassionata pazienza il mondo, nella cui rete di segni unici e rinviati trovano quella fuga nel mondo che li rende, come nel caso di Neri, “ naturalmente” partecipi all’esistente.Della sua manifesta concretezza Giampiero Neri é il viaggiatore discreto e attentivo, che dopo una breve conversazione nello scompartimento del treno, guarda il paesaggio mutare nella sua notte avanzante. (Alberto Mori) Note: |