Interventi

La storia si riscrive

La storia si riscrive? E…la storia riscrive Shakespeare? Sembrerebbe proprio. Ma i mezzi di informazione si accalcano alla soglia della pietas, e non riusciamo forse a tradurre la guerra nei suoi contenuti più espliciti; i fattori economici (i fortissimi interessi economici cui nessuno accenna), il fattore umano, e non umanitario, che ha in sé il germe del male (come del suo contrario, naturalmente). La  poesia,  in  un  grande  poeta  come  Shakespeare,  riesce forse  a  farci  leggere  la  guerra  proprio  come  il  conflitto ineluttabile  dell’uomo contro l’uomo, del povero contro il ricco, del governato contro il governante. Proprio da Massime per i Governanti, a cura di Luigi Brioschi, edito da Guanda nei  Quaderni  della  Fenice,  vorrei  estrapolare  alcune  illuminazioni,  messe  in bocca a straordinari personaggi, e offrire uno spunto di riflessione in più.

“Farò sì che la guerra generi la pace, e che la pace tenga a freno la guerra. Si curino a vicenda, e l’una sia il medico dell’altra.”

(Alcibiade in Timone d’Atene)

“E’ meraviglioso  avere  la  forza  di  un  gigante, ma  è  da  tiranno  usarla  come  un gigante”.

(Isabella in Misura per misura)

“Non si può considerare nostra proprietà quel che la spada ha tagliato o il fuoco distrutto”.

(Regina in Edoardo III)

“Uno scettro strappato con prepotenza dev’essere conservato con altrettanta violenza”.

(Pandolfo in Re Giovanni)

“Il  terrore  genera  disordine, e  il  disordine  uccide  invece  di  mettere  in  salvo”.

(Giovane Clifford in Enrico VI)

“Una causa debole e ingiusta non ammette trattative”.

(Westmoreland in Enrico IV)

“Le cose cominciate nel male traggono forza dal male”. (Macbeth in Macbeth)

“Spesso ciò che sembra clemenza non è tale; spesso il perdono è il padre di un secondo delitto”.

(Escalo in Misura per misura)

“La vita vortica intorno al destino, per scivolare poi verso la tomba”.

(Moro in Sir Tommaso Moro)

“Quanto spesso la vista dei mezzi per fare il male incita a farlo”.

(Re Giovanni in Re Giovanni)

“Dentro la vuota corona che cinge ai re le tempie mortali la morte tiene la sua corte”.

(Riccardo in Riccardo II)

 E  per  finire:  “La  ragion  di  stato  è  un  mistero  nel  quale  nessun  ficcanaso osa immischiarsi, e opera in maniera così divinamente incomprensibile che non c’è lingua o penna che sappia renderne conto”.

(Ulisse in Troilo e Cressida)

(Millosevich)