Poesie a strappo

Lo strappo, rito tribale

Domenica 14 settembre (1997); tra i pannelli di Poesia a strappo, seduta ad uno dei tavoli allestiti per l’occasione, Alda Merini è attorniata da numerose persone desiderose di incontrarla ed ascoltarla. Appoggia un gomito sul tavolo, reclina la testa scarruffata nel palmo della mano e recita, sussurrando, versi improvvisati: "Il Poeta / che è pane sicuro di tutti i giorni / strazia le vite incolori / e le ingemma di pura evanescenza / nasce il cavallo felice / che rimbalza di pietra in pietra / come l’unicorno che porta il bianco della sua presenza / di parola in parola. / Queste mura han ritardato ad essere eterne / ed è ora che esplodano / felici."
Li dedicherà a Crema, che vuole ribattezzare sul momento Città dell’Unicorno. Un momento che tanti ricorderanno. Tanta gente, ancora una volta, fra tante poesie ha voluto scegliere quelle preferite, e ancora una volta ha risposto con una adesione davvero eccitante, al richiamo delle voci inaudite dei poeti. Poesia a strappo è in questo senso una opportunità rara; autori e lettori, si scambiano i ruoli in tempo reale, perché un lettore, all’improvviso ispirato, incomincia a comporre alcuni versi e li attacca al pannello purè, apposta organizzato; l’autore, che osservava il lettore, lo vede trasformarsi in autore ed egli, incuriosito, diviene lettore attento. Nuovi versi allora scaturiscono dai momenti che il passante, occasionale scrittore, ha voluto dedicare alla sensazione, all’emozione, alla riflessione. Cercando di attecchire sul foglio bianco, di fuoriuscire dall’incuria intellettuale. Per vivere la poesia con partecipazione, senza subirla o negarla. Anche con provocazione a volte, e persino con aggressività.
Un progetto in continua evoluzione quello di Poesia a strappo ( il 10 dicembre si è dato inizio, con Giampiero Neri, ad una serie di letture in pubblico, al Belfagor di Via Montello a Crema, che a cadenza mensile proporranno autori che gravitano attorno alla manifestazione) e promette di presentare l’anno prossimo una selezione ancora più numerosa, pronta ad offrire e a ricevere spunti di intensa riflessione; sul mondo che voluttuosamente ci appartiene e su quello che pericolosamente ci circonda. Sui grandi temi della vita naturalmente, ma anche e soprattutto su ciò che si rivela dai piccoli accadimenti quotidiani, anche quelli apparentemente più insignificanti.

(Millosevich)