SENZA TITOLO

Mi piacciono le calze che rassodano le tue gambe
Mi piace il busto che sostiene il tuo corpo tremante
Le tue rughe i tuoi seni ballonzolanti la tua aria affamata
La tua vecchiaia contro il mio corpo teso
La tua vergogna davanti ai miei occhi che sanno tutto
I tuoi vestiti che odorano del tuo corpo marcio.
Tutto questo alla fine mi vendica
Degli uomini che non hanno voluto saperne di me.

(Joyce Mansour)

SENZA TITOLO

Mi piace cadere nelle profondità delle notti
solo, nemmeno con me stesso.
Essere vento, senza vento
che sugge senno di frutti
come uomini di foglie
Essere strada, senza la strada
calpestata dai piedi degli altri.
Fuggire lontano, senza lontananza.
Vicino esservi
senza essere vicino.
Introdurmi nei misteri della notte
senza diventare mistero. Uscirne fino all'alba.
Senza me stesso, ho detto.
Rimanga in mezzo a voi
come un niente purificato dalla luce.

(Visar Zhiti)

DICE IL GIORNALE DI OGGI

dice il giornale di oggi
“la vita continua”
speranza a buon mercato!
legge una donna accanto a me
un giornale vecchio di tre giorni
e la vita continua per lei pure

(sy)

IL CAFFE’ DELL’ALBA

Quasi nel buio
siamo in alcuni
attorno a un distributore automatico
di caffé.
La notte fuori sbatte lamiere,
sta cerchiando di pece
gli occhi
di una nuova alba.
Con i bicchieri di plastica
in mano
ci guardiamo l’un l’altro
attraverso un vetro spesso d’angoscia.
Il nostro cuore ora
è un rogo alto che tocca il cielo.

(Ferruccio Brugnaro)

SENZA TITOLO

Tacita la luna sopra, e sotto il volo della minima sfera. Sta
nel profondo del sonno mostrando il suo bianco riso. E non
s’appoggia
a pensiero alcuno, oppure s’appoggia con peso a nulla. Sola
memoria scintilla nel vano, oppure è una fiamma, e il muto
bambino ne oscura il fiume.

(Ida Travi)

ANCORA UNA FUGA

“Abbi soltanto  cose tali  che le massime
delle loro azioni possano diventare
anche massime del tuo proprio agire”

(Gunther Anders)

a D., a Sauro, ad Andrea

SENZA TITOLO

Dove? Sul nulla di questo sguardo
in attesa: il posteggio di fianco alla casa,
un ritardo, sottile nulla: dove?
E questa vanità degli interni
tocca al saluto sciogliere lo sguardo.
Nello specchio queste doppie mani...
non hanno mani questi occhi?
Toccati dalla simmetria
non sanno sciogliere il luogo.
Sono il luogo in questo prenderci
degli oggetti più saggi di noi.
Infelicità corri un pericolo grande:
meno che un suono, un sonno...
Le mie mani non hanno mani
ma l’enigma della simmetria,
così.

(Amedeo Anelli)

L’ONDA DELLA VITA

Si agita,
si placa,
rifrange lo specchio dell’anima,
si riempie di moto proprio,
si distende alla luce della Luna
che non si stanca mai di vegliare
il suo mutevole cammino.

(Fiore)

IN UN SOFFIO

Risvegliare dal nulla la parola.
E’ questa la speranza della morte
che vive del suo fumo quando è sola,
del silenzio che ventila le porte.
Il passato non cessa di passare
e l’odore che sparve è l’aria calda
che ferma gli oleandri lungo il mare
in un soffio di mandorla e di cialda.

(Alfonso Gatto)

SENZA TITOLO

Più la gente che c’era se ne va
o si nasconde e meno avrebbe senso
lasciarla da vivo questa città
senza vita. Sì, ogni tanto ci penso,
immagino un altro cielo, un incenso
meno acre ma chi me lo ridà
l’alitare, il parlottare, l’immenso
silenzioso brusio di chi non ha
casa che nel mio ricordo? Per quanti
siano i vivi che amo non saranno
mai tanti come loro, gli sfrattati
dal tempo, i clandestini, gli abbonati
fuori elenco a telefoni che hanno
numeri di cinque cifre soltanto.

(Giovanni Raboni)