L’acqua
che sogna in noi
In principio c’è l’acqua, elemento originario di tutte le cose e condizione
necessaria per il mutamento. Da sempre, l’acqua, che è l’unico elemento
liquido esistente in natura (nel senso che tutti i liquidi sono acqua),
è anche simbolo del “femminile”. Già le prime scuole taoiste dedicano
grande spazio a questo tema, e il breve passaggio che segue, tratto dal
Tao Te Ching, ben sintetizza i molti pensieri che dalla contemplazione
dell’acqua hanno avuto origine :“La
suprema bontà è simile a quella dell’acqua, la bontà dell’acqua è che
essa benefica le diecimila creature, eppure non alterca, anzi è contenta
dei luoghi che tutti gli uomini aborrono. E’ questo che rende l’acqua
tanto vicina al Tao. “Madre
Acqua feconda, rigenera, pulisce, accoglie senza pregiudizi le sostanze
più disparate, s’impregna di tutti i colori, di tutti gli odori, di tutti
i sapori, il suo fluido leva la sete e ristora, nutre come il latte materno,
perché ogni acqua è latte. Recita così un inno vedico :Le
acque, che sono le nostre madri e che desiderano partecipare al sacrificio
vengono a noi seguendo le loro vie e ci distribuiscono il loro latte.
Grazie alla naturale arrendevolezza del suo essere più intimo, l’acqua
riesce a sopraffare tutto il resto. Nessuno, infatti, eccetto l’Acqua
può nutrire la Terra, né catturare il Cielo e rifletterlo, né tantomeno
seppellire il Fuoco. Nessuno, eccetto l’acqua, sa sognare negli occhi
dell’Uomo : è lei il vero occhio della Terra.
Paul Claudel
dice che i nostri occhi, quelli di ogni essere vivente, sono una pozza
inesplorata di luce liquida che Dio ha messo in fondo a ognuno di noi.
Dentro questa pozza, dove abitano i sogni, nascono le immagini sulle quali
l’Uomo edifica in seguito i propri pensieri. Già, perché prima ancora
di contemplare, l’Uomo sogna. L’atto immaginativo accade prima di tutto.
Ce ne accorgiamo, per esempio, quando in mezzo alla boscaglia fitta di
alberi ci sentiamo attratti come il ferro dalla calamita da un particolare
albero piuttosto che da un qualsiasi altro. E’ perché quell’albero, con
i rami messi a quel modo, nel luogo preciso in cui sorge, lo conosciamo
bene : l’abbiamo già visto nel nostro immaginario.
Mille altre
volte ci è capitato di evocare le sue sembianze, oltre la sfera del tempo
e dello spazio. Si, è vero, incontrandolo “dal vivo” gli andiamo incontro
con rinnovata passione estetica, ma a voler ben guardare non c’è nulla
di nuovo in quell’incontro, e ben presto ci sentiamo sopraffatti dalla
sensazione d’incontrare un vecchio amico. Ancora una volta il sogno ha
preceduto la contemplazione, e l’Elemento Acqua, nel quale il sogno naturalmente
risiede, ancora una volta ha aperto le braccia per accoglierci nell’immaginario,
incurante del materialismo scientifico che imperversa e spadroneggia.
Ogni persona
sensibile e creativa che voglia cogliere gl’impercettibili segnali che
la potenza degli Elementi sprigiona, qualunque individuo deciso a reintrodurre
la componente spirituale nel proprio sistema di rappresentazioni e di
motivazioni, finisce per intrattenere con l’Acqua, con la parte incessantemente
inventiva del sogno, un rapporto che procede su di una corsia preferenziale.
Tale rapporto, che non di rado si rivela anche fruttuoso, raggiunge il
culmine quando la mano del sognatore, guidata con tanta pazienza dalla
volontà di darsi daffare per produrre qualcosa di buono, si muove senza
smettere di sognare, consapevole che questa è l’unica via per conoscere
la materia trattata nella sua intima verità, perché la tecnica da sola
non basta.
Quando un
tale miracolo avviene, allora si che l’immaginazione prende le distanze
dalle consuetudini del ricordo, dalle abitudini della memoria, e produce
in abbondanza immagini che superano le forme e raggiungono la materia
stessa con la pura forza dell’invenzione. In questo stato di grazia, mentre
lavoriamo senza smettere di sognare, si scatena in noi una specie di magia,
e dentro quest’incantesimo, nell’aura misteriosa che sprigionano i pensieri
quando sconfinano dal reale, nell’immaginario insomma, riusciamo finalmente
ad essere liberi fino in fondo : facciamo ciò che vogliamo quando ci pare,
nessuno ci vede, giudica o consiglia, possiamo andare dovunque con chiunque,
e non conosciamo l’impossibile. Immersi nell’acqua immaginativa, finalmente
appaghiamo il desiderio infantile di visualizzare il raggiungimento di
una meta senza tenere in conto le difficoltà da superare per raggiungerla.
Come dice Sartre : l’atto immaginario è una magia, un incantesimo
meraviglioso che fa apparire ciò che vogliamo che sia. Nuotando nel sogno,
evochiamo perciò in assoluta libertà, oltre i confini logori e tristi
della pseudo-realtà quotidiana, immagini che non appartengono né al passato,
né al presente, né al futuro, perché la mente se ne infischia dei limiti
temporali fissati dall’uomo. E attraverso il sogno, finalmente, approdiamo
a quella “ingenuità creatrice” che nell’atto immaginario raggiunge la
sua massima espressione. Uno stato mentale che non giova solo all’arte
ma anche alla conoscenza, che con il sogno procede di pari passo. Il fluido
immaginativo, infatti, l’acqua che sogna in noi, custodisce innumerevoli
verità, e con genuina sincerità le manifesta a chi è pronto a coglierle.
L’immaginazione
porta alla conoscenza perché è priva di condizionamenti, possibilista.
E’ acqua : pura, cristallina, incapace di mentire, libera di diventare
ciò che vuole. A O° centigradi si trasforma in un corpo solido, terrestre,
il ghiaccio. In stato di ebollizione si trasforma in vapore, che può essere
considerato Aria. Sotto forma di energia (per esempio quando fa muovere
una macchina a vapore), può provocare esplosioni, quindi diventa Fuoco.
Come l’acqua, l’immaginazione è tutto e il contrario di tutto. Per questo,
quando una cosa ricade nel raggio d’azione dell’acqua/immaginazione diventa
impermanente.
Baudelaire
azzarda l’ipotesi che l’immaginazione sia positivamente imparentata con
l’infinito. Di sicuro, è una forma di sapere che spesso si spinge oltre
la nostra comprensione. E’ una magia trascendente capace di stimolare
l’uomo al superamento dell’abituale livello di coscienza, forte al punto
di spingere oltre il pensiero razionale, trasgressiva quanto basta per
allargare i limiti personali che bloccano l’esprimersi di potenzialità
intrinseche. I suoi effetti sono per lo più positivi : artisti di epoche
e provenienze diverse, che nel liquido immaginativo si sono immersi senza
timore, l’hanno ampiamente dimostrato. Poeti, pittori, musicisti, e di
questo non possiamo che essere loro grati, hanno capito molto tempo prima
che le più recenti teorie scientifiche lo confermassero, che ogni goccia
d’acqua reca il suo passato in seno e che è in grado in qualsiasi momento
di testimoniarne la conoscenza. Loro, gli artisti, con l’Elemento Acqua,
con il sogno che in lei risiede, si sono sempre mantenuti in stretto contatto,
consapevoli del fatto che colui che usa l’immaginazione creativa per approfondire
il pensiero, ha maggiori possibilità di vedere una dopo l’altra molte
verità venire a galla, perché il fluido immaginario, esso solo, sa resuscitare
la conoscenza e conosce il segreto per farla crescere.
(Rita Remagnino)
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