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La danza aerea delle chiacchiere

A mano a mano che ci s'inoltra nella dimensione aerea, l'Aria si fa rarefatta e diventa gradualmente più  sottile, transpersonale,  spirituale. Il  moto dei venti che mette tutto quanto in comunicazione con quel suo continuo passaparola che diffonde, invoglia l'individuo ad aumentare i contatti con  l'esterno,  con  la  Natura  e con i propri simili. Così, il bisogno di aprirsi a nuove relazioni si fa strada, e il desiderio d'integrazione con   il  mondo, di coesione con il resto del creato, gradualmente cresce.

Che tu [vento occidentale] sia dunque
il mio spirito, o Spirito fiero!
Spirito impetuoso, che tu sia me stesso!
Guida i miei morti pensieri per tutto l'universo
Come foglie appassite per darmi una nascita nuova!
E con l'incanto di questi miei versi disperdi,
come da un focolare non ancora spento,
le faville e le ceneri, le mie parole fra gli uomini!
E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro,
tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento,
se viene l'Inverno, potrà la Primavera esser lontana?

Nell'Aria il pensiero del singolo incontra quello del resto del mondo e viene allo scoperto attraverso la comunicazione verbale, la parola, che poi è il sale dell'umana convivenza. Jean Paul Sartre sostiene che per  trasformare in avventura  l'avvenimento più comune è sufficiente mettersi a raccontarlo. Un consiglio tanto  prezioso quanto disatteso da questa società di super indaffarati, dove pare che il piacere della conversazione sia una delizia sempre meno diffusa: si cerca o gli altri solo quando si ha qualcosa da dire, o se si vuole proporre qualcosa da fare, altrimenti si preferisce stare per  proprio conto. Eppure chiacchierare quasi mai è  una perdita di tempo. Tutt'altro. All'interno di ogni singola conversazione avviene sempre qualcosa di molto  speciale, un'alchimia alla quale non si dovrebbe rinunciare tanto facilmente.

E così cavalcando parlavamo, e il pensiero veloce
cui il riso dava ali non indugiava mai,
e piuttosto volava da una mente all'altra,
era così anche la nostra allegria, accesa da memorie
leggere delle ore ricordate, nessuna così lenta
da  poter essere triste: finché  tornammo a casa,
ciò che sempre acquieta lo spirito.

Durante un incontro fra persone, spesso si ha l'impressione che una forza invisibile voli da una mente all'altra e partecipi attivamente alla conversazione provvedendo a mescolare parole, a veicolare sentimenti, a scambiare idee, a  comunicare conoscenze. Quest'energia è l'Aria, che lavora in silenzio per impedire ogni  manifestazione di staticità. L'Aria, che a nostra insaputa scombina gli ordini preesistenti per crearne di nuovi. L'Aria, che solleva verso l'alto ciò che per indole tende a fermarsi in basso mettendo in relazione i vari piani di realtà. Senza i moti d'aria volti a creare momentanei disordini per ristabilire -a tratti - provvisori equilibri, il parlare non potrebbe far nascere alcun  tipo di relazione tra gli uomini. Ogni parola che pronunciamo  presuppone  l'aria. Non c'è parola senz'aria che la veicoli. Non c'è parola che l'aria non accompagni con  discrezione in una danza elegante e aerea, oppure con foga in un vortice frenetico e travolgente. E quando il vento soffia suoni dalle miriadi d'aperture dei corpi materiali, ecco che anche le note che escono dalle bocche degli uomini compongono arie musicali capaci di mettere insieme o di dividere, di creare somiglianze o di produrre contrapposizioni. Parlare è davvero un'ottima scuola per chi si dedica alla scrittura: s'imparano le regole della comunicazione e si assimilano quei meccanismi complicati capaci di catturare l'attenzione altrui. Non è sufficiente infatti, che proprio dalle chiacchiere vengano fuori scorci di vita quotidiana sui quali poi la fantasia dell'artista può lavorare. Sono impressioni, ricordi, osservazioni, che si scaricano nell'aria attraverso l'espressione verbale, la mimica e le modulazioni della voce che le sono proprie.
E' energia emotiva liberata dal canto armonioso del racconto orale fatto in prima persona. Una risorsa di prim'ordine che l'intuizione poetica ha la capacità di cogliere e tradurre in lettere. Una forza che, d'altra parte, difficilmente potrebbe esprimersi se mentre raccontiamo l'Aria non si prodigasse al nostro fianco per trasformare la memoria in vita interiore vera e propria.
Ma per fortuna l'Elemento aereo c'è; e mentre l'Aria solleva dai ricordi la polvere del passato, a poco a poco emerge dalle parole la sostanza dei pensieri e sale dal cuore la profondità dei sentimenti. Ogni singolo individuo che ha preso parte alla chiacchierata comincia ad avvertire con prepotenza il bisogno di stare solo, tanto che all'improvviso la presenza "dell'altro" appare superflua, talvolta persino fastidiosa. Il contatto umano ormai è avvenuto e ha dato i suoi frutti, perciò non c'è ragione che si protragga oltre. E' ora e tempo che ogni forma terrestre che vi ha partecipato evapori verso il Cielo fino a svanire del tutto. L'artista ha bisogno di silenzio per captare i sussurri trasportati dai venti. Questo è il momento magico in cui il piacere della creatività si sviluppa al di fuori della drammaticità di certe pesantezze della mente che incombono sull'esistenza. L'occasione giusta per mettersi all'opera. L'attimo in cui Amore ispira, direbbe il sommo Dante, e cioè soffia dentro il cuore. Il poeta ha bisogno di tutta l'attenzione di cui dispone per catturare quel respiro e tradurlo in parole, per tramutare quella percezione in scrittura. La sensazione è sottile e transitoria. Un soffio. Ma poi la scrittura resta, e i segni materializzano una parte dell'energia aerea contenuta nelle parole.

(Rita Remagnino)

I  brani  poetici  citati  sono  tratti  dalle "Poesie" di P.B. Shelley, Milano, Mondadori,  1995