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La danza aerea delle chiacchiere A mano a mano che ci s'inoltra nella dimensione aerea, l'Aria si fa rarefatta e diventa gradualmente più sottile, transpersonale, spirituale. Il moto dei venti che mette tutto quanto in comunicazione con quel suo continuo passaparola che diffonde, invoglia l'individuo ad aumentare i contatti con l'esterno, con la Natura e con i propri simili. Così, il bisogno di aprirsi a nuove relazioni si fa strada, e il desiderio d'integrazione con il mondo, di coesione con il resto del creato, gradualmente cresce. Che
tu [vento occidentale] sia dunque Nell'Aria il pensiero del singolo incontra quello del resto del mondo e viene allo scoperto attraverso la comunicazione verbale, la parola, che poi è il sale dell'umana convivenza. Jean Paul Sartre sostiene che per trasformare in avventura l'avvenimento più comune è sufficiente mettersi a raccontarlo. Un consiglio tanto prezioso quanto disatteso da questa società di super indaffarati, dove pare che il piacere della conversazione sia una delizia sempre meno diffusa: si cerca o gli altri solo quando si ha qualcosa da dire, o se si vuole proporre qualcosa da fare, altrimenti si preferisce stare per proprio conto. Eppure chiacchierare quasi mai è una perdita di tempo. Tutt'altro. All'interno di ogni singola conversazione avviene sempre qualcosa di molto speciale, un'alchimia alla quale non si dovrebbe rinunciare tanto facilmente. E
così cavalcando parlavamo, e il pensiero veloce Durante
un incontro fra persone, spesso si ha l'impressione che una forza invisibile
voli da una mente all'altra e partecipi attivamente alla conversazione
provvedendo a mescolare parole, a veicolare sentimenti, a scambiare idee,
a comunicare conoscenze. Quest'energia è l'Aria, che lavora in silenzio
per impedire ogni manifestazione di staticità. L'Aria, che a nostra insaputa
scombina gli ordini preesistenti per crearne di nuovi. L'Aria, che solleva
verso l'alto ciò che per indole tende a fermarsi in basso mettendo in
relazione i vari piani di realtà. Senza i moti d'aria volti a creare momentanei
disordini per ristabilire -a tratti - provvisori equilibri, il parlare
non potrebbe far nascere alcun tipo di relazione tra gli uomini. Ogni
parola che pronunciamo presuppone l'aria. Non c'è parola senz'aria che
la veicoli. Non c'è parola che l'aria non accompagni con discrezione
in una danza elegante e aerea, oppure con foga in un vortice frenetico
e travolgente. E quando il vento soffia suoni dalle miriadi d'aperture
dei corpi materiali, ecco che anche le note che escono dalle bocche degli
uomini compongono arie musicali capaci di mettere insieme o di dividere,
di creare somiglianze o di produrre contrapposizioni. Parlare è davvero
un'ottima scuola per chi si dedica alla scrittura: s'imparano le regole
della comunicazione e si assimilano quei meccanismi complicati capaci
di catturare l'attenzione altrui. Non è sufficiente infatti, che proprio
dalle chiacchiere vengano fuori scorci di vita quotidiana sui quali poi
la fantasia dell'artista può lavorare. Sono impressioni, ricordi, osservazioni,
che si scaricano nell'aria attraverso l'espressione verbale, la mimica
e le modulazioni della voce che le sono proprie. (Rita Remagnino) I brani poetici citati sono tratti dalle "Poesie" di P.B. Shelley, Milano, Mondadori, 1995 |