CRISTINA, VOLONTARIA CUAMM IN ANGOLA
AI SOCI "CUAMM LECCO"
(aprile 2002)

Carissimi,
i tre mesi trascorsi in Angola sono giunti al termine e sono tornata a casa. Sono stati molto ricchi sia da un punto di vista professionale, che umano, che di senso di appartenenza ad una Chiesa universale.
L’impatto con la tragica realtà angolana, così profondamente colpita dalla guerra e dalla miseria che ne deriva è stato duro. L’ospedale era sovraffollato, pensate che in pediatria, con 24 posti letto, erano ricoverati in media 100 bambini al giorno con le loro mamme e i loro fratelli, colpiti principalmente da malaria, patologie respiratorie e anemie gravi. A questo proposito vorrei esprimere un ringraziamento particolare a tutti coloro che hanno espresso la loro solidarietà all’"Associazione Cuamm-Lecco, Medici con l’Africa"; grazie ai generosi contributi ricevuti siamo riusciti a risolvere il grande problema delle trasfusioni. Spesso infatti giungono in ospedale bambini gravemente anemizzati, con scompenso cardiaco, che necessitano di trasfusioni urgenti, ma non hanno parenti che possano dare loro un po’ di sangue; abbiamo costituito una cassa "caritas" che viene utilizzare per pagare i donatori, dando così a queste piccole creature la possibilità di continuare a vivere.
Terribile è stato l’impatto con la morte, che colpisce il 4- 5 % dei bambini ricoverati; spesso le mamme riescono a portare i loro piccoli in ospedale solo dopo una settimana di malattia, in condizioni a volte terminali. A causa della guerra non esistono posti di sanità periferici e l’unico luogo dove possono ricevere cure adeguate è l’ospedale. L’alternativa è la medicina tradizionale, a cui quasi sempre ricorrono prima di arrivare da noi e che causa gravi danni e ben poche guarigioni. Lo stato di malnutrizione della popolazione è elevato, soprattutto nei bambini e, in modo particolare, nei rifugiati interni, persone che sono vissute per anni nella foresta, costrette a nascondersi e scappare, nutrendosi solo di farina di mandioca, erbe e radici e che in queste ultime settimane, dopo la proclamazione della pace, sono stati liberati dai militari del governo e riportati nelle periferie delle piccole città.
Il poter condividere una minima parte della loro storia e delle loro sofferenze, mi ha portato a riscoprire quanto fortunati siamo noi, ma anche quanta ingiustizia esista su questa terra: io ho scelto di trascorrere un certo periodo di tempo in mezzo alla povertà , mentre loro sono costretti, non hanno alternative. Eppure l’Angola è un paese molto ricco, in particolare la zona nord, in cui io ho lavorato, è ricca di diamanti e petrolio, e la terra è molto fertile, ma senza la Pace non si può coltivare i campi, vendere i raccolti, dividersi le ricchezze.
L’anelito alla pace è stato il messaggio più profondo che ho colto in ciascuno di loro e nella Chiesa angolana. Ho avuto la fortuna di poter partecipare spesso alla celebrazione eucaristica, momento fondamentale di ricarica e di condivisione, e sono stata colpita dalla grande partecipazione alla liturgia e dalla grande speranza che riponevano in Dio, attraverso la preghiera. Ogni giorno, al termine della liturgia insieme pregavano per la pace utilizzando diverse preghiere; una in particolare mi ha colpito, scritta appositamente dai vescovi angolani e vorrei condividerla con voi, invitandovi a recitarla, qualche volta, perché se l’accordo di pace è stato firmato, la strada per raggiungere la pace è ancora lunga e faticosa e abbiamo tutti bisogno di una conversione del cuore per viverla nella nostra quotidianità e per non stancarci mai di invocarla per il mondo intero.

Cristina


deslocados

In alto: Deslocados (profughi) malnutriti

Ospedale di Negage

A lato: Ospedale di Negage

Pediatria di Negage

In alto: Pediatria di Negage

Personale CUAMM in Angola

A lato: Personale Cuamm in Angola


PREGHIERA PER LA PACE
(Traduzione dal portoghese)

O Dio nostro Padre,
che ci hai creati a tua immagine e somiglianza,
che ci hai resi tuoi figli adottivi
fratelli gli uni degli altri,
guarda il nostro popolo lacerato da una guerra che ci divide,
innalzando tra noi mura di odio e di vendetta,
guarda la miseria del tuo popolo,
i suoi dolori e le sue grida,
uniti al molto sangue versato,
alle immense sofferenze e al numero delle vittime innocenti,
uomini, donne e bambini;
riconosciamo, o Padre Santo,
che la radice profonda dei nostri mali
è il nostro peccato,
in quanto negazione del tuo amore
e dell’amore verso gli altri;

dacci un cuore nuovo
che sappia amare e perdonare,
capace di comprendere e accogliere il fratello,
che non si lasci mai vincere dal male,
ma al contrario vinca il male con il bene.
Fa’ di noi uomini e donne di pace,
messaggeri della verità, della giustizia e dell’amore.
Dacci la pace,
la pace vera che Gesù Cristo ci ha lasciato
e che noi ti chiediamo,
per intercessione di Maria,
nostra madre e regina della pace.
Amen.

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