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Potrebbe un esperimento distruggere la Terra?

Alla periferia di Ginevra c'e' il Cern, il piu' grande laboratorio scientifico del mondo. Ha quarantasei anni di vita, ci lavorano settemila scienziati, e' finanziato da venti paesi europei e l'Italia partecipa con una quota di centocinquanta miliardi l'anno previsti dalla finanziaria.

Sotto al laboratorio c'e' un anello acceleratore di ventisette chilometri, dentro questo anello si fanno esperimenti per studiare l'origine della materia. Questi esperimenti finora non hanno prodotto alcun risultato applicabile alla nostra vita pratica, ma le ricadute che derivano dalle tecnologie usate negli esperimenti sono enormi, fra tutte il web che e' nato proprio al Cern. Qui fra quattro anni entrera' in funzione un acceleratore di particelle, si chiama LHC: consiste nel far entrare in collisione frontale ad energie altissime mai sperimentate prima particelle particolari. Queste condizioni estreme permetteranno di avventurarsi nello sconosciuto.

Cosi' sconosciuto da suscitare inquietanti interrogativi da parte di autorevoli scienziati.

Mario Bruschi - Fisico - Universita' La Sapienza di Roma: 
"Alcuni fisici teorici dicono che vi e' una possibilita' che nel corso dell'esperimento si verifichi una situazione tale da portare alla distruzione dell'intero genere umano, delle piante, degli animali di tutto pianeta. Questo e' il rischio, questo il pericolo a cui si puo' andare incontro".

Alvaro De Rujula - Fisico - Cern di Ginevra:
"I rischi remoti che si sono discussi sono almeno tre. Uno e' che durante una di queste collisioni di particelle contenenti molta energia, si formi un buco nero. Il buco nero e' un oggetto che puo' assorbire tutto cio' che lo circonda senza sputare fuori niente. Ad esempio puo' inghiottire la Terra, stessa. È una probabilita' cosi' remota che l'esperimento fallisca, che se anche tutti i paesi del mondo decidessero di fare questo esperimento non ci sarebbero rischi per nessuno. 
L'unica cosa che ha destato piu' preoccupazione nella discussione riguardo le esperienze legate al LHC ha a che vedere con le collisioni che si faranno tra grossi nuclei atomici, perche' alcuni scienziati hanno pensato che esse potrebbero generare un nuovo stato nucleare simile al buco nero, in grado di inghiottire cio' che lo circonda, compresa la Terra."

Carlo Bernardini - Fisico - Universita' La Sapienza di Roma;
"In questi esperimenti si produce della materia che in natura non esiste. Questa materia puo' avere la proprieta' di essere onnivora, nel senso che comincia ad assorbire la materia intorno e a trasformarla in materia di questo nuovo tipo. Crea una sorta di valanga che naturalmente e' incompatibile con la vita e con una infinita' di cose. Il rischio e' quello."

 

"Nessuno puo' distruggere questa materia?"

Carlo Bernardini:
"E come si fa'? Una volta che la materia cresce, se l'accrescimento e' molto rapido...non sappiamo nulla di quello che potrebbe accadere..."

Alvaro De Rujula:
"La fisica nucleare la capiamo un po' meno bene, in questo caso non possiamo fare dei calcoli completamente convincenti da poter dire che queste cose non si produranno."

"Secondo i fisici teorici da quando l'universo esiste i raggi cosmici nella galassia si sono scontrati miliardi di volte, esattamente come avverrebbe nell'esperimento, e non e' mai successo nulla di catastrofico."

Carlo Bernardini:
"Il problema e' che si puo' escludere che questo avvenga, cioe' escludere con sicurezza o si puo' solo dire che e' probabile che non avvenga; sono due cose molto diverse."

"E qual e' la risposta?"

Carlo Bernardini:
"La risposta e' che e' molto probabile che non avvenga, e questo e' un po' brutto...".

"Ma gli esperimenti che si faranno qui al Cern sono totalmente sicuri?"

Alvaro De Rujula:
"No certo. Non so cosa vuol dire un esperimento sicuro. Se un esperimento fosse sicuro vorrebbe dire che conosciamo la risposta, se sapessimo la risposta allora non ci sarebbe motivo di fare l'esperimento.
La natura della ricerca e' fare delle cose che uno non conosce, il senso nel farle sta nel voler arrivare a conoscere la risposta. Facciamo delle domande alla natura e la natura ci dice come e' fatta, ma non sempre siamo in grado di capire come saranno le cose. A volte lo siamo, a volte non lo siamo."

Intanto i lavori per la costruzione del LHC al Cern di Ginevra continuano.

"Vuol dire che questi dubbi non preoccupano nessuno?"

Luciano Maiani - direttore generale del Cern:
"Io ho creato una commissione anche riflettendo una discussione che c'e' stata negli anni passati negli Stati Uniti. Una commissione che permette di accertare che questi pericoli non esistono e che ci permette di rannare tranquillamente l' LHC tra cinque anni, quando sara' costruito."

"Intanto che la commissione valuta pero' i lavori continuano ad andare avanti, costano miliardi. E se poi la commissione dovesse dire che il rischio e' piu' significativo di quel che si pensa?"

Luciano Maiani:
"Io sono personalmente convinto che questi risultati saranno nel senso positivo, ma tuttavia e' evidente che se dubbi consistenti nascessero il problema dovra' essere riesaminato. È stato giusto porsi il problema ma il problema non sembra avere un fondamento tale da dare preoccupazioni."

"Quindi il rischio non c'e'? Siamo rischio zero?"

Luciano Maiani:
"Si".

Alvaro De Rujula
"Un fisico non puo' dire mai rischio zero, perche' lo zero non esiste. Quello che uno deve domandarsi e' qual'e' la probabilita' che questo capiti, se la probabilita' che una cosa di questo tipo capiti e' tale che non capitera' nulla da qui a dieci miliardi di anni possiano stare tranquilli."

Mario Bruschi:
"Se dico che la probabilita', nell'ipotesi piu' pessimistica, e' che in un milione di anni si verifichera' una volta sola, non voglio dire che si verifichera' al milionesimo anno, potrebbe verificarsi domani. La probabilita' e ' di questo tipo."

E mentre in Europa i lavori procedono sul collisore piu' potente della Terra, in America, che sono sempre piu' avanti, quattro mesi fa nel laboratorio di Brookhaven vicino New York sono partiti con il primo esperimento, proprio quello di cui stiamo parlando.

Laboratorio Nazionale di Brookhaven N.Y. - Thomas Ludlam- Fisico:
"Acceleriamo atomi d'oro dentro due anelli lunghi cinque chilometri, che stanno proprio qui sotto questa collinetta davanti a noi. È la prima volta che una macchina creata dall'uomo permette di accelerare particelle alla velocita' della luce. Poi le facciamo scontrare frontalmente, in questo modo ricostruiamo la materia al momento stesso della sua creazione."

"Ma quali benefici usciranno da queste collisioni? Riuscirete a trovare il modo di sconfiggere il cancro? O di risolvere il problema energetico?"

Thomas Ludlam
"Per il momento non vediamo nessuna applicazione pratica. È pura curiosita' scientifica. Pero' quello che sappiamo e' che ogni volta che si e' fatto un passo avanti nella comprensione della materia dopo trenta, quaranta o cento anni ci sono stati benefici per tutti."

Questi esperimenti sono costosissimi, solo gli acceleratori costano seicento milioni di dollari e quando era tutto pronto una commissione presieduta da Robert Jaffe dell' Institute of Tecnology del Massacchussets di Boston ha fatto una valutazione dei rischi. Ma da chi era composta questa commissione? Da esperti completamente estranei al progetto? 

Robert Jaffe - Institute of Tecnology del Massacchussets:
"Da esperti esterni, non estranei a questo tipo di ricerca quindi in qualche modo coinvolti ma esterni. Il risultato e' che i nostri calcoli teorici non possono dirci se l'Universo come insieme possa cambiare stato, non abbiamo sufficiente conoscenza della teoria di base della materia. Abbiamo fatto delle valutazioni sulla base di fatti che avvengono; le collisioni che si fanno nel laboratorio di Long Island sono le stesse che avvengono nello spazio. I raggi cosmici si sono scontrati miliardi di volte e se si fossero mangiati le stelle non saremmo certamente qui a fare l'esperimento. Comunque il primo esperimento e' stato fatto ed e' andato tutto bene."

Francesco Calogero- Fisico - Universita' La Sapienza:
"La probabilita' di produrre questa particella assassina e' piccola. Se questa probabilita' e' piccola il fatto che non la si sia prodotta subito non garantisce che non possa essere prodotta piu' tardi. Quindi da questo punto di vista non e' vero che se l'esperimento e' cominciato e non e' successa subito una catastrofe una catastrofe non puo' avvenire in seguito".

Mario Bruschi:
"Questa decisione di partire con l'esperimento nonostante non sia stata stimata in maniera attendibile la probabilita' di un evento cosi' catastrofico, come la distruzione dell'intero pianeta, e' una decisione assurda, stupida, irragionevole e soprattutto e' una decisione immorale. Se io fossi cattolico direi che e' una decisione peccaminosa da un punto di vista religioso."

Robert Jaffe:
"La comunita' scientifica e' compatta non se ne preoccupa".

Mario Bruschi:
"Mettiamo che domani gli esperti ci dicono "Va bene, la probabilita' e' una a un miliardo di miliardi", qual e' la soglia di un rischio ragionevole?

Alvaro De Rujula:
"Quando una possibilita' calcolata cosi' pessimisticamente e' piu' piccola di una su un miliardo, uno non si preoccupa."

Mario Bruschi:
"Cioe' quanto deve essere piccola questa probabilita' perche' noi corriamo il rischio cosiddetto ragionevole di mettere a repentaglio le nostre vite, la vita delle piante, la vita degli animali, la vita di tutta la Terra e la Terra stessa, una a un miliardo di miliardi? Una a un miliardo di miliardi di miliardi? Dove inizia il rischio ragionevole?".

Alvaro De Rujula:
"Perche' se uno si preoccupa di questo dovrebbe preoccuparsi di tantissime altre cose ugualmente probabili. Ad esempio che ci sia un forte vento in Africa centrale che, sollevato un rinoceronte, ce lo faccia cadere sulla testa. Queste sono delle probabilita' dello stesso tipo."

Mario Bruschi:
"Secondo me questi argomenti sono inaccettabili perche' se esplode una supernova e ci colpisce un meteorite noi non possiamo farci niente, sono eventi catastrofici al di la' delle nostre possibilita' di intervenire e al di fuori delle nostre responsabilita'. La questione invece relativa alla possibilita' di avviare noi un esperimento che potrebbe portare alla distruzione della Terra e' una nostra responsabilita'".

Non si puo' arrivare a chiarire nulla, siamo nelle loro mani e ci dobbiamo fidare. Quello che ci piacerebbe sapere e' se coloro che stanziano i fondi per la ricerca sono informati di volta in volta sul tipo di esperimenti che si fanno e quali strumenti hanno per intervenire, valutare e , se e' il caso, fermare.

Eliano Pessa - Docente Intelligenza Artificiale - Universita' Pavia:
"L'uomo politico si trova nella difficolta' di decidere su materie che non sono assolutamente di sua competenza. Pero' naturalmente per questo puo' avvalersi di persone che ritiene competenti. Ed andra' in cerca di chi? Delle persone che a livello nazionale vengono considerate sul piano scientifico come le persone piu' rappresentative del paese ed e' anche logico che si faccia questo, e' evidente che le persone che sono inserite in questo stesso sistema, non potranno parlar male del mondo in cui loro stessi sono inseriti e quindi sosterranno le necessita' di mandare avanti le ricerche di cui loro stessi sono a capo. E quindi il gioco continua".

C'e' solo un tarlo. Ci si sta dando da fare per trovare l'origine della materia per leggere la mente di Dio e una soluzione al problema piu' urgente del pianeta come il petrolio, in quanto fonte di energia, o il motore a scoppio, come produttore mondiale di inquinamento, non si e' mossa di un millimetro, e' ancora tutto fermo ad un secolo fa. È normale?

Luciano Maiani:
"Io credo che il problema e' che il petrolio costa troppo poco, quindi non si investe nella ricerca appropriata".

Eliano Pessa:
"Chi detiene il potere economico cerca di impedire gli sviluppi delle tecnologie, infatti e' proprio per questo che il motore a scoppio dura cosi' tanto e le tecnologie rimangono piu' o meno sempre le stesse. Perche' non c'e' nessun interesse alla messa in opera di una nuova tecnologia."

"Pero' se qualcuno trovasse una reale alternativa al motore a scoppio o al petrolio, farebbe miliardi."

Eliano Pessa:
"Succederebbe che le nazioni che hanno il petrolio, che controllano il petrolio sul piano mondiale, perderebbero immediatamente potere. Sarebbero contente? Credo proprio di no. E quindi se per caso ci fosse una tecnologia di questo genere non farebbero altro che far fare all'inventore la stessa fine che ha fatto Diesel, cioe' sopprimerebbero lui e la sua invenzione sparirebbe. Avrebbero tutti i mezzi per farlo, senza fare il piu' piccolo rumore. Chissa' che non l'abbiano gia' fatto".

Abbiamo parlato di ricerche non esenti da remoti ma catastrofici rischi che potrebbero eventualmente dare qualche beneficio tra centinaia di anni. Ma gli esperti dicono che se non si riducono le emissioni entro venti anni potremmo avere problemi piuttosto seri.
La salvezza del pianeta allora non sta a cuore a nessuno?

Eliano Pessa:
"Oggi purtroppo non si possono fare piu' previsioni a lungo termine, ma forse non si sono mai fatte. Oggi si puo' ragionare soltanto guardando a quello che accadra' il giorno dopo. Purtroppo la salvezza dell'intero pianeta e' preoccupazione di pochissimi e forse non ci sono nemmeno i mezzi per pensarci. Oltretutto, ammesso che ci sia qualcuno che si preoccupa della salvezza dell'intero pianeta, vi sarebbero sempre coloro i quali potrebbero dire "perche' volete farlo a nostre spese?" e i paesi poveri potrebbero dire esattamente questo".

di Milena Gabanelli

Fonte : http://www.report.rai.it/ - Tratto dalla puntata di: domenica 5 novembre 2000 


È possibile che la Terra sia distrutta nel corso di un esperimento scientifico?  

di Mario Bruschi - Fisico

Dipartimento di Fisica
Universita` "La Sapienza"
e-mail: bruschi@roma1.infn.it

La terra potrebbe diventare (e in breve tempo) una palla di soli 100 metri di raggio fatta di materia “strana”; nel processo sarebbe rilasciata una energia pari a quella di una esplosione stellare. Ovviamente ogni forma di vita andrebbe distrutta: non più uomini, non alberi, né uccelli , né  batteri, non più cieli azzurri, né nuvole, né fiori…

NON è un racconto di Fantascienza, NON  è la sceneggiatura dell’ennesimo film catastrofico ma, purtroppo, è lo scenario “possibile” (anche se molto improbabile, sfortunatamente non sappiamo precisamente quanto) previsto e descritto da eminenti fisici teorici come conseguenza di esperimenti scientifici al Relativistic Heavy Ion Collider  (RHIC, Brookhaven National Laboratory, USA) e , fra 5 anni, al nuovo LHC (Large Hadron Collider, CERN, Ginevra). Ironicamente, la notizia di un tale catastrofico, irreparabile e definitivo esito “possibile” per un esperimento, che nel migliore dei casi, porterà ad un (leggero, forte? non importa) miglioramento delle nostre conoscenze nel campo della fisica fondamentale, non è  un segreto: a quanto sembra, se ne discute nell’ambito degli specialisti da tempo; due rapporti di “specialisti” sono disponibili su Internet (1). Personalmente ne sono venuto a conoscenza solo ieri e per caso. Infatti non ho visto eco (se c’è stata, è stata chiaramente inadeguata…) sui mass-media di un argomento che, seppure come pericolo  potenziale ma pericolo per la sopravvivenza dell’intero pianeta (!), dovrebbe riguardarci MOLTO da vicino. Sono rimasto non dico incredulo (da tempo sono convinto che l’autoappellativo  Homo Sapiens Sapiens è, eufemisticamente, esagerato), ma certamente indignato (per non usare termini più forti). Per varie ed ovvie ragioni (ovvie per chi abbia conservato un minimo di buon senso e di responsabilità morale).

Veniamo ai fatti (cercherò di dare una descrizione comprensibile con un minimo di dettagli tecnici).

 Nei due acceleratori, di cui sopra,  facendo collidere ioni di atomi pesanti (oro, piombo) grandemente accelerati, si raggiungeranno nell’urto energie ( o meglio densità di energia) mai raggiunte precedentemente. L’obiettivo è di accedere a nuovi fenomeni, in particolare il miraggio, la preda ambita da tutti i ricercatori, il nuovo Eldorado ( dopo la caccia fruttuosa, ma conclusa, al quark Top e alle particelle Z,W (Nobel di Rubbia)) è la sfuggente particella di Higgs (la particella di Dio, secondo il Nobel Lederman). Non sappiamo a quali energie dovremo giungere per “vedere” la particella di Dio, ma i teorici ci dicono che le energie raggiunte nei due nuovi acceleratori ( e le modalità degli esperimenti) potrebbero portare alla creazione di “strangelet” cioè grumi di materia nucleare “strana”.  Qualche ulteriore dettaglio: la materia nucleare normale, i protoni e i neutroni di cui siamo fatti noi, la terra, le stelle, è costituita da quarks della “prima famiglia” con gli usuali “sapori” su e giù (up-down, u-d) (2). Esistono però dei quarks esotici di altre due famiglie che, fantasiosamente,  sono stati chiamati “s=strano”, “c=charm,incanto”, “b=bellezza o bottom,fondo”, “t=top,cima). Questi quarks, tutti rilevati sperimentalmente, sono di massa via via crescente e decadono usualmente nei quark della prima famiglia (per questo non li “vediamo” facilmente in giro). Tuttavia nelle condizioni di estrema densità energetica che si realizza nella piccolissima regione dell’urto tra gli ioni , i teorici ci dicono che i normali quark u-d potrebbero essere indotti a trasformarsi in s-strani  (ci sarebbe cioè un vantaggio energetico per questa trasformazione, a dispetto del fatto che la massa di s è più alta). Peggio ancora, una volta innescato questo processo, in particolari condizioni, la strangelet , cioè la nuova materia “strana” formatesi, non solo sarebbe stabile ma tenderebbe ad “acquisire” (fagocitare, includere, mangiarsi) tutta la materia normale con cui fosse in contatto: come Mida trasformava in oro tutto quello che toccava, così una strangelet farebbe divenire “strano” tutto quello “a portata di mano” e con effetti ben più disastrosi. Infatti una tale “particella”, una volta ingranditasi abbastanza (ma siamo ancora a dimensioni microscopiche), diverrebbe così pesante da sprofondare al centro della Terra e là continuare tranquillamente il suo pasto… fino ad assorbire la Terra stessa ! Non si sa bene, ma i tempi in gioco non sarebbero certo “geologici”, cioè milioni o miliardi di anni, bensì poche centinaia di anni… Ovviamente , la vita sulla terra finirebbe molto prima. Considerate che viviamo in un precario guscio di pochissimi Km di atmosfera e pochi Km di roccia sotto i piedi: cosa accadrebbe a questo habitat appena il nucleo della terra cominciasse a rimpicciolirsi e un enorme quantità di energia venisse rilasciata in virtù di un processo di “stranizzazione” in atto? È facile immaginarlo, moriremmo per terremoti, inondazioni e quant`altro prima di essere a nostra volta “stranizzati”…

  Quanto è verosimile questo scenario e quale è la probabilità che esso si realizzi?

  È difficile rispondere, le nostre conoscenze teoriche e/o empiriche sono insufficienti. Il punto è che, al meglio delle nostre conoscenze attuali, questo PUÒ effettivamente accadere. Tanto è vero che il BNL ha commissionato uno studio sui rischi a noti specialisti (vedi BJSW) e una valutazione indipendente dei medesimi è stata fatta dal CERN (presto coinvolto direttamente, vedi DRH). In questi studi si cerca di stabilire un tetto, cioè una probabilità massima per la realizzazione di questo scenario, e in base a considerazioni teoriche sui processi coinvolti e in base al mero fatto che apparentemente non si è ancora MAI verificata nel resto dell’Universo (pur se nei raggi cosmici vengono raggiunte energie di molto superiori a quelle in gioco nei due laboratori in questione). Chi è interessato ai dettagli ed è in grado di capire il procedimento, può leggere direttamente i due reports (in inglese). Io sono obbligato qui a riassumere e (forse iper-)semplificare. Premesso che le stime in questione non sono poi così attendibili dato il numero delle incognite in ballo e sottolineato che si cerca di stabilire un tetto per la probabilità (la probabilità stessa potrebbe essere estremamente più bassa), credo tuttavia che , per la estrema importanza delle possibili conseguenze, sia lecito e doveroso in questo caso tenere in considerazione l’ipotesi più pessimistica. Cioè il peggiore dei casi (le leggi di Murphy ci assicurano che la fetta di pane cadrà dalla parte imburrata….). Il limite in questo caso è in DRH p~10^(-6) cioè uno su un milione (per BJWS abbiamo p~10^(-8) cioè uno su cento milioni). Che cosa è p? ripeto è il limite superiore per la probabilità che una tale catastrofe si verifichi in un anno di esperimenti  (al meglio della nostra conoscenza attuale e nella ipotesi più pessimistica).

Come si dovrebbe reagire di fronte a questo dato?

Qui nasce uno dei motivi per la mia indignazione: nei lavori in questione il dato stesso è presentato in modo altamente scorretto : si dice infatti che, anche nel peggiore dei casi, c’è una probabilità che la catastrofe avvenga in un milione in un aanno di anni di esperimenti… ergo (deduzione implicita), dato che gli esperimenti dureranno solo pochi anni, anche nel peggiore dei casi, siamo al sicuro, non è certo il caso di preoccuparsi. Ancora più gravemente, questo sembra il pensiero diffuso nella comunità scientifica “competente” (“ma via, ci sono cose più serie”) e questo ha probabilmente convinto Clinton a far iniziare l’esperimento al RHIC (l’anello del LHC al CERN è ancora in costruzione, costerà, sembra , 3000 miliardi + 1000 per la fase sperimentale vera e propria ed è ovviamente finanziato anche dall’Italia). Ripeto, questo è un modo errato ed ingannevole, in quanto falsamente rassicurante, di presentare i dati. Non è difficile da capire il perché: se io dico che se uno è così pazzo da giocare alla roulette russa, ha una probabilità su sei di uccidersi ad ogni singolo colpo (ammesso che i colpi della pistola siano sei), con ciò non voglio dire che può stare tranquillo fino al sesto colpo… potrebbe benissimo uccidersi con il primo. Così se vi dicono che la probabilità che la catastrofe avvenga è “solo” di una su un milione, non vuol dire che potete stare tranquilli per un milione di anni… Ma c’è di più:  per ammissione degli stessi autori del rapporto CERN (1), nell’esperimento ALICE al LHC i margini di sicurezza potrebbero ridursi di un fattore tra mille e diecimila rispetto al RHIC! Citando DHR : “this means that, in discussing ALICE, it would be presumably be advisable to improve our very safe limits based on the fate of stars and/or develop considerations that relay more heavily than ours on our understanding of heavy ion collisions” (questo significa, riguardo ad ALICE, che presumibilmente sarebbe consigliabile migliorare le nostre stime di sicurezza basate essenzialmente sulla sorte delle stelle e/o approfondire studi basati più del nostro sulla attuale comprensione delle collisioni di ioni pesanti).

  Che conclusioni trarre da tutto questo?

  Mi è stato detto che bisogna essere “ragionevoli”, che aprire magari una campagna “catastrofista” sarebbe altamente insensato e potrebbe portare ad un rifiuto generalizzato della scienza, che in fondo la possibilità di catastrofe potrebbe essere molto più remota di quella riportata sopra (che tiene in conto solo le ipotesi peggiori), che in fondo l’umanità ha corso e corre rischi ben più gravi (guerra nucleare, caduta di un meteorite, esperimenti genetici/biologici fuori controllo…).

Potrebbe esserci del vero in queste osservazioni. Ma per una volta non condivido, assolutamente non condivido, l’accezione del termine “ragionevole”. Secondo me è non è ragionevole, anzi è altamente stupido, che, per quanto remota sia la possibilità di una catastrofe definitiva, si continui un esperimento il cui ipotetico vantaggio per l’umanità sarebbe l’acquisita certezza dell’esistenza della particella di Higgs… Ma chi se ne f. della particella di Higgs! Non vi è proporzione tra costi e benefici: nel dubbio, anche minimo, ragionevole sarebbe sospendere il tutto, in attesa di una conoscenza migliore, di una stima migliore dei rischi (eppure, ahimè, non dubito, che gli esperimenti andranno avanti). La particella di Higgs può attendere. Se poi risulterà impossibile dargli la caccia senza rischi ne faremo a meno (o magari sposteremo gli acceleratori nello spazio o … vedremo, ma vedremo se ci saremo per vedere!). Inoltre, anche se trattasi di questione in fondo marginale, trovo tuttavia  stupido e non “ragionevole” aver affidato una stima dei rischi a persone, degne e competenti senza dubbio, ma pur sempre fisici delle alte energie e quindi personalmente coinvolti negli esperimenti (anche qui semplicemente in base al buon senso che si riassume nel detto popolare: è inutile chiedere all’oste se il suo vino è buono). Trovo irragionevoli le obiezioni del tipo: senza rischio non vi è progresso et similia: anche se fosse stato così in passato, l’enormità della posta in gioco adesso  dovrebbe indurci a cambiare le regole del gioco… l’esperienza della bomba atomica, della folle corsa agli armamenti, del pericolo (non ancora cessato) di un olocausto nucleare non ci ha insegnato proprio niente . È altresì vero che potremmo morire senza preavviso per catastrofi “naturali” come l’esplosione di una supernova nelle vicinanze, l’impatto con un mini buco nero, o per un cambiamento di fase dello stato di vuoto: ma queste catastrofi non sono sotto il nostro controllo (non ora, almeno), questa morte ci verrebbe   da Dio, o dal fato o dalla sfiga… qui stiamo invece parlando di una possibile catastrofe finale innescata e prodotta da NOI (e per di più evitabilissima).

Comunque il vero problema, il punto centrale della questione, non riguarda la ragionevolezza o la stupidità della razza umana, il punto fondamentale è di natura morale:

quale diritto abbiamo di rischiare la vita nostra, dei nostri figli, di tutti gli essere viventi di questo pianeta ?

  Questione etica. Io posso anche decidere di correre il rischio di scalare una montagna, le possibili conseguenze rimarranno ragionevolmente circoscritte a me stesso; è già molto più discutibile, moralmente,  il rischio di correre a 200 all’ora sulle strade: le possibili conseguenze potrebbero ben coinvolgere persone “innocenti”; ma arrivare a scommettere sulla sorte di tutti, a correre un “rischio ragionevole” quando la contropartita è la fine del pianeta potrà pur essere “ragionevole” ( io dico decisamente che è stupido ) ma senza dubbio è dannatamente, mostruosamente immorale. Certo i nostri discendenti (se ci saranno!) ricorderanno questo secolo con orrore e non solo e non tanto per gli stermini e le atrocità (queste hanno da sempre accompagnato il “progresso” umano) ma anche e soprattutto perché abbiamo, senza ritegno, senza pudore né alcuna remora etica, consumato e dissipato in un solo secolo le risorse accumulate dal pianeta in centinaia di milioni di anni, e questo anche per  l’ybris di chi crede che il “progresso” sia comunque positivo, che la conoscenza sia un bene in sé e che in fondo non siamo responsabili delle conseguenze delle nostre azioni (nessuno è il custode di Abele).

Finisco con un ultimo interrogativo: ci vantiamo della nostra democrazia e della nostra libertà di informazione,

 come mai allora decisioni di questa portata sono prese da pochi “esperti” e nel silenzio dei mass-media?

Mario Bruschi

1- Gli articoli sono:
“Will relativistic heavy-ion colliders destroy our planet?”

Dar, A. De Rujula, U. Heinz  (DRH)

" Review of speculative ' Disaster scenarios' at  RHIC "
W. Busza, R.H. Jaffe, J. Sandweiss, F. Wilczek (BJSW)

Potete ottenerli direttamente qui, in formato PDF, cliccando sui titoli oppure reperirli negli archivi elettronici:
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